Recensione
Kakushigoto
10.0/10
Non sono solita dare voti così alti, credo che i titoli votati dieci io possa contarli sulle dita di una mano sola. "Kakushigoto", però, è a mani basse il migliore anime di stagione e, aggiungo, uno tra i migliori visti in questo decennio.
Non è facile trovare un anime che rimanga fino alla fine coerente con sé stesso, e tantomeno con il pubblico. Non è facile trovare un anime bello, profondo, divertente e onesto. Non è facile trovare un anime bello ma con un finale altrettanto dignitoso. Non è facile trovare un anime che mantenga una qualità di animazioni, magari non eccellente, ma che non abbia visibili e fastidiosi cali qualitativi.
Non è facile, ma "Kakushigoto" riesce, e soprattutto eccelle, in tutto questo.
L'anime è una onesta, scanzonata, malinconica, divertente, esilarante storia dell'amore incondizionato tra un papà e una figlia. Tra un papà e il suo faticoso e spesso frustrante lavoro. Tra una figlia e la sua pura, a volte confusa, percezione della realtà. Tra la volontà di andare avanti nonostante la vita ci giochi improvvisi e brutti scherzi.
Potrei andare avanti con la lista per ore, perché i temi toccati da "Kakushigoto" sono infiniti, e vengono esplorati in modo magistrale, senza lasciarsi dietro nulla, dando il giusto peso ad ogni tema, e con una delicatezza da far piangere. Letteralmente.
La quantità di personaggi secondari è davvero alta, eppure, sebbene molti di loro non vengano troppo approfonditi, si riesce incredibilmente a dare ad ognuno di loro delle caratteristiche precise e una personalità chiara e riconoscibile. Ognuno di loro è utile al racconto, funzionale alla storia e allo sviluppo di gag, emozioni e relazioni tra i protagonisti.
L'onestà e spontaneità di ogni personaggio è ciò che ha reso questa storia una ventata d'aria fresca, scorrevole. Sono riuscita, per un motivo o per l'altro, a immedesimarmi in ognuno di loro a seconda delle situazioni proposte.
Signori, se non è questo un bell'anime, non so più cos'altro io possa definire "bello". Bello non esteticamente, o meglio, non il più bello che io abbia mai visto: il chara design è molto semplice, un po' fuori dai miei gusti, eppure per una storia come questa risulta perfetto così, funzionale ed espressivo.
Ma il punto di forza di "Kakushigoto" per me è principalmente uno: l'abilità nel destreggiare e bilanciare i momenti tristi a quelli comici, momenti di riflessione a momenti spensierati.
Durante un semplice episodio, quasi letteralmente tra un frame e l'altro, ci si ritrova a ridere, piangere, riflettere, angosciarsi, intenerirsi, incuriosirsi. E il tutto avviene con una naturalezza disarmante.
Il finale è un po' 'rushato', perché i Giapponesi probabilmente ce l'hanno nel sangue, l'abitudine del 'rushare' i finali. Eppure, ciò che conta ha avuto il giusto peso, spazio e tempo. Alla fine dei conti il finale l'ho percepito come giusto, completo, coerente. Nessun amaro in bocca, solamente tanti applausi e la mancanza immediata lasciatami dalla conclusione dello stesso.
A livello narrativo questo anime è una perla, e ha molto da insegnare ai suoi compagni.
Ultima cosa, ma non meno importante: la colonna sonora. Semplicemente magnifica. Mi riferisco soprattutto alla ending, nient'altro che la nostalgica canzone di Eiichi Ohtaki direttamente dagli anni '80, è una bellissima conclusione per ogni episodio, e anche questa non manca di donare quel mood di malinconia e nostalgia che è indescrivibilmente azzeccato.
Quindi, il riassunto è: se non lo avete visto, vedetelo... e sbrigatevi pure!
Non è facile trovare un anime che rimanga fino alla fine coerente con sé stesso, e tantomeno con il pubblico. Non è facile trovare un anime bello, profondo, divertente e onesto. Non è facile trovare un anime bello ma con un finale altrettanto dignitoso. Non è facile trovare un anime che mantenga una qualità di animazioni, magari non eccellente, ma che non abbia visibili e fastidiosi cali qualitativi.
Non è facile, ma "Kakushigoto" riesce, e soprattutto eccelle, in tutto questo.
L'anime è una onesta, scanzonata, malinconica, divertente, esilarante storia dell'amore incondizionato tra un papà e una figlia. Tra un papà e il suo faticoso e spesso frustrante lavoro. Tra una figlia e la sua pura, a volte confusa, percezione della realtà. Tra la volontà di andare avanti nonostante la vita ci giochi improvvisi e brutti scherzi.
Potrei andare avanti con la lista per ore, perché i temi toccati da "Kakushigoto" sono infiniti, e vengono esplorati in modo magistrale, senza lasciarsi dietro nulla, dando il giusto peso ad ogni tema, e con una delicatezza da far piangere. Letteralmente.
La quantità di personaggi secondari è davvero alta, eppure, sebbene molti di loro non vengano troppo approfonditi, si riesce incredibilmente a dare ad ognuno di loro delle caratteristiche precise e una personalità chiara e riconoscibile. Ognuno di loro è utile al racconto, funzionale alla storia e allo sviluppo di gag, emozioni e relazioni tra i protagonisti.
L'onestà e spontaneità di ogni personaggio è ciò che ha reso questa storia una ventata d'aria fresca, scorrevole. Sono riuscita, per un motivo o per l'altro, a immedesimarmi in ognuno di loro a seconda delle situazioni proposte.
Signori, se non è questo un bell'anime, non so più cos'altro io possa definire "bello". Bello non esteticamente, o meglio, non il più bello che io abbia mai visto: il chara design è molto semplice, un po' fuori dai miei gusti, eppure per una storia come questa risulta perfetto così, funzionale ed espressivo.
Ma il punto di forza di "Kakushigoto" per me è principalmente uno: l'abilità nel destreggiare e bilanciare i momenti tristi a quelli comici, momenti di riflessione a momenti spensierati.
Durante un semplice episodio, quasi letteralmente tra un frame e l'altro, ci si ritrova a ridere, piangere, riflettere, angosciarsi, intenerirsi, incuriosirsi. E il tutto avviene con una naturalezza disarmante.
Il finale è un po' 'rushato', perché i Giapponesi probabilmente ce l'hanno nel sangue, l'abitudine del 'rushare' i finali. Eppure, ciò che conta ha avuto il giusto peso, spazio e tempo. Alla fine dei conti il finale l'ho percepito come giusto, completo, coerente. Nessun amaro in bocca, solamente tanti applausi e la mancanza immediata lasciatami dalla conclusione dello stesso.
A livello narrativo questo anime è una perla, e ha molto da insegnare ai suoi compagni.
Ultima cosa, ma non meno importante: la colonna sonora. Semplicemente magnifica. Mi riferisco soprattutto alla ending, nient'altro che la nostalgica canzone di Eiichi Ohtaki direttamente dagli anni '80, è una bellissima conclusione per ogni episodio, e anche questa non manca di donare quel mood di malinconia e nostalgia che è indescrivibilmente azzeccato.
Quindi, il riassunto è: se non lo avete visto, vedetelo... e sbrigatevi pure!