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Ah, gli isekai. Genere oramai utilizzato in ogni salsa, accostato spesso a una scarsa qualità con un cast di personaggi poco brillante e un protagonista onnipotente con il corpo e il carattere di un ragazzino giapponese qualunque, tutto messo su di un vassoio d'argento e servito agli otaku come self insert. Esiste ancora un modo per svecchiare la formula del fallito che muore male e finisce in un altro mondo?

“My Next Life as a Villainess: All Routes Lead to Doom!” è un anime tratto da una serie di light novel che tentano di cambiare le carte in regola su vari aspetti cardine dell'isekai: la protagonista di questa storia è Catarina Claes, figlia di un nobile duca cresciuta perciò nel lusso e nei vizi. Una bambina insopportabile a cui non va mai bene niente, perché sa di poter ottenere tutto, ma che un giorno come un altro, durante la passeggiata con un famoso principe suo coetaneo, finisce per battere la testa e ricordarsi di ciò che era in passato, ovvero una ragazzina otaku, dall'aspetto abbastanza anonimo, dal pessimo andamento scolastico e con un'amica con la quale condivideva la passione per un gioco di nome “Fortune Lover”, ossia un otome game dove la protagonista - noi personificatati da un avatar - va a vivere una vita da favola per trovare il vero amore. Il problema per Catarina non è tanto aver scoperto di essersi reincarnata in una nobile, ma che quell'aspetto, quel nome, quegli avvenimenti che le si susseguono da quel preciso momento in poi sono identici a quelli del gioco, ma non dalla prospettiva della protagonista, ma di quello dell'antagonista! Proprio così, Catarina Claes è la cattiva del gioco, la bulla che renderà difficile la vita della povera eroina, tenterà di rubarle l'amore, di spezzare alcune route del gioco, ma che alla fine, in ogni buon finale che si possa definire tale, subisce le peggiori conseguenze come l'esilio o persino la morte... come dice il titolo stesso, “ogni route porta alla disgrazia”. L'incipit perciò ci toglie di mezzo l'elemento “ragazzo fortunato” che rinasce nel momento migliore, nel posto perfetto e con la forza e i poteri migliori di tutti. Ci toglie anche - sulla carta - la possibilità di essere felici e da subito una chiara visione di come questa ragazza capisca di essere morta, ne provi nostalgia e non sia felice di essere “scappata” dalla mediocrità in cui prima viveva, anche quando la sua storia da Catarina inizierà a migliorare. Finalmente abbiamo tra le mani un isekai dove si cita il passato e la realtà senza paura o persino dimenticandosene proprio, come se non fosse mai esistita e senza un solo rimpianto da lasciarsi dietro. Lei giustamente passerà gli episodi a ricordarsi cosa succede nel gioco, pianificare vari metodi per non morire/venir esiliata e saggiamente farsi prendere in simpatia dal cast. L'idea di questa serie è davvero carina e Catarina, pur essendo un personaggio molto semplice e verso cui è facile provare empatia, non cade nel fattore “Mary Sue” e commette vari errori, seppur mantenga purtroppo - e per necessità di trama - alcuni tratti da protagonista con reverse-harem al seguito, come il non capire mai quando uno ci prova, cadere dalle nuvole per ogni frase ammiccante e soprattutto fare strage di cuori senza che nessuno la odi, provi antipatia o semplicemente non la ritenga simpatica e speciale.
Il difetto che percepisco in questo reverse-harem è proprio quello che Catarina ha appresso un sacco di maschi e femmine che sbavano per lei, con dei genitori che le vogliono bene e persino una domestica molto affezionata, ma nessuno, proprio nessuno, a parte le solite antipatiche invidiose, proverà mai sentimenti negativi o neutri per lei, e così inevitabilmente finirà per diventare lei la protagonista del gioco. Le circostanze ovviamente non le scriverò per evitare spoiler, ma il fatto che lei riesca a ribaltare le carte in tavola è il fulcro della serie a cui verrete immediatamente messi davanti, e capirete subito che sarà un susseguirsi di cuori che battono forte per una sola persona.
Il resto del cast è come quello di un gioco romantico dove scegli ciò che ti piace di più: nessuno eccelle, tutti hanno una loro storia triste per cui provare tanta voglia di salvarli e renderli felici, alcuni sono più difficili da avvicinare e capirne le intenzioni, ma ricalcano un po' lo stereotipo di ciò che si vorrebbe in un gioco simile, ed è giusto così: se ci fosse stato tra le conquiste romantiche qualcuno che possedesse più carisma di Catarina, questa avrebbe rischiato di venir messa in ombra e lasciare anche meno possibilità a futuri scenari con altri personaggi, dacché è impossibile dire se qualcuno vincerà il suo cuore, ma soprattutto se dopo tutti i sacrifici per sopravvivere... lei ci riuscirà lo stesso.

Dal punto di vista tecnico abbiamo una serie che non ha motivo per regalarci animazioni da sogno, perciò si limita ad animarci una storia in maniera pulita, inserendo quello che penso sia stato qualche minuto o forse persino episodio filler, in cui a metà serie ho sentito un po' troppo la voglia di evidenziare come siano “tutti pazzi per Catarina”. Il ritmo un po' cala e un po' cresce, ma tutto sommato si tratta di un anime che puoi guardarti in poche sere e non trovarlo per nulla pesante, ma forse giusto un po' prevedibile. Il cast ha un chara design che non mi ha fatta impazzire, tutti abbastanza anonimi, bellocci di tante varietà, ma voglio complimentarmi perché Catarina, analizzandola senza conoscerne il carattere, ha davvero l'aspetto della cattiva di turno: niente sguardo angelico, capelli dorati, magia straordinaria, passato tragico, modi di fare che rasentano la divinità... no, niente di tutto questo, come a sottolineare che è stata scritta e disegnata per fare una determinata cosa, ma è l'anima di quella ragazzina otaku a manipolare le redini del gioco per favorire la sua (non) disfatta.

Traendo una conclusione, penso che questo sia uno dei pochi reverse-harem sopportabili, se non pure gradevoli, divertenti e senza troppe pretese (vizio di molti isekai). Non ci si annoia mai a scoprire come il prossimo personaggio cadrà vittima dell'amore o con qualche siparietto comico che però delle volte si focalizza talmente tanto sul romanticismo da lasciare a quel paese la logica, come negli ultimi episodi, dove c'è una scena in particolare dove tutti sembrano davvero, ma davvero degli stupidi. Consiglio la visione a chi finalmente vuole vedere una storia d'amore con più maschietti coinvolti, ma senza che la donzella di turno sia una sottomessa da qualche psicopatico et similia; è un anime godibilissimo anche da chi solitamente non digerisce gli isekai (io sono tra questi). Non è assolutamente una serie ai livelli di “Akatsuki no Yona”, e non vuole nemmeno mai pretendere d'esserlo, ma penso proprio valga la visione, sperando che nella seconda stagione già annunciata l'umorismo si sappia rinnovare al meglio.