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Attenzione: la recensione contiene lievi spoiler

"Ashita no Nadja" ("Nadja Applefields", in italiano) è una serie che riprende volutamente molti cliché dell'animazione, ma solo per sovvertirne la maggior parte.
Nonostante l'apparenza, la storia tratta dei temi decisamente impegnati, ma senza mai scadere nel melodrammatico. Le vicende narrate, in special modo quelle che riguardano alcuni personaggi secondari, sono talvolta anche dure e non vengono mai edulcorate, nonostante il messaggio di fondo resti sempre positivo e di speranza.


- Il tema portante -
Nadja è cresciuta in un orfanotrofio, che a differenza di quanto ci si aspetterebbe è stato per lei un posto piacevole in cui vivere e che è sinceramente triste di lasciare. Si unisce a una compagnia di artisti di strada alla ricerca della madre, diventando la ballerina del Dandelion. Di ciascuno di questi personaggi, come anche della maggior parte dei personaggi secondari che incontriamo nel corso del racconto, si approfondisce a un certo punto la storia personale. Ognuno di loro affronta le difficoltà a testa alta e, nei limiti delle sue possibilità, trova la forza di essere artefice del proprio destino, pur riconoscendo l'inevitabilità del dolore e la necessità di combattere contro l'ingiustizia sociale. Questo è, in definitiva, il messaggio di fondo di tutta la vicenda.

- L'antitesi tra Nadja e il mondo della nobiltà -
La scoperta delle nobili origini di Nadja non è tanto un traguardo, quanto piuttosto un ostacolo che si frappone tra lei e il suo unico vero obiettivo, la ricerca della madre. L'antagonista secondaria della storia è in questo senso uno dei personaggi più importanti della serie, proprio per la sua netta antitesi con Nadja: a differenza di Nadja lei aspira alla nobiltà, vedendola come un traguardo, come ciò che è in grado di donarle la felicità definitiva.
Perché dunque questa ragazza è fondamentale? Perché rappresenta la concezione classica della favola: una ragazza umile, che ha attraversato una vita difficile, scopre di discendere da nobili origini e si ricongiunge al suo casato. Questo arco narrativo, in una concezione classica, potrebbe essere considerato quanto conduce a un "lieto fine".
Tuttavia è la concezione classica, così come l'antagonista del racconto, a risiedere in un "mondo dorato": Nadja non ha vissuto una vita difficile, perché ha sempre trovato del buono in ciò che faceva, ed è altresì consapevole che né un titolo nobiliare, né la ricchezza, né in generale il raggiungimento di un traguardo (per quanto agognato) sono in grado di conferire una felicità definitiva. Questo è il messaggio di Nadja, che è a tutti gli effetti la "Nadja del domani" perché guarda sempre al futuro, senza fermarsi al lieto fine, cosciente che la vera felicità è quella che si trova lungo il percorso.

L'antitesi tra Nadja, e con lei la compagnia Dandelion, e il mondo dorato della ricchezza e della nobiltà è il focus, in generale, di tutta la serie. Anche così però la serie non demonizza mai quel mondo, sforzandosi sempre, insieme a Nadja, di cercare quanto di buono vi si può trovare e di riconoscere che ognuno è in grado di vivere dei momenti di felicità, qualunque sia la vita che ha scelto per se stesso.

- "Dove c'è luce, c'è anche ombra" -
Tolte alcune inesattezze storiche, trascurabili ai fini della storia, l'unico elemento che forse stona un po' è il fatto che Nadja sia amata e apprezzata praticamente da chiunque lei incontri, fatta eccezione delle persone malvagie. Tuttavia questo non la aiuta nella sua missione, anzi, spesso per quanto le persone che incontra facciano del loro meglio per aiutarla il più delle volte la vicenda si conclude con un buco nell'acqua o, al più, qualche piccolo indizio. Anche quasi tutte le azioni che "il principe azzurro" di Nadja compie per aiutarla in realtà si rivelano non risolutive, se non addirittura controproducenti. Ciò che in definitiva finisce per avvicinarla a sua madre è davvero, semplicemente, "il destino".
Inoltre anche il fatto che Nadja sia sempre solare, allegra e positiva, che di primo acchito potrebbe sembrare pesante, si inserisce perfettamente nella logica del racconto: nonostante lei sia così, non sempre riesce a salvare le persone, e non sempre c'è del positivo in coloro che incontra, anche se lei cerca in ogni modo di trovarlo. In questo senso Nadja è estremamente simile a Francis, e per trovare un equilibrio entrambi hanno bisogno di una controparte (che è... lo scoprirete lungo il percorso!) Di particolare bellezza, anche e soprattutto in questo senso, è tutto l'arco narrativo di Granada.

- Un tocco d'arte -
L'animazione e le musiche sono di particolare bellezza. Laddove i personaggi sono disegnati con un tratto un po' infantile, le ambientazioni sono invece estremamente curate e affascinanti, così come le inquadrature e la regia, soprattutto in alcune puntate. È molto piacevole anche il fatto che vengano inseriti alcuni noti brani di musica classica.

Nel complesso, "Ashita no Nadja" trasmette questa sensazione: che un bel giorno la casa di animazione si sia messa a tavolino e abbia deciso, "Adesso vogliamo creare un prodotto di qualità. Non importa se spopolerà o meno."
E l'hanno fatto. Hanno creato un prodotto di qualità. Che, almeno in Italia, non ha spopolato.
Ma resta uno degli anime più belli che io abbia mai avuto modo di guardare.



Una curiosità: l'amore della vita della "Nadja del domani", termine, "Nadja", che significa esso stesso "speranza"... è doppiato da Patrizio Cigliano, lo stesso doppiatore di Angemon, il Digimon della Speranza. Coincidenze meravigliose!