Recensione
Ci sono opere che colpiscono nel profondo e che costringono, nel bene e nel male, a fare i conti con se stessi. Più si è costretti a scavare nella propria vita, di fronte all'inevitabile confronto fra le situazioni descritte e la realtà personale, più si può affermare che l'opera abbia raggiunto il suo scopo ultimo.
"Il prezzo di una vita" questo scopo lo raggiunge in pieno.
La capacità di comprensione della storia e quella di provare empatia per i personaggi è perciò legata indissolubilmente alle proprie esperienze personali, le quali agiscono da filtro nei confronti di ciò che la lettura ci pone di fronte. Io stesso dieci anni fa non avrei mai potuto capire le ragioni per cui un ragazzo di vent'anni, il protagonista, possa arrivare a rinunciare alla quasi totalità della sua vita nell'illusione di riuscire per lo meno a sopravvivere in un presente effimero.
Poi però il tempo passa, si cresce e si realizza che nella vita non tutto è rose e fiori, che per ogni "storia" con il lieto fine ce ne sono almeno dieci che finiscono amaramente, che non esiste nessuna garanzia per la realizzazione dei propri sogni e che anche una volta raggiunti ci si potrebbe perfino chiedere se ne valeva davvero la pena sapendo ciò a cui si è rinunciato nel percorso. Nella realizzazione di queste verità si giunge ad un rapporto quasi intimo con l'opera.
L'intera storia viaggia su dei binari ben precisi e lo sviluppo dei personaggi è facilmente ipotizzabile fin dalle prime battute, ciò nonostante, a mio parere, il pathos dei momenti più importanti non ne viene intaccato. Alcune tavole restano davvero d'impatto, anche dopo diverse letture, rimanendo scolpite nella mente.
Potrebbe sembrare un ossimoro ma nonostante le premesse sovrannaturali iniziali, l'evoluzione della trama e dei personaggi procede in modo realistico alla loro condizione. Quando si accetta il fatto di aver fallito, prima ci si rifugia nei ricordi del passato, poi realizzando che in essi si possono trovare solo rimorsi e rimpianti, ci si attacca a qualsiasi cosa possa offrire conforto nel presente. Arrivati a questo punto si è di fronte al bivio di riuscire a trovare delle ragioni per continuare a lottare, come dei moderni eroi greci, oppure sventolare bandiera bianca.
Ci sarà redenzione per i personaggi di questa storia? Anche il finale sarà in realtà molto più interpretabile di quello che potrebbe risultare ad una lettura superficiale ed infatti, scomodando la lente dei filosofi esistenzialisti, si rivelerà come una calzante metafora della condizione umana.
Il mio invito per coloro che leggendo "Il prezzo di una vita" non riescano a comprenderne la complessità esistenziale di fondo, è quello di riporre i volumi e di ridargli una possibilità dopo qualche anno, arricchiti da nuove esperienze personali.
Quel momento di intimità con l'opera che ho citato precedentemente potrebbe non arrivare mai, tuttavia se doveste riuscire nell'impresa di squarciare il velo di Maya, per citare Schopenhauer, allora arrivereste a valutare l'opera per il capolavoro che è.
Alla luce delle di queste considerazioni, la mia votazione è 10/10.
"Il prezzo di una vita" questo scopo lo raggiunge in pieno.
La capacità di comprensione della storia e quella di provare empatia per i personaggi è perciò legata indissolubilmente alle proprie esperienze personali, le quali agiscono da filtro nei confronti di ciò che la lettura ci pone di fronte. Io stesso dieci anni fa non avrei mai potuto capire le ragioni per cui un ragazzo di vent'anni, il protagonista, possa arrivare a rinunciare alla quasi totalità della sua vita nell'illusione di riuscire per lo meno a sopravvivere in un presente effimero.
Poi però il tempo passa, si cresce e si realizza che nella vita non tutto è rose e fiori, che per ogni "storia" con il lieto fine ce ne sono almeno dieci che finiscono amaramente, che non esiste nessuna garanzia per la realizzazione dei propri sogni e che anche una volta raggiunti ci si potrebbe perfino chiedere se ne valeva davvero la pena sapendo ciò a cui si è rinunciato nel percorso. Nella realizzazione di queste verità si giunge ad un rapporto quasi intimo con l'opera.
L'intera storia viaggia su dei binari ben precisi e lo sviluppo dei personaggi è facilmente ipotizzabile fin dalle prime battute, ciò nonostante, a mio parere, il pathos dei momenti più importanti non ne viene intaccato. Alcune tavole restano davvero d'impatto, anche dopo diverse letture, rimanendo scolpite nella mente.
Potrebbe sembrare un ossimoro ma nonostante le premesse sovrannaturali iniziali, l'evoluzione della trama e dei personaggi procede in modo realistico alla loro condizione. Quando si accetta il fatto di aver fallito, prima ci si rifugia nei ricordi del passato, poi realizzando che in essi si possono trovare solo rimorsi e rimpianti, ci si attacca a qualsiasi cosa possa offrire conforto nel presente. Arrivati a questo punto si è di fronte al bivio di riuscire a trovare delle ragioni per continuare a lottare, come dei moderni eroi greci, oppure sventolare bandiera bianca.
Ci sarà redenzione per i personaggi di questa storia? Anche il finale sarà in realtà molto più interpretabile di quello che potrebbe risultare ad una lettura superficiale ed infatti, scomodando la lente dei filosofi esistenzialisti, si rivelerà come una calzante metafora della condizione umana.
Il mio invito per coloro che leggendo "Il prezzo di una vita" non riescano a comprenderne la complessità esistenziale di fondo, è quello di riporre i volumi e di ridargli una possibilità dopo qualche anno, arricchiti da nuove esperienze personali.
Quel momento di intimità con l'opera che ho citato precedentemente potrebbe non arrivare mai, tuttavia se doveste riuscire nell'impresa di squarciare il velo di Maya, per citare Schopenhauer, allora arrivereste a valutare l'opera per il capolavoro che è.
Alla luce delle di queste considerazioni, la mia votazione è 10/10.