Recensione
Cara dolce Kyoko - Maison Ikkoku
10.0/10
"Maison Ikkoku" è l'adattamento dell'omonimo manga (stranamente, considerando le altre opere dell'autrice, pubblicato in una rivista seinen) di Takahashi Rumiko, la regina dei manga. I novantasei episodi sono andati in onda su Fuji TV a partire dal lontano 1986, ben trentaquattro anni fa, sono stati prodotti da Kitty Films e le animazioni sono state affidate allo studio Deen.
Finita questa breve contestualizzazione, è d'obbligo parlare del comparto tecnico. Il character design l'ho trovato azzeccato, la mano di Akemi Takada si fa sentire nel migliorare le fattezze dei protagonisti, a partire dall'episodio 26. I disegni, come i fondali, non sono mai abbozzati e risaltano grazie ad un'ottima scelta cromatica. Ogni scena ha la sua OST perfetta per ricreare al meglio l'atmosfera e le emozioni che si vogliono veicolare... e le opening, beh, sono semplicemente indimenticabili.
Sono troppo giovane per sapere come fossero esattamente gli anni '80, ma, se dovessi pensare a degli elementi che li caratterizzano, li si possono ritrovare tutti in questo anime: il vestiario, le acconciature, la TV a tubo catodico, le macchine dal design spigoloso, l'assenza dei telefoni cellulari e l'importanza dei telefoni pubblici (quindi l'essenziale differenza dei metodi di comunicazione che ne consegue, rispetto ai giorni nostri).
Che cos'è fondamentalmente "Maison Ikkoku" per me? Per me, dall' "alto" della mia piuttosto scarsa conoscenza di anime (essendomi approcciato al media solamente da circa cinque anni), posso dire che è una bellissima storia d'amore, ricca di peripezie, malintesi, momenti ilari e spensierati ma altri molto forti e riflessivi, che mi ha impressionato positivamente, accompagnandomi per novantasei episodi (troppo pochi) dove avvengono cose tutto sommato "normali". Credo che proprio nella normalità risieda un grande punto di forza di quest'opera. L'opera è intrisa di un tipo di normalità che viviamo un po' tutti. "Maison Ikkoku" riesce a catturare e coinvolgere perché fondamentalmente parla di noi! Emozioni, relazioni, pensieri e problemi che potremmo benissimo avere tutti.
Cosa mi rimarrà? Momenti chiave come la dichiarazione di matrimonio di Godai e la richiesta di Kyoko, l'accettazione di Mitaka della sua compagna, le lezioni private di Yostuya (best insegnante ever), il primo appuntamento fallito tra Godai e Kyoko sotto la pioggia, la gelosia di Kyoko, la innocente stupidità e l'amore che prova Godai, la nonnina che si auto-invita sempre e la Maison Ikkoku stessa che ambienta tutte le vicende.
È esente da difetti? No, la scomparsa di Kozue e Yagami e la mancanza della scena (forse un po' troppo osé, considerando i tempi) nel love hotel tra Kyoko e Godai sono definibili tali.
Ciò cambia il mio voto? No, perché i pregi sono talmente tanti che sovrastano questi difetti e mi fanno chiudere un occhio.
Concludo dicendo che è uno degli anime che ho preferito in assoluto (lo so che non è facile mettere sullo stesso piano opere di tempi troppo diversi o di generi/target differenti). Per questo e per tutti gli altri motivi, il mio voto è 10!
Lo consiglio a tutti, anche ai giovani come me o più giovani di me: come un buon vino è "invecchiato" molto bene. Senza troppi fronzoli ci può far conoscere e trasmettere valori genuini che, a volte, rischiamo di dimenticarci.
P.S. L'ho seguito sottotitolato per una maggiore fedeltà, personalmente non so come sia il doppiaggio italiano.
Finita questa breve contestualizzazione, è d'obbligo parlare del comparto tecnico. Il character design l'ho trovato azzeccato, la mano di Akemi Takada si fa sentire nel migliorare le fattezze dei protagonisti, a partire dall'episodio 26. I disegni, come i fondali, non sono mai abbozzati e risaltano grazie ad un'ottima scelta cromatica. Ogni scena ha la sua OST perfetta per ricreare al meglio l'atmosfera e le emozioni che si vogliono veicolare... e le opening, beh, sono semplicemente indimenticabili.
Sono troppo giovane per sapere come fossero esattamente gli anni '80, ma, se dovessi pensare a degli elementi che li caratterizzano, li si possono ritrovare tutti in questo anime: il vestiario, le acconciature, la TV a tubo catodico, le macchine dal design spigoloso, l'assenza dei telefoni cellulari e l'importanza dei telefoni pubblici (quindi l'essenziale differenza dei metodi di comunicazione che ne consegue, rispetto ai giorni nostri).
Che cos'è fondamentalmente "Maison Ikkoku" per me? Per me, dall' "alto" della mia piuttosto scarsa conoscenza di anime (essendomi approcciato al media solamente da circa cinque anni), posso dire che è una bellissima storia d'amore, ricca di peripezie, malintesi, momenti ilari e spensierati ma altri molto forti e riflessivi, che mi ha impressionato positivamente, accompagnandomi per novantasei episodi (troppo pochi) dove avvengono cose tutto sommato "normali". Credo che proprio nella normalità risieda un grande punto di forza di quest'opera. L'opera è intrisa di un tipo di normalità che viviamo un po' tutti. "Maison Ikkoku" riesce a catturare e coinvolgere perché fondamentalmente parla di noi! Emozioni, relazioni, pensieri e problemi che potremmo benissimo avere tutti.
Cosa mi rimarrà? Momenti chiave come la dichiarazione di matrimonio di Godai e la richiesta di Kyoko, l'accettazione di Mitaka della sua compagna, le lezioni private di Yostuya (best insegnante ever), il primo appuntamento fallito tra Godai e Kyoko sotto la pioggia, la gelosia di Kyoko, la innocente stupidità e l'amore che prova Godai, la nonnina che si auto-invita sempre e la Maison Ikkoku stessa che ambienta tutte le vicende.
È esente da difetti? No, la scomparsa di Kozue e Yagami e la mancanza della scena (forse un po' troppo osé, considerando i tempi) nel love hotel tra Kyoko e Godai sono definibili tali.
Ciò cambia il mio voto? No, perché i pregi sono talmente tanti che sovrastano questi difetti e mi fanno chiudere un occhio.
Concludo dicendo che è uno degli anime che ho preferito in assoluto (lo so che non è facile mettere sullo stesso piano opere di tempi troppo diversi o di generi/target differenti). Per questo e per tutti gli altri motivi, il mio voto è 10!
Lo consiglio a tutti, anche ai giovani come me o più giovani di me: come un buon vino è "invecchiato" molto bene. Senza troppi fronzoli ci può far conoscere e trasmettere valori genuini che, a volte, rischiamo di dimenticarci.
P.S. L'ho seguito sottotitolato per una maggiore fedeltà, personalmente non so come sia il doppiaggio italiano.