Recensione
Maria-sama ga miteru
10.0/10
Premessa: questo delizioso e delicatissimo anime è un capolavoro, oltre ad una delle cose più delicate e deliziose io abbia mai visto.
Antefatto: sto riprendendo a guardare anime dopo due decenni che avevo del tutto mollato e, non sapendone assolutamente niente, sto scegliendo le cose da vedere secondo un criterio del tutto casuale (basandomi un po' sull'istinto).
Decisamente non ho idea del perché io abbia scelto, tra le prime cose, questo "Maria-sama ga Miteru" come serie da visionare: odio le suore, odio l'istituto cattolico come ambientazione, non mi intriga nemmeno l'idea di una storia tutta al femminile, quindi scelta apparentemente meno logica non poteva esserci. Ma, per qualche oscura ragione, mi son ritrovato a iniziarne la visione.
Recensione
I primi secondi: già dopo la prima scena (precedente la sigla) mi ritrovo, con mia stessa enorme sorpresa, rapito e colpito per la particolarità che mostra fin da subito l'anime, anche nell'estetica (con i riferimenti ai fiori e l'uso di termini francesi) e nel linguaggio.
La prematura delusione: questa euforia svanisce immediatamente quando inizia la parte "recitata" della sigla: "...Le giovani fanciulle passano attraverso l'alto cancello d'ingresso, oggi come sempre, con i loro innocenti, angelici sorrisi. I loro cuori e corpi puri avvolti in uniformi dai colori scuri. Affinché le pieghe delle loro gonne non vengano disturbate dal vento e per far sì che i bianchi colletti delle loro divise non si ritrovino sgraziatamente a fluttuare nell'aria, è costume, qui, camminare lentamente e con decoro." (Mi son concesso una piccolissima "licenza poetica" in fase di traduzione in italiano del testo di apertura degli episodi, ritoccando - un minimo, secondo il mio gusto - il testo tratto dai sottotitoli in inglese, visto che il giapponese, ahimè, non lo conosco, e solo sulla traduzione inglese potevo basarmi)
Dopo aver letto questo testo ho cominciato a convincermi si trattasse di una tipica serie drammatico/tragica come quelle classiche, con personaggi squadrati e inflessibili, suore cattive, compagne di classe crudeli e invidiose, regole rigidissime da rispettare, dove, anche per un capello fuori posto, la fanciulla poco attenta si ritrova rinchiusa nei sotterranei del monastero per giorni, fustigata a sangue ogni mattina e sera per ore dalla madre superiora. Quindi roba decisamente non per me.
Il mio distopico film mentale su ciò che mi avrebbe aspettato dopo la sigla: Yumi, giovanissima e tenera fanciulla, entra nella scuola gestita dalle suore più crudeli e sadiche di tutta Tokyo, vuole diventare suora anche lei perché ha fatto un voto a Maria per la sorellina, malata di una malattia incurabile e a cui restano pochi mesi di vita.
Fa subito amicizia con l'altrettanto tenera e graziosa Yoshino, sua compagna di classe, di salute cagionevole e debole di cuore, che morirà a metà serie lasciando Yumi nella disperazione più totale ed esponendola ancora di più alla cattiveria delle altre ragazze e delle suore. Nel finale anche la sorellina di Yumi muore, proprio mentre Yumi sta prendendo i voti.
Insomma, quella roba esageratamente cupa e drammatica di stampo tradizionale (in cui il protagonista deve soffrire atrocemente e a lungo per tutto il corso della serie), dunque molto lontana dalla mia sensibilità e i miei gusti.
Invece... sboccia subito l'amore: nonostante il mio funesto presagio, dopo la sigla l'episodio continua a rimanere piacevolmente scorrevole e godibile.
Vengono brillantemente e minuziosamente intrecciati una serie di flashback a brevi salti temporali in avanti che rendono l'episodio più imprevedibile e intenso.
Ma è solo a metà episodio che tutti i miei dubbi e timori riguardanti questa serie vengono spazzati via in un colpo solo, cioè quando per la prima volta entrano in scena le Lady Rose - e si scopre quanto deliziose, ironiche e divertenti siano come personaggi, in particolare l'imprevedibile Rosa Gigantea -
È a questo punto che l'anime mette completamente a nudo la sua natura e svela ciò che vuole essere: niente tragedie, niente cose cupe, niente drammi assurdi, niente pesantezza, niente regole rigide, niente suore malefiche e sadiche che menano di gusto le fanciulle ci saranno ad aspettarci qui.
Diventa chiaro, senza più alcuna ombra di dubbio, che quello che è appena iniziato sarà un anime leggero, simpatico, delicato, tenerissimo, sottile, elegante, divertente, colorato e brillante.
A questo punto ero già perdutamente innamorato di questo anime... e, di episodio in episodio, me ne son innamorato sempre di più.
Perché innamorarsi di "Maria-sama ga Miteru"
Il punto di forza di questo anime, ciò che lo rende così bello e coinvolgente, è la delicatezza che lo permea tutto quanto, dall'inizio alla fine. Tutto quanto. A partire dall'appagante aspetto grafico e lo squisito character design.
Si discosta e distingue immediatamente dai titoli con ambientazioni simili, di solito assai drammatici e drammaticizzati (spesso con momenti di vera tragedia), proprio grazie a questa leggerezza brillante e delicata che sceglie di mantenere dal primo episodio all'ultimo.
L'anime è sceneggiato e costruito con estrema intelligenza e cura, tanto che "cita" pure (per poi smontarli nel giro di un solo episodio) alcuni cliché e stereotipi del genere (ad esempio quello della ragazzina di salute cagionevole).
Privo del tutto - per evidente scelta - di colpi di scena e di escamotage narrativi drammatici, riesce a tenerti rapito e incollato - oserei dire incantato - dal primo minuto all'ultimo per la grazia e l'eleganza con cui è concepito e realizzato.
È una storia chiaramente scritta da un'autrice donna: invece di cercare di rapire lo spettatore provando a stupirlo, scioccarlo, travolgerlo, disorientarlo, sconvolgerlo, turbarlo... questo anime usa una estesa - ma sfumata e molto tenue e soffusa - varietà di emozioni, stati d'animo, suggestioni e sentimenti per incantarti, centellinando ogni cosa con magistrale e perfettamente calibrata parsimonia, evitando forzature ed eccessi di ogni tipo nel dosaggio di questi stati d'animo e delle sfumature espressive di cui l'anime si rivela straordinariamente ricco.
Leggendo altre recensioni, ho notato che alcune critiche si concentrano sulla mancanza di una storia vera e propria e di eventi significativi o sul carattere scontato e la poca profondità dei personaggi. Mentre è vero che non esiste una storia precisa di stampo classico, secondo me è assolutamente sbagliato definire la serie priva di "eventi". Gli eventi ci sono, e sono i momenti di interazione tra i personaggi e l'esplorazione dei loro stati d'animo, emozioni e sentimenti. Sui personaggi: mancano forse dettagliati background e storie dal loro passato, ma a livello emotivo e caratteriale sono tutt'altro che poco caratterizzati e anonimi, anzi sono uno dei punti di forza di questo anime.
Aggiungerei una considerazione: nonostante manchi una storia - e non solo quella! Manca del tutto pure una meccanica narrativa di stampo classico, con l'eroe, l'antagonista, la contrapposizione, il colpo di scena, il climax, lo scioglimento finale... - il voto minimo dato nelle recensioni a questo anime è 7.
Questo fatto da solo dovrebbe fare riflettere su quanto magistralmente ed efficacemente questa opera sia costruita e sviluppata a livello narrativo ed espressivo.
Altra osservazione che mi sento di fare sull'assenza di realismo e credibilità di personaggi e situazioni di cui lo si accusa in una recensione (e meno male che non è realistico, mi viene personalmente da dire, visto che è proprio questo che gli conferisce tutta la sua incantevole grazia) è che, se letti con più attenzione, queste situazioni e momenti citati non sono per niente illogici o sciocchi o fuori luogo, anzi, hanno una forte valenza espressiva.
Cito come lampante esempio la critica rivolta verso la caratterizzazione - definita irrealistica e fuori dal mondo - di Lady Sachiko negli ultimi due episodi, quando sembra che non sia mai stata in un negozio in vita sua e viene ritenuto non concepibile che ella non sappia come ordinare ad un fast-food. Fin dal secondo episodio si scopre che Lady Sachiko appartiene ad una importante famiglia dell'altissima società: questo rende del tutto coerente e plausibile il fatto che la Rosa Chinensis en bouton possa non avere dimestichezza con certe situazioni comuni, cosa che osserva (nei suoi pensieri) Yumi stessa, ipotizzando che probabilmente sono altre persone al suo seguito che si occupano sempre delle faccende più ordinarie e triviali per suo conto.
Per di più questa scelta di puntare i riflettori su questo aspetto di Sachiko proprio in quella situazione e contesto non solo è plausibile e coerente, ma viene consapevolmente sfruttata a livello narrativo ed espressivo per rimarcare l'abisso di differenza di status e ceto e realtà quotidiana che c'è tra Yumi e la sua "cara sorella".
In conclusione, tirando le somme
La sensazione che ho provato guardando questa serie è stata veramente molto strana: si sorride, senza però mai scoppiare di risate, ci si intenerisce e commuove di continuo, ma senza mai arrivare alle lacrime.
Ciò farebbe presupporre una serie non del tutto capace di coinvolgerti e stregarti, in grado di emozionarti in modo poco profondo, invece la sua magia (e la sua intelligente, raffinata sofisticatezza) sta proprio in questo, che ci riesce "così", lasciandoti questa sensazione bella e tenue addosso per tutto il tempo; è capace di farti sentire sempre coinvolto, stregato, incantato, rapito, senza mai farti varcare quella linea sottile che separa questo stato d'animo sospeso e sognante dalla commozione vera e propria (quella che inumidirebbe gli occhi), ma tenendoti incollato a quel labile confine ad una distanza così infinitesimamente piccola, che sei costantemente sul punto di sfiorarlo, e questo è frutto di un lavoro dal punto di vista espressivo e stilistico davvero magistrale.
Personalmente ho iniziato la serie ieri sera dopo cena, e stamattina all'alba l'avevo già terminata.
Ogni episodio mi ha tenuto incatenato ad essa costantemente, lasciandomi alla fine sempre il desiderio di passare subito a quello seguente, tanto che non son riuscito a interromperne la visione fino a che non son giunto al tredicesimo e ultimo (e ora son già qui che ne scrivo la recensione).
Ho sospirato e sorriso, sospirato e sorriso... sospirato e sorriso... ininterrottamente, senza sosta, fino alla fine, provando per tutto il tempo quell'ovattata ma intensa ed emozionante strana sensazione che ho cercato di descrivere poche righe fa.
Questo anime è un vero gioiello raro, assai raffinato ed elegante nella struttura e dal punto di vista espressivo, ma confezionato, consapevolmente, con tale delicatezza e soffusa morbidezza da apparire probabilmente più semplice - e meno intenso - di quello che è in realtà, se lo si guarda senza trovarsi nel giusto stato d'animo per coglierne le tantissime, meravigliose, variegate sfumature emotive ed espressive.
Per ritornare a quanto ho detto all'inizio: uno degli anime più squisiti e fini che io abbia mai visto.
Voto: 10 = Pure Love
Antefatto: sto riprendendo a guardare anime dopo due decenni che avevo del tutto mollato e, non sapendone assolutamente niente, sto scegliendo le cose da vedere secondo un criterio del tutto casuale (basandomi un po' sull'istinto).
Decisamente non ho idea del perché io abbia scelto, tra le prime cose, questo "Maria-sama ga Miteru" come serie da visionare: odio le suore, odio l'istituto cattolico come ambientazione, non mi intriga nemmeno l'idea di una storia tutta al femminile, quindi scelta apparentemente meno logica non poteva esserci. Ma, per qualche oscura ragione, mi son ritrovato a iniziarne la visione.
Recensione
I primi secondi: già dopo la prima scena (precedente la sigla) mi ritrovo, con mia stessa enorme sorpresa, rapito e colpito per la particolarità che mostra fin da subito l'anime, anche nell'estetica (con i riferimenti ai fiori e l'uso di termini francesi) e nel linguaggio.
La prematura delusione: questa euforia svanisce immediatamente quando inizia la parte "recitata" della sigla: "...Le giovani fanciulle passano attraverso l'alto cancello d'ingresso, oggi come sempre, con i loro innocenti, angelici sorrisi. I loro cuori e corpi puri avvolti in uniformi dai colori scuri. Affinché le pieghe delle loro gonne non vengano disturbate dal vento e per far sì che i bianchi colletti delle loro divise non si ritrovino sgraziatamente a fluttuare nell'aria, è costume, qui, camminare lentamente e con decoro." (Mi son concesso una piccolissima "licenza poetica" in fase di traduzione in italiano del testo di apertura degli episodi, ritoccando - un minimo, secondo il mio gusto - il testo tratto dai sottotitoli in inglese, visto che il giapponese, ahimè, non lo conosco, e solo sulla traduzione inglese potevo basarmi)
Dopo aver letto questo testo ho cominciato a convincermi si trattasse di una tipica serie drammatico/tragica come quelle classiche, con personaggi squadrati e inflessibili, suore cattive, compagne di classe crudeli e invidiose, regole rigidissime da rispettare, dove, anche per un capello fuori posto, la fanciulla poco attenta si ritrova rinchiusa nei sotterranei del monastero per giorni, fustigata a sangue ogni mattina e sera per ore dalla madre superiora. Quindi roba decisamente non per me.
Il mio distopico film mentale su ciò che mi avrebbe aspettato dopo la sigla: Yumi, giovanissima e tenera fanciulla, entra nella scuola gestita dalle suore più crudeli e sadiche di tutta Tokyo, vuole diventare suora anche lei perché ha fatto un voto a Maria per la sorellina, malata di una malattia incurabile e a cui restano pochi mesi di vita.
Fa subito amicizia con l'altrettanto tenera e graziosa Yoshino, sua compagna di classe, di salute cagionevole e debole di cuore, che morirà a metà serie lasciando Yumi nella disperazione più totale ed esponendola ancora di più alla cattiveria delle altre ragazze e delle suore. Nel finale anche la sorellina di Yumi muore, proprio mentre Yumi sta prendendo i voti.
Insomma, quella roba esageratamente cupa e drammatica di stampo tradizionale (in cui il protagonista deve soffrire atrocemente e a lungo per tutto il corso della serie), dunque molto lontana dalla mia sensibilità e i miei gusti.
Invece... sboccia subito l'amore: nonostante il mio funesto presagio, dopo la sigla l'episodio continua a rimanere piacevolmente scorrevole e godibile.
Vengono brillantemente e minuziosamente intrecciati una serie di flashback a brevi salti temporali in avanti che rendono l'episodio più imprevedibile e intenso.
Ma è solo a metà episodio che tutti i miei dubbi e timori riguardanti questa serie vengono spazzati via in un colpo solo, cioè quando per la prima volta entrano in scena le Lady Rose - e si scopre quanto deliziose, ironiche e divertenti siano come personaggi, in particolare l'imprevedibile Rosa Gigantea -
È a questo punto che l'anime mette completamente a nudo la sua natura e svela ciò che vuole essere: niente tragedie, niente cose cupe, niente drammi assurdi, niente pesantezza, niente regole rigide, niente suore malefiche e sadiche che menano di gusto le fanciulle ci saranno ad aspettarci qui.
Diventa chiaro, senza più alcuna ombra di dubbio, che quello che è appena iniziato sarà un anime leggero, simpatico, delicato, tenerissimo, sottile, elegante, divertente, colorato e brillante.
A questo punto ero già perdutamente innamorato di questo anime... e, di episodio in episodio, me ne son innamorato sempre di più.
Perché innamorarsi di "Maria-sama ga Miteru"
Il punto di forza di questo anime, ciò che lo rende così bello e coinvolgente, è la delicatezza che lo permea tutto quanto, dall'inizio alla fine. Tutto quanto. A partire dall'appagante aspetto grafico e lo squisito character design.
Si discosta e distingue immediatamente dai titoli con ambientazioni simili, di solito assai drammatici e drammaticizzati (spesso con momenti di vera tragedia), proprio grazie a questa leggerezza brillante e delicata che sceglie di mantenere dal primo episodio all'ultimo.
L'anime è sceneggiato e costruito con estrema intelligenza e cura, tanto che "cita" pure (per poi smontarli nel giro di un solo episodio) alcuni cliché e stereotipi del genere (ad esempio quello della ragazzina di salute cagionevole).
Privo del tutto - per evidente scelta - di colpi di scena e di escamotage narrativi drammatici, riesce a tenerti rapito e incollato - oserei dire incantato - dal primo minuto all'ultimo per la grazia e l'eleganza con cui è concepito e realizzato.
È una storia chiaramente scritta da un'autrice donna: invece di cercare di rapire lo spettatore provando a stupirlo, scioccarlo, travolgerlo, disorientarlo, sconvolgerlo, turbarlo... questo anime usa una estesa - ma sfumata e molto tenue e soffusa - varietà di emozioni, stati d'animo, suggestioni e sentimenti per incantarti, centellinando ogni cosa con magistrale e perfettamente calibrata parsimonia, evitando forzature ed eccessi di ogni tipo nel dosaggio di questi stati d'animo e delle sfumature espressive di cui l'anime si rivela straordinariamente ricco.
Leggendo altre recensioni, ho notato che alcune critiche si concentrano sulla mancanza di una storia vera e propria e di eventi significativi o sul carattere scontato e la poca profondità dei personaggi. Mentre è vero che non esiste una storia precisa di stampo classico, secondo me è assolutamente sbagliato definire la serie priva di "eventi". Gli eventi ci sono, e sono i momenti di interazione tra i personaggi e l'esplorazione dei loro stati d'animo, emozioni e sentimenti. Sui personaggi: mancano forse dettagliati background e storie dal loro passato, ma a livello emotivo e caratteriale sono tutt'altro che poco caratterizzati e anonimi, anzi sono uno dei punti di forza di questo anime.
Aggiungerei una considerazione: nonostante manchi una storia - e non solo quella! Manca del tutto pure una meccanica narrativa di stampo classico, con l'eroe, l'antagonista, la contrapposizione, il colpo di scena, il climax, lo scioglimento finale... - il voto minimo dato nelle recensioni a questo anime è 7.
Questo fatto da solo dovrebbe fare riflettere su quanto magistralmente ed efficacemente questa opera sia costruita e sviluppata a livello narrativo ed espressivo.
Altra osservazione che mi sento di fare sull'assenza di realismo e credibilità di personaggi e situazioni di cui lo si accusa in una recensione (e meno male che non è realistico, mi viene personalmente da dire, visto che è proprio questo che gli conferisce tutta la sua incantevole grazia) è che, se letti con più attenzione, queste situazioni e momenti citati non sono per niente illogici o sciocchi o fuori luogo, anzi, hanno una forte valenza espressiva.
Cito come lampante esempio la critica rivolta verso la caratterizzazione - definita irrealistica e fuori dal mondo - di Lady Sachiko negli ultimi due episodi, quando sembra che non sia mai stata in un negozio in vita sua e viene ritenuto non concepibile che ella non sappia come ordinare ad un fast-food. Fin dal secondo episodio si scopre che Lady Sachiko appartiene ad una importante famiglia dell'altissima società: questo rende del tutto coerente e plausibile il fatto che la Rosa Chinensis en bouton possa non avere dimestichezza con certe situazioni comuni, cosa che osserva (nei suoi pensieri) Yumi stessa, ipotizzando che probabilmente sono altre persone al suo seguito che si occupano sempre delle faccende più ordinarie e triviali per suo conto.
Per di più questa scelta di puntare i riflettori su questo aspetto di Sachiko proprio in quella situazione e contesto non solo è plausibile e coerente, ma viene consapevolmente sfruttata a livello narrativo ed espressivo per rimarcare l'abisso di differenza di status e ceto e realtà quotidiana che c'è tra Yumi e la sua "cara sorella".
In conclusione, tirando le somme
La sensazione che ho provato guardando questa serie è stata veramente molto strana: si sorride, senza però mai scoppiare di risate, ci si intenerisce e commuove di continuo, ma senza mai arrivare alle lacrime.
Ciò farebbe presupporre una serie non del tutto capace di coinvolgerti e stregarti, in grado di emozionarti in modo poco profondo, invece la sua magia (e la sua intelligente, raffinata sofisticatezza) sta proprio in questo, che ci riesce "così", lasciandoti questa sensazione bella e tenue addosso per tutto il tempo; è capace di farti sentire sempre coinvolto, stregato, incantato, rapito, senza mai farti varcare quella linea sottile che separa questo stato d'animo sospeso e sognante dalla commozione vera e propria (quella che inumidirebbe gli occhi), ma tenendoti incollato a quel labile confine ad una distanza così infinitesimamente piccola, che sei costantemente sul punto di sfiorarlo, e questo è frutto di un lavoro dal punto di vista espressivo e stilistico davvero magistrale.
Personalmente ho iniziato la serie ieri sera dopo cena, e stamattina all'alba l'avevo già terminata.
Ogni episodio mi ha tenuto incatenato ad essa costantemente, lasciandomi alla fine sempre il desiderio di passare subito a quello seguente, tanto che non son riuscito a interromperne la visione fino a che non son giunto al tredicesimo e ultimo (e ora son già qui che ne scrivo la recensione).
Ho sospirato e sorriso, sospirato e sorriso... sospirato e sorriso... ininterrottamente, senza sosta, fino alla fine, provando per tutto il tempo quell'ovattata ma intensa ed emozionante strana sensazione che ho cercato di descrivere poche righe fa.
Questo anime è un vero gioiello raro, assai raffinato ed elegante nella struttura e dal punto di vista espressivo, ma confezionato, consapevolmente, con tale delicatezza e soffusa morbidezza da apparire probabilmente più semplice - e meno intenso - di quello che è in realtà, se lo si guarda senza trovarsi nel giusto stato d'animo per coglierne le tantissime, meravigliose, variegate sfumature emotive ed espressive.
Per ritornare a quanto ho detto all'inizio: uno degli anime più squisiti e fini che io abbia mai visto.
Voto: 10 = Pure Love