Recensione
La rivoluzione di Utena
5.5/10
«Se il guscio dell'uovo non si spezza, il pulcino morirà senza essere nato. Il mondo è l'uovo di cui noi siamo i pulcini, se non spezziamo il guscio del mondo moriremo senza essere nati. Spezziamo dunque questo guscio per poter rivoluzionare il mondo!»
Ho iniziato a vedere quest'anime sotto consiglio di un mio amico più grande di me, che lo vide per la prima volta quando era ancora un ragazzino e aveva più o meno la mia età. Ero carico di aspettative, me ne aveva parlato benissimo. Ho deciso, così, di iniziare a vederlo e verificare di persona quanto ci fosse di vero nelle sue parole. Purtroppo, credo che essere figlio di una generazione successiva alla sua abbia portato a un effetto totalmente differente su di me, tant'è che il suo entusiasmo, purtroppo, non è da me condivisibile. Ma andiamo con ordine...
Primo punto: la trama. Sommariamente, è senza dubbio estremamente originale: una ragazza di nome Utena Tenjo si trova suo malgrado invischiata in una serie di battaglie, quando salva per la prima volta la vita a una sua compagna, Anthy Himemiya, di cui tutti si "giocano" a duello la proprietà. Cosa nasconde la ragazza? E cosa significa essere la Sposa della Rosa?
Le premesse sono positive, tuttavia la trama spesso viene solamente abbozzata e appena accennata. Mentre gli episodi si susseguono, ripetendo praticamente ogni scenario in modo quasi cantilenato, la nostra protagonista si trova a fare la conoscenza anche di altri ragazzi della scuola che, a modo loro, si racconteranno attraverso dei discorsi incredibilmente filosofici che colpiscono per la profondità dei temi trattati, soprattutto se parliamo del fatto che quest'anime risale all'ormai lontano 1997. Questa è una delle poche cose che ho apprezzato fino in fondo, in quanto si possono dare numerosissime interpretazioni ad ogni minima riflessione o pensiero dei vari personaggi che popolano la storia.
Tuttavia, mi duole ammetterlo e ribadirlo, questo resta l'unico aspetto interessante. Devo dire che ho trovato assolutamente snervante il fatto che in ogni episodio si inventasse ogni tipo di pretesto per combattere, anche il più futile. Ad un certo punto, sembrava quasi che gli sceneggiatori avessero smarrito le idee, perché l'originalità cominciava a scarseggiare. Per esempio, la seconda delle quattro saghe in cui si divide la storia, quella della Rosa Nera, ha aggiunto veramente ben poco alla trama già di per sé particolarmente spoglia, divenendo, a mio avviso, quella più inutile. Molto spesso mi sono trovato a 'skippare' interi minuti perché ormai sapevo qual era l'andazzo. Sono rimasto tremendamente dispiaciuto, perché con molti meno episodi (anche sedici o venti) si poteva costruire qualcosa di molto più solido e coinvolgente. Con questi trentanove episodi, invece, mi sono trovato spesso a sbadigliare dalla noia e a sperare che finisse presto tutto. Oltretutto, certi filler disseminati qua e là non hanno fatto altro che rischiare di fermare in modo definitivo la serie, ma per fortuna (o per sfortuna?) non ci sono mai riusciti completamente.
Quanto al personaggio di Utena, si può dire essere la brutta copia di Lady Oscar (a cui mi sembra di aver capito si sia ispirata l'autrice dell'opera). Un gender bender che, secondo me, si dimostra essere poco efficace e spesso stucchevole. Utena, che dovrebbe rappresentare la purezza dell'animo, purtroppo, col tempo diventa sempre di più un personaggio monocorde e ingenuo che a tratti fa anche arrabbiare, soprattutto nella seconda metà della serie. Capirete con la visione cosa intendo. Sono pochi i momenti in cui l'ho amata e l'ho apprezzata veramente a fondo.
Infine, come già detto nella sezione dei commenti, il finale della serie, per quanto non ne sollevi affatto le sorti, è carico di pathos ed emozioni fortissime che mi hanno veramente messo i brividi. Ribadisco, perciò, che probabilmente è uno dei finali più belli e soprattutto coerenti che abbia visto in vita mia.
"La Rivoluzione di Utena", in conclusione, è sicuramente un anime valido, se andiamo a catalogarlo nell'ambiente filosofico, ma, se volete approcciarvi alla sua visione, tenete conto del fatto che la trama sarà solamente un contorno, perciò non aspettatevi grandi stravolgimenti. Certo, i colpi di scena non mancano, ma il resto lascia abbastanza a desiderare. Ecco perciò il motivo per cui sono stato costretto a lasciare un 5 e mezzo.
Ho iniziato a vedere quest'anime sotto consiglio di un mio amico più grande di me, che lo vide per la prima volta quando era ancora un ragazzino e aveva più o meno la mia età. Ero carico di aspettative, me ne aveva parlato benissimo. Ho deciso, così, di iniziare a vederlo e verificare di persona quanto ci fosse di vero nelle sue parole. Purtroppo, credo che essere figlio di una generazione successiva alla sua abbia portato a un effetto totalmente differente su di me, tant'è che il suo entusiasmo, purtroppo, non è da me condivisibile. Ma andiamo con ordine...
Primo punto: la trama. Sommariamente, è senza dubbio estremamente originale: una ragazza di nome Utena Tenjo si trova suo malgrado invischiata in una serie di battaglie, quando salva per la prima volta la vita a una sua compagna, Anthy Himemiya, di cui tutti si "giocano" a duello la proprietà. Cosa nasconde la ragazza? E cosa significa essere la Sposa della Rosa?
Le premesse sono positive, tuttavia la trama spesso viene solamente abbozzata e appena accennata. Mentre gli episodi si susseguono, ripetendo praticamente ogni scenario in modo quasi cantilenato, la nostra protagonista si trova a fare la conoscenza anche di altri ragazzi della scuola che, a modo loro, si racconteranno attraverso dei discorsi incredibilmente filosofici che colpiscono per la profondità dei temi trattati, soprattutto se parliamo del fatto che quest'anime risale all'ormai lontano 1997. Questa è una delle poche cose che ho apprezzato fino in fondo, in quanto si possono dare numerosissime interpretazioni ad ogni minima riflessione o pensiero dei vari personaggi che popolano la storia.
Tuttavia, mi duole ammetterlo e ribadirlo, questo resta l'unico aspetto interessante. Devo dire che ho trovato assolutamente snervante il fatto che in ogni episodio si inventasse ogni tipo di pretesto per combattere, anche il più futile. Ad un certo punto, sembrava quasi che gli sceneggiatori avessero smarrito le idee, perché l'originalità cominciava a scarseggiare. Per esempio, la seconda delle quattro saghe in cui si divide la storia, quella della Rosa Nera, ha aggiunto veramente ben poco alla trama già di per sé particolarmente spoglia, divenendo, a mio avviso, quella più inutile. Molto spesso mi sono trovato a 'skippare' interi minuti perché ormai sapevo qual era l'andazzo. Sono rimasto tremendamente dispiaciuto, perché con molti meno episodi (anche sedici o venti) si poteva costruire qualcosa di molto più solido e coinvolgente. Con questi trentanove episodi, invece, mi sono trovato spesso a sbadigliare dalla noia e a sperare che finisse presto tutto. Oltretutto, certi filler disseminati qua e là non hanno fatto altro che rischiare di fermare in modo definitivo la serie, ma per fortuna (o per sfortuna?) non ci sono mai riusciti completamente.
Quanto al personaggio di Utena, si può dire essere la brutta copia di Lady Oscar (a cui mi sembra di aver capito si sia ispirata l'autrice dell'opera). Un gender bender che, secondo me, si dimostra essere poco efficace e spesso stucchevole. Utena, che dovrebbe rappresentare la purezza dell'animo, purtroppo, col tempo diventa sempre di più un personaggio monocorde e ingenuo che a tratti fa anche arrabbiare, soprattutto nella seconda metà della serie. Capirete con la visione cosa intendo. Sono pochi i momenti in cui l'ho amata e l'ho apprezzata veramente a fondo.
Infine, come già detto nella sezione dei commenti, il finale della serie, per quanto non ne sollevi affatto le sorti, è carico di pathos ed emozioni fortissime che mi hanno veramente messo i brividi. Ribadisco, perciò, che probabilmente è uno dei finali più belli e soprattutto coerenti che abbia visto in vita mia.
"La Rivoluzione di Utena", in conclusione, è sicuramente un anime valido, se andiamo a catalogarlo nell'ambiente filosofico, ma, se volete approcciarvi alla sua visione, tenete conto del fatto che la trama sarà solamente un contorno, perciò non aspettatevi grandi stravolgimenti. Certo, i colpi di scena non mancano, ma il resto lascia abbastanza a desiderare. Ecco perciò il motivo per cui sono stato costretto a lasciare un 5 e mezzo.