Recensione
Occultic;Nine
4.0/10
Saltata fuori dalla mente dello stesso autore di "Steins;Gate", Chiyomaru Shikura, "Occultic;Nine" è una di quelle opere che cerca di mettere in mezzo un tema ormai diffusissimo negli anime degli ultimi anni (la questione della morte), ma che, a fine visione, lascia nello spettatore un fortissimo senso di vuoto e di rabbia allo stesso tempo. E non perché porta a riflettere, ma perché è tremendamente contorta. O almeno, questa è stata la sensazione che ho provato io alla fine della visione.
Confusione, inquadrature a casaccio, complotti (malriusciti) e personaggi quasi per nulla approfonditi: "Occultic;Nine" è questo e molto altro. Un'opera che cerca in tutti i modi di attirare l'attenzione con una trama che, tra l'altro, è pure estremamente interessante, ma che è stata sviluppata in modo veramente pietoso. Nel cercare di capire ogni dettaglio che veniva aggiunto alla storia, mi sentivo come se stessi guardando "Dark", la famosa Serie TV di Netflix. Dettaglio che spesso era infarcito di nozioni scientifiche a casaccio o da una valanga di parole che servivano soltanto a rendere il tutto ancora più difficile da afferrare. Non sono riuscito in nessun modo a empatizzare con i personaggi (seppur qualcuno di loro abbia un passato interessante); per me erano delle semplici figure che si muovevano nella storia senza una meta. Ognuna di queste figure, poi, è estremamente stereotipata e manca totalmente di un'evoluzione tra il prologo e l'epilogo. Male. Molto, molto male.
Oltre a questo, l'opera ha un grandissimo problema: cerca di strafare in tutto, ma, così, non ha fatto altro che rendere il prodotto finito estremamente noioso e privo di qualsiasi spunto. È un grandissimo peccato, perché, ribadisco, sviluppando la trama molto più lentamente e inserendo molti meno dialoghi, sarebbe potuto venire qualcosa di sicuramente molto più particolare e interessante (e il mio voto, soprattutto, avrebbe raggiunto almeno la sufficienza).
I pochi pregi che sono riuscito a trovare riguardano perlopiù aspetti "esterni" alla storia. Uno di questi è la bellissima sigla d'apertura, cantata dalla famosa Kanako Ito, la stessa di "Hacking To The Gate" e di "Fatima", opening rispettivamente di "Steins;Gate" e di "Steins;Gate 0". Forse sono un po' di parte, perché adoro la sua voce, ma l'ho trovata estremamente coinvolgente, tanto che non la 'skippavo' praticamente mai. Un altro aspetto positivo riguarda la grafica che, sicuramente, non è ai livelli de "L'attacco dei giganti", ma, comunque, si fa guardare con piacere, anche se ogni tanto i personaggi sembrano un po' legnosi. L'ultimo aspetto positivo, invece, è "interno" alla trama: come detto anche sopra, l'opera parte dall'affrontare un tema molto complesso come quello della morte e del post-mortem, e all'inizio ammetto che credevo davvero di avere davanti qualcosa di valido. Purtroppo, ogni cosa è passata in secondo piano, perciò il mio desiderio è sfumato. E non è che pretendessi chissà che cosa di stra-elaborato, sia chiaro. Però, ecco, una volta che si è messo in mezzo un tema così delicato, almeno ci si aspetta che un minimo abbia da raccontare e da raccontarsi. No, neanche quello. È semplicemente rimasto la cornice in cui mettere il racconto e basta.
"Occultic;Nine", dunque, si presenta come un'opera con delle premesse notevoli, ma, purtroppo, queste premesse finiscono per lasciare totalmente delusi. Alcuni episodi incuriosiscono, ma il desiderio di continuare a vedere scema totalmente col tempo. E, ad essere sinceri, mi chiedo io stesso come abbia fatto a concluderla. Mi fermo a 4, e non la consiglio se non ai fan di "Steins;Gate" che vogliono vedere un'altra opera dello stesso autore e a tutti coloro che sono interessati ai temi dei complotti e dell'occulto. Per gli altri, credetemi: vivrete tranquillamente anche senza.
Confusione, inquadrature a casaccio, complotti (malriusciti) e personaggi quasi per nulla approfonditi: "Occultic;Nine" è questo e molto altro. Un'opera che cerca in tutti i modi di attirare l'attenzione con una trama che, tra l'altro, è pure estremamente interessante, ma che è stata sviluppata in modo veramente pietoso. Nel cercare di capire ogni dettaglio che veniva aggiunto alla storia, mi sentivo come se stessi guardando "Dark", la famosa Serie TV di Netflix. Dettaglio che spesso era infarcito di nozioni scientifiche a casaccio o da una valanga di parole che servivano soltanto a rendere il tutto ancora più difficile da afferrare. Non sono riuscito in nessun modo a empatizzare con i personaggi (seppur qualcuno di loro abbia un passato interessante); per me erano delle semplici figure che si muovevano nella storia senza una meta. Ognuna di queste figure, poi, è estremamente stereotipata e manca totalmente di un'evoluzione tra il prologo e l'epilogo. Male. Molto, molto male.
Oltre a questo, l'opera ha un grandissimo problema: cerca di strafare in tutto, ma, così, non ha fatto altro che rendere il prodotto finito estremamente noioso e privo di qualsiasi spunto. È un grandissimo peccato, perché, ribadisco, sviluppando la trama molto più lentamente e inserendo molti meno dialoghi, sarebbe potuto venire qualcosa di sicuramente molto più particolare e interessante (e il mio voto, soprattutto, avrebbe raggiunto almeno la sufficienza).
I pochi pregi che sono riuscito a trovare riguardano perlopiù aspetti "esterni" alla storia. Uno di questi è la bellissima sigla d'apertura, cantata dalla famosa Kanako Ito, la stessa di "Hacking To The Gate" e di "Fatima", opening rispettivamente di "Steins;Gate" e di "Steins;Gate 0". Forse sono un po' di parte, perché adoro la sua voce, ma l'ho trovata estremamente coinvolgente, tanto che non la 'skippavo' praticamente mai. Un altro aspetto positivo riguarda la grafica che, sicuramente, non è ai livelli de "L'attacco dei giganti", ma, comunque, si fa guardare con piacere, anche se ogni tanto i personaggi sembrano un po' legnosi. L'ultimo aspetto positivo, invece, è "interno" alla trama: come detto anche sopra, l'opera parte dall'affrontare un tema molto complesso come quello della morte e del post-mortem, e all'inizio ammetto che credevo davvero di avere davanti qualcosa di valido. Purtroppo, ogni cosa è passata in secondo piano, perciò il mio desiderio è sfumato. E non è che pretendessi chissà che cosa di stra-elaborato, sia chiaro. Però, ecco, una volta che si è messo in mezzo un tema così delicato, almeno ci si aspetta che un minimo abbia da raccontare e da raccontarsi. No, neanche quello. È semplicemente rimasto la cornice in cui mettere il racconto e basta.
"Occultic;Nine", dunque, si presenta come un'opera con delle premesse notevoli, ma, purtroppo, queste premesse finiscono per lasciare totalmente delusi. Alcuni episodi incuriosiscono, ma il desiderio di continuare a vedere scema totalmente col tempo. E, ad essere sinceri, mi chiedo io stesso come abbia fatto a concluderla. Mi fermo a 4, e non la consiglio se non ai fan di "Steins;Gate" che vogliono vedere un'altra opera dello stesso autore e a tutti coloro che sono interessati ai temi dei complotti e dell'occulto. Per gli altri, credetemi: vivrete tranquillamente anche senza.