logo GamerClick.it

-

"Nanatsu no taizai", conosciuto in occidente come "The seven deadly sins", sembrava essere uno shounen promettente. Dico "sembrava" proprio perché l'entusiamo iniziale è andato scemando volume dopo volume. Acquistato con convinzione dopo la visione della prima stagione dell'anime, sembrava il classico shounen di azione ma con qualcosa di originale che in realtà si perde, o forse non c'era mai stato. La storia inizia con Elizabeth, la terzogenita del re del regno di Liones, che vaga alla disperata ricerca dei famigerati 7 peccati capitali, dei guerrieri fortissimi che avevano servito il suo regno ma che, considerati dei traditori, divennero dei ricercati e quindi andarono via, ognuno per la propria strada. Ma il regno è in pericolo e solo loro potranno salvarlo. In questa sua disperata ricerca, ben presto Elizabeth si imbatte in Meliodas, proprietario di una strana taverna nonché capitano dei peccati. Inizia così l'avventura.
Il voto così basso che dò al manga dipende da svariati fattori: innanzitutto lo sviluppo della storia e dei personaggi, che definirei eccessivamente banale, nonostante il tentativo, a volte anche riuscito, di scuotere un po' la storia con dei colpi di scena. Praticamente è tutto un susseguirsi di nemici via via sempre più forti dei precedenti. Riguardo i personaggi, a parte quei pochi capitoli in cui si svela il loro passato, non vengono più approfonditi, cosa grave secondo me in un manga che conta ben 41 volumi, per non parlare poi dell'eccessiva componente amorosa, che in alcuni tratti ci sta e fa anche piacere ma in altri è assolutamente superflua e fuori luogo. Altra cosa che ho trovato fastidiosa è il combattimento in sè. I peccati in pratica, per 40 volumi non fanno altro che celare la loro vera potenza, tirando fuori giusto quel che serve per vincere il combattimento di turno. Insomma, banale e ripetitivo, si ha quella sensazione di allungamento inutile della trama, il mangaka avrebbe potuto e dovuto concludere la sua opera molto prima. Peccato, un'occasione sprecata.