Recensione
So I'm a Spider, So What?
4.0/10
Prendi una moda, che so, gli isekai. Convinti che la gente si berrà qualunque cosa purché sia di moda, non è neanche più necessario aggiungere qualche elemento di interesse.
Basta che si conformi al trend.
Continuo a dire che c'è una forte crisi creativa nelle nuove leve degli studi di animazione giapponesi, forse troppo cauti in quello che propongono e guidati dal terrore che, se fai qualcosa di originale, rischi che ti vada bene.
Analizziamo questa serie.
Hai uno slime... no, un ragno. Che per qualche ragione (non contestuale) ha un meccanismo di skill progressive. Utilizzando l'intelligenza umana, quello che sarebbe un mostriciattolo destinato all'oblio la 'svanga' e colleziona immani quantità di potere cambiando le regole di quel mondo. Quanto sarà originale?
La serie si compone di due storyline che si svolgono in contemporanea. Una è appunto la ripetitiva linea del mostro che deve sopravvivere in un ambiente ostile. Il 90% degli episodi si risolvono nel mangiare un nemico per 'livellare'. Ok una volta, ok due volte, ma dodici episodi su questa sola e unica premessa è come assistere alla partita di qualcun altro a un videogioco noioso.
La seconda linea narrativa si svolge altrove e mostra altri personaggi isekai-fantasy talmente generici, che non li si ricorda neppure, coinvolti da una trama che dire soporifera è poco. Evidentemente, non si sapeva cosa raccontare, perché dodici episodi per muovere il personaggio X dal punto 1 al punto 2 (e non accade niente altro, sia ben chiaro) sono effettivamente indice di svogliatezza creativa. Incredibile la quantità di dialoghi che ripetono l'ovvio. Tu sei l'eroe, quindi da ora sarai l'eroe - Che devo fare? L'eroe. Ah, quindi da ora sono l'eroe. Sì, certo, e indovina? Devi fare l'eroe. Come? Beh, facendo l'eroe. Dunque sono l'eroe. Oh no, fratello, mio fratello era 'figo', ora cosa faccio? Il 'figo' come mio fratello, e sapete perché? Perché ora sono l'eroe. Sì, figlio mio, tu sei l'eroe (in sottofondo si sente il mio e vostro russare).
Siamo al punto in cui gli autori non hanno nemmeno interesse nel capire perché un genere si sia affermato e, senza ragionarci sopra, ti sbolognano i "dogmi di genere" senza anima, contesto, valore. Il mostro debole che 'skilla', il mondo che deve cambiare per l'intervento della protagonista...
A questo, che già è terribile per suo conto, si aggiunge una caratterizzazione assolutamente indegna per la protagonista aracnide, la quale spende venti dei ventitré minuti concessi dall'episodio a urlarmi nelle orecchie e dire ad alta voce delle ovvietà stupefacenti, questo perché, essendo sola (almeno per la maggior parte della serie), non c'è interazione alcuna con nessun elemento di quel mondo. Lei urla, scappa, racconta a chissà chi (noi) il suo intento di vivere, fa una battuta con incluso super-deformed, e noi là, stupefatti di questo vuoto spinto in cui l'hanno ficcata.
Non è che il dottore ordina a qualcuno di fare una serie isekai altrimenti muore, quindi gli autori si sono ficcati volontariamente in un vicolo cieco dove un ragno sta in una caverna, e cosa diavolo vuoi che capiti? Niente. Per di più me la rendi detestabile, con una vocetta straziante e l'atteggiamento iper-nevrotico, che forse voleva farmi ridere, ma finisce per farmela odiare visceralmente.
In ultima analisi, hanno usato della CGI e, per farlo notare, si ripetono rotazioni di camera che danno il mal di mare quando davvero non necessarie. Ehi, guardate, siamo sofisticati, è in CGI! E via di rotazioni su più assi ogni stramaledetta volta, al punto che ho dovuto saltarle, perché sul serio hanno un effetto stroboscopico.
Cosa salvo da questa serie? Le sigle. Sono in effetti graziose, ma non c'entrano nulla con quello che incorniciano.
Non voglio una seconda serie, schiacciate questo ragno con un giornale e passiamo oltre. Basta isekai, basta questo cibo spazzatura che vi viene propinato solo perché "anime giapponese".
Basta che si conformi al trend.
Continuo a dire che c'è una forte crisi creativa nelle nuove leve degli studi di animazione giapponesi, forse troppo cauti in quello che propongono e guidati dal terrore che, se fai qualcosa di originale, rischi che ti vada bene.
Analizziamo questa serie.
Hai uno slime... no, un ragno. Che per qualche ragione (non contestuale) ha un meccanismo di skill progressive. Utilizzando l'intelligenza umana, quello che sarebbe un mostriciattolo destinato all'oblio la 'svanga' e colleziona immani quantità di potere cambiando le regole di quel mondo. Quanto sarà originale?
La serie si compone di due storyline che si svolgono in contemporanea. Una è appunto la ripetitiva linea del mostro che deve sopravvivere in un ambiente ostile. Il 90% degli episodi si risolvono nel mangiare un nemico per 'livellare'. Ok una volta, ok due volte, ma dodici episodi su questa sola e unica premessa è come assistere alla partita di qualcun altro a un videogioco noioso.
La seconda linea narrativa si svolge altrove e mostra altri personaggi isekai-fantasy talmente generici, che non li si ricorda neppure, coinvolti da una trama che dire soporifera è poco. Evidentemente, non si sapeva cosa raccontare, perché dodici episodi per muovere il personaggio X dal punto 1 al punto 2 (e non accade niente altro, sia ben chiaro) sono effettivamente indice di svogliatezza creativa. Incredibile la quantità di dialoghi che ripetono l'ovvio. Tu sei l'eroe, quindi da ora sarai l'eroe - Che devo fare? L'eroe. Ah, quindi da ora sono l'eroe. Sì, certo, e indovina? Devi fare l'eroe. Come? Beh, facendo l'eroe. Dunque sono l'eroe. Oh no, fratello, mio fratello era 'figo', ora cosa faccio? Il 'figo' come mio fratello, e sapete perché? Perché ora sono l'eroe. Sì, figlio mio, tu sei l'eroe (in sottofondo si sente il mio e vostro russare).
Siamo al punto in cui gli autori non hanno nemmeno interesse nel capire perché un genere si sia affermato e, senza ragionarci sopra, ti sbolognano i "dogmi di genere" senza anima, contesto, valore. Il mostro debole che 'skilla', il mondo che deve cambiare per l'intervento della protagonista...
A questo, che già è terribile per suo conto, si aggiunge una caratterizzazione assolutamente indegna per la protagonista aracnide, la quale spende venti dei ventitré minuti concessi dall'episodio a urlarmi nelle orecchie e dire ad alta voce delle ovvietà stupefacenti, questo perché, essendo sola (almeno per la maggior parte della serie), non c'è interazione alcuna con nessun elemento di quel mondo. Lei urla, scappa, racconta a chissà chi (noi) il suo intento di vivere, fa una battuta con incluso super-deformed, e noi là, stupefatti di questo vuoto spinto in cui l'hanno ficcata.
Non è che il dottore ordina a qualcuno di fare una serie isekai altrimenti muore, quindi gli autori si sono ficcati volontariamente in un vicolo cieco dove un ragno sta in una caverna, e cosa diavolo vuoi che capiti? Niente. Per di più me la rendi detestabile, con una vocetta straziante e l'atteggiamento iper-nevrotico, che forse voleva farmi ridere, ma finisce per farmela odiare visceralmente.
In ultima analisi, hanno usato della CGI e, per farlo notare, si ripetono rotazioni di camera che danno il mal di mare quando davvero non necessarie. Ehi, guardate, siamo sofisticati, è in CGI! E via di rotazioni su più assi ogni stramaledetta volta, al punto che ho dovuto saltarle, perché sul serio hanno un effetto stroboscopico.
Cosa salvo da questa serie? Le sigle. Sono in effetti graziose, ma non c'entrano nulla con quello che incorniciano.
Non voglio una seconda serie, schiacciate questo ragno con un giornale e passiamo oltre. Basta isekai, basta questo cibo spazzatura che vi viene propinato solo perché "anime giapponese".