Recensione
Peter Pan Syndrome
6.0/10
"Peter Pan Syndrome" è una serie breve di Mayu Sakai pubblicata dalla Planet Manga in due volumi. L'autrice è nota in Italia per la pubblicazione di shoujo con ambientazione scolastica e questo ripercorre lo stile aggiungendovi un tocco di magia. Non posso considerarla una delle mie serie preferite dell'autrice, ma è un buon completamento della sua collezione se vi interessa conoscerne gli esordi.
Kohaku Hasumi è una ragazzina di dodici anni che possiede sin da bambina il superpotere di volare. Si trasferisce con il papà e il suo gatto speciale (Wendy) in una città sapendo che vi troverà la madre scomparsa da molti anni. La storia si apre con il suo primo volo sulla città e con la sventurata perdita del cellulare. Quando il mattino dopo inizierà nella nuova scuola, si renderà conto che l'oggetto perduto è tra le mani del compagno di scuola Yuro. A quanto pare nemmeno lui in un primo momento si spiega come è entrato in suo possesso, avendolo trovato nel terrazzo di casa sito all'ultimo piano. Non è un mistero che già dalle prime pagine tra i due scatta una conoscenza e Kohaku sarà costretta a svelarsi, inglobando il diligente Yuro nel suo mondo magico.
Kohaku è una bambina animata dal desiderio di aiutare gli altri, è vivace e curiosa. Allo stesso tempo è sbadata e disattenta, peccando spesso di comportamenti che agli occhi di Yuro sono immaturi. Nonostante l'armatura rigida, l'amico si affeziona a Kohaku, impara ad apprezzarla e si offre di aiutarla nella ricerca della sua mamma. Nel corso della storia intervengono altri personaggi secondari ad aggiungere un pizzico di pepe: il fratello gemello di Yuri e l'"amica" streghetta Tooku. La loro partecipazione nella narrazione la arricchisce quanto basta, laddove forse il più simpatico risulta proprio il papà di Kohaku (minima presenza, massima resa).
La trama è estremamente leggera e scorrevole, tipica di uno shoujo manga scolastico con elementi del genere majokko. La storia a cui si ispira l'autrice è Peter Pan e sceglie di declinarlo con originalità nel personaggio della protagonista. Tuttavia, lo stimolo nello sviluppo della storia si perde a causa della sua brevità. Una vera occasione persa perché gli spazi di approfondimento erano tanti e riguardavano diverse sfere: familiare, sentimentale, magica. Alla fine della lettura purtroppo si resta con tanti punti interrogativi, che avrebbero reso questa storia sicuramente più strutturata e ben sviluppata di altre opere della stessa autrice. Conoscendo le sue pubblicazioni successive, infatti, ha dimostrato di avere il potenziale per articolare le sue trame e attribuire spessore ai suoi personaggi. Non so cosa in questo caso abbia spinto a non investire troppo sulla qualità della storia, ma la sua incompletezza si avverte sia nel modo in cui sono ridimensionate delle vicende, sia nella rapidità del finale.
In quest'opera i disegni sono decisamente migliorati rispetto al precedente "Nagatacho Strawberry", i menti sono meno spigolosi e il viso nell'insieme è più espressivo. E' assai grazioso lo stile retrò con cui Mayu Sakai ha vestito i suoi personaggi ed è la stessa autrice nei free taks ad ammettere che per realizzarlo ha chiesto alle assistenti uno sforzo in più perché le retinature sono state fatte a mano. All'interno della serie sono condivise delle tavole belle, chiamate scherzosamente "Pagine Inutili" perché fuori contesto. Avendomi divertita, le considero in ogni caso un contorno utile e che approfondisce la conoscenza dell'autrice.
Kohaku Hasumi è una ragazzina di dodici anni che possiede sin da bambina il superpotere di volare. Si trasferisce con il papà e il suo gatto speciale (Wendy) in una città sapendo che vi troverà la madre scomparsa da molti anni. La storia si apre con il suo primo volo sulla città e con la sventurata perdita del cellulare. Quando il mattino dopo inizierà nella nuova scuola, si renderà conto che l'oggetto perduto è tra le mani del compagno di scuola Yuro. A quanto pare nemmeno lui in un primo momento si spiega come è entrato in suo possesso, avendolo trovato nel terrazzo di casa sito all'ultimo piano. Non è un mistero che già dalle prime pagine tra i due scatta una conoscenza e Kohaku sarà costretta a svelarsi, inglobando il diligente Yuro nel suo mondo magico.
Kohaku è una bambina animata dal desiderio di aiutare gli altri, è vivace e curiosa. Allo stesso tempo è sbadata e disattenta, peccando spesso di comportamenti che agli occhi di Yuro sono immaturi. Nonostante l'armatura rigida, l'amico si affeziona a Kohaku, impara ad apprezzarla e si offre di aiutarla nella ricerca della sua mamma. Nel corso della storia intervengono altri personaggi secondari ad aggiungere un pizzico di pepe: il fratello gemello di Yuri e l'"amica" streghetta Tooku. La loro partecipazione nella narrazione la arricchisce quanto basta, laddove forse il più simpatico risulta proprio il papà di Kohaku (minima presenza, massima resa).
La trama è estremamente leggera e scorrevole, tipica di uno shoujo manga scolastico con elementi del genere majokko. La storia a cui si ispira l'autrice è Peter Pan e sceglie di declinarlo con originalità nel personaggio della protagonista. Tuttavia, lo stimolo nello sviluppo della storia si perde a causa della sua brevità. Una vera occasione persa perché gli spazi di approfondimento erano tanti e riguardavano diverse sfere: familiare, sentimentale, magica. Alla fine della lettura purtroppo si resta con tanti punti interrogativi, che avrebbero reso questa storia sicuramente più strutturata e ben sviluppata di altre opere della stessa autrice. Conoscendo le sue pubblicazioni successive, infatti, ha dimostrato di avere il potenziale per articolare le sue trame e attribuire spessore ai suoi personaggi. Non so cosa in questo caso abbia spinto a non investire troppo sulla qualità della storia, ma la sua incompletezza si avverte sia nel modo in cui sono ridimensionate delle vicende, sia nella rapidità del finale.
In quest'opera i disegni sono decisamente migliorati rispetto al precedente "Nagatacho Strawberry", i menti sono meno spigolosi e il viso nell'insieme è più espressivo. E' assai grazioso lo stile retrò con cui Mayu Sakai ha vestito i suoi personaggi ed è la stessa autrice nei free taks ad ammettere che per realizzarlo ha chiesto alle assistenti uno sforzo in più perché le retinature sono state fatte a mano. All'interno della serie sono condivise delle tavole belle, chiamate scherzosamente "Pagine Inutili" perché fuori contesto. Avendomi divertita, le considero in ogni caso un contorno utile e che approfondisce la conoscenza dell'autrice.