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5.5/10
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Ho iniziato questo manga da estimatrice della mangaka. Avevo buone aspettative e il primo volume si è rivelato abbastanza interessante al livello di trama, il disegno invece mi appare soggettivamente peggiorato rispetto alle precedenti opere, il tratto appare più bidimensionale, poco particolareggiato.
La caratterializzazione fisica dei personaggi è poco originale (ma su questo punto ormai avremmo dovuto farci l'abitudine...) quello che sembra più carente è lo spessore psicologico dei personaggi, infatti, ciò impedisce di entrare in empatia con loro. Tralasciando i protagonisti (della cui storia forse sappiamo ancora troppo poco) Otoya è un comprimario indegno di questo nome, dato che è poco più di un burattino - una sorta di oggetto animato dalle arti magiche - manca della verve e simpatia che apparteneva, ad esempio, al giovane Shippo di Inuyasha. Trattandosi di una bambola che ha anche un'espressione apatica non possiamo provare alcun sentimento per lui.
Lo stesso difetto sembra colpire in parte anche i protagonisti, anche quando dovrebbero provare stati d'animo diversi il loro viso rimane pressoché impassibile. La trama non sembra convincermi molto, si appiattisce quasi subito nei volumi successivi al primo, stabilizzandosi sulla logica del "nemico di basso/medio livello" da sconfiggere in ogni volume. Anche il fatto che ci siano nemici più importanti da affrontare o misteri ancora irrisolti non riesce ad essere un fattore che motiva abbastanza a proseguire la lettura.
Personalmente, faccio davvero fatica a concludere la lettura di ogni nuovo numero superando la sensazione di "noia", se non ci saranno nuove svolte entro qualche volume penso di abbandonare la lettura.

Tutto ciò dispiace molto, perchè inizialmente sembravano esserci delle buone premesse.
Assegno un 5,5 nella speranza che il manga imbocchi la giusta via e si evolva.