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L'anime è del 2017, si compone di tredici episodi ed è fruibile gratuitamente sul canale YouTube di Yamato Animation. Come spesso accade, è tratto da una serie di web novel iniziata nel 2010 ad opera di tale Hisago Amazake-no, pubblicata in cartaceo dal 2013, e che al momento conta nove volumi usciti. Non ho avuto modo di leggere l'opera originale, ma il qui presente adattamento anime è di una banalità spaventosa, il tipico prodotto nato come sogno bagnato di una particolare tipologia di otaku e destinato al dimenticatoio istantaneo.

La trama, se così si può chiamare, pesca da un classico tòpos dell'immaginario fantasy nipponico.
Giappone, oggi: Tsubasa Kurata è un giovane e geniale programmatore ma anche un otaku sfegatato. La sua passione sono i mecha, e per questo dedica il suo tempo libero a comprare e montare modellini. Un brutto giorno Tsubasa viene investito e, quando si risveglia, si ritrova in un mondo fantastico e nel corpo di un bambino di tre anni: dove sia finita la coscienza del bimbo non si sa, ma da quel momento il protagonista diventa Ernesti "Eru" Echavalier, figlio di una nobile famiglia del regno di Fremmevilla, uno Stato periferico impegnato quotidianamente nella lotta contro creature mostruose. Per combatterle, gli abitanti del regno usano sia la magia sia giganteschi mech, i Silhouette Knights, frutto di una tecnologia perduta. Per TsubasaEru è un sogno ad occhi aperti, e da subito decide di impegnarsi per diventare un pilota di Silhouette Knight. Nei primi episodi dell'anime assistiamo alla crescita di Eru, che da bambino diventa dodicenne e poi adolescente. La sua carriera è inarrestabile: grazie alle competenze di Tsubasa (che, lo ricordo, sono programmare e montare modellini) il ragazzino si dimostra da subito un genio in grado sia di padroneggiare le magie più complesse e potenti sia di comprendere il funzionamento dei mech, di migliorarli e costruirne di nuovi. Nel frattempo le vicende si spostano dalla lotta contro i pericolosi mostri a faccende di guerra tra regni...

Il principale problema di "Knight’s & Magic" è una narrazione facilotta e priva di spunti interessanti: il mondo creato è generico e poco plausibile, e le vicende mancano di pathos e coinvolgimento, a partire dal protagonista. Eru ha fin da subito la vita facile: con la scusa di avere delle conoscenze da programmatore e modellista eccelle fin da subito in ogni aspetto della realtà di questo mondo fantasy, pur se apparentemente non c'è un nesso logico. Padroneggia la magia e la innova, quando ancora i suoi pari età stanno imparando a volare sulle scope, comprende il funzionamento dei Silhouette Knights ed è in grado di realizzarne di nuovi, nonostante da secoli a Fremmevilla si limitassero a riparare i vecchi, perché la tecnologia era andata perduta. I suoi "limiti" sarebbero la bassa statura e l'aspetto 'puccioso', che attira le ragazze (...dunque, non ha limiti veri), per il resto chiunque abbia a che fare con Eru non solo gli diventa amico, ma si pone in stato subordinato rispetto a lui. Eru è il miglior mago del regno, il miglior ingegnere e, quando combatte, il miglior cavaliere: non è mai realmente in difficoltà e non si spaventa mai. Quando si presenta l'occasione, è anche il miglior tattico, soldati, generali e persino sovrani pendono dalle sue labbra ed eseguono gli ordini senza discutere, e alla fine, naturalmente, Eru vince sempre. Oltre ad essere perfetto, Eru non ha praticamente alcuna ambizione o meta prefissata che esuli dal costruire mecha e pilotarli, quindi manca anche di un ideale "alto".

Oltre a non caratterizzare il protagonista, belloccio perfettino senza spessore, l'anime non approfondisce nemmeno gli altri personaggi, che si tratti di alleati o avversari: i buoni sono semplicemente fedeli al protagonista, mai un litigio né un accenno di romance (a Eru interessano solo i mecha, nonostante sia un uomo adulto), i cattivi in quanto tali sono piuttosto stupidi e vengono puntualmente sconfitti. Anche i drammi e le morti (mai di personaggi di primo piano) vengono sempre trattati in maniera superficiale e senza coinvolgimento.
Un vero peccato, perché questa piattezza di trama e caratterizzazioni vanificano completamente un discreto character design e le buone animazioni dello studio 8-Bit. Come ormai di regola nelle produzioni recenti, animazioni di stampo classico e computer grafica vengono utilizzate simultaneamente, ma il risultato è sicuramente apprezzabile. Piuttosto anonimo, a mio avviso, il design dei mecha, che sanno di già visto e non presentano nessun elemento originale.

Per concludere, "Knight’s & Magic" è un anime modesto e senza nessun punto di forza: allo stesso tempo, dopo le atrocità perpetrate ne "L'attacco dei giganti", "Goblin Slayer" e "Overlord", mi ha rasserenato la visione di un prodotto così nella media, piatto e senza nessuna concessione nemmeno al bieco fanservice. Niente mutande, seni al vento o situazioni imbarazzanti, solo mecha e mostri, e i buoni vincono sempre, per non parlare della speranza che, se mai anche noi finiremo un giorno in un mondo fantasy, tutte quelle "competenze" da otaku per cui ora ci considerano dei perdigiorno ci serviranno per diventare il più potente mago e il più forte cavaliere del regno. Ogni tanto ci vuole anche questo...