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Io ho veramente esaurito le parole. Non so più cosa dire per rendere giustizia alla bellezza che questa coppia e questa storia riescono a generare.

Per questa ennesima (e speriamo men che mai ultima) apparizione su schermo, Takagi e Nishikata, e anche gli altri ragazzini che abbiamo imparato ad amare, si troveranno, forse per la prima volta, a dover gestire degli spicchi di vita adulta, termine che in questo caso significa "assumersi delle responsabilità e fare muso duro in faccia alle rinunce a cui la vita costringe ognuno di noi".

Takagi e Nishikata si imbatteranno in una gattina smarrita, una scusa come un'altra per vedersi anche durante l'ultima estate prima del grande passo verso le scuole superiori, una scusa che in questo specifico caso ha però un aspetto dolce e carino e risponde al nome di Hana. I due ragazzi subito "escono pazzi" (termine medico altolocato e borghese) per la cucciolina, che vivacizzerà le loro giornate a colpi di giochi e carinerie talmente sdolcinate da cariare i denti a un coccodrillo, ma al tempo stesso svilupperanno un forte senso di responsabilità nei suoi confronti, quel tipo di affetto maturo che regala tanta gioia quanto tanto dolore dipendentemente da come il destino ha deciso che le cose debbano andare.

Dall'altro lato del campo Mina, Yukari e Sanae si troveranno anch'esse alle prese con la consapevolezza che dopo quell'estate tutto potrebbe cambiare. Sanae dovrà presto trasferirsi, e l'era di questo magico trio avrà probabilmente fine. Possono solo decidere cosa fare con il tempo che viene loro concesso (semicit. di un certo livello), e come giusto che sia, ancora una volta, non conta tanto cosa fai, quanto insieme a chi. Mina sarà capace di rendere l'idea.

"Cogli l'attimo!" ci grida questo spettacolo, tra canzoni sdolcinate e romantiche e mute confessioni d'amore e d'affetto, sembra volerci quasi insegnare che esiste una bellezza collaterale, ma per quanto bellezza sia, rimane collaterale, agrodolce. Cogli quell'attimo e anche quello dopo e anche quello dopo ancora, cogline più che puoi, perché prima o poi, nonostante tutto, ci sarà una fine. E dio se farà male. L'ingiustizia del mondo sta proprio nel fatto che più fa male, e più quel sentimento è vivo dentro di noi. Ma alla fine è il presente che conta, e pazienza se di lucciole ne sono rimaste poche.

Ennesima apparizione su schermo di una favola che con una semplicità disarmante ci racconta l'amore per quel che è veramente. Ennesimo spettacolo su schermo.

9,5 e non 10 perché, inspiegabilmente, a un certo punto il film finisce.