Recensione
Shin Mazinger Zero
9.0/10
“Shin Mazinger Zero” è un manga shonen serializzato in Giappone sulla rivista Champion Red (della casa editrice Akita Shonen) tra il 2009 ed il 2012, edito qua in Italia da JPop in 9 volumetti, scritto da Yoshiaki Tabata e disegnato da Yuuki Yogo (entrambi autori del già più famoso “Akumetsu”).
Questo manga è un rifacimento dell’originale “Mazinger Z” di Go Nagai, pubblicato nel 1972; nonostante l’essere (appunto) un remake/reboot di Mazinger Z , penso che quello che vediamo in questo manga sia la migliore versione finora creata del celebre robottone.
In “Shin Mazinger Zero” tornano gli storici personaggi principali di Mazinga Z: il suo pilota, nonché protagonista, Koji Kabuto, Sayaka Yumi, Boss, Nuke e Mucha, Shiro, i vari professori, Minerva X (qua sotto forma di androide dalle sembianze umane) ed i nemici Dr.Hell, Barone Ashura e Conte Blocken.
La trama del manga si forma sul concetto basilare che introduceva lo stesso Mazinger Z negli anni ‘70: se all’improvviso tu ricevessi un potere straordinario, come lo useresti? Diverresti un dio che si erge come salvatore dell’umanità oppure un demone che la annienterebbe?
Questo concetto viene molto approfondito nel manga: se, infatti, nell’opera originale vedevamo Koji scegliere di usare il Mazinger per il bene del mondo, qua invece lo vedremo a che fare con un Mazinger trasformato in una divinità oscura che lo distrugge e che lui stesso dovrà fermare insieme all’aiuto dei personaggi già citati.
Tra i personaggi, tutti aventi un’interazione ed una caratterizzazione ottima, spicca Minerva X, il quale viene finalmente approfondita: non è più semplicemente la partner del Mazinger, ma un androide dagli straordinari poteri che va alla scoperta dei sentimenti umani e che si caricherà appresso, nel corso della storia, tanta conoscenza quanto dolore.
Anche Juzo Kabuto, nonno di Koji e creatore del Mazinger, (che nel manga originale era un semplice personaggio di rilievo) qua verrà molto ben approfondito e caratterizzato.
Anche nel campo del mecha design, molto importante in un opera di questo genere, è stato fatto un ottimo lavoro: il Mazinger Z, l’Aphrodai (o Afrodite) A, il Boss Borot, il Venus A, la stessa Minerva X, le bestie meccaniche nemiche, tutti hanno ottenuto un meraviglioso restyling grafico; non compaiono solamente mecha già presenti nel famoso franchise (che sia la serie animata, il manga di Go Nagai o quello di Gosaku Ota) ma vengono anche introdotti nuovi robot, come ad esempio l’Artemis A, avente un sistema di pilotaggio completamente nuovo, o il Mazinger Zero.
Lo stile grafico di Yuuki Yogo è una gioia per gli occhi: molto delineato e dinamico, preciso e ricco di dettagli, perfettamente in linea con i toni del manga.
Dal punto di vista dello storyboard penso che sia stato fatto uno splendido lavoro; la storia, per mano di Yoshiaki Tabata, risulta completamente fresca e soprattutto molto intrattenente, caratterizzata da toni cupi e da ben dosati e trattati colpi di scena.
Mi sento in dovere anche del parlare del fattore “citazioni”: in un franchise famoso e di successo come quello di Mazinga Z, il quale in tanti anni ha avuto innumerevoli seguiti, spin-off e remake, in un primo momento, almeno nel mio caso, venendo in contatto con un manga chiamato “Shin Mazinger Zero” (in cui la parola “Shin” sta per “nuovo”) mi ero inizialmente preoccupato che il fattore citazionistico prendesse il sopravvento (in un opera appartenente tra l'altro al macro-mondo del maestro Nagai, il quale ha creato innumerevoli personaggi), finendo per leggere un manga che basasse la propria trama sulle stesse citazioni, ma mi sono dovuto assolutamente ricredere.
In “Shin Mazinger Zero” le citazioni entrano a far parte della trama senza essere invadenti, non costituendone assolutamente le basi su cui porre la trama, bensì diventando “tante ciliegine sulla torta” che la vanno a completare.
Sono tanti i personaggi di altre opere di Go Nagai che vediamo in quest’opera, tra Cutie Honey, La Famiglia Abashiri, Kekko Kamen, Maboroshi Panty, Aztekaiser e così via. Persino nei ricordi e nei flashback di Koji possiamo vedere tantissime citazioni, che siano in doppie splash-page o nelle più piccole vignette (ad esempio l’Energer Z e l’Iron Z nel volume 5, veri prototipi che creò Go Nagai nel tentativo di elaborare il design definitivo per Mazinger Z, oppure il Visconte Pigman, nemico presente nella serie animata originale del ‘72, che compare in una piccola vignetta del volume 7).
Penso sia stato anche ben trattato il fan service, perfettamente in linea con il tipo di “Ecchi Nagaiano”, non invadente.
Infine, considero quindi “Shin Mazinger Zero” un’ottima opera di genere mecha, con una trama completamente nuova e che non ricade nel banale, che dimostra come il genere dei super-robot possa dare ancora molto, in cui gli autori dimostrano il loro amore per il genere e per Mazinger Z stesso; ottima sia per chi vorrebbe avvicinarsi per la prima volta al personaggio di Mazinga Z che per chi già è fan delle opere sui robottoni, che siano o non del maestro Go Nagai.
Voto: 9+
Questo manga è un rifacimento dell’originale “Mazinger Z” di Go Nagai, pubblicato nel 1972; nonostante l’essere (appunto) un remake/reboot di Mazinger Z , penso che quello che vediamo in questo manga sia la migliore versione finora creata del celebre robottone.
In “Shin Mazinger Zero” tornano gli storici personaggi principali di Mazinga Z: il suo pilota, nonché protagonista, Koji Kabuto, Sayaka Yumi, Boss, Nuke e Mucha, Shiro, i vari professori, Minerva X (qua sotto forma di androide dalle sembianze umane) ed i nemici Dr.Hell, Barone Ashura e Conte Blocken.
La trama del manga si forma sul concetto basilare che introduceva lo stesso Mazinger Z negli anni ‘70: se all’improvviso tu ricevessi un potere straordinario, come lo useresti? Diverresti un dio che si erge come salvatore dell’umanità oppure un demone che la annienterebbe?
Questo concetto viene molto approfondito nel manga: se, infatti, nell’opera originale vedevamo Koji scegliere di usare il Mazinger per il bene del mondo, qua invece lo vedremo a che fare con un Mazinger trasformato in una divinità oscura che lo distrugge e che lui stesso dovrà fermare insieme all’aiuto dei personaggi già citati.
Tra i personaggi, tutti aventi un’interazione ed una caratterizzazione ottima, spicca Minerva X, il quale viene finalmente approfondita: non è più semplicemente la partner del Mazinger, ma un androide dagli straordinari poteri che va alla scoperta dei sentimenti umani e che si caricherà appresso, nel corso della storia, tanta conoscenza quanto dolore.
Anche Juzo Kabuto, nonno di Koji e creatore del Mazinger, (che nel manga originale era un semplice personaggio di rilievo) qua verrà molto ben approfondito e caratterizzato.
Anche nel campo del mecha design, molto importante in un opera di questo genere, è stato fatto un ottimo lavoro: il Mazinger Z, l’Aphrodai (o Afrodite) A, il Boss Borot, il Venus A, la stessa Minerva X, le bestie meccaniche nemiche, tutti hanno ottenuto un meraviglioso restyling grafico; non compaiono solamente mecha già presenti nel famoso franchise (che sia la serie animata, il manga di Go Nagai o quello di Gosaku Ota) ma vengono anche introdotti nuovi robot, come ad esempio l’Artemis A, avente un sistema di pilotaggio completamente nuovo, o il Mazinger Zero.
Lo stile grafico di Yuuki Yogo è una gioia per gli occhi: molto delineato e dinamico, preciso e ricco di dettagli, perfettamente in linea con i toni del manga.
Dal punto di vista dello storyboard penso che sia stato fatto uno splendido lavoro; la storia, per mano di Yoshiaki Tabata, risulta completamente fresca e soprattutto molto intrattenente, caratterizzata da toni cupi e da ben dosati e trattati colpi di scena.
Mi sento in dovere anche del parlare del fattore “citazioni”: in un franchise famoso e di successo come quello di Mazinga Z, il quale in tanti anni ha avuto innumerevoli seguiti, spin-off e remake, in un primo momento, almeno nel mio caso, venendo in contatto con un manga chiamato “Shin Mazinger Zero” (in cui la parola “Shin” sta per “nuovo”) mi ero inizialmente preoccupato che il fattore citazionistico prendesse il sopravvento (in un opera appartenente tra l'altro al macro-mondo del maestro Nagai, il quale ha creato innumerevoli personaggi), finendo per leggere un manga che basasse la propria trama sulle stesse citazioni, ma mi sono dovuto assolutamente ricredere.
In “Shin Mazinger Zero” le citazioni entrano a far parte della trama senza essere invadenti, non costituendone assolutamente le basi su cui porre la trama, bensì diventando “tante ciliegine sulla torta” che la vanno a completare.
Sono tanti i personaggi di altre opere di Go Nagai che vediamo in quest’opera, tra Cutie Honey, La Famiglia Abashiri, Kekko Kamen, Maboroshi Panty, Aztekaiser e così via. Persino nei ricordi e nei flashback di Koji possiamo vedere tantissime citazioni, che siano in doppie splash-page o nelle più piccole vignette (ad esempio l’Energer Z e l’Iron Z nel volume 5, veri prototipi che creò Go Nagai nel tentativo di elaborare il design definitivo per Mazinger Z, oppure il Visconte Pigman, nemico presente nella serie animata originale del ‘72, che compare in una piccola vignetta del volume 7).
Penso sia stato anche ben trattato il fan service, perfettamente in linea con il tipo di “Ecchi Nagaiano”, non invadente.
Infine, considero quindi “Shin Mazinger Zero” un’ottima opera di genere mecha, con una trama completamente nuova e che non ricade nel banale, che dimostra come il genere dei super-robot possa dare ancora molto, in cui gli autori dimostrano il loro amore per il genere e per Mazinger Z stesso; ottima sia per chi vorrebbe avvicinarsi per la prima volta al personaggio di Mazinga Z che per chi già è fan delle opere sui robottoni, che siano o non del maestro Go Nagai.
Voto: 9+