Recensione
“Shin Mazinger Zero vs Il Generale Oscuro” é un manga shonen serializzato tra il 2012 ed il 2015, scritto e disegnato dal duo Yoshiaki Tabata/Yuuki Yogo, edito qua in Italia in otto volumi per la casa editrice JPop.
Questo manga costituisce il seguito di "Shin Mazinger Zero", opera reboot con cui si riscrive l'originale trilogia (manga ed anime) di Mazinga Z di Go Nagai, composta da "Mazinger Z", "Great Mazinger" e "Ufo Robot Grendizer" (quest'ultimo meglio conosciuto da noi come "Ufo Robot Goldrake"). L'opera riprende dal finale di "Shin Mazinger Zero", ovvero con la vittoria di Koji Kabuto e del Mazinger Z contro il Dr.Hell e con la salvezza dell'ormai quasi completamente decimato genere umano. Proprio con gli eventi di questo finale si presentano nuovi nemici, che minacciano la pace mondiale da poco conquistata con la miracolosa ripresa dell'umanità: questi sono le Sette Armate di Micene, guidate dal Generale Oscuro; l'arrivo di nuovi nemici, però, scaturisce allo stesso tempo quello di un grandioso eroe, ovvero il Great Mazinger.
In “Shin Mazinger Zero vs Il Generale Oscuro” riappaiono molti dei personaggi che abbiamo già visto, come Koji Kabuto, Sayaka Yumi, Minerva X, ma ne compaiono anche di nuovi, come Tetsuya Tsurugi, Jun Hoono, Kenzo Kabuto ed ancora altri personaggi già conosciuti con la vecchia trilogia. Proprio come era già avvenuto nel prequel, anche qui Yoshiaki Tabata e Yuuki Yogo hanno fatto un’ottimo lavoro: la storia è interessate e (grazie alla grande “eredità” lasciata con “Shin Mazinger Zero”) ingrana molto velocemente già nel primo volume, con una narrazione dinamica ed un comparto grafico eccellente come già si era potuto constatare nell’opera precedente.
Lo stesso è stato fatto con la caratterizzazione dei personaggi, nuovi o vecchi, buoni o cattivi. Un’esempio è Tetsuya Tsurugi, caparbio e determinato, che in qualche momento riesce persino a rubare la scena al protagonista Koji e che (per una serie di eventi) viene rinnovato molto rispetto al Tetsuya che possiamo vedere nel “Great Mazinger” di Go Nagai o di Gosaku Ota.
Come lui, anche lo stesso protagonista Koji Kabuto ottiene un grosso approfondimento, ancora più di quanto già non fosse stato approfondito nel manga precedente, oppure anche Kenzo Kabuto (padre di Koji, ideatore del Great Mazinger e direttore dell’istituto di ricerca Fortezza delle Scienza, il quale ha cresciuto ed addestrato Jun e Tetsuya), che viene caratterizzato molto bene.
Grande pregio è infatti, sia in quest’opera che nella precedente, la completa rinnovazione dei personaggi, il quale risultano moderni.
Ottimo anche il Mecha design; che sia il Great o lo Zero non importa, perché per entrambi i casi non mancheranno assolutamente delle battaglie sceneggiate e/o disegnate molto bene, realizzate in maniera molto dinamica e caratterizzate da assurdi ed innumerevoli power-up.
Devo spendere, però, due parole sul finale, senza nessuna restrizione, per cui metto l’allerta spoiler in seguito e consiglio di passare avanti al pensiero finale per chi non ha letto e completato l’opera.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Dopo aver letto i primi 5 volumi, che reputo eccezionali e molto ben scritti, ed un sesto volume (purtroppo) molto sbrigativo e che accelera sulla narrazione dei fatti (il quale si salva per tutta la parte riguardante il passato del Gran Maresciallo Infernale, che altro non è che un redivivo Dr.Hell sottoforma di corpo astrale (formato dai fotoni del Raggio Fotonico con cui è stato sconfitto e mandato indietro nel tempo al di là delle dimensioni) e la sua compatibilità a livello di DNA con Juzo Kabuto) speravo in una ripresa negli ultimi due volumi.
Il settimo albo si è rivelato meraviglioso, a mio parere il migliore di questo “secondo atto” e tra i migliori di tutto il manga: la battaglia tra il Gran Maresciallo Infernale al comando del Mazinger Z (che perde il controllo e si trasforma in Mazinger Zero) ed il Great Mazinger (pilotato da innumerevoli Brain Condor contenente altrettanti cloni di Tetsuya), il sacrificio di Tetsuya nel non arrestare la marcia di Koji, l’ennesimo reset del mondo tramite il Rust Hurricane Fotonico di Minerva X, il passato di Koji, il suo completo recupero dei ricordi, la sconfitta di Hell ed il finto finale, il decadimento di Koji e della famiglia Kabuto, il suo viaggio nelle dimensioni insieme all’altro se stesso e la sua impotenza dinanzi al destino ed alla successione dei fatti dettata dallo Zero, destinato a diventare un dio.
Un volume fantastico, che mi ha portato a sperare in un buon finale ed in un ultimo buon volume.
L’ottavo ed ultimo albo si apre con lo scontro tra Z e Zero preannunciato nel precedente, scontro che ovviamente vede vittorioso lo Zero, e l’unione di tutte le dimensioni spazio-tempo-parallele che abbiamo visto finora. Questa (praticamente) una scelta molto azzardata, sen non suicida (ciò che pensavo mentre leggevo il volume).
Koji si risveglia in classe (proprio nelle stesse scene come all’inizio del manga) privo di memoria, trasportato in un mondo in cui Mazinger Z è un’icona mondiale celebre e salda, un pilastro dell’economia fumettistica e dell’animazione non del solo Giappone ma di tutto il mondo, un simbolo che nessuno accetta di veder perdere.
Koji (il quale è ormai un normale liceale) pur senza memoria, sente di aver combattuto qualcosa a bordo del Mazinger Z, fino ad allora, in delle vite passate, quando,una sera, incontra Tetsuya, che gli fa ricordare il Generale Oscuro e della sconfitta che questo ha apportato allo Z.
Così Koji, insieme all’aiuto di Tetsuya, crea un film indipendente in cui l’Invincibile Mazinger Z viene sconfitto dal Generale Oscuro, con cui segue poi l’apparizione del Great Mazinger.
Kabuto pubblica l’operato su Internet ed in poco meno di un giorno raggiunge un gigantesco numero di visualizzazioni, che lo spingono, insieme a Tsurugi, ad essere sempre più creativo: ricorda il Gran Maresciallo Infernale, Micene ed insieme a lui si uniscono altre persone da tutto il mondo, che grazie alla rete creano le loro proprie storie, fino a quando Koji , Tetsuya e pian piano tutti coloro che collaboravano a questa storia (trasportati dalla creatività e trasformati in fotoni) si ritroveranno all’interno del Mazinger Zero, accanto a tutti gli Z distrutti in tutti gli universi vissuti fino ad ora.
Lentamente, il Mazinger Z di fotoni con a bordo Koji ed il Great con Tetsuya verranno raggiunti da “spiriti di fotoni di luce” che lo Zero non può nemmeno concepire. Questi esseri di luce, questi “guerrieri che hanno potuto superare i limiti dell’immaginazione” che appaiono non sono altro che Mecha di altre serie: Grendizer, Getter Robot, Jeeg, tutti robot di altre serie Nagaiane. E non solo. Raideen, Combattler V, Vultes V, Zambot 3, Daitarn 3, General Daimos, Gundam, l’Eva 01 e tanti altri (che nemmeno sono riuscito a riconoscere), Tutti insieme, attaccano il Mazinger Zero, il quale viene finalmente sconfitto.
Il destino è stato finalmente spezzato.
Un mondo in un cui Mazinger Z non perdeva mai lascia spazio ad uno in cui ci sono innumerevoli possibilità, un mondo che tutti noi dobbiamo volere.
“Innanzitutto queste possibilità sono nate dentro di te. Per questo tu, Mazinger Zero…tu non hai perso. Hai vinto”.
Queste parole, che pronuncia Koji Kabuto, lasciano spazio alla sconfitta dello Zero e ad un Big Bang (come anche preannuncia il titolo del capitolo stesso) per poi arrivare all’ultima pagina e leggere “Dedichiamo questo manga a tutte le appassionanti opere sui robot” - “Shin Mazinger Zero vs Il Generale Oscuro - Fine”.
Per un appassionato di opere Mecha come me, leggere quel finale è stata un epifania, come un sogno che si avverava. Vedere tutti quei famosissimi robottoni, non solo di Go Nagai, anzi, che hanno segnato un periodo ed una storia nell’animazione giapponese e che hanno fatto sognare innumerevoli tra bambini ed adulti di tutto il mondo. Wow.
Le parole di Koji Kabuto poi, che stanno come ad indicare il vero valore che Mazinga Z ha avuto nella storia del fumetto giapponese, rivoluzionando un genere e diventando il capostipite del robot pilotabile dall’interno.
Fine parte contenente spoiler
Pensiero finale
“Shin Mazinger Zero vs Il Generale Oscuro” si è dimostrato un’ottima opera, un seguito di poco inferiore al suo atto precedente solo per una piccola accelerazione degli eventi, ma che ha avuto una stupenda ripresa ed un meraviglioso finale, con personaggi ben caratterizzati ed uno stupendo stile grafico.
Se in “Shin Mazinger Zero” la passione per il genere da parte degli autori era presente, qua si palesa, per poi diventare parte della storia, creando un bellissimo tributo d’amore per il genere Mecha.
Voto: 9
Questo manga costituisce il seguito di "Shin Mazinger Zero", opera reboot con cui si riscrive l'originale trilogia (manga ed anime) di Mazinga Z di Go Nagai, composta da "Mazinger Z", "Great Mazinger" e "Ufo Robot Grendizer" (quest'ultimo meglio conosciuto da noi come "Ufo Robot Goldrake"). L'opera riprende dal finale di "Shin Mazinger Zero", ovvero con la vittoria di Koji Kabuto e del Mazinger Z contro il Dr.Hell e con la salvezza dell'ormai quasi completamente decimato genere umano. Proprio con gli eventi di questo finale si presentano nuovi nemici, che minacciano la pace mondiale da poco conquistata con la miracolosa ripresa dell'umanità: questi sono le Sette Armate di Micene, guidate dal Generale Oscuro; l'arrivo di nuovi nemici, però, scaturisce allo stesso tempo quello di un grandioso eroe, ovvero il Great Mazinger.
In “Shin Mazinger Zero vs Il Generale Oscuro” riappaiono molti dei personaggi che abbiamo già visto, come Koji Kabuto, Sayaka Yumi, Minerva X, ma ne compaiono anche di nuovi, come Tetsuya Tsurugi, Jun Hoono, Kenzo Kabuto ed ancora altri personaggi già conosciuti con la vecchia trilogia. Proprio come era già avvenuto nel prequel, anche qui Yoshiaki Tabata e Yuuki Yogo hanno fatto un’ottimo lavoro: la storia è interessate e (grazie alla grande “eredità” lasciata con “Shin Mazinger Zero”) ingrana molto velocemente già nel primo volume, con una narrazione dinamica ed un comparto grafico eccellente come già si era potuto constatare nell’opera precedente.
Lo stesso è stato fatto con la caratterizzazione dei personaggi, nuovi o vecchi, buoni o cattivi. Un’esempio è Tetsuya Tsurugi, caparbio e determinato, che in qualche momento riesce persino a rubare la scena al protagonista Koji e che (per una serie di eventi) viene rinnovato molto rispetto al Tetsuya che possiamo vedere nel “Great Mazinger” di Go Nagai o di Gosaku Ota.
Come lui, anche lo stesso protagonista Koji Kabuto ottiene un grosso approfondimento, ancora più di quanto già non fosse stato approfondito nel manga precedente, oppure anche Kenzo Kabuto (padre di Koji, ideatore del Great Mazinger e direttore dell’istituto di ricerca Fortezza delle Scienza, il quale ha cresciuto ed addestrato Jun e Tetsuya), che viene caratterizzato molto bene.
Grande pregio è infatti, sia in quest’opera che nella precedente, la completa rinnovazione dei personaggi, il quale risultano moderni.
Ottimo anche il Mecha design; che sia il Great o lo Zero non importa, perché per entrambi i casi non mancheranno assolutamente delle battaglie sceneggiate e/o disegnate molto bene, realizzate in maniera molto dinamica e caratterizzate da assurdi ed innumerevoli power-up.
Devo spendere, però, due parole sul finale, senza nessuna restrizione, per cui metto l’allerta spoiler in seguito e consiglio di passare avanti al pensiero finale per chi non ha letto e completato l’opera.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Dopo aver letto i primi 5 volumi, che reputo eccezionali e molto ben scritti, ed un sesto volume (purtroppo) molto sbrigativo e che accelera sulla narrazione dei fatti (il quale si salva per tutta la parte riguardante il passato del Gran Maresciallo Infernale, che altro non è che un redivivo Dr.Hell sottoforma di corpo astrale (formato dai fotoni del Raggio Fotonico con cui è stato sconfitto e mandato indietro nel tempo al di là delle dimensioni) e la sua compatibilità a livello di DNA con Juzo Kabuto) speravo in una ripresa negli ultimi due volumi.
Il settimo albo si è rivelato meraviglioso, a mio parere il migliore di questo “secondo atto” e tra i migliori di tutto il manga: la battaglia tra il Gran Maresciallo Infernale al comando del Mazinger Z (che perde il controllo e si trasforma in Mazinger Zero) ed il Great Mazinger (pilotato da innumerevoli Brain Condor contenente altrettanti cloni di Tetsuya), il sacrificio di Tetsuya nel non arrestare la marcia di Koji, l’ennesimo reset del mondo tramite il Rust Hurricane Fotonico di Minerva X, il passato di Koji, il suo completo recupero dei ricordi, la sconfitta di Hell ed il finto finale, il decadimento di Koji e della famiglia Kabuto, il suo viaggio nelle dimensioni insieme all’altro se stesso e la sua impotenza dinanzi al destino ed alla successione dei fatti dettata dallo Zero, destinato a diventare un dio.
Un volume fantastico, che mi ha portato a sperare in un buon finale ed in un ultimo buon volume.
L’ottavo ed ultimo albo si apre con lo scontro tra Z e Zero preannunciato nel precedente, scontro che ovviamente vede vittorioso lo Zero, e l’unione di tutte le dimensioni spazio-tempo-parallele che abbiamo visto finora. Questa (praticamente) una scelta molto azzardata, sen non suicida (ciò che pensavo mentre leggevo il volume).
Koji si risveglia in classe (proprio nelle stesse scene come all’inizio del manga) privo di memoria, trasportato in un mondo in cui Mazinger Z è un’icona mondiale celebre e salda, un pilastro dell’economia fumettistica e dell’animazione non del solo Giappone ma di tutto il mondo, un simbolo che nessuno accetta di veder perdere.
Koji (il quale è ormai un normale liceale) pur senza memoria, sente di aver combattuto qualcosa a bordo del Mazinger Z, fino ad allora, in delle vite passate, quando,una sera, incontra Tetsuya, che gli fa ricordare il Generale Oscuro e della sconfitta che questo ha apportato allo Z.
Così Koji, insieme all’aiuto di Tetsuya, crea un film indipendente in cui l’Invincibile Mazinger Z viene sconfitto dal Generale Oscuro, con cui segue poi l’apparizione del Great Mazinger.
Kabuto pubblica l’operato su Internet ed in poco meno di un giorno raggiunge un gigantesco numero di visualizzazioni, che lo spingono, insieme a Tsurugi, ad essere sempre più creativo: ricorda il Gran Maresciallo Infernale, Micene ed insieme a lui si uniscono altre persone da tutto il mondo, che grazie alla rete creano le loro proprie storie, fino a quando Koji , Tetsuya e pian piano tutti coloro che collaboravano a questa storia (trasportati dalla creatività e trasformati in fotoni) si ritroveranno all’interno del Mazinger Zero, accanto a tutti gli Z distrutti in tutti gli universi vissuti fino ad ora.
Lentamente, il Mazinger Z di fotoni con a bordo Koji ed il Great con Tetsuya verranno raggiunti da “spiriti di fotoni di luce” che lo Zero non può nemmeno concepire. Questi esseri di luce, questi “guerrieri che hanno potuto superare i limiti dell’immaginazione” che appaiono non sono altro che Mecha di altre serie: Grendizer, Getter Robot, Jeeg, tutti robot di altre serie Nagaiane. E non solo. Raideen, Combattler V, Vultes V, Zambot 3, Daitarn 3, General Daimos, Gundam, l’Eva 01 e tanti altri (che nemmeno sono riuscito a riconoscere), Tutti insieme, attaccano il Mazinger Zero, il quale viene finalmente sconfitto.
Il destino è stato finalmente spezzato.
Un mondo in un cui Mazinger Z non perdeva mai lascia spazio ad uno in cui ci sono innumerevoli possibilità, un mondo che tutti noi dobbiamo volere.
“Innanzitutto queste possibilità sono nate dentro di te. Per questo tu, Mazinger Zero…tu non hai perso. Hai vinto”.
Queste parole, che pronuncia Koji Kabuto, lasciano spazio alla sconfitta dello Zero e ad un Big Bang (come anche preannuncia il titolo del capitolo stesso) per poi arrivare all’ultima pagina e leggere “Dedichiamo questo manga a tutte le appassionanti opere sui robot” - “Shin Mazinger Zero vs Il Generale Oscuro - Fine”.
Per un appassionato di opere Mecha come me, leggere quel finale è stata un epifania, come un sogno che si avverava. Vedere tutti quei famosissimi robottoni, non solo di Go Nagai, anzi, che hanno segnato un periodo ed una storia nell’animazione giapponese e che hanno fatto sognare innumerevoli tra bambini ed adulti di tutto il mondo. Wow.
Le parole di Koji Kabuto poi, che stanno come ad indicare il vero valore che Mazinga Z ha avuto nella storia del fumetto giapponese, rivoluzionando un genere e diventando il capostipite del robot pilotabile dall’interno.
Fine parte contenente spoiler
Pensiero finale
“Shin Mazinger Zero vs Il Generale Oscuro” si è dimostrato un’ottima opera, un seguito di poco inferiore al suo atto precedente solo per una piccola accelerazione degli eventi, ma che ha avuto una stupenda ripresa ed un meraviglioso finale, con personaggi ben caratterizzati ed uno stupendo stile grafico.
Se in “Shin Mazinger Zero” la passione per il genere da parte degli autori era presente, qua si palesa, per poi diventare parte della storia, creando un bellissimo tributo d’amore per il genere Mecha.
Voto: 9