Recensione
“La Leggenda Del Drago Segreto - Jeeg Hiryuden” è un manga seinen scritto e disegnato da Shinobu Kaze, pubblicato episodicamente in versione digitale nella sezione “special” del sito di Dynamic Planning. In Italia è edito in un volume unico per JPop.
Parto col dire che sono rimasto piacevolmente sorpreso da questo “Jeeg Hiryuden”: funge da remake del manga originale (creato nel 1975 dalla coppia Go Nagai/Tatsuya Yasuda) e ci porta in un mondo moderno in cui Hiroshi Shiba, dopo aver sconfitto la Regina Himika, deve vedersela con i sopravvissuti dell’Impero Jamatai (che, con la sconfitta di Himika, si sono trasformati e mischiati tra gli umani, continuando a bramare la sconfitta di Jeeg) e Ryuma (che intende prendere possesso del pianeta Terra).
Qui ritroviamo molti dei vecchi personaggi già comparsi nel manga o nella serie animata, come Hiroshi, lo stesso Jeeg d’Acciaio, Himika, Mayumi, la madre Kikue, Ryuma (tutti aventi ricevuto un meraviglioso restyling grafico che li immedesima perfettamente in un Giappone contemporaneo) ma ne troviamo anche di nuovi, come il nonno di Hiroshi ed i compagni Keisuke Ashihara e Ran Yagami; questi ultimi due, insieme ad un turbato (per colpa di numerose visioni) ed ormai esausto Hiroshi Shiba, hanno una bella caratterizzazione.
Apparte la presenza dei vecchi personaggi (e la loro funzione)
non ci sono particolari rimandi, né al manga originale né alla serie animata, forse l’unico tra questi è la figura di Ryuma (il quale nel manga originale viene esser definito un conquistatore spaziale dalle pretese divine e qui, a primo contatto con gli umani, è stato adorato e considerato come un Dio da questi ultimi).
L’autore, Shinobu Kaze, è un assistente di Go Nagai ed entrò a far parte dello staff di Dynamic Planning a fine anni ‘60, debuttando nel 1970 con il gag-manga “One-Dollar Hospital”. Insieme ad assistenti del calibro di Gosaku Ota o Ken Ishikawa, anche Kaze ha contribuito alla creazione di vari mostri nemici delle serie mecha Nagaiane, come la trilogia dei Mazinger.
Purtroppo, tranne per “Jeeg Hiryuden”, nessuna sua opera è stata finora (scrivo la recensione a gennaio 2023) pubblicata in Italia, benché al contrario in America sia ben conosciuto per diverse storie brevi pubblicate sulla rivista “Heavy Metal” (storie che poi ritroviamo nella raccolta dell’autore stesso “Violence e Peace”).
Il tratto di Kaze è definito e pulito, a tratti particolarmente psichedelico: l’impaginazione, la struttura delle tavole, come anche lo stesso stile dell’autore, hanno delle caratteristiche “occidentali”; Kaze, infatti, prende molta ispirazione ed influenza dall’artista e fumettista francese Philippe Druillet.
Bizzarro è anche il suo modo di lavorare: disegna senza un preciso progetto, rintanandosi all’intendo di una piramide di cartone, che ha in casa, per far fluire i suoi fluidi astrali; i redattori poi, se necessitano, chiedono modifiche nel processo creativo solamente più avanti.
PENSIERO FINALE
Insomma, reputo questo “La Leggenda Del Drago Segreto - Jeeg Hiryuden” un coraggioso tentativo (ben riuscito) di riscrivere da 0 un’icona come Jeeg in una maniera completamente nuova, non semplicemente aggiungendo caratteri sulla base di quelli già presenti, bensì creandone di nuovi. Seppur la storia inizialmente sembrasse dover esser sviluppata come una miniserie, Kaze la ha resa perfettamente godibile in un unico volume, e la sua arte allucinogena funge da perfetta ciliegina sulla torta. Perciò ne consiglio la lettura, ma solo dopo aver letto il manga originale o aver visto la serie animata degli anni ‘70
Voto finale: 8
Parto col dire che sono rimasto piacevolmente sorpreso da questo “Jeeg Hiryuden”: funge da remake del manga originale (creato nel 1975 dalla coppia Go Nagai/Tatsuya Yasuda) e ci porta in un mondo moderno in cui Hiroshi Shiba, dopo aver sconfitto la Regina Himika, deve vedersela con i sopravvissuti dell’Impero Jamatai (che, con la sconfitta di Himika, si sono trasformati e mischiati tra gli umani, continuando a bramare la sconfitta di Jeeg) e Ryuma (che intende prendere possesso del pianeta Terra).
Qui ritroviamo molti dei vecchi personaggi già comparsi nel manga o nella serie animata, come Hiroshi, lo stesso Jeeg d’Acciaio, Himika, Mayumi, la madre Kikue, Ryuma (tutti aventi ricevuto un meraviglioso restyling grafico che li immedesima perfettamente in un Giappone contemporaneo) ma ne troviamo anche di nuovi, come il nonno di Hiroshi ed i compagni Keisuke Ashihara e Ran Yagami; questi ultimi due, insieme ad un turbato (per colpa di numerose visioni) ed ormai esausto Hiroshi Shiba, hanno una bella caratterizzazione.
Apparte la presenza dei vecchi personaggi (e la loro funzione)
non ci sono particolari rimandi, né al manga originale né alla serie animata, forse l’unico tra questi è la figura di Ryuma (il quale nel manga originale viene esser definito un conquistatore spaziale dalle pretese divine e qui, a primo contatto con gli umani, è stato adorato e considerato come un Dio da questi ultimi).
L’autore, Shinobu Kaze, è un assistente di Go Nagai ed entrò a far parte dello staff di Dynamic Planning a fine anni ‘60, debuttando nel 1970 con il gag-manga “One-Dollar Hospital”. Insieme ad assistenti del calibro di Gosaku Ota o Ken Ishikawa, anche Kaze ha contribuito alla creazione di vari mostri nemici delle serie mecha Nagaiane, come la trilogia dei Mazinger.
Purtroppo, tranne per “Jeeg Hiryuden”, nessuna sua opera è stata finora (scrivo la recensione a gennaio 2023) pubblicata in Italia, benché al contrario in America sia ben conosciuto per diverse storie brevi pubblicate sulla rivista “Heavy Metal” (storie che poi ritroviamo nella raccolta dell’autore stesso “Violence e Peace”).
Il tratto di Kaze è definito e pulito, a tratti particolarmente psichedelico: l’impaginazione, la struttura delle tavole, come anche lo stesso stile dell’autore, hanno delle caratteristiche “occidentali”; Kaze, infatti, prende molta ispirazione ed influenza dall’artista e fumettista francese Philippe Druillet.
Bizzarro è anche il suo modo di lavorare: disegna senza un preciso progetto, rintanandosi all’intendo di una piramide di cartone, che ha in casa, per far fluire i suoi fluidi astrali; i redattori poi, se necessitano, chiedono modifiche nel processo creativo solamente più avanti.
PENSIERO FINALE
Insomma, reputo questo “La Leggenda Del Drago Segreto - Jeeg Hiryuden” un coraggioso tentativo (ben riuscito) di riscrivere da 0 un’icona come Jeeg in una maniera completamente nuova, non semplicemente aggiungendo caratteri sulla base di quelli già presenti, bensì creandone di nuovi. Seppur la storia inizialmente sembrasse dover esser sviluppata come una miniserie, Kaze la ha resa perfettamente godibile in un unico volume, e la sua arte allucinogena funge da perfetta ciliegina sulla torta. Perciò ne consiglio la lettura, ma solo dopo aver letto il manga originale o aver visto la serie animata degli anni ‘70
Voto finale: 8