Recensione
Run Away With Me, Girl
8.0/10
"Non sei più un'adolescente."
È questa la frase che le ripete più volte Tazune Tonoike, fidanzato della nostra protagonista Midori Oonishi, quando scopre la sua relazione con la sua vecchia compagna delle superiori.
Come se l'omosessualità non esistesse, come se fosse solo un modo per sperimentare durante gli anni della scuola, ma arrivati al diploma, bisogna crescere, sposarsi (con una persona dell'altro sesso, ovviamente) e fare figli.
È forse questa la cosa che mi è rimasta più impressa. La bellissima storia d'amore, infatti, passa quasi in secondo piano con tutti i temi importanti che vengono affrontati. Primo fra tutti la violenza fisica, ma soprattutto mentale che il fidanzato ha contro Midori: le ripete in continuazione che non capisce come ha fatto a diventare la responsabile nel suo lavoro, che non è molto intelligente e che deve ringraziare il suo bel faccino.
Midori non vuole lasciarlo, per paura di rimanere sola. Solo che piano piano capisce di sentirsi sempre sola, anche quando è in mezzo alla gente. Non si sente così solo quando si trova con Momo, sua compagna delle superiori e con la quale aveva un rapporto speciale quando andavano a scuola.
Dall'altra parte, Momo ha accettato la sua omosessualità, anche se non ne ha parlato con nessuno, se non con una amica conosciuta online, Komari, con la quale si scambia numerose e lunghe chiamate.
Bellissimo è il suo percorso di crescita: è una persona alla quale poco importa di ogni cosa, non riesce mai a prendere una decisione o a farsi valere, ma nel momento cruciale, si impone proprio per amore di Midori.
Una menzione speciale va proprio a Komari, esempio di adolescente omosessuale che non sa come affrontare la cosa e protagonista degli ultimi due capitoli veramente dolcissimi che ci fanno vedere il futuro dei nostri personaggi!
È questa la frase che le ripete più volte Tazune Tonoike, fidanzato della nostra protagonista Midori Oonishi, quando scopre la sua relazione con la sua vecchia compagna delle superiori.
Come se l'omosessualità non esistesse, come se fosse solo un modo per sperimentare durante gli anni della scuola, ma arrivati al diploma, bisogna crescere, sposarsi (con una persona dell'altro sesso, ovviamente) e fare figli.
È forse questa la cosa che mi è rimasta più impressa. La bellissima storia d'amore, infatti, passa quasi in secondo piano con tutti i temi importanti che vengono affrontati. Primo fra tutti la violenza fisica, ma soprattutto mentale che il fidanzato ha contro Midori: le ripete in continuazione che non capisce come ha fatto a diventare la responsabile nel suo lavoro, che non è molto intelligente e che deve ringraziare il suo bel faccino.
Midori non vuole lasciarlo, per paura di rimanere sola. Solo che piano piano capisce di sentirsi sempre sola, anche quando è in mezzo alla gente. Non si sente così solo quando si trova con Momo, sua compagna delle superiori e con la quale aveva un rapporto speciale quando andavano a scuola.
Dall'altra parte, Momo ha accettato la sua omosessualità, anche se non ne ha parlato con nessuno, se non con una amica conosciuta online, Komari, con la quale si scambia numerose e lunghe chiamate.
Bellissimo è il suo percorso di crescita: è una persona alla quale poco importa di ogni cosa, non riesce mai a prendere una decisione o a farsi valere, ma nel momento cruciale, si impone proprio per amore di Midori.
Una menzione speciale va proprio a Komari, esempio di adolescente omosessuale che non sa come affrontare la cosa e protagonista degli ultimi due capitoli veramente dolcissimi che ci fanno vedere il futuro dei nostri personaggi!