Recensione
In the Flow of Time
7.0/10
Ammetto di aver comprato questo manga spinta più dalla bellezza del box che dalla trama stessa. Il box è bellissimo in ogni sua parte e contiene i due volumi del manga e una cartolina con i due protagonisti della storia. I volumi presentano alcune pagine a colori e nel primo, un piccolo poster. E, io che sono fissata col guardare cosa c'è sotto le sovra-copertine, ho scoperto una bellissima immagine nella sotto-coperta del primo volume!
Ma passiamo alla storia! Shiro è uno studente delle superiori che da poco ha perso suo nonno, unica figura che si occupava di lui. Un giorno, mentre provava a far volare un aeroplanino di quando era piccolo, soccorre un ragazzo vestito da pilota che non si ricorda niente, né da dove viene né il suo nome, così Shiro decide di ospitarlo a casa sua e di chiamarlo Kiku, in onore di suo nonno.
Parte così una dolcissima convivenza dove i due ragazzi, complici anche gli incubi di Kiku, si avvicineranno sempre di più e scopriranno, passo dopo passo, sempre più cose l'uno dell'altro.
Ma mentre si leggono i due volumi, si ha sempre il sentore di qualcosa che non quadra.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Kiku non solo era vestito in modo strano, ma non conosce la maggior parte degli oggetti tecnologici che ci sono oggi; sembra quasi che venga da un'altra epoca! E questo dà origine a molti siparietti comici!
Inoltre la "presenza" del nonno è ingombrante e aleggia sempre intorno ai due protagonisti. Quello che temevo potesse succedere si è, infine, avverato.
Il finale lascia aperta l'interpretazione al lettore e la mente di ognuno di noi può vagare dove vuole. Aggiungo solo che quando ho letto l'ultima pagina, ho pensato alle parole che Kiku dice a Shiro: "Sei stato tu a chiamarmi, Shiro. Tu mi hai chiamato... e io sono venuto per te..."
Ma passiamo alla storia! Shiro è uno studente delle superiori che da poco ha perso suo nonno, unica figura che si occupava di lui. Un giorno, mentre provava a far volare un aeroplanino di quando era piccolo, soccorre un ragazzo vestito da pilota che non si ricorda niente, né da dove viene né il suo nome, così Shiro decide di ospitarlo a casa sua e di chiamarlo Kiku, in onore di suo nonno.
Parte così una dolcissima convivenza dove i due ragazzi, complici anche gli incubi di Kiku, si avvicineranno sempre di più e scopriranno, passo dopo passo, sempre più cose l'uno dell'altro.
Ma mentre si leggono i due volumi, si ha sempre il sentore di qualcosa che non quadra.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Kiku non solo era vestito in modo strano, ma non conosce la maggior parte degli oggetti tecnologici che ci sono oggi; sembra quasi che venga da un'altra epoca! E questo dà origine a molti siparietti comici!
Inoltre la "presenza" del nonno è ingombrante e aleggia sempre intorno ai due protagonisti. Quello che temevo potesse succedere si è, infine, avverato.
Il finale lascia aperta l'interpretazione al lettore e la mente di ognuno di noi può vagare dove vuole. Aggiungo solo che quando ho letto l'ultima pagina, ho pensato alle parole che Kiku dice a Shiro: "Sei stato tu a chiamarmi, Shiro. Tu mi hai chiamato... e io sono venuto per te..."