Recensione
Patlabor Reboot
9.0/10
"Patlabor Reboot" è un cortometraggio animato del 2016 che rappresenta, al momento, l'ultima "incarnazione" del franchise di "Patlabor".
Si potrebbe definire in poche parole come "Patlabor ai tempi dei social media": come nelle opere precedenti, si vedono in azione i possenti robot Ingram AV-98 della Seconda Sezione Veicoli Speciali della Polizia Metropolitana di Tokyo, per cercare di fermare le azioni criminose compiute utilizzando robot da costruzione, comunemente detti "labor". Se nel manga e nell'anime classici l'operato della sezione era talvolta sotto accusa da parte di stampa e televisione per i metodi eccessivamente distruttivi usati nelle missioni, qui si può immaginare che i responsabili siano ancora più spesso sulla graticola, a causa dei privati cittadini che filmano le azioni dei labor e le condividono in tempo reale su Niconico (popolare sito giapponese di "hosting" per videoclip, che, guarda caso, ha ospitato anche il cortometraggio).
Se i modelli di "patrol labor" usati dalla polizia sono identici a quelli già noti dai fan, non così è per i loro piloti, che sono dei personaggi nuovi: si notano un giovane novellino piuttosto insicuro, ma coordinato da un'ufficiale che sa il fatto suo, e un'agente donna più esperta. Un riferimento al "vecchio capitano" fa pensare che la storia possa essere in continuità con la serie originale, a dispetto di quanto lo stesso titolo possa suggerire.
Già le serie del 1988-90 erano nettamente al di sopra della media dell'animazione televisiva di quegli anni, ma di questo cortometraggio si può dire che è visivamente superbo, grazie anche alla grafica poligonale che permette di rendere fluide delle animazioni molto più difficili da realizzare manualmente. Il character design, di taglio sostanzialmente realistico, è ispirato chiaramente alle serie precedenti.
Attualmente risulta essere in cantiere una nuova serie di "Patlabor" chiamata "Patlabor EZY", ma non è chiaro se si baserà sui personaggi visti nel cortometraggio e sul suo comparto grafico.
Si potrebbe definire in poche parole come "Patlabor ai tempi dei social media": come nelle opere precedenti, si vedono in azione i possenti robot Ingram AV-98 della Seconda Sezione Veicoli Speciali della Polizia Metropolitana di Tokyo, per cercare di fermare le azioni criminose compiute utilizzando robot da costruzione, comunemente detti "labor". Se nel manga e nell'anime classici l'operato della sezione era talvolta sotto accusa da parte di stampa e televisione per i metodi eccessivamente distruttivi usati nelle missioni, qui si può immaginare che i responsabili siano ancora più spesso sulla graticola, a causa dei privati cittadini che filmano le azioni dei labor e le condividono in tempo reale su Niconico (popolare sito giapponese di "hosting" per videoclip, che, guarda caso, ha ospitato anche il cortometraggio).
Se i modelli di "patrol labor" usati dalla polizia sono identici a quelli già noti dai fan, non così è per i loro piloti, che sono dei personaggi nuovi: si notano un giovane novellino piuttosto insicuro, ma coordinato da un'ufficiale che sa il fatto suo, e un'agente donna più esperta. Un riferimento al "vecchio capitano" fa pensare che la storia possa essere in continuità con la serie originale, a dispetto di quanto lo stesso titolo possa suggerire.
Già le serie del 1988-90 erano nettamente al di sopra della media dell'animazione televisiva di quegli anni, ma di questo cortometraggio si può dire che è visivamente superbo, grazie anche alla grafica poligonale che permette di rendere fluide delle animazioni molto più difficili da realizzare manualmente. Il character design, di taglio sostanzialmente realistico, è ispirato chiaramente alle serie precedenti.
Attualmente risulta essere in cantiere una nuova serie di "Patlabor" chiamata "Patlabor EZY", ma non è chiaro se si baserà sui personaggi visti nel cortometraggio e sul suo comparto grafico.