Recensione
Fūfu Kōkan
1.0/10
Cosa potrebbe mai accadere a due coppie sposate, amiche fin dall’infanzia, che decidono di recarsi alle terme per un week end di svago?
Confronto d’idee sull’attuale situazione politica? No.
Una rimpatriata per ricordare i vecchi tempi? Forse.
Dimostrare che il matrimonio va a gonfie vele decidendo di praticare molteplici, non programmati, confusi e poco chiari scambi di coppia?
Ma certo!
Benvenuti alla brutta sauna delle situazioni promiscue, teatro di una miniserie di (fortunatamente) solo 8 episodi da 5 minuti l’uno, dove gli episodi di troppo sono proprio 8, e l’unica cosa decente rivela essersi la sigla di chiusura.
Un hentai in piena regola dove il più intrigante e piccante dei tabù è… avere una trama! La sua assenza è una certezza, se non si considera quel miserabile accenno di pseudo introspezione focalizzato su insicurezze e paranoie riguardo le due coppie; elementi che evaporano lesti, appena scatta l’opportunità d’ingropparsi come ricci nel periodo dell’ammmoreh selvaggio.
Fra questi quattro individui molto confusi e molto ingrifati, troviamo com’era prevedibile due banalissimi cliché: il primo si rispecchia nel maschio quasi-alfa in carriera, popolare da giovane come da adulto, sposato con la banale super maggiorata che chiameremo “A”; il secondo è idealizzato nell’altro maschio adulto super dotato (cosa che ovviamente il primo maschio alfa non saprà mai), consorte della seconda mega maggiorata che chiameremo “B”.
In queste due coppie assortite mancano totalmente il senno, la razionalità e la correlazione fra rispetto reciproco e azioni pratiche: si passa da momenti di dolce amicizia e brevissime riflessioni sull’importanza delle relazioni a sveltine improvvise, indecisioni catartiche e coiti casuali in ogni angolo delle terme.
E fin qui sarebbe accettabile, essendo questo un hentai. Ma, e sembra impossibile, la resa grafica di queste ridicole premesse è incredibilmente peggiore dei contenuti.
Cominciamo dalla censura.
Beata, sacra e purificante censura made in Japan (sì, lo sappiamo come funziona). L’ultima volta che ho visto visti tutti quei pixel in primo piano era il 1993, a mezzo metro dal televisore Mivar in camera da letto, giocando a Sonic su Sega Megadrive. Visto che comunque sempre di Sega si tratta, va sottolineato che, un prodotto come questo - un anime erotico con deficit estetici gravi – risulta un’offesa diretta al sacro rito dell’onanismo.
Le animazioni appaiono povere, gli sfondi troppo simili, appena sufficienti, sempre tinti da un alone di un vago ed irritante color pesca. L’erotismo appare plastificato, striminzito, preconfezionato.
I “protagonisti” sembrano quasi essere consapevoli di vivere in un film erotico di serie C, ed i tentativi di standardizzare le ragazze sotto il classico leitmotiv finto-imbarazzato / voluttuoso-timoroso rende ogni cosa ancor più odiosa e stupida.
Il comparto sonoro è quasi inesistente, se si esclude la sigla di chiusura, l’unica cosa veramente apprezzabile di questa pornoimmondizia. I suoni sono sempre gli stessi, ed il ventaglio audio (che dovrebbe aiutare ad immedesimare lo spettatore) è spesso irritante ed insopportabile.
Sono tutte signore dell’alta aristocrazia borghese, c’è anche qualche grande nome
È proprio la parte tecnica a deludere enormemente (non che la costruzione dell’episodio ed il climax siano resi in modo ottimale, anzi…).
L’erotismo, che dovrebbe essere arte, è qui invece un misto di banalità e idee rese nel peggior modo possibile.
Le scene di cunnilingus sono fra le peggiori in assoluto, di un imbarazzo potentissimo, (il Cringiometro di Vegeta segnerebbe un over 999999999999999). I maschietti hanno le stesse, sensualissime movenze di un formichiere intento a slinguazzare dei Polaretti Dolfin, e più tali scene si protraggono, più tutto sembra divenire molto simile all’iconica scena di “Scemo e più scemo”, quando Carrey, con espressione ricca di disagio, rimane attaccato con la lingua al palo di ferro ghiacciato. I gemiti delle procaci A e B che accompagnano tali movenze sono solo di tre tipi, riprodotti a rotazione casuale.
E poi, il seno. Oh, si, che rapporto tumultuoso e chimerico, i nipponici e i seni.
I seni delle supermaggiorate A e B sono alla pari di gigantesche gelatine che non subiscono le normali leggi della fisica, rimbalzando con un ritmo differente dal resto dei corpi tridimensionali che li circondano. Questi palloncini muniti di interruttore paiono talvolta corpi estranei in movimento asincrono rispetto a tutto il resto, e ciò, più che eccitare, confonde e stranisce.
Ah già, la penetrazione.
Vorrei tanto sapere perché diavolo i due stalloni da sauna devono sistematicamente annunciare la penetrazione imminente (in modo stupido e imbarazzante, per altro!) Perché? Sono le terme, non la Stazione Roma Termini, non c’è bisogno di annunciare ogni arrivo!!
Ma veniamo alla cosa più odiosa di tutte: i gemiti delle due sciattone.
Non ansimano: belano sotto tortura. Un ventriloquio delle risate del Joker di Nolan misto a lamenti di tenniste professioniste.
Se inizialmente potrebbe anche suscitare un minimo d’eccitazione (per carità siamo tutti diversi, con gusti diversi e fantasie diverse), col passare dei secondi, la ripetizione di questi lamenti diviene inesorabilmente insopportabile. Speri che l’agonia finisca presto, che queste pecore sgozzate smettano di belare, ma figuriamoci: i due minuti di coito più lunghi e irritanti della storia. Qualsiasi movimento o sollecitazione il partner faccia, la reazione di lei è sempre la stessa: un capretto all’altare sacrificale che bela, sofferente, cigolante, spezzettato. Ben due minuti, signore! Ben due!
Riassumendo: che il capretto sia sacrificato! Sia lode all’oscuro dio delle eiaculazioni precoci.
Coito ergo cum
Non c’è hentai senza eiaculazione. Legge basilare.
Sebbene i rigorosissimi pixel che ci riportano ai bei tempi andati del SEGA Megadrive non ci permettano di apprezzare quasi niente, durante il climax i rumori che riusciamo a distinguere ci indicano litri e litri e litri e litri di umori. Come già è stato lasciato intendere, questi due tizi durano si e no due minuti e mezzo sigaretta compresa (…scambiarsi i partner non è servito a niente eh, care super maggiorate A e B!), ma a fronte di tanta precocità, ogni fine episodio rischiano la disidratazione, mentre annunciano ogni benedetta volta “non riesco a trattenermi!”.
Maledetta Roma Termini.
A conti fatti, è proprio l’irreale meccanicità di tutte queste scene a rendere Fufu Kokan veramente pessimo.
I personaggi paiono svitati, bipolari, attori di un film hard che sanno di essere attori all’interno di un film hard, dissociati e svagati. Piangono, si fanno scrupoli di coscienza, tradiscono, godono, si disperano, si accoppiano ancora per ben due minuti e mezzo, si disidratano manco Sinner-Djokovic al quinto set, mentre annunciano le coincidenze fra partenze e arrivi (ah, Roma Termini!), poi gridano di nuovo, e infine tornano a comportarsi come se niente fosse, facendo la vita di tutti i giorni.
Il tutto confezionato da animazioni ridicole, movimenti che ricordano inquietanti marionette per niente fluide e piuttosto raccapriccianti.
La ciliegina sulla Pie con tanto di Cream sono, come già accennato, i penosi discorsi sull’affiatamento di coppia, fuori contesto e fuori da ogni logica.
Un hentai "smut" dovrebbe trattenere, trastullare e, chiaramente intrigare. Fufu Kokan è eccitante come un 730 da compilare quando hai già un mutuo di trent’anni sulle spalle e sono appena cominciate le rate della macchina nuova.
Orrendo.
Odioso.
Non guardatelo!
Confronto d’idee sull’attuale situazione politica? No.
Una rimpatriata per ricordare i vecchi tempi? Forse.
Dimostrare che il matrimonio va a gonfie vele decidendo di praticare molteplici, non programmati, confusi e poco chiari scambi di coppia?
Ma certo!
Benvenuti alla brutta sauna delle situazioni promiscue, teatro di una miniserie di (fortunatamente) solo 8 episodi da 5 minuti l’uno, dove gli episodi di troppo sono proprio 8, e l’unica cosa decente rivela essersi la sigla di chiusura.
Un hentai in piena regola dove il più intrigante e piccante dei tabù è… avere una trama! La sua assenza è una certezza, se non si considera quel miserabile accenno di pseudo introspezione focalizzato su insicurezze e paranoie riguardo le due coppie; elementi che evaporano lesti, appena scatta l’opportunità d’ingropparsi come ricci nel periodo dell’ammmoreh selvaggio.
Fra questi quattro individui molto confusi e molto ingrifati, troviamo com’era prevedibile due banalissimi cliché: il primo si rispecchia nel maschio quasi-alfa in carriera, popolare da giovane come da adulto, sposato con la banale super maggiorata che chiameremo “A”; il secondo è idealizzato nell’altro maschio adulto super dotato (cosa che ovviamente il primo maschio alfa non saprà mai), consorte della seconda mega maggiorata che chiameremo “B”.
In queste due coppie assortite mancano totalmente il senno, la razionalità e la correlazione fra rispetto reciproco e azioni pratiche: si passa da momenti di dolce amicizia e brevissime riflessioni sull’importanza delle relazioni a sveltine improvvise, indecisioni catartiche e coiti casuali in ogni angolo delle terme.
E fin qui sarebbe accettabile, essendo questo un hentai. Ma, e sembra impossibile, la resa grafica di queste ridicole premesse è incredibilmente peggiore dei contenuti.
Cominciamo dalla censura.
Beata, sacra e purificante censura made in Japan (sì, lo sappiamo come funziona). L’ultima volta che ho visto visti tutti quei pixel in primo piano era il 1993, a mezzo metro dal televisore Mivar in camera da letto, giocando a Sonic su Sega Megadrive. Visto che comunque sempre di Sega si tratta, va sottolineato che, un prodotto come questo - un anime erotico con deficit estetici gravi – risulta un’offesa diretta al sacro rito dell’onanismo.
Le animazioni appaiono povere, gli sfondi troppo simili, appena sufficienti, sempre tinti da un alone di un vago ed irritante color pesca. L’erotismo appare plastificato, striminzito, preconfezionato.
I “protagonisti” sembrano quasi essere consapevoli di vivere in un film erotico di serie C, ed i tentativi di standardizzare le ragazze sotto il classico leitmotiv finto-imbarazzato / voluttuoso-timoroso rende ogni cosa ancor più odiosa e stupida.
Il comparto sonoro è quasi inesistente, se si esclude la sigla di chiusura, l’unica cosa veramente apprezzabile di questa pornoimmondizia. I suoni sono sempre gli stessi, ed il ventaglio audio (che dovrebbe aiutare ad immedesimare lo spettatore) è spesso irritante ed insopportabile.
Sono tutte signore dell’alta aristocrazia borghese, c’è anche qualche grande nome
È proprio la parte tecnica a deludere enormemente (non che la costruzione dell’episodio ed il climax siano resi in modo ottimale, anzi…).
L’erotismo, che dovrebbe essere arte, è qui invece un misto di banalità e idee rese nel peggior modo possibile.
Le scene di cunnilingus sono fra le peggiori in assoluto, di un imbarazzo potentissimo, (il Cringiometro di Vegeta segnerebbe un over 999999999999999). I maschietti hanno le stesse, sensualissime movenze di un formichiere intento a slinguazzare dei Polaretti Dolfin, e più tali scene si protraggono, più tutto sembra divenire molto simile all’iconica scena di “Scemo e più scemo”, quando Carrey, con espressione ricca di disagio, rimane attaccato con la lingua al palo di ferro ghiacciato. I gemiti delle procaci A e B che accompagnano tali movenze sono solo di tre tipi, riprodotti a rotazione casuale.
E poi, il seno. Oh, si, che rapporto tumultuoso e chimerico, i nipponici e i seni.
I seni delle supermaggiorate A e B sono alla pari di gigantesche gelatine che non subiscono le normali leggi della fisica, rimbalzando con un ritmo differente dal resto dei corpi tridimensionali che li circondano. Questi palloncini muniti di interruttore paiono talvolta corpi estranei in movimento asincrono rispetto a tutto il resto, e ciò, più che eccitare, confonde e stranisce.
Ah già, la penetrazione.
Vorrei tanto sapere perché diavolo i due stalloni da sauna devono sistematicamente annunciare la penetrazione imminente (in modo stupido e imbarazzante, per altro!) Perché? Sono le terme, non la Stazione Roma Termini, non c’è bisogno di annunciare ogni arrivo!!
Ma veniamo alla cosa più odiosa di tutte: i gemiti delle due sciattone.
Non ansimano: belano sotto tortura. Un ventriloquio delle risate del Joker di Nolan misto a lamenti di tenniste professioniste.
Se inizialmente potrebbe anche suscitare un minimo d’eccitazione (per carità siamo tutti diversi, con gusti diversi e fantasie diverse), col passare dei secondi, la ripetizione di questi lamenti diviene inesorabilmente insopportabile. Speri che l’agonia finisca presto, che queste pecore sgozzate smettano di belare, ma figuriamoci: i due minuti di coito più lunghi e irritanti della storia. Qualsiasi movimento o sollecitazione il partner faccia, la reazione di lei è sempre la stessa: un capretto all’altare sacrificale che bela, sofferente, cigolante, spezzettato. Ben due minuti, signore! Ben due!
Riassumendo: che il capretto sia sacrificato! Sia lode all’oscuro dio delle eiaculazioni precoci.
Coito ergo cum
Non c’è hentai senza eiaculazione. Legge basilare.
Sebbene i rigorosissimi pixel che ci riportano ai bei tempi andati del SEGA Megadrive non ci permettano di apprezzare quasi niente, durante il climax i rumori che riusciamo a distinguere ci indicano litri e litri e litri e litri di umori. Come già è stato lasciato intendere, questi due tizi durano si e no due minuti e mezzo sigaretta compresa (…scambiarsi i partner non è servito a niente eh, care super maggiorate A e B!), ma a fronte di tanta precocità, ogni fine episodio rischiano la disidratazione, mentre annunciano ogni benedetta volta “non riesco a trattenermi!”.
Maledetta Roma Termini.
A conti fatti, è proprio l’irreale meccanicità di tutte queste scene a rendere Fufu Kokan veramente pessimo.
I personaggi paiono svitati, bipolari, attori di un film hard che sanno di essere attori all’interno di un film hard, dissociati e svagati. Piangono, si fanno scrupoli di coscienza, tradiscono, godono, si disperano, si accoppiano ancora per ben due minuti e mezzo, si disidratano manco Sinner-Djokovic al quinto set, mentre annunciano le coincidenze fra partenze e arrivi (ah, Roma Termini!), poi gridano di nuovo, e infine tornano a comportarsi come se niente fosse, facendo la vita di tutti i giorni.
Il tutto confezionato da animazioni ridicole, movimenti che ricordano inquietanti marionette per niente fluide e piuttosto raccapriccianti.
La ciliegina sulla Pie con tanto di Cream sono, come già accennato, i penosi discorsi sull’affiatamento di coppia, fuori contesto e fuori da ogni logica.
Un hentai "smut" dovrebbe trattenere, trastullare e, chiaramente intrigare. Fufu Kokan è eccitante come un 730 da compilare quando hai già un mutuo di trent’anni sulle spalle e sono appena cominciate le rate della macchina nuova.
Orrendo.
Odioso.
Non guardatelo!