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6.0/10
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Sakura se ne va a zonzo per strada quando, complice un incidente potenzialmente mortale e un gatto potenzialmente omicida, rimane ammaliata da uno sconosciuto che scambia per un angelo caduto in terra. Sakura allora decide di pedinarlo (aka stalkerarlo) e una volta capito che lavora in un cafe (aka host club), ha la geniale (pessima) idea di spacciarsi per un maschio per lavorare con il suo beneamato (sconosciuto). Peccato che fin da subito scopre che il suo angioletto sia in realtà un koakuma (da qui il titolo... ovviamente) ossia: piccolo diavolo. Un dongiovanni. Un tentatore ammaliatore. Ovvero uno che ti tira matta.

Dall'incipit si ha l'idea di trovarsi di fronte a una guizzante commedia gender bender, magari piena di spassosi equivoci, esilaranti palpitazioni ecc. ecc., no? Invece il travestimento di Sakura viene sgamato dopo un nano secondo e il koakuma diavoletto birbantello si rivela per quello che è... cioè un angioletto che gioca a fare il diavoletto ma che in realtà è davvero un angioletto puccio puccio ciccì coccò.

L'intera storia quindi si basa sulle smancerie amorose di questi due individui, in balia di terzi incomodi davvero scomodi (e a volte inquietanti), situazioni che sembrano essere dei cataclismi per poi risolversi in sciocchezzuole, il tutto contornato da tanti "ti amo", "facciamo qualcosa di eccitante", "che carino!".
Ma allora perché leggerlo? Solo se si ha voglia di qualcosa di iper-iper-iper zuccheroso, con una punticina di eros (un po' di smut c'è, ma senza essere volgare).

Il punto positivo è che Sakura non è una celebrolesa, sa il fatto suo e sa farsi valere insomma, e Chika è davvero super patatino (a volte all'inverosimile, eh!). Altra cosa simpatica sono Azuma (il capo del cafe) e Yu (il pasticcere), che sono due macchiette. Infatti più capitoli con loro avrebbero giovato.

Se chiedete a me, io l'ho letto per nostalgia. Ebbene, sì. Ho iniziato a leggere manga nel 2010 e allora i mercatini dei forum erano pieni di "Koakuma Cafè". Leggevo questo nome in ogni dove. Ovviamente ciò non significa che fosse popolare, ma il contrario; la sezione in cui compariva era "VENDESI", il che significava che la gente se ne voleva sbarazzare. E tanta gente, per giunta.
Ciò non toglie che a distanza di anni, complice un'offerta, ho deciso comunque di recuperarlo. E pure di leggerlo. E nonostante non sia chissà che roba, lo legherò sempre a quel bel periodo di scoperta.