Recensione
Motion Picture: Choke
9.0/10
"Motion Picture: Choke" di Nagao Gen è un'opera cinematografica che sfida le convenzioni e propone uno scenario distopico unico nel suo genere. Ambientato in un futuro indefinito o in una realtà alternativa dove la società civile è scomparsa e il linguaggio umano è caduto in disuso, il film intriga fin dall'inizio con la sua premessa audace. La mancanza di dialogo verbale e l'uso esclusivo di sguardi e gesti come forma di comunicazione sono elementi distintivi che catturano l'attenzione dello spettatore fin dalle prime scene. Questa scelta registica mette in risalto la bravura dell'attrice protagonista, Wada Misa, che con la sua performance eccezionale riesce a trasmettere una vasta gamma di emozioni senza pronunciare una sola parola. Il suo personaggio è una figura complessa e sfaccettata, lontana dalle caricature, e la sua presenza domina lo schermo con forza e intelligenza. La scelta di girare il film in bianco e nero contribuisce a creare un'atmosfera suggestiva e surreale, accentuando il senso di isolamento e desolazione dell'ambientazione. L'edificio abbandonato diventa un simbolo della solitudine e della lotta per la sopravvivenza della protagonista, che vive come una moderna eroina alla Robinson Crusoe.
La prima parte del film ricorda le commedie dell'epoca del cinema muto, con gag visive e situazioni comiche che aggiungono leggerezza e divertimento alla narrazione. Tuttavia, questa serenità viene rapidamente interrotta dall'arrivo dei banditi, che introducono tensione e conflitto nella storia. La lotta della protagonista contro i banditi diventa una metafora della storia umana, con la guerra, la schiavitù e l'avvento della civiltà che si intrecciano nel tessuto della narrazione. Questo non è solo un racconto femminista sulla resistenza di una donna contro le oppressioni maschili, ma una riflessione più ampia sulle dinamiche di potere e sulle forze oscure che permeano la società umana.
Il climax sconvolgente del film lascia lo spettatore con molte domande senza risposta, suggerendo che le forze in gioco potrebbero essere più grandi di quanto appare superficialmente. "Motion Picture: Choke" sfida le categorie di genere convenzionali e invita il pubblico a riflettere sulle conseguenze delle azioni umane e sulle forze misteriose che plasmano il destino dell'umanità. In definitiva, è un'opera cinematografica avvincente e provocatoria che merita di essere vista e discussa.
La prima parte del film ricorda le commedie dell'epoca del cinema muto, con gag visive e situazioni comiche che aggiungono leggerezza e divertimento alla narrazione. Tuttavia, questa serenità viene rapidamente interrotta dall'arrivo dei banditi, che introducono tensione e conflitto nella storia. La lotta della protagonista contro i banditi diventa una metafora della storia umana, con la guerra, la schiavitù e l'avvento della civiltà che si intrecciano nel tessuto della narrazione. Questo non è solo un racconto femminista sulla resistenza di una donna contro le oppressioni maschili, ma una riflessione più ampia sulle dinamiche di potere e sulle forze oscure che permeano la società umana.
Il climax sconvolgente del film lascia lo spettatore con molte domande senza risposta, suggerendo che le forze in gioco potrebbero essere più grandi di quanto appare superficialmente. "Motion Picture: Choke" sfida le categorie di genere convenzionali e invita il pubblico a riflettere sulle conseguenze delle azioni umane e sulle forze misteriose che plasmano il destino dell'umanità. In definitiva, è un'opera cinematografica avvincente e provocatoria che merita di essere vista e discussa.