Recensione
Avatar - La leggenda di Aang
10.0/10
Recensione di HakMaxSalv92
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Attenzione: la recensione contiene spoiler
Potente, romantico, appassionante, titanico, vasto ed immenso, mistico, misterioso, magistrale e trascendentale. Sono solo alcuni degli aggettivi che si potrebbero utilizzare per descrivere questa serie. Ma "Avatar-La leggenda di Aang" non è solo un cartone animato; è molto di più, è un modo di pensare, di essere, di vivere e quindi di esistere, soprattutto perché i temi affrontati sono tanti come ad esempio l'onore, l'orgoglio, ma anche e soprattutto la comprensione di sé stessi e del proprio ruolo nel mondo e quindi della necessità di compiere un viaggio sia dentro di noi che al di fuori di noi.
Proprio per questo ho sempre sentito di avere un forte legame con questo anime/wuxia, perché esplora appunto il nostro mondo interiore e non solo quello esterno e ci mette quindi nella posizione di capire chi siamo e che cosa veramente desideriamo. Ogni attimo di ogni episodio di questa serie, dall'inizio alla fine, conduce i nostri amici al momento decisivo; essi già dall'inizio sono consapevoli del loro destino, ma devono comprendere le scelte e decisioni che li hanno condotti, li conducono e li condurranno fino a quel momento e di conseguenza dovranno combattere le tre battaglie fondamentali, la battaglia del corpo, la battaglia dello spirito e la battaglia della mente. Per fare ciò incontreranno persone straordinarie, ma dovranno fare attenzione e dimostrare di essere all'altezza del loro aiuto e a poco a poco scopriranno i segreti e i misteri della propria natura, indole, attitudine, predisposizione. Le loro inclinazioni che si riflettono anche nel loro carattere e, di conseguenza, nel loro modo di comportarsi e agire. Quindi personaggi e storia sono proprio un'unica cosa, un'unica entità e quindi un'unica grande famiglia, per usare le parole del guru Patik. A tal proposito le battute sono dense e cariche di significato e indirizzano i nostri personaggi verso il loro destino sotto forma di consigli, ma anche di indizi, tracce, enigmi, indovinelli, rebus che aspettano di essere risolti.
Anche la colonna sonora, partendo dalla sigla di apertura, attraversando ogni episodio per giungere alla conclusione e quindi alla sigla di chiusura, è semplicemente incantevole, variegata ed è composta di variazioni, ciascuna delle quali è appositamente collocata in una determinata scena per descrivere e quindi metterne in risalto la carica emotiva, sentimentale e gli stati mentali relativi. Essa si dimostra toccante, commovente, ma anche dura, cruda e a tratti inquietante a seconda delle situazioni in cui i singoli frammenti vengono incastrati.
La grafica è semplicemente magnifica, curata nei minimi dettagli, dove ogni particolare assume appunto la sua vasta portata e connotazione/denotazione psicologica, come a raccontarci e donarci un frammento di informazioni irrinunciabile, indispensabile. I colori sono sgargianti, ma anche molto equilibrati. I disegni sono fluidi, dinamici, così come le inquadrature e i primi piani per mettere in risalto i personaggi stessi e le sfide che sono costretti ad affrontare nel loro lungo e difficile viaggio; a proposito i personaggi animali svolgono un ruolo significativo; sicuramente i produttori si saranno ispirati a niente poco di meno che i film dello studio Ghibli e del Maestro Miyazaki insieme ai suoi colleghi Takahata e molti altri, così come si saranno ispirati a molti altri wuxia e anime per rielaborarne i movimenti e creare gli appositi stili di combattimento per i rispettivi domini degli elementi come ad esempio "Naruto", "Bleach", "Inuyasha" e sicuramente "Pokemon" per via della presenza degli elementi e delle creature che sono anche in grado di esercitare il dominio su di essi.
Ma un'altro punto forte di questa serie sta nella sua capacità di conciliare le componenti fantastiche ed immaginarie con le principali tradizioni più o meno reali. I paesaggi, ma soprattutto gli edifici delle diverse civiltà ivi rappresentate mostrano una certa fedeltà di stile architettonico e dimostrano quindi un'adesione anche alla realtà. Il principale messaggio che i produttori hanno voluto lasciarci con questa serie è il rispetto per le altre civiltà e per estensione il rispetto per il concetto stesso di civiltà, quindi di lasciar perdere atteggiamenti come orgoglio e/o superbia, arroganza, prepotenza e comportamenti minacciosi ed intimidatori e soprattutto manipolatori insieme alle menzogne, poiché essi hanno il potere principale di distruggere e devastare proprio come le armi, se non addirittura peggio; tra questi, per fare un'esempio collegato al senso di superiorità e superbia viene smentito il concetto di "guerra giusta"; non esistono guerre giuste, nessuna guerra vale sacrifici umani così alti e nessuna motivazione la giustifica; a prova di ciò si è scelto di fondere due eventi fondamentali della storia reale, la Guerra dei Cent'anni nel Medioevo e fonderla con la Seconda Guerra Mondiale, dove la fusione della durata della prima e il fattore tecnologico della seconda non fa altro che amplificare la denotazione negativa della medesima, amplificata dal ricorso di un potere enorme che porterebbe il mondo alla fine. A tal proposito altri temi fondamentali trattati sono la famiglia e l'amicizia che qui vengono rappresentati come una sorta di matrioska ovvero le guerre nella guerra. Purtroppo la guerra crea divisioni ad effetto domino e a doppio taglio: abbiamo Zuko bandito e rinnegato da suo padre e sbeffeggiato e manipolato da sua sorella Azula, la quale invece gode del sostegno "apparente" del padre e delle "amiche" Mei e Ty Lee, le quali alla fine aprono gli occhi. Abbiamo Toph che è tenuta come una sorta di uccello in gabbia dai propri genitori, poi abbiamo Katara e Sokka che non sempre vanno d'accordo nonostante riescano sempre a riappacificarsi, così come altre combinazioni di rapporti ad esempio Aang e Toph o Toph e Katara o Katara e Zuko che faticano ad andare d'accordo come a testimoniare come differenze di punti di vista, opinioni, mentalità, approccio e visione del mondo portino molto spesso a conflitti piccoli da cui poi si scatenano quelli più grandi (es.principale è il rapporto incrinato tra Roku e Sozin). Quindi questa serie vuole essere anche una sorta di critica al potere (oltre che denuncia della guerra) e sugli effetti devastanti che esso comporta quando non lo si esercita con il buon senso, giudizio, coscienza, avvedutezza e quindi sull'importanza di ricordarsi chi si è e per quale motivo si è al mondo e qual è lo scopo della propria vita.
Mi tornano in mente due citazioni: la prima citazione di Charlie Chaplin "Serve il potere solo per distruggere qualcosa, per tutto il resto basta l'amore" mentre la seconda citazione di Gandhi (per restare in ambito orientale, a cui la serie è ispirata), "Quando il potere dell'amore sconfiggerà l'amore per il potere, allora l'umanità sarà libera", citazioni non sono presenti nell'opera ma che mi fanno pensare un'altro tema affine a quello della famiglia, ovvero l'amore stesso e questo funge anche da spartiacque tra i personaggi i quali alimentano il proprio karma ed ottengono ciò che meritano, sia nel bene che nel male. Da qui l'importanza di comprendere le proprie scelte e di affrontarne le conseguenze e porvi rimedio.
Altro tema fondamentale che viene trattato è quello di mantenere una mente aperta e soprattutto di imparare sempre da ciò che ci circonda, perché ci permette di acquisire fiducia in noi stessi attraverso la spontaneità e quindi la nostra forza interiore e il nostro coraggio ed anche la presa di iniziativa e soprattutto imparare ad osservare, ascoltare, riflettere e rielaborare ed approfondire prospettive diverse da quelle alle quali si è abituati come dicono ed insegnano i membri del Loto Bianco. Un vero capolavoro, completo, esaustivo, diversamente inclusivo ed anche una sorta di ponte per coloro che desiderano approcciarsi ad un mondo a loro "apparentemente" estraneo, ma che in realtà è molto più reale di quello che può sembrare.
Voto: 10 e Lode
Potente, romantico, appassionante, titanico, vasto ed immenso, mistico, misterioso, magistrale e trascendentale. Sono solo alcuni degli aggettivi che si potrebbero utilizzare per descrivere questa serie. Ma "Avatar-La leggenda di Aang" non è solo un cartone animato; è molto di più, è un modo di pensare, di essere, di vivere e quindi di esistere, soprattutto perché i temi affrontati sono tanti come ad esempio l'onore, l'orgoglio, ma anche e soprattutto la comprensione di sé stessi e del proprio ruolo nel mondo e quindi della necessità di compiere un viaggio sia dentro di noi che al di fuori di noi.
Proprio per questo ho sempre sentito di avere un forte legame con questo anime/wuxia, perché esplora appunto il nostro mondo interiore e non solo quello esterno e ci mette quindi nella posizione di capire chi siamo e che cosa veramente desideriamo. Ogni attimo di ogni episodio di questa serie, dall'inizio alla fine, conduce i nostri amici al momento decisivo; essi già dall'inizio sono consapevoli del loro destino, ma devono comprendere le scelte e decisioni che li hanno condotti, li conducono e li condurranno fino a quel momento e di conseguenza dovranno combattere le tre battaglie fondamentali, la battaglia del corpo, la battaglia dello spirito e la battaglia della mente. Per fare ciò incontreranno persone straordinarie, ma dovranno fare attenzione e dimostrare di essere all'altezza del loro aiuto e a poco a poco scopriranno i segreti e i misteri della propria natura, indole, attitudine, predisposizione. Le loro inclinazioni che si riflettono anche nel loro carattere e, di conseguenza, nel loro modo di comportarsi e agire. Quindi personaggi e storia sono proprio un'unica cosa, un'unica entità e quindi un'unica grande famiglia, per usare le parole del guru Patik. A tal proposito le battute sono dense e cariche di significato e indirizzano i nostri personaggi verso il loro destino sotto forma di consigli, ma anche di indizi, tracce, enigmi, indovinelli, rebus che aspettano di essere risolti.
Anche la colonna sonora, partendo dalla sigla di apertura, attraversando ogni episodio per giungere alla conclusione e quindi alla sigla di chiusura, è semplicemente incantevole, variegata ed è composta di variazioni, ciascuna delle quali è appositamente collocata in una determinata scena per descrivere e quindi metterne in risalto la carica emotiva, sentimentale e gli stati mentali relativi. Essa si dimostra toccante, commovente, ma anche dura, cruda e a tratti inquietante a seconda delle situazioni in cui i singoli frammenti vengono incastrati.
La grafica è semplicemente magnifica, curata nei minimi dettagli, dove ogni particolare assume appunto la sua vasta portata e connotazione/denotazione psicologica, come a raccontarci e donarci un frammento di informazioni irrinunciabile, indispensabile. I colori sono sgargianti, ma anche molto equilibrati. I disegni sono fluidi, dinamici, così come le inquadrature e i primi piani per mettere in risalto i personaggi stessi e le sfide che sono costretti ad affrontare nel loro lungo e difficile viaggio; a proposito i personaggi animali svolgono un ruolo significativo; sicuramente i produttori si saranno ispirati a niente poco di meno che i film dello studio Ghibli e del Maestro Miyazaki insieme ai suoi colleghi Takahata e molti altri, così come si saranno ispirati a molti altri wuxia e anime per rielaborarne i movimenti e creare gli appositi stili di combattimento per i rispettivi domini degli elementi come ad esempio "Naruto", "Bleach", "Inuyasha" e sicuramente "Pokemon" per via della presenza degli elementi e delle creature che sono anche in grado di esercitare il dominio su di essi.
Ma un'altro punto forte di questa serie sta nella sua capacità di conciliare le componenti fantastiche ed immaginarie con le principali tradizioni più o meno reali. I paesaggi, ma soprattutto gli edifici delle diverse civiltà ivi rappresentate mostrano una certa fedeltà di stile architettonico e dimostrano quindi un'adesione anche alla realtà. Il principale messaggio che i produttori hanno voluto lasciarci con questa serie è il rispetto per le altre civiltà e per estensione il rispetto per il concetto stesso di civiltà, quindi di lasciar perdere atteggiamenti come orgoglio e/o superbia, arroganza, prepotenza e comportamenti minacciosi ed intimidatori e soprattutto manipolatori insieme alle menzogne, poiché essi hanno il potere principale di distruggere e devastare proprio come le armi, se non addirittura peggio; tra questi, per fare un'esempio collegato al senso di superiorità e superbia viene smentito il concetto di "guerra giusta"; non esistono guerre giuste, nessuna guerra vale sacrifici umani così alti e nessuna motivazione la giustifica; a prova di ciò si è scelto di fondere due eventi fondamentali della storia reale, la Guerra dei Cent'anni nel Medioevo e fonderla con la Seconda Guerra Mondiale, dove la fusione della durata della prima e il fattore tecnologico della seconda non fa altro che amplificare la denotazione negativa della medesima, amplificata dal ricorso di un potere enorme che porterebbe il mondo alla fine. A tal proposito altri temi fondamentali trattati sono la famiglia e l'amicizia che qui vengono rappresentati come una sorta di matrioska ovvero le guerre nella guerra. Purtroppo la guerra crea divisioni ad effetto domino e a doppio taglio: abbiamo Zuko bandito e rinnegato da suo padre e sbeffeggiato e manipolato da sua sorella Azula, la quale invece gode del sostegno "apparente" del padre e delle "amiche" Mei e Ty Lee, le quali alla fine aprono gli occhi. Abbiamo Toph che è tenuta come una sorta di uccello in gabbia dai propri genitori, poi abbiamo Katara e Sokka che non sempre vanno d'accordo nonostante riescano sempre a riappacificarsi, così come altre combinazioni di rapporti ad esempio Aang e Toph o Toph e Katara o Katara e Zuko che faticano ad andare d'accordo come a testimoniare come differenze di punti di vista, opinioni, mentalità, approccio e visione del mondo portino molto spesso a conflitti piccoli da cui poi si scatenano quelli più grandi (es.principale è il rapporto incrinato tra Roku e Sozin). Quindi questa serie vuole essere anche una sorta di critica al potere (oltre che denuncia della guerra) e sugli effetti devastanti che esso comporta quando non lo si esercita con il buon senso, giudizio, coscienza, avvedutezza e quindi sull'importanza di ricordarsi chi si è e per quale motivo si è al mondo e qual è lo scopo della propria vita.
Mi tornano in mente due citazioni: la prima citazione di Charlie Chaplin "Serve il potere solo per distruggere qualcosa, per tutto il resto basta l'amore" mentre la seconda citazione di Gandhi (per restare in ambito orientale, a cui la serie è ispirata), "Quando il potere dell'amore sconfiggerà l'amore per il potere, allora l'umanità sarà libera", citazioni non sono presenti nell'opera ma che mi fanno pensare un'altro tema affine a quello della famiglia, ovvero l'amore stesso e questo funge anche da spartiacque tra i personaggi i quali alimentano il proprio karma ed ottengono ciò che meritano, sia nel bene che nel male. Da qui l'importanza di comprendere le proprie scelte e di affrontarne le conseguenze e porvi rimedio.
Altro tema fondamentale che viene trattato è quello di mantenere una mente aperta e soprattutto di imparare sempre da ciò che ci circonda, perché ci permette di acquisire fiducia in noi stessi attraverso la spontaneità e quindi la nostra forza interiore e il nostro coraggio ed anche la presa di iniziativa e soprattutto imparare ad osservare, ascoltare, riflettere e rielaborare ed approfondire prospettive diverse da quelle alle quali si è abituati come dicono ed insegnano i membri del Loto Bianco. Un vero capolavoro, completo, esaustivo, diversamente inclusivo ed anche una sorta di ponte per coloro che desiderano approcciarsi ad un mondo a loro "apparentemente" estraneo, ma che in realtà è molto più reale di quello che può sembrare.
Voto: 10 e Lode