Recensione
Breaking The Habit
9.0/10
Conosciuto come uno dei cavalli di battaglia dei celeberrimi Linkin park - rimasti orfani della tormentata buonanima di Chester Bennington – Breakin’ the Habit è un pezzo che incarna perfettamente lo spirito di questo storico, innovativo e amatissimo gruppo, e che ha un posto più che speciale nel cuore del sottoscritto.
Inconfutabile, innanzi tutto, il fatto che tale opera appaia tutt’oggi d’altissimo impatto sia visivo che emotivo. Un sorprendente dinamismo animato, una clip che venne fuori quasi a sorpresa e fece scalpore, da subito apprezzatissima, e che a distanza di quindici anni, non è invecchiata di un solo giorno.
“I don't want to be the one the battles always choose
'Cause inside, I realize that I'm the one confused”
Magia sonora piena di furia. Un'esplosione di note potentissime, scaturita dall’album “Meteora”; illustrato con animazioni che spaziano dal cyber steampunk stilizzato al dramma contemporaneo delle grigie metropoli senz’anima, ci regala animazioni volutamente confuse, aggressive, ultradinamiche, pregne di immagini allegoriche in perfetto stile Studio Gonzo, autore di una perla indimenticabile e indimenticata.
È un mix di emozioni forti ed intense: rabbia e sofferenza che sono proprie dei primi testi con cui i Linkin park hanno raggiunto l’anima di milioni di fans, rimbalzano istericamente ai margini del video, trasmettendo difficoltà adolescenziali (ma soprattutto sociali) di una generazione che si è specchiata in un gruppo capace di reinventare un genere musicale, plasmando la propria leggenda su pezzi storici dei primi due album e raggiungendo l’immortalità, come purtroppo spesso succede, dopo la tragica dipartita del suo amatissimo frontman.
“I don't know what's worth fighting for or why I have to scream
I don't know why I instigate and say what I don't mean”
Diciamolo senza tanti giri di parole: i testi e le parole delle loro canzoni sono nei cuori e nelle menti di milioni di noi, capaci di accompagnarci anche – e soprattutto - in momenti (particolarmente) difficili della vita. Il video ne è la riprova, la messa in animazione di queste emozioni contrastanti e dolorose, purtroppo comuni in molti nuclei familiari, nel cuore di persone sole che in mezzo a tanta gente si sentono ancora più sole, disagio sociale che oggi potremmo addirittura dire essersi inasprito, un continuo lottare contro le difficoltà dei rapporti interpersonali sempre più alla deriva, fra anaffettività, gravi dipendenze, degrado.
Il lato orrendo che non vediamo sui social, il disagio di una società che sappiamo tutti esistere.
Vite disperate, situazioni dolorose.
Un racconto di droga, un disastro annunciato.
Un giorno di ordinario anonimato.
Dalle animazioni pungenti e rabbiose, lo svolgersi del pezzo accompagna il testo straziante e pieno di rabbia in una storia confusa, dove dalla metà in poi viene letteralmente riavvolto all’indietro, come se si volesse sfuggire (con estremo affanno) da queste “cattive abitudini”, altrimenti “ill never be all right”: non saremo mai davvero a posto. Come potremo uscirne da tutto questo? Come potremo trovare la tranquillità se non cambieremo queste dannate abitudini?
“I don't know how I got this way, I know it's not alright
So I'm breaking the habit
I'm breaking the habit tonight!”
Dapprima il volto di Chester, poi l’intero gruppo appaiono verso l’epilogo di questi tormentatissimi tre minuti, realizzati con appagante aggressività; il fulcro di tutta la breve vicenda si manifesta però nella prima parte. Possiamo quindi osservare vari elementi di degrado: una donna incinta, persa, dallo sguardo sconfitto e disperato; un litigio, un tradimento, un ambiente malsano, tossico. Sostanze stupefacenti, un quadro sociale aberrante. Non v’è niente di esplicito, ma è possibile comprendere, tristemente, ogni cosa.
Il video si chiude con la band che canta in cima ad un grattacielo, le animazioni sempre più confuse e spigolose, come ad inasprire questo dolore, e mentre le grida di Chester ci arrivano addosso come cazzotti, comprendiamo che lottare nei momenti difficili è un istinto di sopravvivenza che abbiamo l’obbligo di ascoltare, e che non sempre risulta qualcosa di scontato.
Ancora una volta, il messaggio del testo accompagna un video di eccezionale intensità che colpisce sia al cuore che allo stomaco.
Non c’erano dubbi al tempo, non ce ne sono ora, e non ce ne saranno mai: Studio Gonzo, a distanza di anni, dimostra di aver realizzato uno dei video musicali piu belli, significativi, intensi ed esplicativi di tutta la musica moderna ed in particolare nu-metal.
E che, per ogni fan dei Linkin Park, oggi, è un sussulto al cuore.
Quasi come una terapia.
Spezzate le cattive abitudini, ricordate: ne avete SEMPRE il potere.
Inconfutabile, innanzi tutto, il fatto che tale opera appaia tutt’oggi d’altissimo impatto sia visivo che emotivo. Un sorprendente dinamismo animato, una clip che venne fuori quasi a sorpresa e fece scalpore, da subito apprezzatissima, e che a distanza di quindici anni, non è invecchiata di un solo giorno.
“I don't want to be the one the battles always choose
'Cause inside, I realize that I'm the one confused”
Magia sonora piena di furia. Un'esplosione di note potentissime, scaturita dall’album “Meteora”; illustrato con animazioni che spaziano dal cyber steampunk stilizzato al dramma contemporaneo delle grigie metropoli senz’anima, ci regala animazioni volutamente confuse, aggressive, ultradinamiche, pregne di immagini allegoriche in perfetto stile Studio Gonzo, autore di una perla indimenticabile e indimenticata.
È un mix di emozioni forti ed intense: rabbia e sofferenza che sono proprie dei primi testi con cui i Linkin park hanno raggiunto l’anima di milioni di fans, rimbalzano istericamente ai margini del video, trasmettendo difficoltà adolescenziali (ma soprattutto sociali) di una generazione che si è specchiata in un gruppo capace di reinventare un genere musicale, plasmando la propria leggenda su pezzi storici dei primi due album e raggiungendo l’immortalità, come purtroppo spesso succede, dopo la tragica dipartita del suo amatissimo frontman.
“I don't know what's worth fighting for or why I have to scream
I don't know why I instigate and say what I don't mean”
Diciamolo senza tanti giri di parole: i testi e le parole delle loro canzoni sono nei cuori e nelle menti di milioni di noi, capaci di accompagnarci anche – e soprattutto - in momenti (particolarmente) difficili della vita. Il video ne è la riprova, la messa in animazione di queste emozioni contrastanti e dolorose, purtroppo comuni in molti nuclei familiari, nel cuore di persone sole che in mezzo a tanta gente si sentono ancora più sole, disagio sociale che oggi potremmo addirittura dire essersi inasprito, un continuo lottare contro le difficoltà dei rapporti interpersonali sempre più alla deriva, fra anaffettività, gravi dipendenze, degrado.
Il lato orrendo che non vediamo sui social, il disagio di una società che sappiamo tutti esistere.
Vite disperate, situazioni dolorose.
Un racconto di droga, un disastro annunciato.
Un giorno di ordinario anonimato.
Dalle animazioni pungenti e rabbiose, lo svolgersi del pezzo accompagna il testo straziante e pieno di rabbia in una storia confusa, dove dalla metà in poi viene letteralmente riavvolto all’indietro, come se si volesse sfuggire (con estremo affanno) da queste “cattive abitudini”, altrimenti “ill never be all right”: non saremo mai davvero a posto. Come potremo uscirne da tutto questo? Come potremo trovare la tranquillità se non cambieremo queste dannate abitudini?
“I don't know how I got this way, I know it's not alright
So I'm breaking the habit
I'm breaking the habit tonight!”
Dapprima il volto di Chester, poi l’intero gruppo appaiono verso l’epilogo di questi tormentatissimi tre minuti, realizzati con appagante aggressività; il fulcro di tutta la breve vicenda si manifesta però nella prima parte. Possiamo quindi osservare vari elementi di degrado: una donna incinta, persa, dallo sguardo sconfitto e disperato; un litigio, un tradimento, un ambiente malsano, tossico. Sostanze stupefacenti, un quadro sociale aberrante. Non v’è niente di esplicito, ma è possibile comprendere, tristemente, ogni cosa.
Il video si chiude con la band che canta in cima ad un grattacielo, le animazioni sempre più confuse e spigolose, come ad inasprire questo dolore, e mentre le grida di Chester ci arrivano addosso come cazzotti, comprendiamo che lottare nei momenti difficili è un istinto di sopravvivenza che abbiamo l’obbligo di ascoltare, e che non sempre risulta qualcosa di scontato.
Ancora una volta, il messaggio del testo accompagna un video di eccezionale intensità che colpisce sia al cuore che allo stomaco.
Non c’erano dubbi al tempo, non ce ne sono ora, e non ce ne saranno mai: Studio Gonzo, a distanza di anni, dimostra di aver realizzato uno dei video musicali piu belli, significativi, intensi ed esplicativi di tutta la musica moderna ed in particolare nu-metal.
E che, per ogni fan dei Linkin Park, oggi, è un sussulto al cuore.
Quasi come una terapia.
Spezzate le cattive abitudini, ricordate: ne avete SEMPRE il potere.