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7.5/10
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"Tsuma, Shōgakusei ni Naru", traducibile come "Mia moglie è diventata una scolara", è una serie anime di 12 episodi tratto dal manga omonimo di Yayū Murata, che a dispetto del titolo quasi comico e fuorviante, affronta temi piuttosto impegnativi quali l'elaborazione del lutto di una persona cara, la reincarnazione (o forse meglio definirla come una sorta di possessione temporanea), offrendo una prospettiva di riflessione sulle dinamiche familiari di fronte a una seconda "possibilità" nella vita.

La trama è piuttosto semplice ed è incentrata sulla vita di Keiichi, un uomo di mezza età rimasto vedevo da più di 10 anni perché ha perso la moglie Takae in un incidente stradale e di sua figlia Mei ormai ventenne. Entrambi non sono riusciti a elaborare il dolore della perdita della persona amata e vivono in una sorta di struggente limbo senza il loro punto di riferimento, non riuscendo ad affrontare la realtà e a mettersi in gioco anche dal punto di vista affettivo per aprirsi ed interagire con gli altri.
Questo fino a quando appare all'improvviso nella loro esistenza una bambina di dieci anni, Marika, che vedendo la loro casa dichiara di essere Takae, la moglie e madre defunta. Superato il momento di stupore e meraviglia iniziale in cui Keiichi e Mei ottengono la certezza che la bambina apparsa dal nulla sia Takae, inizia un percorso in cui la loro vita viene sconvolta da Takae/Marika che fa di tutto per rassicurarli e infondergli quella sicurezza in se stessi e quell'autostima andata persa a causa della inopinata scomparsa di lei che ha lasciato un grande vuoto nelle loro vite.

Ma questa seconda chance di Takae di vivere una seconda chance sarà "per sempre"? Takae potrà rincongiungersi o vivere con Keiichi e Mei? Lascio al lettore della recensione trovare la risposta nella visione dei 12 episodi: per marito e figlia non sarà semplice fare i conti con l'idea che la loro amata moglie e madre sia tornata in una forma "inaspettata" e così l'anime esplora le sfide e le gioie di questa nuova situazione, cercando di ricavare il massimo dalla premessa che comunque risulta intrigante per esplorare i temi dell'amore, della perdita e della sua elaborazione nonché della "rinascita".

Più che di reincarnazione, la serie affronta una specie di possessione temporanea o "coabitazione" di due anime in un solo corpo. Tale circostanza crea la situazione surreale: vedere e sentire una bambina che ragiona e che interagisce con gli altri come un'adulta è parecchio intrigante, soprattutto nel rapporto con la madre naturale e le difficoltà che la bambina Marika incontra nell'assistere alle delusioni che la vita riserva proprio alla madre single.
Ma anche nel rapporto con i familiari, Takae offre l'opportunità di ricostruire il legame tra loro, aiutandoli a superare il dolore da cui non riescono a liberarsi. In un certo senso il ritorno di Takae sotto mentite spoglie rappresenta la seconda chance per Keiichi e Mei di riorganizzare le idee e riuscire a superare il lutto: Keiichi e Mio hanno vissuto anni di dolore e solitudine, e il ritorno di Marika li obbliga ad affrontare le loro paure e insicurezze, ma anche a trovare una possibile via di superamento della perdita della persona cara, attraverso un processo complesso che in principal modo riguarda proprio Keiichi e Mei e la loro volontà di recuperare l'amore verso se stessi e le relazioni verso gli altri superando il profondo smarrimento in cui erano caduti. Senza dimenticare che anche dal punto di vista della famiglia di Marika, Takae riesce a ricucire il rapporto con la madre delusa, frustrata e incattivita dalla vita.

"I rimpianti sono i ricordi di un tempo che non tornerà mai più; impara a vivere nel presente", perché "il ricordo è un modo di incontrarsi" (K. Gibran)

"Tsuma, Shōgakusei ni Naru" è una storia d'amore di uno spirito che non si da pace per non essere riuscito a garantire alla propria famiglia il supporto di cui marito e figlia avevano bisogno: alla base c'è il rimpianto, che poi è anche quello del marito e della figlia che non riescono a darsi pace della perdita di Takae. L'anime ha il pregio di trasformare il ricordo di chi non c'è più da una peso insopportabile ad un'occasione per guardare avanti e godere del presente.
Pur con venature talvolta anche comiche e leggere, questa serie invita a riflettere su temi "universali" come la vita e la morte, l'amore e le relazioni tra le persone, narrando una storia che combina momenti di dolore e di gioia ispirati alla speranza.
A mio modesto avviso, il positivismo un po' naif di cui è intrisa la vicenda narrata e il finale un po' puerile rappresentano i "talloni d'Achille" della serie che altrimenti sarebbe stata se non perfetta almeno equilibrata e con il giusto mix di dramma e commedia in cui tutti i protagonisti della vicenda al termine sono cambiati (in meglio) grazie a questa esperienza.