logo GamerClick.it

-

L'accoppiata ragazzo sfigato e impopolare con ragazza popolare e bellissima è uno dei cliché basilari della commedia romantica giapponese. Ambientiamola poi tra i banchi di scuola, infarciamola di malintesi, sottintesi e sotterfugi, un pizzico di fanservice e il gioco è fatto. Esistono poi milioni di commedie romantiche nelle quali i protagonisti fanno fatica a esprimere i propri sentimenti.

La differenza la fa una seria e ragionata motivazione ai comportamenti dei protagonisti. Questo, fortunatamente, accade in The Dangers in My Heart.

Una recensione-commento ovviamente FULL SPOILER. Siete avvertiti.

Come detto, la struttura di base è decisamente classica. Lui, Kyotaro Ichikawa, è un introverso, senza amici, piccoletto e anche inquietante. Lei, Anna Yamada, sembra decisamente più grande di una ragazzina delle medie: è alta, prosperosa, e soprattutto lavora già come modella e inizia ad avere qualche piccola parte nel cinema. Una futura idol insomma o poco ci manca. Leggendo questa sinossi, per un bel po' onestamente non mi è venuta voglia di vederlo, ma capitandomi commenti entusiasti gli ho dato una chance. E, no, The Dangers in My Heart non è la solita pallosa, trita, votata al puro fanservice ed esagerata commedia romantica. Dietro, ipotizzo per merito del manga originale, che purtroppo non ho letto, c'è una scrittura molto attenta e di spessore. Non è il solito pastrocchio da quattro soldi che genera uno sfogo cutaneo per il nervoso dopo dieci minuti. Non faccio nomi di altri anime che poi magari qualche fan si offende.

Alcuni passaggi chiave di questo anime evidenziano quanta attenzione ci sia stata nella scrittura dei personaggi, quanto la loro insicurezza, nei confronti dei propri sentimenti (che poi viene meno) e di quelli dell'altra/altro, sia giustificata da un vissuto e da risposte concrete a eventi - grossomodo - realistici. Episodi che sembrano fini a se stessi in prima battuta non vengono "dimenticati" con un colpo di spugna, ma trovano un filo logico, vengono ripresi e contribuiscono alla crescita dei protagonisti e del rapporto tra di loro.

Un esempio. Ichikawa a un certo punto, per un paio di giorni, smette di andare in biblioteca, essendosi autoconvinto che lei in fin dei conti non lo ritenga importante. Yamada se ne preoccupa, pensa che lui sia arrabbiato e gli chiede spiegazioni. Lui, pentendosi di quella sua reazione di autodifesa, rendendosi conto di quanto effettivamente la ragazza sia incapace di mentire e che il suo interesse è genuino, mentendo afferma di "aver avuto da fare". Finisce qui? No. Perché Yamada sembra accettare la spiegazione ma alla prima occasione utile, qualche episodio dopo, esterna il suo malessere e gli chiede quale fosse la verità: ha timore di ricevere dalla gente un trattamento amichevole di facciata che nel futuro possa trasformarsi in odio e, di fatto, che questo sia l'atteggiamento che sta acquisendo lo stesso Ichikawa. Un'insicurezza che cova latente e che esplode, sconcertando il ragazzo che confessa la sua bugia.

Quando un anime del genere riesce a essere così convincente a livello di trama orizzontale - questo è un esempio, ce ne sono diversi - non può che elevarsi ben al di sopra degli altri. Purtroppo la maggior parte delle commedie romantiche sono strutturate in maniera episodica, tante scenette fini a se stesse, sviluppi pressocché inesistenti e legati a due o tre momenti chiave. Di fatto, se si sfronda la storia del superfluo, resta poco e nulla. In Dangers in my heart invece c'è un passo, per quanto piccolo - a volte però gigantesco - in ogni episodio. Esclusi un paio di filler nella seconda metà della secondo cour, è difficile non apprezzare un progresso a ogni puntata. Un avvicinamento sempre più inevitabile, una frase detta al momento giusto.

L'anime non è esente da, seppur piccoli, difetti. Gusto personale, sia chiaro, ma la cosa che non mi ha mai convinto del tutto è che sia ambientato in una scuola media. I protagonisti hanno quindi 13-14 anni, un po' troppo piccini. Questa ambientazione fornisce sicuramente spunti di un certo tipo, come la realistica superficialità e ingenuità di certi discorsi, anche a sfondo sessuale, o la generale insicurezza, ma trova anche alcune forzature nella serietà - tipica di queste serie - dei rapporti. Ovviamente c'è grande dipendenza da come la cultura giapponese vive le relazioni interpersonali, anche a queste età.

Come detto prima, in un paio di episodi finali subentra un pizzico di ridondanza, con i due che di fatto continuano a girarsi intorno, mancando qui veri spunti di interesse. Giusto per fare un esempio l'episodio del telefono di Yamada che finisce in acqua risulta noioso. Abbastanza superfluo anche quello del festival sportivo: sì, risolve la questione Adachi, l'amico un po' ingenuo che sbandierava come gli piacesse la ragazza sin dalla prima puntata. Ma è più un riempitivo che altro, ribadisce dinamiche già viste e, bontà sua, Adachi non ha la stessa valenza del senpai che si defila dopo il diploma. Lui si che era un vero concorrente o comunque poteva figurarsi come tale. Come ho trovato un tantino forzata la nuova compagna di classe pazzerella che vuole forzarli a dichiararsi - giusto un pretesto stupido per creare scompiglio -, o il modo in cui Ichikawa finisce nel futon di Yamada durante la gita.

Ho invece trovato molto ben realizzato l'episodio finale, con i giusti tempi e le dichiarazioni di entrambi, precedute da delle belle motivazioni, perché i due hanno contribuito alla reciproca crescita e presa di coscienza non solo del sentimento romantico ma anche e forse soprattutto di come va approcciata la vita. Non è un vuoto dire "mi piaci", c'è un perché dietro - ce ne sono tanti, in realtà - e, anche se lo spettatore lo intuisce, che se lo dicano così chiaramente a vicenda è splendido.

In chiusura invece mi permetto una generica critica ad alcune interpretazioni date alla serie e soprattutto a Ichikawa, riallacciandomi alle prime righe della recensione. Riproporre il cliché della dichiarazione che non sembra arrivare mai, del protagonista titubante e insicuro, a una visione superficiale può risultare appunto l'ennesimo canovaccio già visto/letto. Bisognerebbe però fermarsi e analizzare chi è Ichikawa: è un ragazzino anche un po' bruttino, più basso della media (non solo in confronto a Yamada), magrolino, senza particolari talenti nello sport o passioni che lo facciano distinguere in positivo, eccezion fatta per quella per il macabro. Chiuso in se stesso perché con palesi difficoltà a relazionarsi. Solo chi ha anche in parte vissuto una realtà del genere può capire quanto siano realistici i dubbi di Ichikawa, quanto una persona del genere abbia sempre paura di esprimersi perché preferisce evitare una frase o una parola fuori posto, un imbarazzo che verrebbe centuplicato da una condizione che può essere anche patologica. Lo stesso si può dire di Yamada, che si ritrova catapultata in un mondo di adulti, di copertine di riviste e set cinematografici, quando nella realtà è una ragazzina e i suoi atteggiamenti sono ben chiari nel farci capire quanto ancora ingenua e semplicemente divertita dalla vita lei sia. E contemporaneamente quante incertezze lei abbia anche lei su chi la circonda e su quello che sta facendo.

Difficile in tempi recenti trovare commedie romantiche migliori di The Dangers in My Heart. Una storia solida, ben ideata e orchestrata, con personaggi coerenti con se stessi e con il contesto nel quale si trovano, al netto delle piccole forzature di cui sopra. Il voto è 8.5 anche se si può intendere come un 9-. Non so se verrà mai realizzata un'ulteriore serie animata per dare corpo al proseguo del manga - che a questo punto sicuramente prima o poi acquisterò - ma anche così sta decisamente in piedi da solo. Da dire ce ne sarebbe tanto di più, alcuni episodi e alcuni scambi tra i protagonisti meriterebbero analisi approfondite, così come la loro psicologia, che qui ho trattato davvero superficialmente da non esperto. Da vedere. E rivedere, come ho fatto io prima di questa recensione, senza per altro annoiarmi mai pur sapendo già la storia. E anche questo la dice lunga su quanto meriti questo anime.