Recensione
Ghost in the Shell: Stand Alone Complex - 2nd GIG è la seconda serie animata, composta da ventisei episodi, dell'omonimo anime che ha sbalordito ed affascinato milioni di utenti.
In questa seconda serie viene privilegiata la parte comprendente azione e politica, essi si trovano ad intrecciarsi in decine e decine di maglie sempre più fitte e complesse.
Tali maglie tal volta risultano però essere soffocanti, in quanto le problematiche economico-politiche-sociali iniziano a diventare talmente importanti e sottili da estraniare un'utente con una cultura media.
Praticamente l'anime, penso, tenti di elevarsi ulteriormente implementando in se citazioni e moventi sempre più impliciti e particolarmente nascosti fra le righe di dialoghi, scene e situazioni.
La trama infatti narra di un gruppo di ribelli chiamati "Undici individuali" , che in segno di protesta e sabotaggio compiono spesso azioni terroristiche apparentemente senza senso.
Essi risulteranno non essere altro che uno specchio per le allodole in cui si è insediato Hideo Kuze un influente rivoluzionario.
La finalità di Kuze è quella di rendere indipendente o meglio inglobare l'isola di Dejima dove si sono stabiliti da tempo tutti i profughi scaturiti dalle due guerre mondiali.
Essi rivendicano il diritto di essere riconosciuti ufficialmente dal Giappone come cittadini normali.
Sotto la minaccia di un'insurrezione si viene delineando un curioso retroscena legato a vicende internazionali.
A tirare le file di tutta la vicenda è in realtà il capo del servizio informazioni giapponese, che in accordo con gli Stati Uniti mira ad una militarizzazione del proprio paese al fine di prenderne il potere.
Oltre a tutto ciò verranno delineati, col passare delle puntate, interessanti rapporti fra il maggiore Motoko Kusanagi e il ribelle Kuze, che affondano le proprie radici nel lontano passato dei due.
Come già detto in precedenza, la seconda serie di Ghost in the Shell si differenzia dalla prima in fatto di tematiche, non in senso di argomentazioni, ma in fatto di quantità e qualità espressive.
Infatti nella seconda serie viene data maggior importanza e rilevanza alla struttura narrativa piuttosto che alle riflessioni e alle denunce socio-psicologiche derivanti dalla meccanizzazione del mondo e dalla nascita di androidi sempre pi alienanti.
Dal punto di vista tecnico l'anime è comunque realizzato in modo ineccepibile, sia la colonna sonora, che il doppiaggio sono di buonissimo livello (anche se sempre inferiori al suo predecessore).
Graficamente invece è denotabile un lieve miglioramento, che riesce nel compito di spettacolarizzare molte scene clou.
In definitiva Ghost in the Shell: Stand Alone Complex - 2nd GIG risulta essere un ottimo titolo, che però non riesce ad eguagliare lo splendore del suo antenato.
Si ci trova dinanzi ad un figlio che, anche se con buoni risultati, cerca di imitare il padre senza però riuscire ad eguagliarlo.
Questa è l'eccezione che conferma la regola che dice "l'allevo supera il maestro".
In questa seconda serie viene privilegiata la parte comprendente azione e politica, essi si trovano ad intrecciarsi in decine e decine di maglie sempre più fitte e complesse.
Tali maglie tal volta risultano però essere soffocanti, in quanto le problematiche economico-politiche-sociali iniziano a diventare talmente importanti e sottili da estraniare un'utente con una cultura media.
Praticamente l'anime, penso, tenti di elevarsi ulteriormente implementando in se citazioni e moventi sempre più impliciti e particolarmente nascosti fra le righe di dialoghi, scene e situazioni.
La trama infatti narra di un gruppo di ribelli chiamati "Undici individuali" , che in segno di protesta e sabotaggio compiono spesso azioni terroristiche apparentemente senza senso.
Essi risulteranno non essere altro che uno specchio per le allodole in cui si è insediato Hideo Kuze un influente rivoluzionario.
La finalità di Kuze è quella di rendere indipendente o meglio inglobare l'isola di Dejima dove si sono stabiliti da tempo tutti i profughi scaturiti dalle due guerre mondiali.
Essi rivendicano il diritto di essere riconosciuti ufficialmente dal Giappone come cittadini normali.
Sotto la minaccia di un'insurrezione si viene delineando un curioso retroscena legato a vicende internazionali.
A tirare le file di tutta la vicenda è in realtà il capo del servizio informazioni giapponese, che in accordo con gli Stati Uniti mira ad una militarizzazione del proprio paese al fine di prenderne il potere.
Oltre a tutto ciò verranno delineati, col passare delle puntate, interessanti rapporti fra il maggiore Motoko Kusanagi e il ribelle Kuze, che affondano le proprie radici nel lontano passato dei due.
Come già detto in precedenza, la seconda serie di Ghost in the Shell si differenzia dalla prima in fatto di tematiche, non in senso di argomentazioni, ma in fatto di quantità e qualità espressive.
Infatti nella seconda serie viene data maggior importanza e rilevanza alla struttura narrativa piuttosto che alle riflessioni e alle denunce socio-psicologiche derivanti dalla meccanizzazione del mondo e dalla nascita di androidi sempre pi alienanti.
Dal punto di vista tecnico l'anime è comunque realizzato in modo ineccepibile, sia la colonna sonora, che il doppiaggio sono di buonissimo livello (anche se sempre inferiori al suo predecessore).
Graficamente invece è denotabile un lieve miglioramento, che riesce nel compito di spettacolarizzare molte scene clou.
In definitiva Ghost in the Shell: Stand Alone Complex - 2nd GIG risulta essere un ottimo titolo, che però non riesce ad eguagliare lo splendore del suo antenato.
Si ci trova dinanzi ad un figlio che, anche se con buoni risultati, cerca di imitare il padre senza però riuscire ad eguagliarlo.
Questa è l'eccezione che conferma la regola che dice "l'allevo supera il maestro".