I picchiaduro puntano in genere su gameplay frenetici, sulla possibilità di inanellare combo da decine di colpi e su spettacolari mosse per ridurre velocemente la salute dell'avversario. Le cose però cambiano molto quando si punta ad un titolo simulativo come è EA Sport UFC 5 e la vera sfida in questo caso è quella di mantenere alta l'attenzione dell'utente pur rendendo i combattimenti duri, faticosi e pesanti tanto quanto entrare fisicamente all'interno dell'ottagono. Scopriamo insieme se il lavoro fatto da Electronic Arts è stato all'altezza delle aspettative.
Facciamola breve, come un KO al primo round: UFC 5 ci riesce ed anche bene. Non è necessario essere appassionati di MMA per provare un brivido quando Bruce Buffer annuncia il nostro nome, così come non è necessaria una storia coinvolgente e strappalacrime per farci godere della crescita del nostro combattente nella modalità carriera. Tutto quello che vogliamo è già lì: training camp per migliorarci, punti esperienza da spendere in mosse e statistiche e tanti incontri. Chiaramente l'approccio ai combattimenti, specialmente alle difficoltà più elevate, deve essere ragionato: i colpi fanno male e non è più necessario finire definitivamente al tappeto o sottomessi per dichiarare un incontro concluso. Subire troppi danni nello stesso punto richiamerà l'attenzione del medico, che a seconda di quanto gravi sono le ferite potrà decidere di interrompere il match (tra i BUU! del pubblico). Questa piccola premessa solo per entrare nell'ottica dello sforzo di realismo compiuto per questo gioco ed ovviamente il tutto avrebbe poco senso se non fosse accompagnato da un comparto grafico in grado di farti percepire ciò che la simulazione vuole trasmetterti.
Grazie alla scelta di abbandonare le console old gen ed all'implementazione, per la prima volta, del motore grafico Frostbyte, i danni sono molto più visibili che in passato ed hanno effetti sui combattenti. Continuando a martellare l'occhio destro del tuo avversario con il jab sinistro o con gomitate ben piazzate, lo si vedrà ben presto tumefatto e gonfio o aperto e sanguinante ed il tutto è reso davvero in maniera eccezionale, tanto da far classificare il titolo con rating maturo. Tornando all'angolo il combattente danneggiato mostrerà tutto il dolore costretto a subire nel round, mentre i danni invisibili, come i colpi al corpo ed alle gambe, presenteranno il conto direttamente sull'andatura del combattente (oltre ad essere indicati da simboli sotto la barra della salute). Se uno dei due marzialisti sta sanguinando, il sangue rimarrà sul corpo dell'avversario ogni volta che i due entrano in contatto ed esattamente in quel punto, rendendo il macabro spettacolo incredibilmente realistico. L'unico vero problema di questa meccanica è che può essere abusata. Costruendo uno striker potente e preciso si potrà facilmente far interrompere l'incontro con 4 o 5 colpi ben assestati che danneggiano l'avversario quanto basta a richiamare l'attenzione dell'arbitro. Chiaramente parliamo di ciò che succederebbe davvero nella realtà, con l'unica differenza che probabilmente ben pochi professionisti permetterebbero all'avversario di continuare ad insistere con lo stesso colpo per tutta la durata di un match (o peggio, di una carriera).
L'intelligenza artificiale rimane comunque di alto livello, anche a difficoltà normale bisogna faticare per trovare uno spiraglio in cui colpire e per difendersi adeguatamente. La cosa più appassionante è il modo in cui sono stati trasposti gli stili dei combattenti reali; stare di fronte a superstar come Israel Adesanya o Max Holloway è surreale, perchè l'incredibilmente somiglianza non si limita all'aspetto fisico, ma a tutto il loro modo di approcciare un incontro. In generale comunque dovrete aspettarvi che un combattente di jiu jitsu proverà frequentemente i takedown, o che un esperto di BBJ non aspetti altro che cercare una sottomissione conclusiva. A tal proposito è giusto dire che il sistema di prese e lotta a terra, probabilmente l'esperienza più complessa da trasporre in videogioco, è adesso molto più semplice. La curva di apprendimento rimane, ma è meno ripida e soprattutto sono stati abbandonati gli orribili minigiochi per vincere una sfida di prese, mentre invece è fondamentale la gestione della stamina. I combattimenti sembrano quindi tutti molto reali, sia in modalità carriera che online contro altri giocatori, o nelle sfide della Fight Week, in cui vengono proposti incontri da concludere seguendo determinati obiettivi.
La modalità Carriera mantiene lo stesso formato di base delle versioni precedenti. Utilizzando un combattente creato si punterà a raggiungere la vetta delle classifiche UFC, con l'obiettivo finale di diventare il più grande di tutti i tempi battendo un determinato numero di record, mentre nel corso dei vari eventi isi accumulano i punti esperienza necessari ad alzare il livello del fighter. Invitando altri combattenti ai nostri camp e pagando il giusto prezzo, potremo apprendere nuove mosse, che complessivamente sono davvero tantissime. tra pugni, calci, gomitate, colpi in clinch, prese ed acrobazie varie, il numero è così soverchiante che farete fatica a vederle tutte anche dedicandovi al titolo per molte ore, il che ancora uyna volta evidenzia l'incredibile cura al dettaglio messa in campo, pardon, nel ring, da EA Vancouver. Per evitare che la noia prenda il sopravvento nella ripetitività delle settimane che anticipano un incontro (ma ehi, questa è la vita di un atleta!), è stata giustamente introdotta la possibilità di simulare interi periodi di tempo oppure singole sessioni di allenamento. Ovviamente il finto comparto social, di sponsorizzazioni ed interviste è soltanto abbozzato, in questo non c'è stata velleità di replicare davvero ciò che c'è dietro le personalità dell'UFC. In ogni caso, come abbiamo già anticipato, le altre modalità permettono di gettarsi direttamente nella mischia bypassando le parti più gestionali, mentre la vera novità rispetto al passato è rappresentata dalla Carriera Online. Per quanto riguarda il multiplayer vero e proprio, il netcode è apparso un po' troppo ballerino e si poteva fare qualcosa in più per permettere l'accoppiamento con avversari dalla connessione più stabile.
Il roster di atleti e leggende (si va da Bruce Lee a Tyson ed Ali) è molto ampio ed abbiamo trovato apprezzabile la possibilità di adeguare una partita rapida alle esigenze e voglie del momento: si può ad esempio impedire totalmente che il combattimento si svolga a terra, in modo da rendere un match più gratificante per chi adora utilizzare pugili ed allo stesso tempo si può optare per un approccio più arcade o più simulativo e votato al KO. Graficamente il gioco è letteralmente una gioia per gli occhi, ma questo oramai lo abbiamo abbondantemente spiegato, anche se dal lato tecnico non riesce ad essere granitico sugli fps in ogni momento (quasi esclusivamente fuori dal match, quando ci sono più elementi da gestire). Anche il comparto audio non ha lesinato nella cura, con la solita voce dello storico presentatore Bruce Buffer, il commento in live (solo in inglese) e le tantissime musiche che si alternano nei menù e nei pre show. Di grande impatto anche i replay cinematografici, che mostrano i KO in spettacolari visioni multiangolo come solo Hollywood ci ha abituato.
Facciamola breve, come un KO al primo round: UFC 5 ci riesce ed anche bene. Non è necessario essere appassionati di MMA per provare un brivido quando Bruce Buffer annuncia il nostro nome, così come non è necessaria una storia coinvolgente e strappalacrime per farci godere della crescita del nostro combattente nella modalità carriera. Tutto quello che vogliamo è già lì: training camp per migliorarci, punti esperienza da spendere in mosse e statistiche e tanti incontri. Chiaramente l'approccio ai combattimenti, specialmente alle difficoltà più elevate, deve essere ragionato: i colpi fanno male e non è più necessario finire definitivamente al tappeto o sottomessi per dichiarare un incontro concluso. Subire troppi danni nello stesso punto richiamerà l'attenzione del medico, che a seconda di quanto gravi sono le ferite potrà decidere di interrompere il match (tra i BUU! del pubblico). Questa piccola premessa solo per entrare nell'ottica dello sforzo di realismo compiuto per questo gioco ed ovviamente il tutto avrebbe poco senso se non fosse accompagnato da un comparto grafico in grado di farti percepire ciò che la simulazione vuole trasmetterti.
Grazie alla scelta di abbandonare le console old gen ed all'implementazione, per la prima volta, del motore grafico Frostbyte, i danni sono molto più visibili che in passato ed hanno effetti sui combattenti. Continuando a martellare l'occhio destro del tuo avversario con il jab sinistro o con gomitate ben piazzate, lo si vedrà ben presto tumefatto e gonfio o aperto e sanguinante ed il tutto è reso davvero in maniera eccezionale, tanto da far classificare il titolo con rating maturo. Tornando all'angolo il combattente danneggiato mostrerà tutto il dolore costretto a subire nel round, mentre i danni invisibili, come i colpi al corpo ed alle gambe, presenteranno il conto direttamente sull'andatura del combattente (oltre ad essere indicati da simboli sotto la barra della salute). Se uno dei due marzialisti sta sanguinando, il sangue rimarrà sul corpo dell'avversario ogni volta che i due entrano in contatto ed esattamente in quel punto, rendendo il macabro spettacolo incredibilmente realistico. L'unico vero problema di questa meccanica è che può essere abusata. Costruendo uno striker potente e preciso si potrà facilmente far interrompere l'incontro con 4 o 5 colpi ben assestati che danneggiano l'avversario quanto basta a richiamare l'attenzione dell'arbitro. Chiaramente parliamo di ciò che succederebbe davvero nella realtà, con l'unica differenza che probabilmente ben pochi professionisti permetterebbero all'avversario di continuare ad insistere con lo stesso colpo per tutta la durata di un match (o peggio, di una carriera).
L'intelligenza artificiale rimane comunque di alto livello, anche a difficoltà normale bisogna faticare per trovare uno spiraglio in cui colpire e per difendersi adeguatamente. La cosa più appassionante è il modo in cui sono stati trasposti gli stili dei combattenti reali; stare di fronte a superstar come Israel Adesanya o Max Holloway è surreale, perchè l'incredibilmente somiglianza non si limita all'aspetto fisico, ma a tutto il loro modo di approcciare un incontro. In generale comunque dovrete aspettarvi che un combattente di jiu jitsu proverà frequentemente i takedown, o che un esperto di BBJ non aspetti altro che cercare una sottomissione conclusiva. A tal proposito è giusto dire che il sistema di prese e lotta a terra, probabilmente l'esperienza più complessa da trasporre in videogioco, è adesso molto più semplice. La curva di apprendimento rimane, ma è meno ripida e soprattutto sono stati abbandonati gli orribili minigiochi per vincere una sfida di prese, mentre invece è fondamentale la gestione della stamina. I combattimenti sembrano quindi tutti molto reali, sia in modalità carriera che online contro altri giocatori, o nelle sfide della Fight Week, in cui vengono proposti incontri da concludere seguendo determinati obiettivi.
La modalità Carriera mantiene lo stesso formato di base delle versioni precedenti. Utilizzando un combattente creato si punterà a raggiungere la vetta delle classifiche UFC, con l'obiettivo finale di diventare il più grande di tutti i tempi battendo un determinato numero di record, mentre nel corso dei vari eventi isi accumulano i punti esperienza necessari ad alzare il livello del fighter. Invitando altri combattenti ai nostri camp e pagando il giusto prezzo, potremo apprendere nuove mosse, che complessivamente sono davvero tantissime. tra pugni, calci, gomitate, colpi in clinch, prese ed acrobazie varie, il numero è così soverchiante che farete fatica a vederle tutte anche dedicandovi al titolo per molte ore, il che ancora uyna volta evidenzia l'incredibile cura al dettaglio messa in campo, pardon, nel ring, da EA Vancouver. Per evitare che la noia prenda il sopravvento nella ripetitività delle settimane che anticipano un incontro (ma ehi, questa è la vita di un atleta!), è stata giustamente introdotta la possibilità di simulare interi periodi di tempo oppure singole sessioni di allenamento. Ovviamente il finto comparto social, di sponsorizzazioni ed interviste è soltanto abbozzato, in questo non c'è stata velleità di replicare davvero ciò che c'è dietro le personalità dell'UFC. In ogni caso, come abbiamo già anticipato, le altre modalità permettono di gettarsi direttamente nella mischia bypassando le parti più gestionali, mentre la vera novità rispetto al passato è rappresentata dalla Carriera Online. Per quanto riguarda il multiplayer vero e proprio, il netcode è apparso un po' troppo ballerino e si poteva fare qualcosa in più per permettere l'accoppiamento con avversari dalla connessione più stabile.
Il roster di atleti e leggende (si va da Bruce Lee a Tyson ed Ali) è molto ampio ed abbiamo trovato apprezzabile la possibilità di adeguare una partita rapida alle esigenze e voglie del momento: si può ad esempio impedire totalmente che il combattimento si svolga a terra, in modo da rendere un match più gratificante per chi adora utilizzare pugili ed allo stesso tempo si può optare per un approccio più arcade o più simulativo e votato al KO. Graficamente il gioco è letteralmente una gioia per gli occhi, ma questo oramai lo abbiamo abbondantemente spiegato, anche se dal lato tecnico non riesce ad essere granitico sugli fps in ogni momento (quasi esclusivamente fuori dal match, quando ci sono più elementi da gestire). Anche il comparto audio non ha lesinato nella cura, con la solita voce dello storico presentatore Bruce Buffer, il commento in live (solo in inglese) e le tantissime musiche che si alternano nei menù e nei pre show. Di grande impatto anche i replay cinematografici, che mostrano i KO in spettacolari visioni multiangolo come solo Hollywood ci ha abituato.
Conclusioni
EA Sport UFC 5 è un gran titolo sulle MMA, c'è poco da dire a riguardo. La scelta di prendersi più tempo per creare questo capitolo e l'abbandono del crossgen con l'adozione del Frostbyte Engine, hanno permesso un'attenzione ai dettagli senza pari, con enorme cura nel replicare i movimenti dei fighter ed un'elevata precisione tecnica (incredibile ad esempio l'assenza di difetti classici come le compenetrazioni). Tutti questi elementi combinati ne fanno un must have per gli appassionati e non solo: anche gli altri rimarranno piacevolmente sorpresi dalla facilità con cui questo gioco fa nascere quella voglia di voler mettere KO gli avversari, padroneggiare combo o sentire il "tap tap" dopo una sottomissione. Il titolo pecca solo sul ritmo complessivo che rischia di essere un po' troppo ripetitivo alla lunga, ma in questo senso è apprezzabile l'introduzione di nuove modalità come la Carriera Online ed i Contratti. Per finire i nuovissimi replay cinematografici rendono l'esperienza complessiva ancora più esaltante.
Pro
- Un titolo tecnicamente e graficamente eccellente;
- Grossissima cura ed attenzione ad ogni dettaglio di questo sport;
- Gameplay preciso e funzionale.
Contro
- La carriera poteva essere arricchita e resa un po' più varia;
- Netcode multiplayer da rivedere
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