Arc System Works è una Software House famosa per aver prodotto ottimi picchiaduro sia su licenza, come i due Persona 4 Arena, che originali, come il recente Guilty Gear Xrd. Ciò che caratterizza i loro titoli non è solo una cura grafica e stilistica magnifica e un gameplay tanto adrenalinico quanto profondo, bensì sono (anche) noti per l’attenzione che dedicano alla trama, elemento generalmente bistrattato nei fighting game.
XBlaze Code:Embryo è sviluppato dalla ASW ed è collegato a BlazBlue, una delle loro serie di punta, ma non è un picchiaduro, è una Visual Novel, ovvero quello che molti considererebbero il genere più lontano da quello a cui la casa è abituata. Molti, in questo caso, avrebbero torto poiché lo stesso BlazBlue ha sviluppato una trama con uno stile narrativo (nonché profondità) che si rifà a quello delle Visual Novel.
Nonostante questo, le dinamiche che rendono interessanti due giochi dai generi così diversi non sono le stesse e, sebbene la storia di BlazBlue non si sia mai lasciata influenzare troppo dal suo essere un picchiaduro ad incontri 1 contro 1, le aspettative rivolte verso uno spin-off della serie che non aveva alcun tipo di “limitazioni da gameplay” non potevano che essere altissime.
TRAMA
La storia inizia con il risveglio in classe, alla fine delle lezioni, del protagonista Kagari Toya, accompagnato dall’amica d’infanzia, nonché sorella adottiva, Hinata Yuki. I due chiacchierano amichevolmente mentre si dirigono verso il ristorante dove Toya lavora part-time, introducendo così in maniera naturale al giocatore quella che è la loro situazione.
Kagari Toya, infatti, non è solo un normale studente liceale dal forte senso del dovere, è un orfano (come Hinata) sopravvissuto ad un incidente misterioso, partito dal centro di ricerca alla cui guida vi era la madre, che ha coinvolto e distrutto il quartiere circostante. Dieci anni dopo quella catastrofe, la sorella maggiore di Hinata riuscirà ad ottenere la tutela legale della sorellina e di Toya, il quale però si sentirà un peso per le due ragazze.
Mentre torna a casa dopo aver concluso il suo turno al ristorante, Toya avverte uno strano suono, simile ad un campanellino, e decide di seguirlo. Questo lo conduce verso la zona in cui si era verificato l’incidente, ma cosa ancora più strana, vi troverà un uomo di mezza età che cercherà di aggredirlo usando uno strano potere. Quando ormai sembra non esserci più nulla da fare, una ragazza dai capelli biondi e dal fare assente arriva a salvarlo, prendendo in custodia l’uomo e sparendo misteriosamente così come è apparsa.
Tornato a casa, Toya ritroverà quella stessa ragazza ad aspettarlo e, poco dopo, farà conoscenza con Amanohokosaka Mei e Soichiro Unomaru. Tutti e tre sono membri della Mitsurugi Agency, un’organizzazione che si occupa del recupero delle persone che, in seguito all’incidente, hanno contratto una bizzarra malattia che gli conferisce poteri speciali, ma che dopo un certo periodo di tempo finisce per farli impazzire, portandoli ad aggredire tutto e tutti senza motivo.
Toya scoprirà presto di non essere stato infettato, ma per qualche motivo, possiede comunque la capacità di sentire da una grande distanza quando dei malati utilizzano il proprio potere. Spinto dal desiderio di proteggere i propri amici e la propria famiglia, Toya si alleerà con la Mitsurugi Agency allo scopo di catturare gli Unit, ovvero persone in possesso di questi misteriosi poteri.
Con l’avanzare della trama, il numero di personaggi, interrogativi e colpi di scena non faranno che aumentare, finendo per dar vita ad una storia piuttosto interessante, ma che soffre di un ritmo narrativo lento e deve gran parte del suo fascino ai rimandi a BlazBlue.
Chi non è famigliare con la serie precedente non deve preoccuparsi: XBlaze è un prequel ambientato centinaia di anni prima rispetto agli eventi del picchiaduro e ogni elemento comune introdotto viene spiegato ed analizzato in modo esaustivo.
Detto questo, è innegabile che non conoscere il cosa succederà nel futuro e il come ciò di cui si parla verrà applicato, fa perdere molta personalità al titolo, rischiando persino di far passare diversi concetti, piuttosto complessi e caratteristici, al pari di semplici espedienti.
Per gli altri, invece, poter scoprire nel dettaglio cosa, come e perché si è arrivati al “mondo di BlazBlue”, toccando persino le origini di alcuni dei misteri più grandi (Takamagahara!), sarà decisamente intrigante, così come lo sarà vedere come quegli stessi elementi tipici della serie vengano applicati in modo quasi totalmente diverso in un “mondo normale”.
Quella di JOhnJOhn dev'essere un'avventura piuttosto bizzarra.
Come accennato in precedenza, nonostante la trama di fondo sia piuttosto interessante, la narrazione non gli rende giustizia, costringendo il giocatore a sorbirsi inutili scenette tipiche degli anime che non solo non aggiungono nulla alla storia, ma che spesso danno anche l’idea di essere state inserite a forza solo per accontentare una certa categoria di fan. Come se non bastasse, oltre ai vari eventi stereotipati, i personaggi risultano piuttosto fiacchi, banali e a tratti fastidiosamente prevedibili.
Nonostante tutto il tempo a loro dedicato, praticamente nessuno dei protagonisti maturerà o cambierà nel corso dell’opera, palesando ancora di più l’inutilità di tutte quelle scene da commedia scolastica. Decisamente una grossa delusione contando quanto fossero carismatici, in media, i personaggi delle serie ASW.
GAMEPLAY
Il sistema di XBlaze Code:Embryo si differenzia molto dalle classiche Visual Novel, il giocatore infatti per mutare gli eventi e sbloccare diversi finali non sarà chiamato a rispondere ai dialoghi scegliendo fra alcune risposte, dovrà invece imparare a gestire il TOi.
Il TOi, nel gioco, è una sorta di applicazione per cellulari che seleziona automaticamente dal web degli articoli in base agli interessi del proprietario.
A seconda di cosa si deciderà di leggere, quindi, non solo Toya verrà a conoscenza di informazioni diverse che lo porteranno ad eventi differenti, ma questi influenzeranno il TOi stesso, rendendo accessibili (o inaccessibili) altre informazioni. Un sistema decisamente originale e dagli spunti interessanti poiché, sebbene non tutti gli articoli portino al raggiungimento di un evento concreto, danno un’idea di come la normale popolazione percepisca la situazione che si sta sviluppando.
Di contro però, senza l’ausilio di una guida è virtualmente impossibile sbloccare tutti i finali o cercare attivamente di raggiungere un determinato traguardo.
In genere i titoli degli articoli sono più seri, è solo colpa mia se ci sono questi...
Ottime sono l’organizzazione delle schede sui protagonisti, aggiornate in tempo reale con quello che si scopre e arricchite con informazioni sugli aspetti importanti, e delle opzioni che permettono di calibrare a piacimento diversi elementi come la velocità della lettura-automatica, i suoni, le singole voci dei personaggi e molto altro ancora.
Menzione d’onore anche per la possibilità di poter salvare in qualsiasi momento, sia tramite salvataggi automatici che con quelli manuali, per i riassunti dei capitoli quando si ricarica (davvero utili quando si riprende dopo lunghe pause) e per la possibilità di tornare indietro e rileggere (o addirittura rivedere) le scene passate.
GRAFICA E AUDIO
Dal punto di vista meramente tecnico, XBlaze Code:Embryo è semplicemente perfetto. Nonostante sia una Visual Novel e (filmato d’apertura a parte) non ci siano mai scene animate, grazie alle numerose pose in cui i personaggi sono disegnati e ad una sublime gestione della telecamera e degli spazi, si ha più la sensazione di guardare un anime che non quella di leggere un libro. I personaggi sono disegnati seguendo lo stesso stile di BlazBlue, ma con un design mediamente più sobrio. Scelta azzeccata considerando il periodo in cui è ambientata la storia, ma proprio per questo diversi membri del cast stonano più di quanto probabilmente non avrebbero dovuto.
La colonna sonora è molto simile a quella usata durante la Story Mode di BlazBlue e ben accompagna gli eventi di gioco, anche se le tracce più austere vengono sostituite con alcune più moderne e quelle adrenaliniche (ovvero le theme rock-metal personali delle battaglie nel picchiaduro) con altre che accentuano l’atmosfera percepita da Toya per lo scontro. Il doppiaggio è in linea con gli altissimi standard giapponesi, quindi ottimo.
CONCLUSIONI
I primi rimarranno sicuramente soddisfatti dallo scoprire com’è iniziato tutto, mentre i secondi potranno godersi una storia in linea con i propri gusti e che (stranamente, vista la sua natura di prequel e l’annuncio di un seguito) ha un finale degno di questo nome. Per tutti gli altri invece conviene astenersi poiché il numero di situazioni viste e riviste, unite ad un cast di personaggi a dir poco stereotipati, potrebbero far passare la voglia di proseguire.
Pro
- Sembra di guardare un anime
- I collegamenti con BlazBlue rendono il tutto piu' interessante
- Impostazione tecnica e cura grafico-stilistica ottima
Contro
- Troppe scene inutili da commedia scolastica
- Personaggi troppo stereotipati e poco carismatici
- Neccessita' di finire il gioco piu' volte per comprendere appieno il finale
Anche io da fan di Blazblue prima o poi recupererò questo prequel, visto che sembra spiegare alcune cose interessanti sulle dinamiche del mondo di Blazblue!
Mi auguro che in futuro portino in Europa anche il nuovo titolo della serie: XBlaze - Lost: Memories.
Spero anch'io nell'uscita europea del sequel (in realtà sarebbe più corretto chiamarlo midquel visto che tratta gli stessi eventi visti da una prospettiva diversa), il mondo di BB ha sempre tante (troppe) cose da dire
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