La serie di light novel giapponese chiamata La Leggenda di Arslan sta vivendo una vera e propria seconda giovinezza. L'autore, Yoshiki Tanaka, iniziò a scrivere la storia nel lontano 1986, e, con 14 volumi all'attivo, la serie è ancora in corso d'opera. Dopo vari adattamenti animati in OAV e un manga shōjo negli anni '90, nel 2013 Hiromu Arakawa (Fullmetal Alchemist, Silver Spoon) cominciò a pubblicare su Bessatsu Shōnen Magazine il manga di La Leggenda di Arslan, disegnato con il suo personalissimo stile. Il grande successo del manga della Arakawa portò due anni dopo gli studi Liden Films e Sanzigen alla produzione di una serie anime di 25 episodi che riprende il character design della mangaka. Arslan: The Warriors of Legend vuole essere la trasposizione videoludica di questa serie animata. Sviluppato da Koei Tecmo, questo musou è disponibile in Giappone dal 1 ottobre 2015 per PlayStation 3 e PlayStation 4. Il 12 di febbraio il gioco arriverà anche sugli scaffali italiani grazie ad Halifax, che distribuirà le versioni retail occidentali per PlayStation 4 e Xbox One, mentre in digitale sarà disponibile anche su PS3 e PC via Steam. Riuscirà questo titolo a tenere alto l'onore del manga e dell'anime? (La versione testata per questa recensione è quella PS4).
Arslan: The Warriors of Legend ha il grande pregio di seguire fedelmente le vicende narrate nei 25 episodi della serie animata del 2015, riprendendone addirittura alcune animazioni per le cutscene. Ci ritroveremo quindi immischiati nella lotta tra Pars e la Lusitania e dovremo guidare il principe Arslan a riconquistare il trono di Ecbatana. Senza spoilerare nulla a chi ancora dovesse guardare la serie, vi basta sapere che la trama è narrata in modo approfondito e non dà nulla per scontato, così che, attraverso i numerosi filmati in stile anime e quelli in grafica di gioco, chiunque può godersi il titolo anche senza conoscere la serie o se non si ricorda certi particolari. Inoltre, per chi volesse approfondire certi aspetti, è disponibile anche una enciclopedia in cui leggere notizie sui vari personaggi, i termini utilizzati e l'intera cronologia degli avvenimenti. Completando lo Story Mode sbloccheremo i 15 personaggi giocabili, tra cui i seguaci di Arslan e alcuni nemici come Maschera d'Argento. Non sono tantissimi e dispiace che qualcuno come Rajendra sia presente solo come boss, ma perlomeno i principali ci sono tutti e con i vari costumi alternativi inclusi.
Il gameplay di Arslan: The Warriors of Legends segue la filosofia generale dei musou: controlliamo un personaggio alla guida di un esercito e dobbiamo spazzare via le centinaia di nemici che ci ritroviamo davanti. Ci sono i nemici più deboli che servono solo come carne da macello per riempire la barra della super mossa, quelli intermedi che hanno una salute maggiore, quelli più potenti che hanno una guardia da dover spezzare prima di infliggergli danno e i veri e propri boss (in generale i personaggi nemici della storia) che saranno ben più temibili e, una volta ridotta a metà la loro salute, diventeranno ancora più potenti. A nostra disposizione avremo attacchi normali, potenti e unique skill, che, opportunamente alternati, si concateneranno in combo. Riempita l'apposita barra gialla potremo anche scatenare la potentissima mossa speciale. Questa volta avremo anche la possibilità di cambiare arma durante gli scontri e in mezzo alle combo stesse, così da utilizzare quella che riteniamo più opportuna. Ogni personaggio può avere fino a 3 armi e le sbloccherà con l'avanzare della trama. Con il level up aumenteranno anche la lunghezza della barra della super (così da poterne effettuare un numero maggiore) e le weapon art. Queste sono set costituiti da varie combo che il nostro personaggio effettuerà a seconda di quale gli è stato equipaggiato. Alcune combo possono anche infliggere danni da veleno o elementali di fuoco, acqua o elettricità. Per personalizzare e potenziare i personaggi potremo assegnargli anche delle skill card (fino a 3 rispettando il limite di punti imposto) che i nemici più potenti dropperanno casualmente. In questo musou avremo anche la possibilità di saltare, e alcune combo si effettueranno proprio sfruttando questa abilità. Altra novità, ben più corposa, è quella del cavallo. A meno che la battaglia in corso non lo vieti, il giocatore può chiamare in qualunque momento un cavallo per poterlo cavalcare e colmare in breve tempo lunghe distanze. A cavallo potremo anche investire e colpire gli inermi fanti, che faranno molta fatica a disarcionarci. In cambio, però, i danni degli attacchi sferrati a cavallo hanno una potenza nettamente inferiore.
Ultima novità riguarda le Mardan Rush, ovvero delle azioni di massa attivabili da alcuni punti che spawneranno nella mappa in luoghi precisi. Ne esistono di 3 tipi: quelle di cavalleria che sono una cavalcata di svariati cavalieri contro un ostacolo da abbattere; quelle di fanteria che sono simili, ma con una marcia di fanti appiedati, più lenti, ma più facili da controllare; quelle di balistica con un gruppo di arcieri che deve incenerire un oggetto di legno con frecce infuocate. Da specificare è anche il fatto che in questo musou le mappe non hanno zone che generano continuamente nemici da dover conquistare per incrementare il numero di alleati. Qui i nemici o gli alleati spawneranno a seconda della situazione dello stage che stiamo affrontando. Una nota dolente per il gameplay è la telecamera e il sistema di parate e schivate: purtroppo, non esiste la possibilità di lockare un nemico potente e quindi per parare i suoi attacchi occorre sempre spostare manualmente la telecamera e tenere la guardia alzata mentre lo si ha di fronte. In questo modo si rischia spesso di perderlo di vista quando si è in mezzo ad una mischia! E a maggior ragione accade quando si deve schivare, perché bisogna tenere la guardia alzata e inclinare l'analogico nella direzione in cui vogliamo rotolare: in questo modo si perderà di vista l'obiettivo praticamente sempre!
Se parlando del gameplay Arslan: The Warriors of Legend se l'è cavata con solo qualche graffio, quando si va ad analizzare gli aspetti tecnici ne esce invece con le ossa rotte! Il gioco soffre tantissimo la sua cross-generazionalità originale ed è evidente che PS4 è stata la piattaforma di arrivo, anziché quella di partenza. Il numero di nemici visibili a schermo è piuttosto alto, ma purtroppo compaiono e scompaiono di continuo a seconda di dove si trova il giocatore. L'area attorno al nostro personaggio e l'orizzonte massimo in cui si vedono i nemici a schermo è troppo limitato per una console dell'attuale generazione, mentre invece era più comprensibile e giustificato su PS3. Capita spesso infatti di correre verso un luogo che sembra tranquillo per poi vedere un pop-in improvviso di decine di nemici. Perlomeno il frame rate è stabile e il gioco sarà sempre fluido. Mi è capitato veramente poche volte di assistere ad un innocuo scatto. Le texture in cel shading dei protagonisti sono ben dettagliate e fedeli al character design dell'anime, anche se comunque qualche dettaglio rimane in bassa definizione e si vede soprattutto nei filmati in grafica di gioco che, per quanto ben realizzati, quando la telecamera si avvicina molto ad un particolare saltano all'occhio elementi migliorabili. Non sono malaccio anche le texture dei nemici comuni, dei cavalli e degli ambienti, ma nel complesso si poteva fare di più tenendo conto delle potenzialità delle macchine attuali, inoltre certe movenze sembrano un po' troppo legnose e poco dinamiche. Nulla da dire invece sui filmati con scene tratte dall'anime, fanno il loro dovere di narrare gli eventi fondamentali della storia. Inoltre tutti i doppiatori originali tornano a prestare la loro voce ai personaggi da loro interpretati nella serie TV, con risultati ottimi. Un po' meno brillanti invece le musiche di gioco che, per quanto carine, non trasmettono lo stesso pathos di quelle dell'anime. Infine, per ciò che concerne la lingua, il titolo è stato tradotto in un buon inglese di facile comprensione e alcuni nomi sono stati traslitterati in maniera differente rispetto all'edizione italiana della serie.
Arslan: The Warriors of Legend non è un titolo molto longevo se l'obiettivo del giocatore è semplicemente quello di completare lo Story Mode e i vari stage extra sbloccabili. Stiamo comunque parlando di un gioco basato su una serie di 25 puntate da poco più di 20 minuti l'una, che, seppur abbondanti di guerre e battaglie, lasciano non molto materiali agli sviluppatori di Koei Tecmo. Questi, d'altro canto, non sono stati poi così abili nell'inventarsi qualcosa per migliorare la situazione: non bastano certo la possibilità di rifare gli stage dello Story Mode con il personaggio che più ci piace (anche in schermo condiviso) o di farli online con un altro giocatore per salvare il prodotto. Inoltre si sarebbe potuta allungare l'esperienza della storia aggiungendo battaglie che sono state tagliate perché il protagonista della vicenda non è tra i personaggi giocabili. Purtroppo non ho potuto testare l'esperienza online dato che mentre scrivo queste righe il gioco non è ancora uscito e mi è stato quindi impossibile trovare un altro giocatore a cui unirmi. Nel complesso il titolo è sufficientemente divertente, ma soffre di alcuni problemi tipici del genere a cui appartiene, come l'immancabile ripetitività delle missioni e una IA non proprio brillante. Se a questo però aggiungiamo i problemi di telecamera e, conseguentemente, del sistema di parate e schivate precedentemente discussi, il titolo non fa certo una belle figura dato che un semplice reskin di un Dinasty Warriors qualunque avrebbe forse funzionato meglio. A causa di questi problemi le battaglie contro i boss diventano a volte lunghe e noiose, ma almeno le altre missioni si lasciano giocare senza problemi. Inoltre le novità esclusive di questo gioco come il cavallo, il cambio d'arma durante gli scontri e le Mardan Rush non riescono appieno a donargli quella particolarità che lo potrebbe far distinguere dalla massa dei musou.
Trama e personaggi
Arslan: The Warriors of Legend ha il grande pregio di seguire fedelmente le vicende narrate nei 25 episodi della serie animata del 2015, riprendendone addirittura alcune animazioni per le cutscene. Ci ritroveremo quindi immischiati nella lotta tra Pars e la Lusitania e dovremo guidare il principe Arslan a riconquistare il trono di Ecbatana. Senza spoilerare nulla a chi ancora dovesse guardare la serie, vi basta sapere che la trama è narrata in modo approfondito e non dà nulla per scontato, così che, attraverso i numerosi filmati in stile anime e quelli in grafica di gioco, chiunque può godersi il titolo anche senza conoscere la serie o se non si ricorda certi particolari. Inoltre, per chi volesse approfondire certi aspetti, è disponibile anche una enciclopedia in cui leggere notizie sui vari personaggi, i termini utilizzati e l'intera cronologia degli avvenimenti. Completando lo Story Mode sbloccheremo i 15 personaggi giocabili, tra cui i seguaci di Arslan e alcuni nemici come Maschera d'Argento. Non sono tantissimi e dispiace che qualcuno come Rajendra sia presente solo come boss, ma perlomeno i principali ci sono tutti e con i vari costumi alternativi inclusi.
Gameplay
Il gameplay di Arslan: The Warriors of Legends segue la filosofia generale dei musou: controlliamo un personaggio alla guida di un esercito e dobbiamo spazzare via le centinaia di nemici che ci ritroviamo davanti. Ci sono i nemici più deboli che servono solo come carne da macello per riempire la barra della super mossa, quelli intermedi che hanno una salute maggiore, quelli più potenti che hanno una guardia da dover spezzare prima di infliggergli danno e i veri e propri boss (in generale i personaggi nemici della storia) che saranno ben più temibili e, una volta ridotta a metà la loro salute, diventeranno ancora più potenti. A nostra disposizione avremo attacchi normali, potenti e unique skill, che, opportunamente alternati, si concateneranno in combo. Riempita l'apposita barra gialla potremo anche scatenare la potentissima mossa speciale. Questa volta avremo anche la possibilità di cambiare arma durante gli scontri e in mezzo alle combo stesse, così da utilizzare quella che riteniamo più opportuna. Ogni personaggio può avere fino a 3 armi e le sbloccherà con l'avanzare della trama. Con il level up aumenteranno anche la lunghezza della barra della super (così da poterne effettuare un numero maggiore) e le weapon art. Queste sono set costituiti da varie combo che il nostro personaggio effettuerà a seconda di quale gli è stato equipaggiato. Alcune combo possono anche infliggere danni da veleno o elementali di fuoco, acqua o elettricità. Per personalizzare e potenziare i personaggi potremo assegnargli anche delle skill card (fino a 3 rispettando il limite di punti imposto) che i nemici più potenti dropperanno casualmente. In questo musou avremo anche la possibilità di saltare, e alcune combo si effettueranno proprio sfruttando questa abilità. Altra novità, ben più corposa, è quella del cavallo. A meno che la battaglia in corso non lo vieti, il giocatore può chiamare in qualunque momento un cavallo per poterlo cavalcare e colmare in breve tempo lunghe distanze. A cavallo potremo anche investire e colpire gli inermi fanti, che faranno molta fatica a disarcionarci. In cambio, però, i danni degli attacchi sferrati a cavallo hanno una potenza nettamente inferiore.
Ultima novità riguarda le Mardan Rush, ovvero delle azioni di massa attivabili da alcuni punti che spawneranno nella mappa in luoghi precisi. Ne esistono di 3 tipi: quelle di cavalleria che sono una cavalcata di svariati cavalieri contro un ostacolo da abbattere; quelle di fanteria che sono simili, ma con una marcia di fanti appiedati, più lenti, ma più facili da controllare; quelle di balistica con un gruppo di arcieri che deve incenerire un oggetto di legno con frecce infuocate. Da specificare è anche il fatto che in questo musou le mappe non hanno zone che generano continuamente nemici da dover conquistare per incrementare il numero di alleati. Qui i nemici o gli alleati spawneranno a seconda della situazione dello stage che stiamo affrontando. Una nota dolente per il gameplay è la telecamera e il sistema di parate e schivate: purtroppo, non esiste la possibilità di lockare un nemico potente e quindi per parare i suoi attacchi occorre sempre spostare manualmente la telecamera e tenere la guardia alzata mentre lo si ha di fronte. In questo modo si rischia spesso di perderlo di vista quando si è in mezzo ad una mischia! E a maggior ragione accade quando si deve schivare, perché bisogna tenere la guardia alzata e inclinare l'analogico nella direzione in cui vogliamo rotolare: in questo modo si perderà di vista l'obiettivo praticamente sempre!
Grafica, audio e localizzazione
Se parlando del gameplay Arslan: The Warriors of Legend se l'è cavata con solo qualche graffio, quando si va ad analizzare gli aspetti tecnici ne esce invece con le ossa rotte! Il gioco soffre tantissimo la sua cross-generazionalità originale ed è evidente che PS4 è stata la piattaforma di arrivo, anziché quella di partenza. Il numero di nemici visibili a schermo è piuttosto alto, ma purtroppo compaiono e scompaiono di continuo a seconda di dove si trova il giocatore. L'area attorno al nostro personaggio e l'orizzonte massimo in cui si vedono i nemici a schermo è troppo limitato per una console dell'attuale generazione, mentre invece era più comprensibile e giustificato su PS3. Capita spesso infatti di correre verso un luogo che sembra tranquillo per poi vedere un pop-in improvviso di decine di nemici. Perlomeno il frame rate è stabile e il gioco sarà sempre fluido. Mi è capitato veramente poche volte di assistere ad un innocuo scatto. Le texture in cel shading dei protagonisti sono ben dettagliate e fedeli al character design dell'anime, anche se comunque qualche dettaglio rimane in bassa definizione e si vede soprattutto nei filmati in grafica di gioco che, per quanto ben realizzati, quando la telecamera si avvicina molto ad un particolare saltano all'occhio elementi migliorabili. Non sono malaccio anche le texture dei nemici comuni, dei cavalli e degli ambienti, ma nel complesso si poteva fare di più tenendo conto delle potenzialità delle macchine attuali, inoltre certe movenze sembrano un po' troppo legnose e poco dinamiche. Nulla da dire invece sui filmati con scene tratte dall'anime, fanno il loro dovere di narrare gli eventi fondamentali della storia. Inoltre tutti i doppiatori originali tornano a prestare la loro voce ai personaggi da loro interpretati nella serie TV, con risultati ottimi. Un po' meno brillanti invece le musiche di gioco che, per quanto carine, non trasmettono lo stesso pathos di quelle dell'anime. Infine, per ciò che concerne la lingua, il titolo è stato tradotto in un buon inglese di facile comprensione e alcuni nomi sono stati traslitterati in maniera differente rispetto all'edizione italiana della serie.
Divertimento e longevità
Arslan: The Warriors of Legend non è un titolo molto longevo se l'obiettivo del giocatore è semplicemente quello di completare lo Story Mode e i vari stage extra sbloccabili. Stiamo comunque parlando di un gioco basato su una serie di 25 puntate da poco più di 20 minuti l'una, che, seppur abbondanti di guerre e battaglie, lasciano non molto materiali agli sviluppatori di Koei Tecmo. Questi, d'altro canto, non sono stati poi così abili nell'inventarsi qualcosa per migliorare la situazione: non bastano certo la possibilità di rifare gli stage dello Story Mode con il personaggio che più ci piace (anche in schermo condiviso) o di farli online con un altro giocatore per salvare il prodotto. Inoltre si sarebbe potuta allungare l'esperienza della storia aggiungendo battaglie che sono state tagliate perché il protagonista della vicenda non è tra i personaggi giocabili. Purtroppo non ho potuto testare l'esperienza online dato che mentre scrivo queste righe il gioco non è ancora uscito e mi è stato quindi impossibile trovare un altro giocatore a cui unirmi. Nel complesso il titolo è sufficientemente divertente, ma soffre di alcuni problemi tipici del genere a cui appartiene, come l'immancabile ripetitività delle missioni e una IA non proprio brillante. Se a questo però aggiungiamo i problemi di telecamera e, conseguentemente, del sistema di parate e schivate precedentemente discussi, il titolo non fa certo una belle figura dato che un semplice reskin di un Dinasty Warriors qualunque avrebbe forse funzionato meglio. A causa di questi problemi le battaglie contro i boss diventano a volte lunghe e noiose, ma almeno le altre missioni si lasciano giocare senza problemi. Inoltre le novità esclusive di questo gioco come il cavallo, il cambio d'arma durante gli scontri e le Mardan Rush non riescono appieno a donargli quella particolarità che lo potrebbe far distinguere dalla massa dei musou.
Considerazioni finali
Arslan: The Warriors of Legend è un gioco sviluppato da Koei Tecmo per PlayStation3, PlayStation 4, Xbox One e Steam. Nonostante l'estrema fedeltà e cura verso il materiale originario a cui si ispira, questo titolo non è certamente il miglior musou su licenza. I personaggi giocabili sono piuttosto pochi e scarseggiano anche modalità di gioco secondarie. Le nuove meccaniche e feature non sono poi così riuscite come si sperava e ci sono problemi gravi di telecamera. Tutto sommato rimane un titolo più che sufficiente che saprà farsi apprezzare almeno dai fan de La Leggenda di Arslan. Speriamo in un futuro sequel in cui gli sviluppatori possano correggere il tiro.
Pro
- Qualche feature inedita...
- Grande fedeltà al materiale originario
- I fan della serie possono rivivere battaglie epiche
- Doppiaggio giapponese e animazioni riprese dall'anime
Contro
- ...ma non molto azzeccata
- Tecnicamente arretrato
- Poche modalità secondarie
- Telecamera, sistema di parate e schivate da rivedere completamente
Concordo con Fabfab, titoli cross generation come questo rappresentano un vero e proprio limite allo sviluppo software delle consolle next gen.
Attualmente posseggo una PS4 presto prenderò anche una Xbox One, il problema che riscontro è questo: non esiste ancora una vera e propria Killer Application Totale che possa farmi dire: "Ok, questo è il nuovo inizio, da qui parte la next gen!". Sono passati quasi 2 anni e 1/2 dal lancio delle nuova generazione e fino ad ora tolto qualche titolo "vagamente" interessante tutto il resto è limitato ad un semplice porting di gloriosi titoli PS3 che, parliamoci chiaro, é ancora una grandissima consolle.
Conviene davvero passare a PS4 o Xbox One ora?
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