Il 2016 è iniziato da poco e i fan occidentali delle CPU più moe mai concepite dalla mente umana, possono finalmente godere del nuovo capitolo della saga Neptunia: Megadimension Neptunia VII (da leggersi v two e non sette). In esclusiva su Playstation 4 tornano quindi le dee del mondo di Gameindustri, pronte ad affrontare nuove avventure.
Nata dalla creatività di Idea Factory, la saga di Neptunia ha iniziato il suo percorso su PS3, per poi passare su PSVita e approdare infine sulla console di ultima generazione di casa Sony.
Ma se il mondo di Gameindustri è pacifico e tranquillo e le sue dee convivono amichevolmente sorseggiando insieme il tè del pomeriggio, quali novità potrebbe portare ai suoi fan questo Megadimension Neptunia VII? In realtà è esistita una console bella e sfortunata che sicuramente i giocatori più hardcore ricorderanno con affetto e nostalgia, ma che molti altri avranno dimenticato o addirittura mai conosciuto. Neptune e le sue amiche sono pronte ad aiutarla a ritrovare la memoria!
Megadimension Neptunia VII si divide in tre capitoli: quella cui abbiamo appena accennato è la trama del primo di essi, Zero Dimension Game Neptune Z: Ragnarok of the Abyss Goddess, cui faranno seguito Hyperdimension Game Neptune G: Gold Vanguard Gamindustri Existence of Change e Heart Dimension Game Neptune H.
Nel secondo capitolo, Neptsune, Blanc, Vert e Noire dovranno invece vedersela con un gruppo di 4 nuove CPU chiamate Gold Third, intenzionate a prendere il loro posto al comando di Gameindustri.
Nel terzo e ultimo capitolo, i mostri della Zero Dimension invadono la Hyperdimension e torna in scena Uzume Tennouboshi.
Per quanto spesso e volentieri si parli di eventi tragici e apocalittici nonché di sentimenti e situazioni quali la solitudine e l’abbandono, Megadimension Neptunia VII mantiene costantemente un tono allegro e leggero e conserva anche nei numerosi dialoghi tanta allegria e buon umore. La trama non è per niente complessa o particolarmente originale (a parte l’idea di base dell’intera saga) ma la si segue volentieri grazie alla caratterizzazione dei personaggi, stereotipati sì ma molto simpatici e carini; tra l’esplosiva e fresca Neptune, la dolce sorellina Nepgear, la tsundere Noire, l’infermierina Compa, l’energica Uzume (che passa dalla personalità cool a quella kawaii) e tanti altri personaggi, (quasi) tutti rigorosamente femminili, non avrete certo problemi a trovare la vostra preferita.
Ogni capitolo segue una propria struttura ma fondamentalmente ci si muove sulla mappa seguendo gli eventi della narrazione, che porteranno da un dungeon all’altro alla conquista di un obiettivo principale che può tradursi nel trovare un oggetto o sconfiggere un determinato mostro. Tornando alla base si recuperano HP ed SP, inoltre, è possibile assistere ai dialoghi che portano ai nuovi eventi, fare acquisti ecc. Andando avanti con il gioco le azioni che potremo compiere saranno sempre più numerose, quindi oltre alle funzioni più semplici potremo costruire strade, investire il nostro denaro nei commerci, nell’industria e nelle pubbliche relazioni (ricevendo da ognuno di essi degli effetti diversi), accettare quest, inviare i nostri scout alla ricerca di tesori nascosti ecc.
Il primo capitolo del gioco è forse in tal senso il più noioso, poiché ci si trova a seguire la storia senza mai poter fare molto altro.
I combattimenti vedono in campo da uno a quattro personaggi e sono articolati in maniera abbastanza strategica e divertente. Prima di iniziare la battaglia, sarà cura del giocatore posizionare i personaggi nella formazione a lui congeniale, decidendo se usarli tutti in prima linea o “accoppiarli” in modo che ognuno abbia alle spalle un personaggio di supporto. È inoltre necessario impostare le tre tipologie di attacco a disposizione e colpire i nemici in combo e nella giusta posizione per ottenere attacchi quanto più potenti possibili. Non mancano le varie skill, che si affiancano alla barra EXE Drive, che una volta riempita permette di attivare potenti mosse speciali combinate. I personaggi possono inoltre passare alla modalità HDD (Hard Drive Divinity) che attiva ulteriori nuovi attacchi.
Le modalità di combattimento sono insomma varie e mai noiose ma è paradossale che gli scontri con i boss siano spesso e volentieri più semplici di quelli con nemici piccoli ma numerosi; in questi casi, la formazione sbagliata può portare facilmente alla sconfitta.
L’aumento dell’esperienza va di pari passo con l’avanzare degli eventi ma la difficoltà è molto moderata così come il conseguente livello di sfida, inoltre, alla lunga i combattimenti diventano monotoni e le quest secondarie sono spesso ripetitive e poco interessanti. Altra piccola pecca è che all’attacco preventivo ai danni dei nemici non corrisponda nessun feedback sonoro o visivo.
Megadimension Neptunia VII si avvale di una corposissima componente visual novel; i dialoghi sono lunghi, a volte anche troppo e non raramente talmente prolissi da scadere nella noia. Non si può non ammettere che spesso e volentieri le interazioni tra i personaggi strappino più di un sorriso, ma la voglia di skipparne alcuni potrebbe farsi sentire prepotentemente. Spesso e volentieri le ragazze parlano del nulla cosmico cercando di mettere in evidenza più la loro caratterizzazione che non elementi concreti utili alla storia stessa.
Purtroppo però, il resto del comparto grafico non è particolarmente curato: le ambientazioni, potenzialmente molto belle, sono poco elaborate, così come le ombre o i giochi di luce. I personaggi si muovono in maniera poco fluida e saltano come se fossero dei pezzi di legno, anche le sequenze animate hanno una qualità video piuttosto scarsa. Tutto è insomma abbozzato in maniera spartana, ed è un peccato perché nella grafica (soprattutto quella delle sequenze animate) poteva risiedere un punto di forza del gioco.
La colonna sonora è varia ma anch’essa non risalta particolarmente, bella però la opening The vision of Telativity, alla quale si affiancano altri brani cantati dalle varie doppiatrici delle protagoniste. Il doppiaggio giapponese è ottenibile scaricando un DLC gratuito e si mostra superiore a quello inglese fondamentalmente perché sembra che alle doppiatrici nipponiche riesca naturale fare “le vocine moe”, mentre le inglesi sembra si sforzino terribilmente per ottenere quell’effetto, che nonostante tutto risulta fin troppo finto.
Nata dalla creatività di Idea Factory, la saga di Neptunia ha iniziato il suo percorso su PS3, per poi passare su PSVita e approdare infine sulla console di ultima generazione di casa Sony.
Ma se il mondo di Gameindustri è pacifico e tranquillo e le sue dee convivono amichevolmente sorseggiando insieme il tè del pomeriggio, quali novità potrebbe portare ai suoi fan questo Megadimension Neptunia VII? In realtà è esistita una console bella e sfortunata che sicuramente i giocatori più hardcore ricorderanno con affetto e nostalgia, ma che molti altri avranno dimenticato o addirittura mai conosciuto. Neptune e le sue amiche sono pronte ad aiutarla a ritrovare la memoria!
Trama
Nel mondo di Gameindustri, 4 CPU (Purple Heart, Black Heart, Green Heart, e White Heart) si dividono le relative zone d’influenza, ossia Planeptune, Laistation, Leanbox, e Lowee. La vita procede tranquillamente per tutti, almeno fino al giorno in cui Neptune trova per strada una vecchia console che improvvisamente la catapulta, assieme alla sorellina Nepgear , in un’altra dimensione. In questo mondo oscuro e devastato, le due fanno la conoscenza di Uzume Tennouboshi, un’energica CPU che ha perso la memoria ma che assieme al fido amico Umio, lotta ogni giorno contro i mostri per proteggere quel luogo e i suoi sopravvissuti. Le tre decidono di salvare insieme la dimensione di Uzume e contemporaneamente, Neptune Nepgear dovranno trovare il modo di tornare a casa.Megadimension Neptunia VII si divide in tre capitoli: quella cui abbiamo appena accennato è la trama del primo di essi, Zero Dimension Game Neptune Z: Ragnarok of the Abyss Goddess, cui faranno seguito Hyperdimension Game Neptune G: Gold Vanguard Gamindustri Existence of Change e Heart Dimension Game Neptune H.
Nel secondo capitolo, Neptsune, Blanc, Vert e Noire dovranno invece vedersela con un gruppo di 4 nuove CPU chiamate Gold Third, intenzionate a prendere il loro posto al comando di Gameindustri.
Nel terzo e ultimo capitolo, i mostri della Zero Dimension invadono la Hyperdimension e torna in scena Uzume Tennouboshi.
Per quanto spesso e volentieri si parli di eventi tragici e apocalittici nonché di sentimenti e situazioni quali la solitudine e l’abbandono, Megadimension Neptunia VII mantiene costantemente un tono allegro e leggero e conserva anche nei numerosi dialoghi tanta allegria e buon umore. La trama non è per niente complessa o particolarmente originale (a parte l’idea di base dell’intera saga) ma la si segue volentieri grazie alla caratterizzazione dei personaggi, stereotipati sì ma molto simpatici e carini; tra l’esplosiva e fresca Neptune, la dolce sorellina Nepgear, la tsundere Noire, l’infermierina Compa, l’energica Uzume (che passa dalla personalità cool a quella kawaii) e tanti altri personaggi, (quasi) tutti rigorosamente femminili, non avrete certo problemi a trovare la vostra preferita.
Gameplay
Il gameplay di Megadimension Neptunia VII si divide in due parti: una dedicata all’esplorazione e al combattimento e l’altra ai dialoghi, che in puro stile visual novel sono molto, molto abbondanti.Ogni capitolo segue una propria struttura ma fondamentalmente ci si muove sulla mappa seguendo gli eventi della narrazione, che porteranno da un dungeon all’altro alla conquista di un obiettivo principale che può tradursi nel trovare un oggetto o sconfiggere un determinato mostro. Tornando alla base si recuperano HP ed SP, inoltre, è possibile assistere ai dialoghi che portano ai nuovi eventi, fare acquisti ecc. Andando avanti con il gioco le azioni che potremo compiere saranno sempre più numerose, quindi oltre alle funzioni più semplici potremo costruire strade, investire il nostro denaro nei commerci, nell’industria e nelle pubbliche relazioni (ricevendo da ognuno di essi degli effetti diversi), accettare quest, inviare i nostri scout alla ricerca di tesori nascosti ecc.
Il primo capitolo del gioco è forse in tal senso il più noioso, poiché ci si trova a seguire la storia senza mai poter fare molto altro.
I combattimenti vedono in campo da uno a quattro personaggi e sono articolati in maniera abbastanza strategica e divertente. Prima di iniziare la battaglia, sarà cura del giocatore posizionare i personaggi nella formazione a lui congeniale, decidendo se usarli tutti in prima linea o “accoppiarli” in modo che ognuno abbia alle spalle un personaggio di supporto. È inoltre necessario impostare le tre tipologie di attacco a disposizione e colpire i nemici in combo e nella giusta posizione per ottenere attacchi quanto più potenti possibili. Non mancano le varie skill, che si affiancano alla barra EXE Drive, che una volta riempita permette di attivare potenti mosse speciali combinate. I personaggi possono inoltre passare alla modalità HDD (Hard Drive Divinity) che attiva ulteriori nuovi attacchi.
Le modalità di combattimento sono insomma varie e mai noiose ma è paradossale che gli scontri con i boss siano spesso e volentieri più semplici di quelli con nemici piccoli ma numerosi; in questi casi, la formazione sbagliata può portare facilmente alla sconfitta.
L’aumento dell’esperienza va di pari passo con l’avanzare degli eventi ma la difficoltà è molto moderata così come il conseguente livello di sfida, inoltre, alla lunga i combattimenti diventano monotoni e le quest secondarie sono spesso ripetitive e poco interessanti. Altra piccola pecca è che all’attacco preventivo ai danni dei nemici non corrisponda nessun feedback sonoro o visivo.
Megadimension Neptunia VII si avvale di una corposissima componente visual novel; i dialoghi sono lunghi, a volte anche troppo e non raramente talmente prolissi da scadere nella noia. Non si può non ammettere che spesso e volentieri le interazioni tra i personaggi strappino più di un sorriso, ma la voglia di skipparne alcuni potrebbe farsi sentire prepotentemente. Spesso e volentieri le ragazze parlano del nulla cosmico cercando di mettere in evidenza più la loro caratterizzazione che non elementi concreti utili alla storia stessa.
Grafica e sonoro
Partiamo dai lati buoni del versante grafico: il chara dei personaggi è molto bello, tanto moe quanto affascinante, tanto puccioso quanto sexy. Le (numerose) ragazze sono tutte molto belle, il design di vestiti e accessori è molto curato, senza contare le numerosissime e simpaticissime espressioni facciali di ognuna. Durante le sequenze parlate i personaggi non risultano mai troppo statici nonostante la loro bidimensionalità, grazie al movimento appena percettibile del corpo e dei capelli; molto belle anche le illustrazioni a corredo di alcune scene.Purtroppo però, il resto del comparto grafico non è particolarmente curato: le ambientazioni, potenzialmente molto belle, sono poco elaborate, così come le ombre o i giochi di luce. I personaggi si muovono in maniera poco fluida e saltano come se fossero dei pezzi di legno, anche le sequenze animate hanno una qualità video piuttosto scarsa. Tutto è insomma abbozzato in maniera spartana, ed è un peccato perché nella grafica (soprattutto quella delle sequenze animate) poteva risiedere un punto di forza del gioco.
La colonna sonora è varia ma anch’essa non risalta particolarmente, bella però la opening The vision of Telativity, alla quale si affiancano altri brani cantati dalle varie doppiatrici delle protagoniste. Il doppiaggio giapponese è ottenibile scaricando un DLC gratuito e si mostra superiore a quello inglese fondamentalmente perché sembra che alle doppiatrici nipponiche riesca naturale fare “le vocine moe”, mentre le inglesi sembra si sforzino terribilmente per ottenere quell’effetto, che nonostante tutto risulta fin troppo finto.
Conclusioni
Megadimension Neptunia VII è un gioco discreto ma che difficilmente farà presa su chi non è già un seguace del brand o non ama un determinato tipo di animazione nipponica. Si tratta comunque di un gioco onesto, che si offre fondamentalmente alla sua cerchia di fan e non cerca di allargare la sua fetta di pubblico, continuando a puntare su quello che è il punto forte del brand, ossia, i suoi personaggi, che in un modo o nell’altro, riescono a farsi amare molto velocemente. Qualche dialogo più conciso avrebbe reso il tutto più scorrevole, ma con il proseguire della storia aumenta il da farsi e i combattimenti diventano più entusiasmanti. Il cast è molto ampio e la longevità si attesta su buoni livelli (circa 10 ore solo per il primo capitolo).
Una trama simpatica ma che non entusiasma e una realizzazione tecnica, purtroppo non eccezionale, lo rendono un titolo abbastanza godibile ma non imprescindibile ma che farà comunque piacere agli adepti di Neptune e co.
Una trama simpatica ma che non entusiasma e una realizzazione tecnica, purtroppo non eccezionale, lo rendono un titolo abbastanza godibile ma non imprescindibile ma che farà comunque piacere agli adepti di Neptune e co.
Pro
- Personaggi carini e simpatici
- Battle system divertente...
- Leggero, fresco e divertente
Contro
- Graficamente poco incisivo
- ...ma alla lunga ripetitivo
- Troppi dialoghi spesso troppo lunghi
- Nessuna localizzazione in italiano
Il motivo per cui non c'è una localizzazione è proprio questo, anzi ci sono sempre meno persone nel settore, sempre più giocatori casuali (ossia persone che hanno le risorse economiche per permettersi una console ed un collegamento ad internet, ma che non hanno un vero interesse nel gioco o si aspettano che i giochi scendano o salgono al livello delle loro aspettative).
Per tanto io penso che la non localizzazione resterà un problema statico, indiscutibile, e comunque di poca importanza per i fan più accaniti (che alla fine sfortunatamente costituiscono gli unici giocatori) che conosceranno sicuramente l'inglese con anni di esperienza.
Non dico che tutti dovrebbero imparare l'inglese, ma segnare come "difetto" o "contro" non ne vale esattamente la pena.
Data la profonda differenza nel genere dei role-playing game, non sarebbe più opportuno adottare diverse metrature nei vari giudizi?
Considerato che ormai pare che in Italia sia la norma additare la narrazione "visual novel" come lunga e tediosa, non è forse vero che è caratteristica intera di questo sistema la struttura complessa? Le visual novel - o gli rpg che sfruttano lo stesso stile per la componente narrativa - saranno sempre con massiccia presenza di testo.
Si può muovere giudizi sull'entità di determinati eventi - da contestualizzare poi all'ambientazione o personaggi - ma limitarsi alla lunghezza pare sinonimo di poca professionalità.
Consiglio poi, al termine, di rivedere quanto scritto nel brevissimo sunto della trama: quando si descrive il gruppo Gold Third si attribuisce loro il titolo di CPU, cosa errata come la presentazione di quanto accade in quell'arc di trama.
Sono molto ignorante riguardo le logiche di mercato ma mi fido della tua spiegazione, che ha decisamente una logica. Allo stesso tempo però, per quanto le mancate localizzazioni possano essere giustificate, secondo me restano comunque un difetto, perché con tutte le scusanti possibili, ci saranno molte persone che non compreranno questo gioco a causa di questa mancanza. Poi sai, fosse stato un gioco con pochi dialoghi ci si poteva passare sopra, ma la mole di dialoghi è davvero abbondante, se non si conosce la lingua non ci si può godere la storia né capire i personaggi, quindi può essere un grosso limite.
Inoltre, come già hanno fatto spesso gli altri colleghi, vi invito a non prendere quei contro come difetti in assoluto che sconsigliano l'acquisto del prodotto, anche perché ogni contro ha un peso diverso (ad esempio per me è molto più problematica una trama noiosa o che fa acqua da tutte le parti, che non la mancanza dell'italiano).
Grazie comunque per le tue osservazioni sulla questione.
Io l'inglese l'ho imparato in questo modo, giocando ai videogiochi della serie atelier... troppo belli secondo me per perderli per la mancanza dell'italiano, mi sono giocato in tutto 7 giochi della serie tutti in inglese di cui i primi 4 con dizionario alla mano ( che continuavo a guardare a raffica non capendo metà dei termini ).
Risultato: ho giocato dei giochi meravigliosi e ho imparato una lingua.
Molti gdr giapponesi magari costano tanto all'uscita ma dopo pochi mesi li tirano dietro alla gente ( molti atelier adesso con 12 o 19 euro li porti a casa ) e potrebbero valere il tentativo.
Se aumentassero le vendite e quindi i guadagni delle compagnie non sia mai che in futuro aumentino anche i giochi in italiano !
In ogni caso però le traduzioni in italiano per un gioco con una massa di dialoghi molto grandi sono impossibili, oltre per le ragioni che ho citato sopra, ma anche per una questione di tempo. Basti considerare che uno dei giochi della serie Sora no kiseki sia uscito in inglese per Psp (occhio, psp!) solo di recente per le continue richieste dei fan più accaniti che non potevano contare su traduzioni proprio per la mole di (se non erro) due milioni di caratteri (giapponesi).
Chiedere l'italiano per un gioco con una storia profonda non è solo impossibile per motivi di tempo, ma anche perché non ci sono più centri di doppiaggio / traduzione, e quel che è peggio è che si decide di tradurre solo giochi con un impatto largo come i multi-player proprio perché il ragionamento sbagliato che fanno le case di distribuzione è "se l'esperienza di gioco è compromessa, traduciamo" questo perché creare un gioco multi-player significa investire più denaro nei server, si può capire che è una scelta simile al commento della finale di calcio. Mentre una partita fra squadre sconosciute (quindi giochi che di per se sono poco conosciuti o con un impatto gioco-giocatore più basso) viene al più subbata in inglese per rendere immediatamente disponibile la visione.
L'ideale sarebbe avere la traduzione in inglese già alla fonte, quindi in fase di produzione, ma i giapponesi hanno scarsa conoscenza dell'inglese perciò preferiscono lasciare un esorbitante lavoro ai distributori.
Poi la cosa che guasta l'esperienza ancora di più è stata una profonda crisi nel settore videoludico dovuta alla affermazione dei giochi next gen (2006 circa) che hanno ucciso il mercato dei giochi più di nicchia. Dopo questo disastro nessuno ha più il coraggio di creare o rielaborare videogiochi che non siano mainstream come i fifa, i cod ecc.
Chi si ricorda spyro? Jak e dexter? Crash?
C'è la versione europea, c'è il gioco con copertina e manuale italiano ma non c'è distribuzione italiana.
Almeno nei canali ufficiali. Ho chiesto a negozi e distributori ma nessuno lo ha.
Mi rivolgerò ad amazon...
No, non esiste una distribuzione italiana. Prima la Idea Factory passava per la Nis America che a sua volta passava per la Koch (prima Bandai), ora invece fanno tutto loro, con il limite però di non poter contare sulla distrubizione al dettaglio.
Inoltre, per motivi che non posso spiegare in dettaglio (per evitare spoiler) le dee classiche risentono molto di alcune scelte fatte nel capitolo a loro dedicato. Che dire dei nuovi personaggi, i Gold Third? La loro importanza è quasi nulla. Per non parlare dei "cattivi"...
A questo si aggiungono dei limiti strutturali della serie, come lo scarso peso del Disc Make System, per fare un esempio. In alcuni casi si arriva addirittura ad un peggioramento (i membri fuori party non guadagnano più esperienza a meno di non equipaggiare un chip che si ottiene solamente quasi alla fine del gioco). D'altro canto il nuovo sistema di battaglia "posizionale" funziona abbastanza bene.
In sintesi, rispetto a Neptune V è stato un mezzo passo falso.
So bene che le visual novel hanno per natura tanti dialoghi, le gioco e mi piacciono (altrimenti non le giocherei), però non è che data la loro natura possono permettersi di fare dialoghi non interessanti o troppo lunghi, perché se finiscono per annoiarti anziché farti entrare ancora di più dentro la storia e ai personaggi, allora stanno fallendo il loro scopo. Il problema non è un dialogo lungo in sé, va bene ma deve essere interessante e adatto al contesto, perché se siamo in una parte di trama in cui vuoi sapere il perché e il per come di certe situazioni, mettere in mezzo dialoghi di aria fritta anziché farti andare avanti, per me non va bene, si spezza troppo il ritmo, in quel momento non è quello che mi interessa. Lungo sì ma funzionale al contesto in cui si esprime.
Riguardo le Gold Third, hai ragione, non sono delle CPU, ma riguardo la trama del loro capitolo, all'inizio dell'arco quello succede, sconfiggono le 4 per prenderne le rispettive nazioni. Che poi sia realmente questo, che ci sia qualcosa dietro, che finisca così o meno, non è da dire in questo contesto, quello è semplicemente il primo hint che viene dato da questi personaggi. Se mi sono persa qualcosa correggimi pure, anzi, ti ringrazio per l'appunto.
@Shallie
Io la penso come te, pensa che dopo FF7 non avevo giocato più rpg che non fossero in italiano perché mi sembrava di non riuscire a godermi le trame, poi arrivò Persona 3, mi ci buttai e da lì non ebbi più "paura" dell'inglese, anzi, devo dire che ne ho imparato molto di più con i videogiochi che non a scuola.
Allo stesso tempo però, la prima cosa che faccio quando consiglio qualche gioco, è avvertire se sia tradotto o meno in italiano, perché purtroppo non tutti hanno padronanza dell'inglese o se ne hanno il minimo che basta per capire i dialoghi (che fondamentalmente sono sempre semplici, mica trattati di filosofia) trovano una rottura doversi un minimo "impegnare" per leggere. Me ne accorgo pure con gli anime, su AC stesso tanta gente non guarda anime subbati in inglese perché non sa la lingua o perché trova uno sbatti il dover tradurre.
Evitando ogni esame di dettagli occulti o successivi, limitandosi all'event specifico a scopo di recensione, sono le stesse Gold Third a dichiarare di "non avere alcuna intenzione di prendere il controllo del continente" come anticipato da S.
È poi C. a proseguire "Ho sempre desiderato affrontare una CPU".
Guardando quindi il solo dialogo pre-combattimento non si hanno elementi per sospettare un tentativo di rivoluzione. Ricordando poi il primo Neptunia si potrebbe considerare come insufficiente la pura sconfitta di una CPU per la perdita della sua "sovranità" e i successivi offrono altri elementi a sostegno.
Si trattava poi di un semplice torneo, non di una guerra come presente nel terzo capitolo della serie.
Procedendo con un esame più attento - segnalo SPOILER data la citazione di eventi successivi - sono le stesse G.T. a ricordare come non avessero alcun fine.
Dopo la sconfitta le CPU vengono direttamente dimenticate e sostituite dalle Gold quasi come se queste fossero "tappabuchi involontari". C-sha quasi lascia immediatamente il comando, sintetizzando alcuni dialoghi ne esce questa riflessione: "non ho introdotto io il sistema politico/economico di questa nazione, quando mi sono risvegliata dopo il nostro duello era già presente. Il mio scopo è scoprire il vero responsabile, così da far luce sulla vicenda".
Le altre seguono pensieri comuni, anche se con circostanze differenti.
Insomma, il tentativo di "paradosso temporale" proposto dalla IF è un po' instabile nei presupposti pur cercando di funzionare nelle conseguenze.
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