Appuntamento dedicato agli scritti dell'utenza di GamerClick.it.
Oggi è il turno di opere poco convenzionali, spazio alla celebre visual novel Clannad, all'indie Retro City Rampage e al particolare Firewatch.
Clannad
10.0/10
Clannad è una storia di sogni, speranze, futuro, passato, amore ed errori, è la storia di una grande famiglia.
Questa visual novel è la terza grande fatica della Key, che ci ha abituati ad opere memorabili come i loro precedenti Air e Kanon. Ci sono due versioni importanti di Clannad, l'originale del 2004 e la versione Full voice, che come dice il nome è completamente doppiata, grazie all'uscita dell'anime.
TRAMA
la storia è molto semplice, tutto inizia durante l'ultimo anno di scuola di Tomoya Okazaki, ragazzo un po' scontroso, ma con un cuore d'oro(come tutti i precedenti protagonisti delle storie della Key). Mentre sale la collinetta per arrivare a scuola nota una ragazza, in ritardo come lui, che non sembra sicura di voler andare a scuola. La ragazza, Nagisa Furukawa, decide però di seguire Tomoya dopo una breve, ma particolare chiaccherata. Qui inizia la prima parte della visual novel, in cui il giocatore dovrà scegliere quale personaggio aiutare. Ci sono le ragazze principali, le sorelle Fujibayashi, l'aspirante presidente d'istituto Tomoyo, la giovane Fuuko, la calma Kotomi e Nagisa, l'eroina principale. A differenza di molte visual novel però la storia non si ferma qui, ci sono infatti molti altri personaggi da esplorare e un seguito. Una volta finita la storia di Nagisa si sblocca infatti l'After Story, ovvero ciò che accade dopo che Tomoya e Nagisa si sono fidanzati e vogliono avere una loro famiglia. Qui la storia abbandona il lato comico della storia ed entriamo nella parte drammatica. Il protagonista da questo punto in poi dovrà superare molte difficoltà, scoprire cosa gli riserva il futuro, sistemare alcune relazioni e cambiare il destino. Il passo della visual novel è perfetto e prende tutto il tempo necessario per mostrare e far capire al giocatore la situazione, immergendolo in una delle migliori storie sentimentali di sempre.
GAMEPLAY
Come la maggior parte delle visual novel il gameplay consiste nella selezione tra una serie di opzioni che porteranno a cambiare l'esito della scena in cui si trova. Con la corretta selezione si può finire in una delle storie delle eroine o dei personaggi secondari. Una meccaninca interessante della visual novel è la necessità di finire ogni singola storia, che permetterà l'accesso ad altri personaggi, scene differenti e il vero finale di After Story.
PERSONAGGI
I personaggi di Clannad sono tanti e tutti memorabili. Non solo ogni singolo personaggio ha la propria storia per permetterci di conoscerlo, ma la maggior parte ha anche una parte secondaria in After Story, dove possiamo vedere i cambiamenti dovuti agli avvenimenti nella storia. Le eroine hanno tutte una personalità ben definita e sono pronte a farci innamorare di loro e spesso e volentieri commuoverci. I personaggi secondari svolgono la loro funzione e non risultano mai poco interessanti o non necessari. Il doppiaggio è perfetto ed utilizzando lo stesso cast dell'anime non lascia spazio a confusioni. Tomoya è piacevole, simpatico e assume alla perfezione il ruolo di protagonista.
INTRATTENIMENTO E PENSIERI
Clannad è la mia visual novel romantica preferita e una delle mie preferite in generale. La storia è divertente, triste, scalda il cuore, i personaggi sono indimenticabili e la musica è perfetta. Durante la storia ci capiterà spesso di imbatterci in qualche CG, tutte realizzate alla perfezione per esaltare i momenti più importanti della storia. Il character design e le CG hanno uno stile particolare usato fin da Kanon, dando a Clannad una sua identità addirittura a livello artistico. La musica presenta tracce memorabili e varie, indimenticabile la versione precedente di Dango Daikazoku, differente da quella dell'anime.
Questa visual novel è la terza grande fatica della Key, che ci ha abituati ad opere memorabili come i loro precedenti Air e Kanon. Ci sono due versioni importanti di Clannad, l'originale del 2004 e la versione Full voice, che come dice il nome è completamente doppiata, grazie all'uscita dell'anime.
TRAMA
la storia è molto semplice, tutto inizia durante l'ultimo anno di scuola di Tomoya Okazaki, ragazzo un po' scontroso, ma con un cuore d'oro(come tutti i precedenti protagonisti delle storie della Key). Mentre sale la collinetta per arrivare a scuola nota una ragazza, in ritardo come lui, che non sembra sicura di voler andare a scuola. La ragazza, Nagisa Furukawa, decide però di seguire Tomoya dopo una breve, ma particolare chiaccherata. Qui inizia la prima parte della visual novel, in cui il giocatore dovrà scegliere quale personaggio aiutare. Ci sono le ragazze principali, le sorelle Fujibayashi, l'aspirante presidente d'istituto Tomoyo, la giovane Fuuko, la calma Kotomi e Nagisa, l'eroina principale. A differenza di molte visual novel però la storia non si ferma qui, ci sono infatti molti altri personaggi da esplorare e un seguito. Una volta finita la storia di Nagisa si sblocca infatti l'After Story, ovvero ciò che accade dopo che Tomoya e Nagisa si sono fidanzati e vogliono avere una loro famiglia. Qui la storia abbandona il lato comico della storia ed entriamo nella parte drammatica. Il protagonista da questo punto in poi dovrà superare molte difficoltà, scoprire cosa gli riserva il futuro, sistemare alcune relazioni e cambiare il destino. Il passo della visual novel è perfetto e prende tutto il tempo necessario per mostrare e far capire al giocatore la situazione, immergendolo in una delle migliori storie sentimentali di sempre.
GAMEPLAY
Come la maggior parte delle visual novel il gameplay consiste nella selezione tra una serie di opzioni che porteranno a cambiare l'esito della scena in cui si trova. Con la corretta selezione si può finire in una delle storie delle eroine o dei personaggi secondari. Una meccaninca interessante della visual novel è la necessità di finire ogni singola storia, che permetterà l'accesso ad altri personaggi, scene differenti e il vero finale di After Story.
PERSONAGGI
I personaggi di Clannad sono tanti e tutti memorabili. Non solo ogni singolo personaggio ha la propria storia per permetterci di conoscerlo, ma la maggior parte ha anche una parte secondaria in After Story, dove possiamo vedere i cambiamenti dovuti agli avvenimenti nella storia. Le eroine hanno tutte una personalità ben definita e sono pronte a farci innamorare di loro e spesso e volentieri commuoverci. I personaggi secondari svolgono la loro funzione e non risultano mai poco interessanti o non necessari. Il doppiaggio è perfetto ed utilizzando lo stesso cast dell'anime non lascia spazio a confusioni. Tomoya è piacevole, simpatico e assume alla perfezione il ruolo di protagonista.
INTRATTENIMENTO E PENSIERI
Clannad è la mia visual novel romantica preferita e una delle mie preferite in generale. La storia è divertente, triste, scalda il cuore, i personaggi sono indimenticabili e la musica è perfetta. Durante la storia ci capiterà spesso di imbatterci in qualche CG, tutte realizzate alla perfezione per esaltare i momenti più importanti della storia. Il character design e le CG hanno uno stile particolare usato fin da Kanon, dando a Clannad una sua identità addirittura a livello artistico. La musica presenta tracce memorabili e varie, indimenticabile la versione precedente di Dango Daikazoku, differente da quella dell'anime.
Retro City Rampage
7.0/10
GianniGreed
-
"Retro City Rampage" è un videogame indie realizzato dalla società canadese Vblank Entertainment. Si tratta di una parodia dei giochi alla "Grand Theft Auto", di cui riprende il gameplay di base, e anche di tantissimi altri videogame degli anni '80 come "Super Mario", "Zelda", "Sonic", solo per citare i più famosi, da cui riprende alcuni elementi o in alcuni casi interi livelli.
Ci sono però anche tantissime citazioni al cinema di quel periodo ("Ritorno al futuro", "Ghostbusters", ecc.) e alla cultura popolare in generale.
Trama
La trama vede il protagonista, chiamato semplicemente "The Player" ovvero Il Giocatore, entrare a far parte di una banda criminale. Durante una rapina in banca, però, Il Giocatore a causa di varie vicende finisce nel futuro, dove viene salvato dal dottor Choc, arrivato in quel tempo con la sua "macchina del tempo", che però si rompe subito dopo. Scopo del Giocatore è dunque quello di riuscire a trovare tutti i pezzi necessari a riparare l'automobile con la quale tornare... nel passato.
Per farlo dovrà accettare missioni da tutti i più loschi individui della città.
Gameplay
Il gameplay del gioco è di base lo stesso di "Grand Theft Auto 2": si va in giro per la città, si rubano auto, si spara ai nemici o ai pedoni, e si eseguono missioni. Durante le missioni però le cose cambiano drasticamente. La maggior parte delle missioni sono effettivamente missioni di guida, il cui scopo è andare dal punto A al punto B in un determinato lasso di tempo, ma ce ne sono altre che invece hanno obiettivi e gameplay completamente diversi. Ciò è dovuto alla sua natura di gioco parodia. Alcune missioni sono dei veri e propri rifacimenti di livelli presi da altri giochi. C'è infatti un intero livello subacqueo preso da un videogame delle Tartarughe Ninja (il più difficile di quel gioco, tra l'altro) o uno preso da "Contra", nonché combattimenti contro i boss presi da "Sonic", e via dicendo. Ciò rende le cose un po' confuse, perché il videogame, sempre per rifarsi al vecchio stile dei vecchi giochi, è avaro di istruzioni, e molto punitivo per chi sbaglia, costringendo il giocatore a dover ripetere molte volte alcune fasi solo per capire cosa fare e come farlo.
Grafica e audio
La grafica di tutto il gioco è ovviamente realizzata, come dice il titolo stesso, in modo retrò e in 8 bit, per ricordare proprio un vecchio videogame. I modelli di tutto (personaggi, veicoli) sono piccoli e di pochi colori, così come anche la città vista dall'alto. L'effetto è molto riuscito e fa sembrare davvero il videogame come se fosse stato realizzato negli anni '80.
Se però questo non bastasse, per i più nostalgici ci sono alcune opzioni che permettono di attivare dei filtri visivi che cambiano le schermate facendole diventare come quelle di un cabinato arcade o come una vecchia TV a tubo catodico.
Anche per l'audio vale più o meno lo stesso discorso. Non ci sono voci e tutti i suoni e musiche sono realizzate in formato midi.
Longevità e difficoltà
Il videogame è abbastanza corto. La storia è composta in tutto da sessantadue missioni, ma sono tutte molto brevi, le più lunghe durano al massimo dieci minuti, e pertanto per completare il gioco bastano poche ore, cinque o sei. Questo però in linea teorica, perché bisogna fare i conti con la difficoltà del gioco, che all'inizio sembra davvero molto facile, ma proseguendo rivela tutta la sua perfidia.
Le ultime dieci missioni sono qualcosa di assolutamente terribile da questo punto di vista. Difficili e parecchio frustranti, richiedono uno sforzo fisico e mentale notevole per essere portate a compimento.
Traduzione e localizzazione
Il videogame è disponibile in tutte le maggiori lingue europee, e tra queste c'è anche l'italiano. Tutti i testi sono stati tradotti, sia quelli in game che i vari menù. La traduzione è buona ma non perfetta, ci sono alcuni errori (tipo la pistola a raggi laser che in inglese si chiama Light Gun è diventata "pistola leggera") e qualche gioco di parole fatto su alcuni nomi che purtroppo con la traduzione si perde. Nel complesso però non ci si può lamentare.
Conclusioni
"Retro City Rampage" nasce come parodia, e in quello riesce benissimo. Le varie citazioni e apparizioni di personaggi famosi, che siano essi presi da film o da videogame, fanno sempre sorridere, e la trama fuori di testa invoglia abbastanza il giocatore a continuare per sapere cosa potrà succede ancora man mano che si prosegue, ma riesce anche a guadagnarsi una sua identità ben definita.
L'effetto minestrone si sente solo un po' all'inizio, ma tutte le varie cose sono talmente ben incastrate che dopo si finisce per accettare tutto naturalmente, anche ad esempio l'essere attaccati da un idraulico sovrappeso mentre si è costretti ad esplorare le fogne della città.
Nonostante questo, però, "Retro City Rampage" non è comunque un gioco per tutti.
Per apprezzarlo pienamente bisogna conoscere gli anni '80 e inizio '90, per capire tutti i vari riferimenti, ma soprattutto bisogna anche conoscere i videogame di quel periodo per non rischiare di rimanere bloccati senza capire cosa fare in alcuni punti.
Se siete tra queste persone, allora "Retro City Rampage" vi divertirà sicuramente, anche con la sua alta difficoltà.
Ci sono però anche tantissime citazioni al cinema di quel periodo ("Ritorno al futuro", "Ghostbusters", ecc.) e alla cultura popolare in generale.
Trama
La trama vede il protagonista, chiamato semplicemente "The Player" ovvero Il Giocatore, entrare a far parte di una banda criminale. Durante una rapina in banca, però, Il Giocatore a causa di varie vicende finisce nel futuro, dove viene salvato dal dottor Choc, arrivato in quel tempo con la sua "macchina del tempo", che però si rompe subito dopo. Scopo del Giocatore è dunque quello di riuscire a trovare tutti i pezzi necessari a riparare l'automobile con la quale tornare... nel passato.
Per farlo dovrà accettare missioni da tutti i più loschi individui della città.
Gameplay
Il gameplay del gioco è di base lo stesso di "Grand Theft Auto 2": si va in giro per la città, si rubano auto, si spara ai nemici o ai pedoni, e si eseguono missioni. Durante le missioni però le cose cambiano drasticamente. La maggior parte delle missioni sono effettivamente missioni di guida, il cui scopo è andare dal punto A al punto B in un determinato lasso di tempo, ma ce ne sono altre che invece hanno obiettivi e gameplay completamente diversi. Ciò è dovuto alla sua natura di gioco parodia. Alcune missioni sono dei veri e propri rifacimenti di livelli presi da altri giochi. C'è infatti un intero livello subacqueo preso da un videogame delle Tartarughe Ninja (il più difficile di quel gioco, tra l'altro) o uno preso da "Contra", nonché combattimenti contro i boss presi da "Sonic", e via dicendo. Ciò rende le cose un po' confuse, perché il videogame, sempre per rifarsi al vecchio stile dei vecchi giochi, è avaro di istruzioni, e molto punitivo per chi sbaglia, costringendo il giocatore a dover ripetere molte volte alcune fasi solo per capire cosa fare e come farlo.
Grafica e audio
La grafica di tutto il gioco è ovviamente realizzata, come dice il titolo stesso, in modo retrò e in 8 bit, per ricordare proprio un vecchio videogame. I modelli di tutto (personaggi, veicoli) sono piccoli e di pochi colori, così come anche la città vista dall'alto. L'effetto è molto riuscito e fa sembrare davvero il videogame come se fosse stato realizzato negli anni '80.
Se però questo non bastasse, per i più nostalgici ci sono alcune opzioni che permettono di attivare dei filtri visivi che cambiano le schermate facendole diventare come quelle di un cabinato arcade o come una vecchia TV a tubo catodico.
Anche per l'audio vale più o meno lo stesso discorso. Non ci sono voci e tutti i suoni e musiche sono realizzate in formato midi.
Longevità e difficoltà
Il videogame è abbastanza corto. La storia è composta in tutto da sessantadue missioni, ma sono tutte molto brevi, le più lunghe durano al massimo dieci minuti, e pertanto per completare il gioco bastano poche ore, cinque o sei. Questo però in linea teorica, perché bisogna fare i conti con la difficoltà del gioco, che all'inizio sembra davvero molto facile, ma proseguendo rivela tutta la sua perfidia.
Le ultime dieci missioni sono qualcosa di assolutamente terribile da questo punto di vista. Difficili e parecchio frustranti, richiedono uno sforzo fisico e mentale notevole per essere portate a compimento.
Traduzione e localizzazione
Il videogame è disponibile in tutte le maggiori lingue europee, e tra queste c'è anche l'italiano. Tutti i testi sono stati tradotti, sia quelli in game che i vari menù. La traduzione è buona ma non perfetta, ci sono alcuni errori (tipo la pistola a raggi laser che in inglese si chiama Light Gun è diventata "pistola leggera") e qualche gioco di parole fatto su alcuni nomi che purtroppo con la traduzione si perde. Nel complesso però non ci si può lamentare.
Conclusioni
"Retro City Rampage" nasce come parodia, e in quello riesce benissimo. Le varie citazioni e apparizioni di personaggi famosi, che siano essi presi da film o da videogame, fanno sempre sorridere, e la trama fuori di testa invoglia abbastanza il giocatore a continuare per sapere cosa potrà succede ancora man mano che si prosegue, ma riesce anche a guadagnarsi una sua identità ben definita.
L'effetto minestrone si sente solo un po' all'inizio, ma tutte le varie cose sono talmente ben incastrate che dopo si finisce per accettare tutto naturalmente, anche ad esempio l'essere attaccati da un idraulico sovrappeso mentre si è costretti ad esplorare le fogne della città.
Nonostante questo, però, "Retro City Rampage" non è comunque un gioco per tutti.
Per apprezzarlo pienamente bisogna conoscere gli anni '80 e inizio '90, per capire tutti i vari riferimenti, ma soprattutto bisogna anche conoscere i videogame di quel periodo per non rischiare di rimanere bloccati senza capire cosa fare in alcuni punti.
Se siete tra queste persone, allora "Retro City Rampage" vi divertirà sicuramente, anche con la sua alta difficoltà.
Firewatch
7.0/10
Firewatch, titolo di debutto delle case Campo Santo e Pandemic, segue le vicende dell'incendio realmente accaduto a Yellowstone nel 1988, intrecciando questa vicenda con la storia fittizia del protagonista, Henry
Disperso nel Wyoming
Dopo che la moglie sviluppa una forma precoce di demenza senile, Henry decide di abbandonare la sua vita, andando a lavorare come vedetta antincendio nel "Shoshone National Park", un parco nazionale nel Wyoming. Lí, l'unico contatto umano che ha é via walkie talkie, con un'altra vedetta antincendio, Delilah. Interagendo con la ragazza, il giocatore potrà scegliere tra diverse opzioni di dialogo, definendo così il rapporto con lei. Questo rapporto é proprio il centro focale del videogioco, attorno al quale ruotano le vicende che prendono luogo nel misterioso parco nazionale; in ciò una leggera debolezza del titolo, che non lascia spazio ad alcun tipo di azione: il gioco si concentra "solamente" sullo spessore psicologico dei personaggi. Nonostante sia un'operazione svolta con eccellenza, rende Firewatch a tratti tedioso.
L'atmosfera che si incontra a inizio gioco non riflette per nulla ciò che si prova avanzando nella storia: all'apparenza, il mondo idillico in cui ci si immerge trasmette un'idea di pace e tranquillità, che viene però spazzata via da una cappa di ansia che avviluppa la trama del gioco. Ciò che per Henry sarebbe dovuta essere una riposante fuga dalle noie della società, si trasforma in un'affannoso gioco tra gatto e topo con un misterioso abitante della foresta. In un crescendo di emozioni, Firewatch, tramite ambientazioni affascinanti e una costruzione del rapporto tra i personaggi degno di nota, fa sí che il giocatore si lasci trasportare, spinto dal desiderio di snodare il gomitolo di enigmi che avvolge il Shoshone National Park. Sfortunatamente, l'emozione dura poco: il titolo é fin troppo breve, e la trama ne risente, lasciando il tempo che trova ad alcuni eventi che potevano essere sviluppati in maniera più approfondita. Ciò va a pesare anche sul finale, assolutamente non all'altezza del resto del gioco; nonostante il cerchio della narrazione si chiuda perfettamente, mettere la parola fine ad una storia così avvincente in modo mediocre lascia un senso di vuoto che Firewatch non riesce a colmare.
Firewatch certamente non é un "must have" dell'industria videoludica, con i suoi difettucci e il suo finale discutibile, ma é comunque un titolo figlio di un'idea originale e piena di spunti.
Disperso nel Wyoming
Dopo che la moglie sviluppa una forma precoce di demenza senile, Henry decide di abbandonare la sua vita, andando a lavorare come vedetta antincendio nel "Shoshone National Park", un parco nazionale nel Wyoming. Lí, l'unico contatto umano che ha é via walkie talkie, con un'altra vedetta antincendio, Delilah. Interagendo con la ragazza, il giocatore potrà scegliere tra diverse opzioni di dialogo, definendo così il rapporto con lei. Questo rapporto é proprio il centro focale del videogioco, attorno al quale ruotano le vicende che prendono luogo nel misterioso parco nazionale; in ciò una leggera debolezza del titolo, che non lascia spazio ad alcun tipo di azione: il gioco si concentra "solamente" sullo spessore psicologico dei personaggi. Nonostante sia un'operazione svolta con eccellenza, rende Firewatch a tratti tedioso.
L'atmosfera che si incontra a inizio gioco non riflette per nulla ciò che si prova avanzando nella storia: all'apparenza, il mondo idillico in cui ci si immerge trasmette un'idea di pace e tranquillità, che viene però spazzata via da una cappa di ansia che avviluppa la trama del gioco. Ciò che per Henry sarebbe dovuta essere una riposante fuga dalle noie della società, si trasforma in un'affannoso gioco tra gatto e topo con un misterioso abitante della foresta. In un crescendo di emozioni, Firewatch, tramite ambientazioni affascinanti e una costruzione del rapporto tra i personaggi degno di nota, fa sí che il giocatore si lasci trasportare, spinto dal desiderio di snodare il gomitolo di enigmi che avvolge il Shoshone National Park. Sfortunatamente, l'emozione dura poco: il titolo é fin troppo breve, e la trama ne risente, lasciando il tempo che trova ad alcuni eventi che potevano essere sviluppati in maniera più approfondita. Ciò va a pesare anche sul finale, assolutamente non all'altezza del resto del gioco; nonostante il cerchio della narrazione si chiuda perfettamente, mettere la parola fine ad una storia così avvincente in modo mediocre lascia un senso di vuoto che Firewatch non riesce a colmare.
Firewatch certamente non é un "must have" dell'industria videoludica, con i suoi difettucci e il suo finale discutibile, ma é comunque un titolo figlio di un'idea originale e piena di spunti.
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