Uno dei mercati con la più ampia base di giocatori di PlayerUnknown's Battlegrounds è senza dubbio la Cina, e una grossa da parte dei risultati raggiunti dal titolo di Bluehole (quasi 18 milioni di copie vendute, secondo SteamSpy) la si deve proprio ai giocatori cinesi. Sembra però che il popolarissimo Battle Royale possa presto perdere tale ricco mercato.
Sì, perché stando all'Audio-Video Digital Publishing Association cinese il presupposto di base del gioco - ovvero la classica battle royale alla Hunger Games - andrebbe a "contrastare direttamente con i valori del socialismo cinese e con le tradizioni del suo popolo", rivelandosi dannoso per i giovani del paese. Secondo tale organismo amministrativo, l'estremo accento verso la sopravvivenza posto dal titolo lo renderebbe simile ai combattimenti tra gladiatori, cosa che stonerebbe con l'ideologia socialista nazionale.
Secondo l'analista del settore Benjamin Wu, ciò decreterebbe sostanzialmente "la morte di PUBG in Cina", dato che ne verrebbe vietata la distribuzione in una nazione che, attualmente, costituisce di gran lunga la più vasta playerbase del gioco.
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Secondo l'analista del settore Benjamin Wu, ciò decreterebbe sostanzialmente "la morte di PUBG in Cina", dato che ne verrebbe vietata la distribuzione in una nazione che, attualmente, costituisce di gran lunga la più vasta playerbase del gioco.
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