L'operazione nostalgia zombie è ufficialmente partita e Capcom ha lanciato sulle nostre piattaforme current gen Resident Evil 2 Remake, 20 anni dopo l'uscita del capitolo che probabilmente più di ogni altro della serie ha segnato un'epoca ed uno stile.


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Ritrovarsi nei luoghi tristemente famosi di Raccoon City risveglia in ogni fan storico della serie una ventata di sentimenti nostalgici, mentre induce nei nuovi fan quelle sensazioni di terrore oppressivo che, con qualche pixel in meno, erano ben note già da tempo e che sono ritornate in grande spolvero.

Resident Evil 2 è un vero survival horror, di quelli che ti costringono a centellinare i proiettili e nei quali si vive una costante sensazione di impotenza, di fronte al male soverchiante che avanza, deambula, rantola, lentamente ma inesorabilmente. I morti viventi sono davvero inarrestabili e - salvo situazioni più fortunate - serviranno dai 6 ai 12 colpi alla testa di pistola (alla difficoltà standard) per lasciarli definitivamente stesi al suolo. Saranno quindi richiesti calma e sangue freddo per evitare di farsi prendere dal panico e sprecare colpi preziosi. Un valido aiuto viene dalle armi da fianco come coltello e granate. Con il primo si possono risparmiare colpi accoltellando i cadaveri ancora al suolo per evitare che si rialzino, con le seconde si possono fare danni o stordimenti ad area molto utili in caso di inferiorità numerica. Tutte si possono infine utilizzare per respingere all'ultimo momento i calorosi baci delle varie armi batteriologiche. Purtroppo però neanche il coltello è eterno e dopo qualche uso si romperà, costringendoci a non abusare neanche dell'arma bianca.
 
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La sezione nella centrale di polizia è sicuramente la più ispirata tra quelle che ci troveremo ad affrontare. Girare tra i corridoi sporchi di sangue della centrale, con il terrore di vedere entrare da una finestra sfondata all'improvviso vari ammassi di carne e marcescenza, restituisce davvero lo spirito che per tanto tempo è stato abbandonato in favore di un approccio molto più action. Nessun attacco corpo a corpo, nessuna schivata repentina, tutto quello che abbiamo è la nostra arma ed una corsa neanche troppo veloce. Il nostro passo è volutamente incerto; la caratterizzazione di Leon Claire è in questo remake molto più dettagliata e spinge sul fatto che i due si trovano a vivere quest'incubo per la prima volta. Sono decisamente azzeccati i loro improperi e le frasi di sconforto che lanciano ogni volta che uno zombie si avvicina o si rialza; lo sono meno alcune cutscene in cui mostrano sicurezze "old-style" che forse non appartengono più a queste nuove realtà.
 

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Le due campagne sono molto simili tra loro e, terminata la prima, scegliendo la modalità "Nuova Partita 2" (esistono due run leggermente diverse per personaggio) la seconda vedrà alcuni tagli di situazioni che abbiamo già vissuto, nonostante i punti di contatto tra i due ragazzi non saranno tantissimi e permetterà di accedere al vero finale. Il primo giro è ovviamente quello che vi consigliamo di godervi appieno, perchè dal secondo in poi, a meno di non provare la difficoltà estrema (molto dura, ma non la peggiore del gioco), l'aver già vissuto la maggior parte delle situazioni abbasserà di tanto il livello di adrenalina nel giocatore. Per di più se si sceglie di iniziare con Leon, il giro con Claire sembrerà ancora più semplice, viste le armi che le vengono messe a disposizione. Molto di impatto le fasi in cui si cercherà di camminare senza emettere alcun rumore per cercare di non farsi scoprire dai licker (che invece in quanto a rumori sinistri non se ne risparmieranno di certo), o quelle in cui correremo in giro per la mappa mentre i passi pesanti del Tyrant ci seguiranno ovunque. Qualche sospensione dell'incredulità la abbiamo quando notiamo alcune armi batteriologiche che sono impossibilitate dal gioco ad oltrepassare alcune porte, rendendo più semplice la vita del player a cui basta stare dietro la soglia per diventare inattaccabile dai nemici. Infine i rompicapi, resi più moderni e meno macchinosi, non rallentano il ritmo di gioco anzi vi si intersecano alla perfezione. Le campagne di Sherry ed Ada sono state rinnovate e riportate con nuovo spirito (introducendo anche sezioni inedite che non vi sveliamo), garantendo un approfondimento migliore anche di questi due personaggi comprimari.

Come già anticipato nella nostra prova della demo, tecnicamente il gioco è davvero molto valido. Le immagini in 4K HDR sono pulite e dettagliate, con fps sempre stabili a 60, anche se dobbiamo registrare qualche piccolo difetto dovuto a texture che si rovinano se osservate da certe angolazioni (spesso si tratta di pareti lucide tipo quelle di marmo) ed al drastico calo di dettaglio e di fps per i nemici in "lontananza" (parliamo comunque di massimo una decina di metri in game). Gli effetti particellari sono invece di ottimo livello ed il dettaglio dei volti, esclusa qualche rigidità sporadica, è molto buono. Il comparto audio tocca invece picchi di assoluta eccellenza, nella sua essenzialità. Rarissime tracce musicali fanno da contraltare ad un silenzio pieno di rumori sinistri e di suoni gutturali da far gelare il sangue, contribuendo in modo importante a stati d'animo sempre sul filo del jump scare (dinamica di cui si è giustamente poco abusato). Pecca in alcuni punti il doppiaggio italiano, con toni a volte fuori contesto, dovuti al fatto che molto spesso i doppiatori si trovano ad interpretare delle frasi senza sapere in realtà quello che sta succedendo su schermo.

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Ritornando a parlare del gameplay puro, Resident Evil 2 Remake è uno shooter in terza persona senza tanti fronzoli e che, se giocato almeno a difficoltà standard, richiede un po' di impegno per mirare correttamente i caracollanti nemici alla desta. Le loro movenze poco prevedibili a volte ci inducono a mancare un colpo di un soffio, facendo arrabbiare anche i nostri alter ego. Il backtracking è sempre molto presente e, a meno di non voler optare per delle speedrun, difficilmente ritornando nelle varie zone ci potremo sentire totalmente al sicuro. La telecamera è quasi sempre sulla spalla del personaggio, ma in alcune sezioni ci ritroveremo con inquadrature che strizzano l'occhio a quella telecamera fissa che tempo fa fece le fortune della saga. Affrontare poi nemici più agili e veloci come i licker o grossi e forti come la maggior parte dei boss richiederà, complice soprattutto l'impossibilità di schivare attacchi, di avere una buona mira e mantenere il sangue freddo, visto che spesso i punti deboli saranno abbastanza piccoli.
Menzione finale la meritano i contenuti bonus sbloccabili terminando le varie campagne, tra cui "The 4th Survivor", una campagna che giocheremo nei panni di Hunk, uno sfortunato agente della Umbrella che cercherà di sopravvivere nei luoghi già noti con risorse ridotte al minimo e nemici in quantità industriali.

 


Conclusioni
 

Resident Evil 2 Remake in un periodo in cui si pesca a piene mani dal passato, diventa in assoluto un baluardo per chiunque voglia riportare in auge giochi che hanno fatto la storia degli anni '90. Gameplay immediato ma né banale né tantomeno lento, comparto video ottimo ed audio eccellente, storia coinvolgente, ritmo rinnovato ma non frenetico e buona rigiocabilità, soprattutto per i completisti. Il survival horror di Capcom è assolutamente consigliato a tutti i fan della serie, a tutti gli amanti del genere e soprattutto ai nuovi players che meritano di entrare, con le tecnologie di oggi, in storie e situazioni che hanno tenuto incollati al pad milioni di videogiocatori più datati. La software house è riuscita nel difficile intento di rendere perfettamente godibile un prodotto già noto, riportandolo pieno di piacevoli novità, ma senza snaturarlo, nelle nostre case.