A Lucca Comics & Games 2019 abbiamo avuto il piacere di ascoltare due figure separate tra finzione e realtà. Da una parte Bernardo Antoniazzi, sviluppatore italiano che lavora nel team di Infinity Ward, lo studio che ha realizzato molti titoli del brand Call of Duty tra cui anche l'ultimo capitolo uscito qualche settimana fa. Dall'altra invece Claudio Spinelli, incursore che ha prestato servizio in Afghanistan.
Call of Duty Modern Warfare, come abbiamo già riportato nella nostra recensione che potete leggere a questo indirizzo, è un gioco che punta molto sul voler essere il più realistico possibile, e non a caso lo abbiamo premiato principalmente per quello oltre ad essere un vero e proprio ritorno alle origini della saga. Lo sviluppatore Bernardo Antoniazzi ci conferma proprio questo, ovvero l'enorme lavoro che c'è stato dietro per rendere questo gioco il più realistico possibile. Lui ha curato principalmente gli aspetti grafici partendo dalla fotogrammetria, ovvero una tecnica di cattura altamente precisa che tramite un circuito di fotocamere aiuta la realizzazione di modelli in 3D, non a caso i modelli dei personaggi principali sono davvero curati, sia nelle cutscene, sia in-game.
Ha poi continuato a raccontarci che lo sviluppo è continuato per tre anni, aiutati anche da altri studi esterni ad Infinity Ward.
Tornando a come hanno lavorato al realismo di Modern Warfare, Antoniazzi ci fa sapere che al progetto sono stati coinvolti anche delle figure che la guerra l'hanno vissuta sulla propria pelle, ovvero degli ex Navy Seals, il tutto senza aver mai perso quel che è la contemporaneità, prestando quindi attenzione alle notizie che ogni giorno sentiamo ai telegiornali.
Claudio Spinelli, ex incursore appunto, interviene riguardo a ciò, facendo sapere che dal vivo quei campi, quel cielo e quell'aria, hanno tutto un sapore ed un odore diverso quando ci sei dentro con la testa e con il corpo. La guerra non è uno scherzo, ma quando questa viene riprodotta con professionalità ed attenzione, il tutto assume un colore differente.
In conclusione lo sviluppatore Antoniazzi ci racconta che la prima trilogia di Modern Warfare era abbastanza distante dalla realtà, questo nuovo capitolo invece cerca in tutti i modi di avvicinarsi ad essa. E come Claudio Spinelli ci ha spiegato: "Il tutto è sì connesso alla realtà, ma non è la realtà."
Call of Duty Modern Warfare, come abbiamo già riportato nella nostra recensione che potete leggere a questo indirizzo, è un gioco che punta molto sul voler essere il più realistico possibile, e non a caso lo abbiamo premiato principalmente per quello oltre ad essere un vero e proprio ritorno alle origini della saga. Lo sviluppatore Bernardo Antoniazzi ci conferma proprio questo, ovvero l'enorme lavoro che c'è stato dietro per rendere questo gioco il più realistico possibile. Lui ha curato principalmente gli aspetti grafici partendo dalla fotogrammetria, ovvero una tecnica di cattura altamente precisa che tramite un circuito di fotocamere aiuta la realizzazione di modelli in 3D, non a caso i modelli dei personaggi principali sono davvero curati, sia nelle cutscene, sia in-game.
Ha poi continuato a raccontarci che lo sviluppo è continuato per tre anni, aiutati anche da altri studi esterni ad Infinity Ward.
Tornando a come hanno lavorato al realismo di Modern Warfare, Antoniazzi ci fa sapere che al progetto sono stati coinvolti anche delle figure che la guerra l'hanno vissuta sulla propria pelle, ovvero degli ex Navy Seals, il tutto senza aver mai perso quel che è la contemporaneità, prestando quindi attenzione alle notizie che ogni giorno sentiamo ai telegiornali.
Claudio Spinelli, ex incursore appunto, interviene riguardo a ciò, facendo sapere che dal vivo quei campi, quel cielo e quell'aria, hanno tutto un sapore ed un odore diverso quando ci sei dentro con la testa e con il corpo. La guerra non è uno scherzo, ma quando questa viene riprodotta con professionalità ed attenzione, il tutto assume un colore differente.
In conclusione lo sviluppatore Antoniazzi ci racconta che la prima trilogia di Modern Warfare era abbastanza distante dalla realtà, questo nuovo capitolo invece cerca in tutti i modi di avvicinarsi ad essa. E come Claudio Spinelli ci ha spiegato: "Il tutto è sì connesso alla realtà, ma non è la realtà."
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