Sono passati circa 13 anni dall’ultima volta che abbiamo indossato la tuta di contenimento ambientale e muniti di piede di porco abbiamo vestito i panni di Gordon Freeman. Half Life episodio 2 uscì nel lontano ottobre del 2007, lasciandoci a bocca aperta con un finale che faceva presagire un seguito da urlo, roba che Il Ritorno dello Jedi è una riunione di condominio un poco accesa.
Purtroppo, lo sviluppo di Episodio 3 si allungò a causa di ritardi di mesi e poi di anni, fino a quando fu decretato il fallimento della struttura episodica e si iniziò a sperare in un Half Life 3. Tutt’ora stiamo aspettando la conclusione delle avventure del povero Freeman, tra smentite e cancellazioni, promesse e indiscrezioni.
Finalmente, la notizia che ben tre progetti in ambito VR fossero stati messi in piedi da Valve ridiedero speranza ai fan, gettandoli però allo stesso tempo nello sconforto: chi volesse godersi il nuovo Half Life avrebbe dovuto possedere uno degli hardware più costosi sul mercato.
Half Life Alyx infine discese su di noi e le grida di giubilo e sdegno si mescolarono fino a creare una cacofonia indistinguibile ed omogenea. Da un lato c’era chi poteva permettersi la spesa di un impianto VR completo (perché il visore è solo parte del pacchetto!), mentre altri guardavano il portafoglio e si rendevano conto che sborsare dai 400 euro in su per un paio di occhiali grossi come braccia rasentava il suicidio finanziario.
Purtroppo, per godersi Alyx in tutta la sua bellezza e giocabilità (niente doppi sensi, vi prego!) è neccessario possedere un visore di realtà virtuale, due controller pensati per il VR, l’impianto sensori e ovviamente uno spazio abbastanza largo e libero da lampadari e cristalliere per potersi muovere in libertà. D’altra parte sono già disponibili diverse mod che permettono di giocare a questo titolo senza l’intero fornetto in testa e suppellettili vari, ma l’esperienza ne esce ferita e mutilata, il fascino di Alyx rovinato e sminuito e quindi sconsigliamo vivamente ogni tentativo di aggirare il problema: Half Life Alyx è stato concepito per essere fruito in un modo specifico e cioè sfruttando l’apparato VR.
Uno spettacolo per gli occhi e per le orecchie.
Graficamente, il titolo è sicuramente spettacolare e dal punto di vista estetico si colloca senza dubbio fra i miglior giochi VR mai usciti. Nonostante non siano poco frequenti alcuni effetti pop-up, così come momentanee texture slavate e caricate in ritardo, gli ambienti sono incredibilmente dettagliati, tanto che alcuni scorci rasentano il foto realismo e alcuni momenti lasceranno semplicemente basiti. I giochi di luci ed ombre presentano raramente delle sbavature, con momenti evocativi e sbalorditivi, creando un mondo vivo, curato nei minimi dettagli, perfezionato con intelligenza per renderlo il più realistico possibile.
Ovviamente tanta bellezza ha un costo notevole in termini di potenza, difatti gli scorci immensi sono pochi e vengono a mancare le mappe gigantesche piene di sparatorie. Per quanto il titolo prediliga spazi angusti, come impianti fognari, stanze d’albergo o gallerie, ci sono sezioni all’aperto di dimensioni notevoli, come ampi cortili e tratti di ferrovia. Badate bene però che potete dimenticare le sessioni di guida con la buggy o le rocambolesche fughe in barca seguiti da un elicottero. Half Life Alyx preferisce luoghi più raccolti, ricolmi di dettagli piuttosto che a grandissimi spazi dove combattere e vagare alla ricerca di munizioni.
Le ridotte dimensioni di alcune sezioni di gioco è celata da ostacoli che vi impediscono di avanzare, dando l’illusione che certe aree siano molto più grandi: si tratta di un ottimo compromesso per alleggerire il titolo e dall’altro lato non spezzare troppo il ritmo con caricamenti costanti.
Nonostante ciò, durante la vostra esplorazione affronterete comunque lunghi caricamenti, dove potrete osservare una colossale mappa di City 17, aspettando che il sistema prepari la sezione successiva. Per quanto il livello di dettaglio, la dimensione delle mappe ed il numero di nemici siano corposi, i tempi di caricamenti sono in linea con le altre produzioni che di solito non hanno una resa grafica di così alta qualità.
Dal punto di vista sonoro il gioco fa molto bene il suo lavoro, senza però eccellere mai in nulla. I suoni ambientali sono molto ben fatti e la percezione di uno spazio circostante quando si indossano le cuffie è riuscitissima. L’atmosfera c’è, completamente ricreata anche dal punto di vista sonoro, per esempio recuperando suoni e musiche dei capitoli precedenti, migliorandoli e riproponendoli con leggere variazioni ben pensate.
Alyx parla ed interagisce con gli altri e l’intero gioco è scandito da numerosi dialoghi piacevoli e ben doppiati in inglese. D’altra parte, tanto parlato spezza quell’echeggiante silenzio e quella quieta solitudine a cui eravamo abituati giocando nei panni del muto e affascinante Gordon Freeman, il che potrebbe far storcere il naso ad alcuni, ma tale scelta permette di mantenere un certo ritmo narrativo abbastanza sostenuto, eliminando i momenti morti del precedente capitolo.
Hai le mani... usale!
In questo titolo il giocatore vestirà letteralmente i panni di Alyx, co-protagonista di Half Life 2, e vedrà il mondo attraverso i suoi occhi. Si seguiranno le sue peripezie cinque anni prima l’arrivo del buon Freeman a City 17. Della ragazza sentiremo la voce e vedremo unicamente le mani, essendo completamente sprovvisti di corpo durante l’intera avventura. Il giocatore potrà quindi usare le dita virtuali per interagire con l’ambiente, aprire cassetti e scomparti, sparare, toccare bottoni e lanciare granate.
Si potrà anche usare un comodo sistema di attrazione degli oggetti per ridurre la necessità di avvicinarci con precisione ad ogni cosa pur di afferrarla. Per esempio, puntando la mano verso un caricatore, lo vedremo illuminarsi debolmente e con un gesto, lo spingeremo verso la nostra direzione, dove potremo afferrarlo al volo e metterlo nel nostro inventario. Un’idea ottima che riduce e minimizza la necessità di allungarsi e muoversi troppo in giro nel mondo reale per raggiungere oggetti che magari sono sotto un tavolo o dentro un secchio, evitando che i sensori del VR perdano contatto con i controller e con il casco, lasciandoci in balia di controlli imprecisi.
Sparare con le armi è galvanizzante, persino con i sensori non certo sensibilissimi dell’Oculus Rift è possibile mirare con facilità e grande precisione. Nonostante il notevole numero di oggetti con cui interagire nell’ambiente, nessuno di questi potrà essere usato come un’arma e quelle che avrete a disposizione saranno le uniche davvero efficaci. Potete usare un secchio per colpire uno zombie e farlo barcollare, ma non potrete ucciderlo in tal modo, così come potete usare un tabellone per difendervi dall’assalto di un headcrab, ma la strategia più efficace rimane anche quella più diretta: sparate e festa finita.
La protagonista, purtroppo, non può utilizzare alcun genere di arma bianca ed il combattimento corpo a corpo è praticamente inesistente. Per quanto sia possibile raccogliere oggetti per sbilanciare i vostri avversari, così come afferrare al volo gli headcrab per lanciarli lontano, non si avranno né lame o armi contundenti con cui eliminarli. Mancanza incomprensibile ed ingiustificabile, anche se il notevole numero di munizioni sparse ovunque non farà soffrire troppo della mancanza di un sistema di combattimento ravvicinato.
Alyx non ha in dotazione un’armatura in grado di proteggerla da raffiche di mitra, missili e granate e pochi colpi basteranno per mandarvi a tappeto, pertanto un approccio cauto è sempre preferibile. La libertà di movimento della telecamera concessa dal VR permettono di sparare con facilità e precisione da dietro i ripari, rendendo anche le sparatorie più accese e pericolose gestibili.
Ogni arma a disposizione nel vostro inventario può essere modificata grazie a delle stazioni specifiche, attivabili mediante una sostanza chiamata Resina. Tra le modifiche sbloccabili ci sono mirini laser e modifiche al meccanismo di fuoco che cambieranno radicalmente l'approccio al combattimento e assistendo il giocatore nella mira, cosa che farà non solo risparmiare colpi, ma permetterà di colpire i punti deboli degli avversari.
Quindi, dal punto di vista giocabilità, Half Life Alyx è molto curato e funziona decisamente bene e quello che presenta è bilanciato e ben gestito, ma non si può ignorare la semplicità di tutto questo meccanismo. Potenzialmente, entrambi le mani possono essere libere, ma soltanto una è predisposta per utilizzare le armi. Non è quindi possibile scambiare in tempo reale la nostra arma da una mano all’altra, scelta sinceramente incomprensibile in un gioco del genere. Inoltre, avrete a disposizione una sola pistola, un fucile ed una mitragliatrice, nonché due soli slot inventario, utilizzabili per stoccare granate oppure siringhe medikit.
La riserva di munizione del giocatore sarà nascosta in uno zaino dietro la sua schiena ed ogni volta che si troverà un caricatore lo porrà a mano dietro le spalle, ad imitare il gesto di buttare tutto dentro la sacca, così come estrarre le munizioni cogliendole dalla schiena. Per cambiare arma basterà usare il tasto apposito del controller, evocando per esempio il fucile raggiugendo l’icona che apparirà intorno alla vostra mano virtuale.
Ed ecco che uno dei difetti più palesi di questo gioco si rivela: in Half Life Alyx non si ha un corpo e questo indiscutibilmente diluisce l’immedesimazione e stempera il realismo, ma chi riuscirà ad abituarsi si godrà maggiormente certe sezioni di gioco. Nonostante non sia possibile vedersi mentre si compiono determinate azioni, si sarà comunque dotati di una certa fisicità, cosa che impedisce di superare determinati ostacoli come se si fosse dei fantasmi.
Ciò che inficia decisamente molto di più sul realismo e sull’immedesimazione è il dover utilizzare icone fluttuanti per evocare armi come un mago fa con una moneta e sfoderare munizioni da uno zaino invisibile. Appare alquanto incomprensibile questa scelta, considerando che titoli decisamente più umili sono stati capaci di dare un corpo all'avatar digitale, con gambe e braccia virtuali ben visibili così come hanno incluso un inventario con cui interagire, magari sfoderando la pistola dalla fondina ed estraendo dalla cintura un caricatore.
Per quanto l’intelligenza artificiale faccia il suo lavoro e la sfida sia sempre adeguata, i nemici non si ingegneranno mai con strategie particolarmente raffinate, preferendo sparare da posizioni riparate oppure lanciandosi in avanti pur di stanarvi. Gli avversari saranno di solito abbastanza prevedibili, soprattutto gli zombie e gli headcrab, che si lanceranno sul giocatore senza ritegno. I piccoli ragnetti glabri sono più grandi e minacciosi rispetto ai capitoli precedenti, così come capita più spesso che ruzzolino sul pavimento come tartarughe sul dorso, ma non per questo saranno meno pericolosi e possono diventare un ostacolo notevole a causa della velocità con cui si vi saltano addosso.
Uno degli elementi più notevoli di questo titolo è la cura delle mappe non soltanto per ciò che riguarda il numero di dettagli ed oggetti con cui interagire, ma la loro costruzione e realizzazione. Nonostante siano ambienti solitamente piccoli, sono stati ideati intelligentemente non soltanto per renderli piacevoli alla vista, ma per costringere il giocatore a studiarli con attenzione e sfruttarli a dovere per superare le varie sfide. Una trappola può ostacolarvi il cammino, ma potete usarla per eliminare un avversario e risparmiare munizioni, così come potrete lanciare una bombola di gas trovata in una zona deserta e assicurarvi che un branco di headcrab non diano più fastidio. La fusione di questa arguta costruzione delle mappe ed il gameplay crea un sistema divertente e abbastanza soddisfacente, con battaglie emozionanti che vi costringeranno a sforzare il cervello e metteranno a dura prova i vostri riflessi.
A differenza dei suoi predecessori, l’avventura di Alyx è decisamente meno esplosiva e meno densa di eventi e sparatorie, anche se non per questo meno rilevante od emozionante. Per quanto la trama non brilli sempre per originalità, i dialoghi sono ben scritti e gli incontri con i personaggi secondari saranno spassosi, intelligenti ed apprezzabili. La lunghezza complessiva del titolo è di circa otto – dieci ore, il che è comunque notevole per un gioco VR che di solito dura al massimo un paio di ore.
Assumere Vr può avere controindicazioni... anche se prendo pastiglie di Alyx?
Ora, la doverosa precisazione sulla qualità dell’esperienza VR. Complessivamente, Half Life Alyx funziona molto bene. Nonostante la semplicità di alcune sue meccaniche, il gioco sfrutta ottimamente non soltanto il visore e quindi il movimento della testa, ma anche i controller della realtà virtuale. Aprire cassetti, spostare oggetti piccoli e casse risulta facile e preciso anche i con i pessimi sensori di Oculus Rift, messi invece a dura prova quando si tratta di muovere oggetti con rapidità e precisione. Durante i combattimenti, le armi rispondo perfettamente ai comandi e la mira risulta raramente difficoltosa, con i sensori che reagiscono prontamente.
Per quanto riguardo la resa grafica e il suo impatto sul giocatore, è necessaria una premessa: se siete soliti soffrire il VR, non illudetevi che con questo titolo sarà diverso, ma grazie una serie di intelligenti accorgimenti da parte degli sviluppatori potreste sentirne gli effetti dopo una sessione di gioco prolungata. La possibilità di spostarsi nel mondo di gioco utlizzando sia il teletrasporto che il movimento continuato vi consentirà di scegliere l'alternativa che meno vi disturba e vi aiuterà a godervi l'esperienza senza renderla mai eccessivamente pesante.
Valutare Half Life Alyx oggettivamente, senza farsi influenzare dal peso del franchise, dalla nostalgia, dall’amore per la saga di Gordon Freeman non è facile. Si è disposti ad ignorare le problematiche minori di fronte ad un ritorno tanto atteso e questo titolo è ottimo, ma lontano dall’essere perfetto, con piccoli difetti che ne inficiano l’esperienza, senza mai però rovinarla irrimediabilmente.
Valve non ha reinventato la ruota con Half Life Alyx, ma certamente ci ha fornito degli eccezionali pneumatici, sospensioni all’avanguardia, cerchioni cromati ed un sistema di frenata evolutissimo. Il gioco è divertente, curato, solido e si vede che dove hanno potuto osare, lo hanno fatto senza paura. Le meccaniche di movimento ed interazione con il mondo di gioco sono relativamente semplici e quasi mai prevedono un approccio davvero originale, ma sono gestite e realizzate in modo quasi perfetto, godibile e accessibile a tutti.
Se siete già forniti di un visore per la realtà virtuale e siete effettivamente interessati a sfruttare questa tecnologia, Half Life Alyx è un acquisto obbligatorio: al momento infatti, è l’esperienza sicuramente più completa, lunga e graficamente appagante in commercio.GIUDIZIO FINALE
Purtroppo, lo sviluppo di Episodio 3 si allungò a causa di ritardi di mesi e poi di anni, fino a quando fu decretato il fallimento della struttura episodica e si iniziò a sperare in un Half Life 3. Tutt’ora stiamo aspettando la conclusione delle avventure del povero Freeman, tra smentite e cancellazioni, promesse e indiscrezioni.
Finalmente, la notizia che ben tre progetti in ambito VR fossero stati messi in piedi da Valve ridiedero speranza ai fan, gettandoli però allo stesso tempo nello sconforto: chi volesse godersi il nuovo Half Life avrebbe dovuto possedere uno degli hardware più costosi sul mercato.
Half Life Alyx infine discese su di noi e le grida di giubilo e sdegno si mescolarono fino a creare una cacofonia indistinguibile ed omogenea. Da un lato c’era chi poteva permettersi la spesa di un impianto VR completo (perché il visore è solo parte del pacchetto!), mentre altri guardavano il portafoglio e si rendevano conto che sborsare dai 400 euro in su per un paio di occhiali grossi come braccia rasentava il suicidio finanziario.
Purtroppo, per godersi Alyx in tutta la sua bellezza e giocabilità (niente doppi sensi, vi prego!) è neccessario possedere un visore di realtà virtuale, due controller pensati per il VR, l’impianto sensori e ovviamente uno spazio abbastanza largo e libero da lampadari e cristalliere per potersi muovere in libertà. D’altra parte sono già disponibili diverse mod che permettono di giocare a questo titolo senza l’intero fornetto in testa e suppellettili vari, ma l’esperienza ne esce ferita e mutilata, il fascino di Alyx rovinato e sminuito e quindi sconsigliamo vivamente ogni tentativo di aggirare il problema: Half Life Alyx è stato concepito per essere fruito in un modo specifico e cioè sfruttando l’apparato VR.
Uno spettacolo per gli occhi e per le orecchie.
Graficamente, il titolo è sicuramente spettacolare e dal punto di vista estetico si colloca senza dubbio fra i miglior giochi VR mai usciti. Nonostante non siano poco frequenti alcuni effetti pop-up, così come momentanee texture slavate e caricate in ritardo, gli ambienti sono incredibilmente dettagliati, tanto che alcuni scorci rasentano il foto realismo e alcuni momenti lasceranno semplicemente basiti. I giochi di luci ed ombre presentano raramente delle sbavature, con momenti evocativi e sbalorditivi, creando un mondo vivo, curato nei minimi dettagli, perfezionato con intelligenza per renderlo il più realistico possibile.
Ovviamente tanta bellezza ha un costo notevole in termini di potenza, difatti gli scorci immensi sono pochi e vengono a mancare le mappe gigantesche piene di sparatorie. Per quanto il titolo prediliga spazi angusti, come impianti fognari, stanze d’albergo o gallerie, ci sono sezioni all’aperto di dimensioni notevoli, come ampi cortili e tratti di ferrovia. Badate bene però che potete dimenticare le sessioni di guida con la buggy o le rocambolesche fughe in barca seguiti da un elicottero. Half Life Alyx preferisce luoghi più raccolti, ricolmi di dettagli piuttosto che a grandissimi spazi dove combattere e vagare alla ricerca di munizioni.
Le ridotte dimensioni di alcune sezioni di gioco è celata da ostacoli che vi impediscono di avanzare, dando l’illusione che certe aree siano molto più grandi: si tratta di un ottimo compromesso per alleggerire il titolo e dall’altro lato non spezzare troppo il ritmo con caricamenti costanti.
Nonostante ciò, durante la vostra esplorazione affronterete comunque lunghi caricamenti, dove potrete osservare una colossale mappa di City 17, aspettando che il sistema prepari la sezione successiva. Per quanto il livello di dettaglio, la dimensione delle mappe ed il numero di nemici siano corposi, i tempi di caricamenti sono in linea con le altre produzioni che di solito non hanno una resa grafica di così alta qualità.
Dal punto di vista sonoro il gioco fa molto bene il suo lavoro, senza però eccellere mai in nulla. I suoni ambientali sono molto ben fatti e la percezione di uno spazio circostante quando si indossano le cuffie è riuscitissima. L’atmosfera c’è, completamente ricreata anche dal punto di vista sonoro, per esempio recuperando suoni e musiche dei capitoli precedenti, migliorandoli e riproponendoli con leggere variazioni ben pensate.
Alyx parla ed interagisce con gli altri e l’intero gioco è scandito da numerosi dialoghi piacevoli e ben doppiati in inglese. D’altra parte, tanto parlato spezza quell’echeggiante silenzio e quella quieta solitudine a cui eravamo abituati giocando nei panni del muto e affascinante Gordon Freeman, il che potrebbe far storcere il naso ad alcuni, ma tale scelta permette di mantenere un certo ritmo narrativo abbastanza sostenuto, eliminando i momenti morti del precedente capitolo.
Hai le mani... usale!
In questo titolo il giocatore vestirà letteralmente i panni di Alyx, co-protagonista di Half Life 2, e vedrà il mondo attraverso i suoi occhi. Si seguiranno le sue peripezie cinque anni prima l’arrivo del buon Freeman a City 17. Della ragazza sentiremo la voce e vedremo unicamente le mani, essendo completamente sprovvisti di corpo durante l’intera avventura. Il giocatore potrà quindi usare le dita virtuali per interagire con l’ambiente, aprire cassetti e scomparti, sparare, toccare bottoni e lanciare granate.
Si potrà anche usare un comodo sistema di attrazione degli oggetti per ridurre la necessità di avvicinarci con precisione ad ogni cosa pur di afferrarla. Per esempio, puntando la mano verso un caricatore, lo vedremo illuminarsi debolmente e con un gesto, lo spingeremo verso la nostra direzione, dove potremo afferrarlo al volo e metterlo nel nostro inventario. Un’idea ottima che riduce e minimizza la necessità di allungarsi e muoversi troppo in giro nel mondo reale per raggiungere oggetti che magari sono sotto un tavolo o dentro un secchio, evitando che i sensori del VR perdano contatto con i controller e con il casco, lasciandoci in balia di controlli imprecisi.
Sparare con le armi è galvanizzante, persino con i sensori non certo sensibilissimi dell’Oculus Rift è possibile mirare con facilità e grande precisione. Nonostante il notevole numero di oggetti con cui interagire nell’ambiente, nessuno di questi potrà essere usato come un’arma e quelle che avrete a disposizione saranno le uniche davvero efficaci. Potete usare un secchio per colpire uno zombie e farlo barcollare, ma non potrete ucciderlo in tal modo, così come potete usare un tabellone per difendervi dall’assalto di un headcrab, ma la strategia più efficace rimane anche quella più diretta: sparate e festa finita.
La protagonista, purtroppo, non può utilizzare alcun genere di arma bianca ed il combattimento corpo a corpo è praticamente inesistente. Per quanto sia possibile raccogliere oggetti per sbilanciare i vostri avversari, così come afferrare al volo gli headcrab per lanciarli lontano, non si avranno né lame o armi contundenti con cui eliminarli. Mancanza incomprensibile ed ingiustificabile, anche se il notevole numero di munizioni sparse ovunque non farà soffrire troppo della mancanza di un sistema di combattimento ravvicinato.
Alyx non ha in dotazione un’armatura in grado di proteggerla da raffiche di mitra, missili e granate e pochi colpi basteranno per mandarvi a tappeto, pertanto un approccio cauto è sempre preferibile. La libertà di movimento della telecamera concessa dal VR permettono di sparare con facilità e precisione da dietro i ripari, rendendo anche le sparatorie più accese e pericolose gestibili.
Ogni arma a disposizione nel vostro inventario può essere modificata grazie a delle stazioni specifiche, attivabili mediante una sostanza chiamata Resina. Tra le modifiche sbloccabili ci sono mirini laser e modifiche al meccanismo di fuoco che cambieranno radicalmente l'approccio al combattimento e assistendo il giocatore nella mira, cosa che farà non solo risparmiare colpi, ma permetterà di colpire i punti deboli degli avversari.
Quindi, dal punto di vista giocabilità, Half Life Alyx è molto curato e funziona decisamente bene e quello che presenta è bilanciato e ben gestito, ma non si può ignorare la semplicità di tutto questo meccanismo. Potenzialmente, entrambi le mani possono essere libere, ma soltanto una è predisposta per utilizzare le armi. Non è quindi possibile scambiare in tempo reale la nostra arma da una mano all’altra, scelta sinceramente incomprensibile in un gioco del genere. Inoltre, avrete a disposizione una sola pistola, un fucile ed una mitragliatrice, nonché due soli slot inventario, utilizzabili per stoccare granate oppure siringhe medikit.
La riserva di munizione del giocatore sarà nascosta in uno zaino dietro la sua schiena ed ogni volta che si troverà un caricatore lo porrà a mano dietro le spalle, ad imitare il gesto di buttare tutto dentro la sacca, così come estrarre le munizioni cogliendole dalla schiena. Per cambiare arma basterà usare il tasto apposito del controller, evocando per esempio il fucile raggiugendo l’icona che apparirà intorno alla vostra mano virtuale.
Ed ecco che uno dei difetti più palesi di questo gioco si rivela: in Half Life Alyx non si ha un corpo e questo indiscutibilmente diluisce l’immedesimazione e stempera il realismo, ma chi riuscirà ad abituarsi si godrà maggiormente certe sezioni di gioco. Nonostante non sia possibile vedersi mentre si compiono determinate azioni, si sarà comunque dotati di una certa fisicità, cosa che impedisce di superare determinati ostacoli come se si fosse dei fantasmi.
Ciò che inficia decisamente molto di più sul realismo e sull’immedesimazione è il dover utilizzare icone fluttuanti per evocare armi come un mago fa con una moneta e sfoderare munizioni da uno zaino invisibile. Appare alquanto incomprensibile questa scelta, considerando che titoli decisamente più umili sono stati capaci di dare un corpo all'avatar digitale, con gambe e braccia virtuali ben visibili così come hanno incluso un inventario con cui interagire, magari sfoderando la pistola dalla fondina ed estraendo dalla cintura un caricatore.
Per quanto l’intelligenza artificiale faccia il suo lavoro e la sfida sia sempre adeguata, i nemici non si ingegneranno mai con strategie particolarmente raffinate, preferendo sparare da posizioni riparate oppure lanciandosi in avanti pur di stanarvi. Gli avversari saranno di solito abbastanza prevedibili, soprattutto gli zombie e gli headcrab, che si lanceranno sul giocatore senza ritegno. I piccoli ragnetti glabri sono più grandi e minacciosi rispetto ai capitoli precedenti, così come capita più spesso che ruzzolino sul pavimento come tartarughe sul dorso, ma non per questo saranno meno pericolosi e possono diventare un ostacolo notevole a causa della velocità con cui si vi saltano addosso.
Uno degli elementi più notevoli di questo titolo è la cura delle mappe non soltanto per ciò che riguarda il numero di dettagli ed oggetti con cui interagire, ma la loro costruzione e realizzazione. Nonostante siano ambienti solitamente piccoli, sono stati ideati intelligentemente non soltanto per renderli piacevoli alla vista, ma per costringere il giocatore a studiarli con attenzione e sfruttarli a dovere per superare le varie sfide. Una trappola può ostacolarvi il cammino, ma potete usarla per eliminare un avversario e risparmiare munizioni, così come potrete lanciare una bombola di gas trovata in una zona deserta e assicurarvi che un branco di headcrab non diano più fastidio. La fusione di questa arguta costruzione delle mappe ed il gameplay crea un sistema divertente e abbastanza soddisfacente, con battaglie emozionanti che vi costringeranno a sforzare il cervello e metteranno a dura prova i vostri riflessi.
A differenza dei suoi predecessori, l’avventura di Alyx è decisamente meno esplosiva e meno densa di eventi e sparatorie, anche se non per questo meno rilevante od emozionante. Per quanto la trama non brilli sempre per originalità, i dialoghi sono ben scritti e gli incontri con i personaggi secondari saranno spassosi, intelligenti ed apprezzabili. La lunghezza complessiva del titolo è di circa otto – dieci ore, il che è comunque notevole per un gioco VR che di solito dura al massimo un paio di ore.
Assumere Vr può avere controindicazioni... anche se prendo pastiglie di Alyx?
Ora, la doverosa precisazione sulla qualità dell’esperienza VR. Complessivamente, Half Life Alyx funziona molto bene. Nonostante la semplicità di alcune sue meccaniche, il gioco sfrutta ottimamente non soltanto il visore e quindi il movimento della testa, ma anche i controller della realtà virtuale. Aprire cassetti, spostare oggetti piccoli e casse risulta facile e preciso anche i con i pessimi sensori di Oculus Rift, messi invece a dura prova quando si tratta di muovere oggetti con rapidità e precisione. Durante i combattimenti, le armi rispondo perfettamente ai comandi e la mira risulta raramente difficoltosa, con i sensori che reagiscono prontamente.
Per quanto riguardo la resa grafica e il suo impatto sul giocatore, è necessaria una premessa: se siete soliti soffrire il VR, non illudetevi che con questo titolo sarà diverso, ma grazie una serie di intelligenti accorgimenti da parte degli sviluppatori potreste sentirne gli effetti dopo una sessione di gioco prolungata. La possibilità di spostarsi nel mondo di gioco utlizzando sia il teletrasporto che il movimento continuato vi consentirà di scegliere l'alternativa che meno vi disturba e vi aiuterà a godervi l'esperienza senza renderla mai eccessivamente pesante.
Valutare Half Life Alyx oggettivamente, senza farsi influenzare dal peso del franchise, dalla nostalgia, dall’amore per la saga di Gordon Freeman non è facile. Si è disposti ad ignorare le problematiche minori di fronte ad un ritorno tanto atteso e questo titolo è ottimo, ma lontano dall’essere perfetto, con piccoli difetti che ne inficiano l’esperienza, senza mai però rovinarla irrimediabilmente.
Valve non ha reinventato la ruota con Half Life Alyx, ma certamente ci ha fornito degli eccezionali pneumatici, sospensioni all’avanguardia, cerchioni cromati ed un sistema di frenata evolutissimo. Il gioco è divertente, curato, solido e si vede che dove hanno potuto osare, lo hanno fatto senza paura. Le meccaniche di movimento ed interazione con il mondo di gioco sono relativamente semplici e quasi mai prevedono un approccio davvero originale, ma sono gestite e realizzate in modo quasi perfetto, godibile e accessibile a tutti.
Se siete già forniti di un visore per la realtà virtuale e siete effettivamente interessati a sfruttare questa tecnologia, Half Life Alyx è un acquisto obbligatorio: al momento infatti, è l’esperienza sicuramente più completa, lunga e graficamente appagante in commercio.
GIUDIZIO FINALE
Questo gioco non è solo l’ammiraglia di un software house in cerca di un rilancio, ma rappresenta la prima opera del rinascimento della realtà virtuale: da giochi dalla grafica approssimativa di massimo qualche ora si passa ad esperienze lunghe ed approfondite, studiate con cura, prodotte con budget notevoli e tecnologie avanzate. Half Life Alyx è un vero e proprio capitolo della saga di Half Life in tutto e per tutto, forse non lungo e denso di eventi come i precedenti, ma che ne delinea la trama come un solido prequel e aggiunge nuovi elementi, nemici, storie e personaggi in modo convincente.
Pro
- Graficamente strepitoso.
- Sfide ben bilanciate
- Esperienza VR soddisfacente e curata
- Mondo di gioco incredibilmente denso di dettagli
Contro
- Mancanza del combattimento corpo a corpo
- Alcuni piccoli problemi grafici
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