The Ancient Gods Part Two è l'ultima fatica di Bethesda ed id Software per il ciclo di DOOM Eternal, del quale vi rimandiamo alla recensione ed è la degna conclusione di un titolo a dir poco eccezionale, seguito dai due DLC che hanno perfezionato ed ampliato tutto quello che di buono c'era nel gioco base, inclusa la difficoltà.
Si riparte dal cliffanger finale della parte uno, nel quale il Doom Slayer scopre che il suo alter ego malvagio è a capo delle orde infernali, per poi vedersi invitato dallo stesso Signore Oscuro a raggiungerlo in un luogo consono alla sfida che inevitabilmente li attenderà. Ovviamente il tragitto sarà tutt'altro che banale, dal momento che i demoni non hanno assolutamente intenzione di farsi cancellare da questo piano dell'esistenza. Tradotto in parole povere, The Ancient Gods Part Two sapendo che sappiamo già benissimo cosa aspettarci, non perderà tempo e si limiterà semplicemente a tirarci addosso qualsiasi cosa in ogni momento, costringendoci a spremere al massimo tutti i potenziamenti di armi ed equipaggio anche quelli molto meno utilizzati.
Anche questa volta l'esercito nemico ha arruolato qualche variante demoniaca che ci costringerà ad elaborare nuove tattiche di lotta. I primi ad esserci presentati sono i baroni infernali corazzati, molto ostici da abbattere; seguono degli IMP di pietra che possono essere distrutti solo dall'accessorio a fuoco continuo del fucile a pompa; vi è un demone di supporto molto debole, che ha la particolarità di emettere, se ucciso, un'onda che potenzia temporaneamente i nemici in zona; davvero fastidiosa e snervante da affrontare è la variante del predatore in grado di avvelenarti con un colpo, impedendoti lo spostamento veloce (il cosiddetto dash) e rendendo la visuale tutta verde. L'unico modo di rimuovere questo malus è colpendo il demone con il glory punch, cosa affatto non facile in quelle condizioni e costringendoci spesso a ritrovarci con l'abilità in fase di cooldown e soprattutto ad inseguirlo ed eliminarlo il prima possibile, anche in presenza di nemici decisamente più pericolosi.
Per fortuna siamo anche dotati di un upgrade dell'armamentario tatticamente utilissimo. Sto parlando del Sentinel Hammer, un martello in grado di stunnare per 5 secondi tutti i mostri attorno a noi (garantendoci anche una ricarica di munizioni, salute e vita), ma soprattutto il tempo necessario per far fuori i demoni che tendono ad avere piccole finestre di vulnerabilità, come i simpatici e noti razziatori. Le sfide opzionali, qui note come eventi Escalation, si compongono di due fasi a difficoltà crescente. Soltanto la prima ci ricompensa con un potenziamento per il martello, mentre la seconda, opzionale e molto, molto più difficile, lunga e brutale, ci darà una modifica estetica e la si giocherà solo per manie di completismo e per sfida. In generale, affrontando questo DLC ad una difficoltà da "fatemi male" in su, ci si dovrà preparare ad una sfida adeguata (seppur tarata al ribasso rispetto al primo DLC) e divertente.
Il level design è un po' meno ispirato in generale ed anche le sezioni platform, che si arricchiscono di punti di appiglio cui agganciarsi grazie al rampino della doppietta, sono un gradino più in basso rispetto a quanto già visto, ma riconosciamo che toccare e mantenere certi livelli di eccellenza non è affatto facile. Le arene sono generalmente più ampie ed è anche questo che semplifica un po' le varie fasi. Purtroppo la colonna sonora risente della mancanza di Mick Gordon, che ha lasciato Bethesda e nonostante Andrew Hulshult e David Levy ci provino, non riescono a raggiungere quella epicità musicale che ha contraddistinto DOOM Eternal.
Nonostante non sia mai stata il cardine della serie, la narrazione prosegue in maniera coerente e centrata rispetto alla storia finora portata avanti, chiudendo letteralmente il cerchio in attesa delle prossime avventure. Il vero calo arriva nel finale, quando ci saremmo aspettati una degna battaglia, mentre ci troviamo di fronte ad un boss tutto sommato modesto. Peccato, ma non rovina l'esperienza complessiva.
Pro
- Buona narrazione;
- Indovinata l'introduzione del Sentinel Hammer;
- Regala qualche ora di divertimento e sfida, anche grazie ai nuovi nemici.
Contro
- Musiche non all'altezza di Mick Gordon;
- Boss fight finale sottotono.
La locandina è bellissima.
E c'è un punto in cui tutto quello che vedi nella locandina accade davvero. Da gasarsi!
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