C’era una volta un genere chiamato Jrpg, un genere glorioso e ben voluto, dove drammatiche storie di cavalieri, maghi e mostri venivano narrate attraverso fiumi di testo e animazioni minimali. Agli albori del genere, quando le macchie di colore erano dette World Map e bastavano 4 case per fare la grande capitale del regno, la fantasia era la chiave di tutto perché giocava un ruolo fondamentale sia lato sviluppo che lato utente: da una parte i creatori avevano strumenti limitati per dare vita ai loro mondi e dall’altro i giocatori colmavano quella pochezza con la propria immaginazione, proprio come nei libri.
Negli anni i Jrpg crebbero, alimentati dalla magia che solo le storie sanno trasportare, e insieme a loro crebbero anche la tecnologia a supporto e i giocatori disposti a seguirli. I giocatori nel tempo si sono fatti sempre più raffinati ed esigenti, ormai pronti a missioni ben più articolate del salvataggio del regno dal malvagio tiranno, eppure pc e console ancora non riuscivano a stare al passo con la fantasia degli addetti ai lavori, tal volta più attratti dalla spettacolarità dei film più che dall’intimità dei libri, e questo portò al bisogno di reinventare, cambiare, osare. Gli anni ‘90 stavano per volgere al termine, la Playstation 1 aveva appena visto il debutto di Final Fantasy VII, Final Fantasy Tactics e da lì a poco Xenogears.
Dopo la leggendaria storia di Cloud Strife e prima dell’epica epopea di Fei Fong Wong, SaGa scriveva il suo nome negli annali con Frontier, un capitolo che ancora una volta portava al limite i concetti di libertà narrativa e storia corale per un’esperienza di gioco unica e innovativa. Forse anche troppo, visto che il gioco ha dovuto aspettare 23 anni per arrivare in Europa per la prima volta. Dal 15 aprile 2021 il quarto capitolo della serie è finalmente disponibile nella sua forma migliore di sempre: SaGa Frontier Remastered.
Come ormai anche noi europei abbiamo imparato (con le buone e con le cattive!), il concetto di storia su SaGa è molto diverso da quello del classico Jrpg e Frontier, pur elevando la formula, ne rimane fedele. Su SaGa non si segue l’avventura di un gruppo bensì quella di un mondo, o di un sistema solare nel caso di Frontier, e si interagisce con esso con totale libertà vestendo i panni di uno dei 8 protagonisti e dei suoi numerosi compagni, la quasi totalità dei quali da reclutare avventurandosi in giro. SaGa Frontier non ha una storia che racchiude tutti i protagonisti e li conduce verso un unico grande destino, piuttosto il sistema solare è ricco di eventi e trame che si intrecciano a seconda di cosa fa il giocatore, il quale ne può rimanere coinvolto come no.
Ogni protagonista ha ovviamente una sua missione principale che porta ad eventi e risvolti unici, così come unici sono i dialoghi a seconda del party con cui si affrontano, ma quando le trame si riallacciano vengono a galla nuovi volti di luoghi o personaggi, si scoprono le motivazioni e i fraintendimenti che portano o hanno portato avanti il tutto. Gli incroci non sono solo eventi comuni visti da due fazioni contrapposte, anzi, spesso sono molto più sottili e approfondiscono eventi o personaggi magari secondari per un protagonista, ma di vitale importanza per un altro.
Un esempio potrebbe essere la storia dei fratelli Blue e Rouge, due gemelli dotati di enormi e misteriosi poteri magici incaricati di viaggiare per il mondo per affinare il loro talento e, infine, uccidere l’altro. Blue è uno degli 8 protagonisti e ovviamente nella sua storia Rouge gioca il ruolo di insidioso nemico, ma nella storia di Riki, un mostro in cerca di anelli magici per salvare il suo mondo dalla distruzione, potrebbe rivelarsi un formidabile alleato.
Il risultato di questa impostazione così libera è una storia corale enorme ed intrigante, complessa per le sue molteplici sfaccettature ed incastri sottili, ma anche ricca nelle tematiche trattate. Le 8 storie di SaGa Frontier Remastered sono complete sia nel singolo scenario che nel contesto globale. Ogni protagonista offre un’esperienza unica, apprezzabile anche senza conoscere le altre, ma è innegabile che più si entra nel vasto mondo di SaGa Frontier maggiore è l’interesse per quello che ha da offrire, anche se alcuni eventi rimangono uguali e ‘secondari’ per tutti i protagonisti e di conseguenza l’interesse nel ripeterli diminuisce ad ogni ciclo. Come ogni SaGa, l’impostazione delle storie è abbastanza diversa dal classico Jrpg e il rischio di rimanere spiazzati da tutta la libertà lasciata è concreto, soprattutto cominciando con personaggi come Blue.
Dunque, da quale protagonista conviene iniziare?
La verità è che non c’è un ordine giusto: le storie e gli eventi dei protagonisti raramente hanno un ordine cronologico fisso e preciso, inoltre i risultati ottenuti nella storia di uno non influenzano le altre, se non giusto con eventuali bonus a statistiche o abilità, questo significa non solo che le stesse vicende potrebbero evolversi diversamente (o non accadere affatto) a seconda di come ci arriva il giocatore, ma soprattutto non ci sono reali vincoli sull’ordine con cui scegliere i protagonisti. L'unica eccezione alla regola è Fuse, il protagonista aggiuntivo della SaGa Frontier Remastered, motivo per cui non è selezionabile fin dall'inizio.
Da notare inoltre che alcuni protagonisti hanno dei finali alternativi perciò anche rigiocare con lo stesso può essere una strada valida. Il consiglio personale del sottoscritto è di scegliere un protagonista con una storia principale più ‘rigida’, così che possa guidare un po’ di più il giocatore e fargli prendere confidenza non solo con l’enorme mondo di gioco, ma anche con il peculiare sistema di combattimento. A questo proposito, punterei il dito su Emilia o su Red.
Il gameplay di SaGa Frontier è bizzarro tanto quanto la sua impostazione narrativa e, proprio come lei, molto spesso è affascinantemente complessa, fino ad arrivare a picchi po' contorti. Come negli altri capitoli della serie, equipaggiamenti e abilità hanno un peso molto maggiore rispetto alle statistiche, le quali aumentano semi-casualmente a fine battaglia, inoltre gli attacchi combo rimangono un elemento fondamentale negli scontri più difficili. Curiosamente in questo capitolo non ci sono le Formazioni, meccanica iconica per SaGa, ma nel complesso su Frontier non se ne sente la mancanza.
Le combo si attivano quando due o più personaggi eseguono determinate mosse speciali nello stesso turno; quali tecniche generino una combo rimane un mistero finché non le si utilizza la prima volta, perciò sperimentare è importante. Le abilità sono legate all’arma e per sbloccarle bisogna continuare ad utilizzarle: combattimento dopo combattimento, casualmente, il personaggio potrebbe avere un’intuizione ed eseguire al posto dell’attacco scelto un nuovo, portentoso colpo che, da quel momento in poi, potremo eseguire a comando.
Ogni personaggio, a seconda della razza, ha a disposizione più slot per l’equipaggiamento attivo, come armi o oggetti consumabili, e passivo, come armature o amuleti. Tutti possono più o meno equipaggiarsi tutto e di conseguenza imparare le relative abilità, inoltre le statistiche a cui gli attacchi fanno riferimento non sono così restrittive e limitanti come in altri giochi e, sicché aumentano ‘in modo giusto’ a seconda di ciò che si usa, un personaggio presentato come spadaccino può diventare senza problemi un ottimo pistolero.
Ovviamente così facendo sarà necessario spendere un po’ più di tempo per fare si che impari le varie abilità dell’arma, ma può essere anche un modo per limare alcuni punti deboli incentivando l'aumento di determinate statistiche. In definitiva, con la giusta strategia e un po’ di dedizione ogni personaggio può diventare un valido alleato e potrà coprire il ruolo giusto all’interno del vostro gruppo… o almeno in uno dei 3, visto che si possono avere fino a 3 party da 5 personaggi l’uno.
L’aspetto contorto nel gameplay di SaGa Frontier nasce dalla collisione tra l’enorme libertà concessa unita al suo voler essere misterioso; SaGa Frontier vuole lasciare a tutti i costi al giocatore il piacere di scoprire e questo si nota sia lato avventura che lato battle system. In più occasioni il giocatore è abbandonato a sé stesso, libero di viaggiare per le numerose location del sistema solare, alla scoperta di eventi e personaggi, principali o secondari che siano, ma gli input sul dove realmente andare per proseguire la quest principale a volte sono molto limitati se non addirittura completamente assenti. Questo approccio spiazza i giocatori moderni, abituati ad essere accompagnati per mano verso il prossimo obiettivo, magari con una bella spada-GPS che fende le tenebre e indica la retta via.
Discorso simile per le battaglie, le tante opzioni lasciate non hanno un tutorial o una guida a supporto, è il giocatore che deve sperimentare per trovare da solo il proprio stile e le giuste combo.
In tutto questo la gestione della magia non aiuta: tanto è affascinante e ben contestualizzata nel mondo quanto insidiosa nel suo ottenimento. Esistono diverse scuole di magia su SaGa Frontier Remastered e per ottenere il Dono, abilità propedeutica all’utilizzo della magia, bisogna completare la relativa missione secondaria, missione di lunghezza e difficoltà variabile ed eseguibile solo una volta per ciclo.
Come ripetuto spesso all’interno del gioco, ricevere un Dono significa precluderne un altro, ad esempio chi conosce la magia della Luce non può conoscere anche quella delle Tenebre e viceversa, perciò organizzare i propri maghi richiede una certa attenzione, tenendo anche conto di quando svolgere la quest per sbloccare il Dono ai personaggi giusti.
Dal punto di vista grafico, SaGa Frontier Remastered è ottimo: mantiene il fascino dell’originale ma ne rivitalizza i colori e ne pulisce fondali e sprite, per un risultato finale che rende davvero giustizia alla vecchia scuola e, allo stesso tempo, risulta piacevole da vedere anche ai giocatori più giovani. Lo stile usato per alcuni nemici, molto diverso da quello dei personaggi, da una strana atmosfere a certe scene e questo, unito alle tinte dark di alcune scene e ambientazioni, dona quell’inaspettato tocco (sur)reale da Shin Megami Tensei che i fan della serie non potranno fare a meno di notare.
Come da tradizione per SaGa, la colonna sonora si riconferma ottima e le tracce extra sono perfettamente in linea con quelle originali, così come lo sono tutti i contenuti aggiuntivi di trama offerti nella Remastered. Cosa che non stupisce, sicché erano tutti elementi già pensati per l’originale ma rimossi per questioni di tempo. Menzione d’onore anche all’aggiunta della velocità maggiorata, strumento indispensabile al giorno d’oggi per rendere meno tediose certe fasi di esplorazione o combattimento.
Gioco testato su Playstation 4.
Negli anni i Jrpg crebbero, alimentati dalla magia che solo le storie sanno trasportare, e insieme a loro crebbero anche la tecnologia a supporto e i giocatori disposti a seguirli. I giocatori nel tempo si sono fatti sempre più raffinati ed esigenti, ormai pronti a missioni ben più articolate del salvataggio del regno dal malvagio tiranno, eppure pc e console ancora non riuscivano a stare al passo con la fantasia degli addetti ai lavori, tal volta più attratti dalla spettacolarità dei film più che dall’intimità dei libri, e questo portò al bisogno di reinventare, cambiare, osare. Gli anni ‘90 stavano per volgere al termine, la Playstation 1 aveva appena visto il debutto di Final Fantasy VII, Final Fantasy Tactics e da lì a poco Xenogears.
Dopo la leggendaria storia di Cloud Strife e prima dell’epica epopea di Fei Fong Wong, SaGa scriveva il suo nome negli annali con Frontier, un capitolo che ancora una volta portava al limite i concetti di libertà narrativa e storia corale per un’esperienza di gioco unica e innovativa. Forse anche troppo, visto che il gioco ha dovuto aspettare 23 anni per arrivare in Europa per la prima volta. Dal 15 aprile 2021 il quarto capitolo della serie è finalmente disponibile nella sua forma migliore di sempre: SaGa Frontier Remastered.
SaGa Frontier Remastered porta il giocatore nel periodo d'oro dei Jrpg con una magia unica in grado di emozionare ancora oggi
Come ormai anche noi europei abbiamo imparato (con le buone e con le cattive!), il concetto di storia su SaGa è molto diverso da quello del classico Jrpg e Frontier, pur elevando la formula, ne rimane fedele. Su SaGa non si segue l’avventura di un gruppo bensì quella di un mondo, o di un sistema solare nel caso di Frontier, e si interagisce con esso con totale libertà vestendo i panni di uno dei 8 protagonisti e dei suoi numerosi compagni, la quasi totalità dei quali da reclutare avventurandosi in giro. SaGa Frontier non ha una storia che racchiude tutti i protagonisti e li conduce verso un unico grande destino, piuttosto il sistema solare è ricco di eventi e trame che si intrecciano a seconda di cosa fa il giocatore, il quale ne può rimanere coinvolto come no.
Ogni protagonista ha ovviamente una sua missione principale che porta ad eventi e risvolti unici, così come unici sono i dialoghi a seconda del party con cui si affrontano, ma quando le trame si riallacciano vengono a galla nuovi volti di luoghi o personaggi, si scoprono le motivazioni e i fraintendimenti che portano o hanno portato avanti il tutto. Gli incroci non sono solo eventi comuni visti da due fazioni contrapposte, anzi, spesso sono molto più sottili e approfondiscono eventi o personaggi magari secondari per un protagonista, ma di vitale importanza per un altro.
Un esempio potrebbe essere la storia dei fratelli Blue e Rouge, due gemelli dotati di enormi e misteriosi poteri magici incaricati di viaggiare per il mondo per affinare il loro talento e, infine, uccidere l’altro. Blue è uno degli 8 protagonisti e ovviamente nella sua storia Rouge gioca il ruolo di insidioso nemico, ma nella storia di Riki, un mostro in cerca di anelli magici per salvare il suo mondo dalla distruzione, potrebbe rivelarsi un formidabile alleato.
Il risultato di questa impostazione così libera è una storia corale enorme ed intrigante, complessa per le sue molteplici sfaccettature ed incastri sottili, ma anche ricca nelle tematiche trattate. Le 8 storie di SaGa Frontier Remastered sono complete sia nel singolo scenario che nel contesto globale. Ogni protagonista offre un’esperienza unica, apprezzabile anche senza conoscere le altre, ma è innegabile che più si entra nel vasto mondo di SaGa Frontier maggiore è l’interesse per quello che ha da offrire, anche se alcuni eventi rimangono uguali e ‘secondari’ per tutti i protagonisti e di conseguenza l’interesse nel ripeterli diminuisce ad ogni ciclo. Come ogni SaGa, l’impostazione delle storie è abbastanza diversa dal classico Jrpg e il rischio di rimanere spiazzati da tutta la libertà lasciata è concreto, soprattutto cominciando con personaggi come Blue.
Dunque, da quale protagonista conviene iniziare?
La verità è che non c’è un ordine giusto: le storie e gli eventi dei protagonisti raramente hanno un ordine cronologico fisso e preciso, inoltre i risultati ottenuti nella storia di uno non influenzano le altre, se non giusto con eventuali bonus a statistiche o abilità, questo significa non solo che le stesse vicende potrebbero evolversi diversamente (o non accadere affatto) a seconda di come ci arriva il giocatore, ma soprattutto non ci sono reali vincoli sull’ordine con cui scegliere i protagonisti. L'unica eccezione alla regola è Fuse, il protagonista aggiuntivo della SaGa Frontier Remastered, motivo per cui non è selezionabile fin dall'inizio.
Da notare inoltre che alcuni protagonisti hanno dei finali alternativi perciò anche rigiocare con lo stesso può essere una strada valida. Il consiglio personale del sottoscritto è di scegliere un protagonista con una storia principale più ‘rigida’, così che possa guidare un po’ di più il giocatore e fargli prendere confidenza non solo con l’enorme mondo di gioco, ma anche con il peculiare sistema di combattimento. A questo proposito, punterei il dito su Emilia o su Red.
Il gameplay di SaGa Frontier è bizzarro tanto quanto la sua impostazione narrativa e, proprio come lei, molto spesso è affascinantemente complessa, fino ad arrivare a picchi po' contorti. Come negli altri capitoli della serie, equipaggiamenti e abilità hanno un peso molto maggiore rispetto alle statistiche, le quali aumentano semi-casualmente a fine battaglia, inoltre gli attacchi combo rimangono un elemento fondamentale negli scontri più difficili. Curiosamente in questo capitolo non ci sono le Formazioni, meccanica iconica per SaGa, ma nel complesso su Frontier non se ne sente la mancanza.
Le combo si attivano quando due o più personaggi eseguono determinate mosse speciali nello stesso turno; quali tecniche generino una combo rimane un mistero finché non le si utilizza la prima volta, perciò sperimentare è importante. Le abilità sono legate all’arma e per sbloccarle bisogna continuare ad utilizzarle: combattimento dopo combattimento, casualmente, il personaggio potrebbe avere un’intuizione ed eseguire al posto dell’attacco scelto un nuovo, portentoso colpo che, da quel momento in poi, potremo eseguire a comando.
Ogni personaggio, a seconda della razza, ha a disposizione più slot per l’equipaggiamento attivo, come armi o oggetti consumabili, e passivo, come armature o amuleti. Tutti possono più o meno equipaggiarsi tutto e di conseguenza imparare le relative abilità, inoltre le statistiche a cui gli attacchi fanno riferimento non sono così restrittive e limitanti come in altri giochi e, sicché aumentano ‘in modo giusto’ a seconda di ciò che si usa, un personaggio presentato come spadaccino può diventare senza problemi un ottimo pistolero.
Ovviamente così facendo sarà necessario spendere un po’ più di tempo per fare si che impari le varie abilità dell’arma, ma può essere anche un modo per limare alcuni punti deboli incentivando l'aumento di determinate statistiche. In definitiva, con la giusta strategia e un po’ di dedizione ogni personaggio può diventare un valido alleato e potrà coprire il ruolo giusto all’interno del vostro gruppo… o almeno in uno dei 3, visto che si possono avere fino a 3 party da 5 personaggi l’uno.
L’aspetto contorto nel gameplay di SaGa Frontier nasce dalla collisione tra l’enorme libertà concessa unita al suo voler essere misterioso; SaGa Frontier vuole lasciare a tutti i costi al giocatore il piacere di scoprire e questo si nota sia lato avventura che lato battle system. In più occasioni il giocatore è abbandonato a sé stesso, libero di viaggiare per le numerose location del sistema solare, alla scoperta di eventi e personaggi, principali o secondari che siano, ma gli input sul dove realmente andare per proseguire la quest principale a volte sono molto limitati se non addirittura completamente assenti. Questo approccio spiazza i giocatori moderni, abituati ad essere accompagnati per mano verso il prossimo obiettivo, magari con una bella spada-GPS che fende le tenebre e indica la retta via.
Discorso simile per le battaglie, le tante opzioni lasciate non hanno un tutorial o una guida a supporto, è il giocatore che deve sperimentare per trovare da solo il proprio stile e le giuste combo.
In tutto questo la gestione della magia non aiuta: tanto è affascinante e ben contestualizzata nel mondo quanto insidiosa nel suo ottenimento. Esistono diverse scuole di magia su SaGa Frontier Remastered e per ottenere il Dono, abilità propedeutica all’utilizzo della magia, bisogna completare la relativa missione secondaria, missione di lunghezza e difficoltà variabile ed eseguibile solo una volta per ciclo.
Come ripetuto spesso all’interno del gioco, ricevere un Dono significa precluderne un altro, ad esempio chi conosce la magia della Luce non può conoscere anche quella delle Tenebre e viceversa, perciò organizzare i propri maghi richiede una certa attenzione, tenendo anche conto di quando svolgere la quest per sbloccare il Dono ai personaggi giusti.
Dal punto di vista grafico, SaGa Frontier Remastered è ottimo: mantiene il fascino dell’originale ma ne rivitalizza i colori e ne pulisce fondali e sprite, per un risultato finale che rende davvero giustizia alla vecchia scuola e, allo stesso tempo, risulta piacevole da vedere anche ai giocatori più giovani. Lo stile usato per alcuni nemici, molto diverso da quello dei personaggi, da una strana atmosfere a certe scene e questo, unito alle tinte dark di alcune scene e ambientazioni, dona quell’inaspettato tocco (sur)reale da Shin Megami Tensei che i fan della serie non potranno fare a meno di notare.
Come da tradizione per SaGa, la colonna sonora si riconferma ottima e le tracce extra sono perfettamente in linea con quelle originali, così come lo sono tutti i contenuti aggiuntivi di trama offerti nella Remastered. Cosa che non stupisce, sicché erano tutti elementi già pensati per l’originale ma rimossi per questioni di tempo. Menzione d’onore anche all’aggiunta della velocità maggiorata, strumento indispensabile al giorno d’oggi per rendere meno tediose certe fasi di esplorazione o combattimento.
GIUDIZIO FINALE
SaGa Frontier è un punto estremo nella storia dei Jrpg, un esponente importante di una serie unica e la sua versione Remastered è senza dubbio il modo migliore per approcciarsi a questa storica serie. Come gli altri capitoli, SaGa Frontier Remastered non è per tutti data la sua impostazione ermetica e il livello di sfida mediamente alto, tuttavia le storie narrate qui sono figlie dello stesso magico periodo che ha dato i natali a Final Fantasy VII e Xenogears, intrise di quella stessa fantasiosa carica e sensibilità. Se pensate che i Jrpg siano il vostro genere e che il taglio spettacolare-cinematografico non sia l’unico modo valido per raccontare una storia drammatica, SaGa Frontier Remastered è il gioco che fa per voi.
Gioco testato su Playstation 4.
Pro
- 8 storie al prezzo di 1
- Gameplay innovativo... e pensare che è del '97!
- Difficile e impegnativo il giusto
- Tutte le aggiunte della Remastered
Contro
- La grande libertà può disorientare
- Certi eventi si è costretti a ripeterli più volte
Alla fine nel giro di qualche anno sono arrivati Romancing SaGa 2, 3, Scarlet Grace, Re:Universe, i porting dei "Final Fantasy Legends" e ora Frontier. Quella di SaGa era una serie che non conoscevo prima di questo 'progetto di ripristino' ma sono proprio contento che l'abbiano rispolverata, merita un sacco!
C'è da farci un pensierino
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