L’umanità è sull’orlo dell’estinzione, dilaniata e terrorizzata dagli enigmatici Giganti che hanno portato a confinare quel poco che rimane della civiltà dietro tre enormi mura. Eren, Mikasa e Armin sono tre giovani che sognano di vedere il mare, simbolo di un mondo diverso in cui l’uomo non è schiavo della paura ed è libero di andare dove vuole. Queste sono le premesse della incredibile avventura che Hajime Isayama e Kodansha hanno condiviso con i lettori e gli spettatori di tutto il mondo, un viaggio che è iniziato nel 2009 e si è concluso nel 2021 con il 34esimo volume, disponibile nelle fumetterie italiane dal 28 ottobre. Con la fine de L’Attacco dei Giganti ancora fresca nella mente, Japanime Games ci permette di viaggiare indietro nel tempo per rivivere il brivido della prima stagione dell’anime con le sue atmosfere di mistero, tensione e paura grazie al gioco da tavolo Attack on Titan: The Last Stand.
I giochi tratti da serie famose instillano sempre nei giocatori più navigati un timore atavico figlio di una generazione di shovelware, un trauma per cui si è portati a pensare che il prodotto finale non sia poi un granché: la paura è che il gioco che si ha davanti voglia semplicemente cavalcare la moda di un nome che attira già da solo valanghe di fan, senza bisogno di portare sul mercato idee innovative o anche solo un sistema funzionale e divertente. E’ quindi con la paura che il nome sia la cosa migliore che il gioco ha da offrire che ci avviciniamo a Attack on Titan: The Last Stand, boardgame da giocare in 2 o fino ad un massimo di 5 amici per un tuffo nel mondo ideato da Hajime Isayama. Sarà il gioco o il Gigante ad essere terrificante su Attack on Titan: The Last Stand? Scopriamolo insieme!
La battaglia che prende vita in The Last Stand non fa riferimento ad un evento preciso della serie, ma parte dal presupposto che i Giganti siano penetrati all’interno del Wall Maria e stiano spingendo verso il Wall Rose, richiamando la spaventosa visione in cui l’umanità viene confinata all’interno del Wall Sina e costretta ad uccidersi a vicenda per le poche risorse. E’ quindi con il futuro dell’umanità sulle spalle che la squadra di giocatori dell’Armata Ricognitiva scende in campo con l’unico obiettivo di eliminare il Gigante, impersonato per l’occasione dal più sadico del gruppo. Se gli uomini hanno un solo modo per vincere, al Gigante invece viene data la possibilità di scegliere, a lui infatti basta portare a termine solo uno dei tre obiettivi disponibili: distruggere tutti i 6 cannoni a disposizione della Armata Ricognitiva, eliminare uno dei giocatori oppure mangiare tutti i 12 cittadini. Ecco quindi come le atmosfere della serie vengono riportate fedelmente sulla tavola pur non richiamando apertamente nessun evento specifico della serie, ma giocando piuttosto sulle dinamiche originali degli scontri tra uomo e gigante, impreziosendo il tutto con un’ottima trasposizione dello stile dei protagonisti della serie grazie ad abilità speciale in linea con il loro modo di porsi.
Una partita su Attack on Titan: The Last Stand dura all’incirca 30 minuti, tempo che è destinato ad alzarsi se non si ha un po’ di familiarità con il sistema, ma che tende a decrescere quando al tavolo sono presenti persone che hanno almeno una partita alle spalle. Come già accennato in precedenza, le regole del gioco sono atipiche, ma piuttosto semplici e vertono per lo più su tutto ciò che rende le battaglie dell’Attacco dei Giganti estremamente emozionanti: mistero e sorpresa, collaborazione, sacrificio e… fortuna! Un turno nel gioco è composto da sette step che elenchiamo qui sotto.
Le azioni dei giocatori vanno dal movimento nella bellissima plancia di gioco, tutta da assemblare per uno scenografico diorama 3D. Le aree, contrassegnate da un numero, vanno dai due piani delle Mura dove sono posti i cannoni, il terreno dove sono i civili e i 6 livelli di altezza che rappresentano l’altezza del Gigante. La disposizione dei giocatori è fondamentale per l’utilizzo delle Tattiche, ovvero le potenti azioni a disposizione dell’Armata Ricognitiva capaci di portare grandi vantaggi alla squadre, primo fra tutti l’evitare la sconfitta recuperando le risorse consumate dal Gigante. Colpo dopo colpo, sia con le iconiche spade che con i potenti cannoni, i giocatori danneggeranno il Gigante fino a portarlo nella zona critica e scatenare quindi una delle due Tattiche per eliminarlo. Badate bene però, i Giganti possono rigenerarsi velocemente perciò il tempismo sarà fondamentale!
Il Gigante terrorizzerà i giocatori avanzando verso uno o più dei suoi obiettivi, costringendo gli avversari a intuire cosa sia meglio difendere e in questa serie di sfide mentali prende vita una vera e propria battaglia tra esseri umani e Giganti, il tutto trasportato con grande fascino grazie alle pedine di ottima fattura che richiamano i personaggi della serie. Tra i protagonisti dell’Armata Ricognitiva troviamo, oltre al trio dei protagonisti, Levi, Erwin, Conni, Sasha, Hanji e altri volti noti mentre dal fronte Giganti sarà possibile scegliere uno dei quattro esemplari: Base, Bizzarro, Distruttore e Divoratore. Ogni personaggio, umano o gigante che sia, gode di abilità uniche davvero utili che variano di molto il suo stile di gioco rendendo abbastanza alto il livello di rigiocabilità. Detto questo, le dinamiche usando sempre gli stessi personaggi con gli stessi giocatori tendono ad essere un po’ monotone, lasciando il grosso della differenza ai risultati dei dadi, inoltre è innegabile che giocare senza conoscere le abilità del Gigante rende la partita decisamente più divertente, sebbene il mind game sia meno importante.
I giochi tratti da serie famose instillano sempre nei giocatori più navigati un timore atavico figlio di una generazione di shovelware, un trauma per cui si è portati a pensare che il prodotto finale non sia poi un granché: la paura è che il gioco che si ha davanti voglia semplicemente cavalcare la moda di un nome che attira già da solo valanghe di fan, senza bisogno di portare sul mercato idee innovative o anche solo un sistema funzionale e divertente. E’ quindi con la paura che il nome sia la cosa migliore che il gioco ha da offrire che ci avviciniamo a Attack on Titan: The Last Stand, boardgame da giocare in 2 o fino ad un massimo di 5 amici per un tuffo nel mondo ideato da Hajime Isayama. Sarà il gioco o il Gigante ad essere terrificante su Attack on Titan: The Last Stand? Scopriamolo insieme!
Un modo diverso per entrare nel mondo dei Giganti, vivendo in prima persona il brivido che contraddistingue le due fazioni.
Cronologicamente ambientato durante la prima stagione dell’anime, quando dei Giganti non si sapeva praticamente nulla se non che erano quanto di peggio si potesse incontrare, Attack on Titan: The Last Stand divide i giocatori in due squadre: la prima è composta da 2 a 4 persone chiamate a vestire i panni dei coraggiosi membri della Armata Ricognitiva mentre l’altro giocatore impersonerà il famelico Gigante. Una sanguinosa battaglia tutti contro uno ha inizio ma le sorti dello scontro non saranno affatto sbilanciate come nella iconica battaglia contro il Gigante Femmina, anzi, la costante tensione è percepibile da ambo le parti fin dai primi turni di gioco ed è questo che rende The Last Stand un’incredibile trasposizione a gioco da tavolo della serie. Le regole del gioco sono semplici, sebbene decisamente non convenzionali, e riportano sul tavolo le atmosfere che hanno reso celebre l’Attacco dei Giganti: spirito di sacrificio, collaborazione, mistero e un sano ed indiscutibile odio verso i Giganti!La battaglia che prende vita in The Last Stand non fa riferimento ad un evento preciso della serie, ma parte dal presupposto che i Giganti siano penetrati all’interno del Wall Maria e stiano spingendo verso il Wall Rose, richiamando la spaventosa visione in cui l’umanità viene confinata all’interno del Wall Sina e costretta ad uccidersi a vicenda per le poche risorse. E’ quindi con il futuro dell’umanità sulle spalle che la squadra di giocatori dell’Armata Ricognitiva scende in campo con l’unico obiettivo di eliminare il Gigante, impersonato per l’occasione dal più sadico del gruppo. Se gli uomini hanno un solo modo per vincere, al Gigante invece viene data la possibilità di scegliere, a lui infatti basta portare a termine solo uno dei tre obiettivi disponibili: distruggere tutti i 6 cannoni a disposizione della Armata Ricognitiva, eliminare uno dei giocatori oppure mangiare tutti i 12 cittadini. Ecco quindi come le atmosfere della serie vengono riportate fedelmente sulla tavola pur non richiamando apertamente nessun evento specifico della serie, ma giocando piuttosto sulle dinamiche originali degli scontri tra uomo e gigante, impreziosendo il tutto con un’ottima trasposizione dello stile dei protagonisti della serie grazie ad abilità speciale in linea con il loro modo di porsi.
Una partita su Attack on Titan: The Last Stand dura all’incirca 30 minuti, tempo che è destinato ad alzarsi se non si ha un po’ di familiarità con il sistema, ma che tende a decrescere quando al tavolo sono presenti persone che hanno almeno una partita alle spalle. Come già accennato in precedenza, le regole del gioco sono atipiche, ma piuttosto semplici e vertono per lo più su tutto ciò che rende le battaglie dell’Attacco dei Giganti estremamente emozionanti: mistero e sorpresa, collaborazione, sacrificio e… fortuna! Un turno nel gioco è composto da sette step che elenchiamo qui sotto.
- Il Gigante sceglie due azioni da compiere, una scoperta e visibile ai giocatori e l’altra nascosta.
- I giocatori della Armata Ricognitiva tirano i loro dadi per ottenere le azioni che possono compiere. La peculiarità di questa fase è data dal fatto che i giocatori possono ritirare i loro dadi quante volte vogliono così da cercare di ottenere le azioni a loro più utili, tuttavia se malauguratamente uscisse la faccia del gigante, quel dado verrebbe bloccato e consegnato al giocatore-Gigante.
- Il Gigante può spendere i dadi ottenuti nello step precedente per usare le sue abilità, sempre visibili ai giocatori.
- L’Armata Ricognitiva può ritirare i dadi usati dal Gigante (solo una volta però, niente reroll!) per ottenere nuove azioni. I dadi non spesi dal Gigante non vengono restituiti fino alla fine del turno e nel caso uscissero altre facce del Gigante, quei dadi verrebbero scartati fino al turno successivo.
- I giocatori dell’Armata Ricognitiva possono scegliere se spendere le loro azioni per annullare l’azione “scoperta” del Gigante o se tenere per sé le risorse così da prepararsi per l’azione coperta.
- Si attivano le azioni non-annullate del Gigante, calcolandone tutti i risultati e ripercussioni.
- L’Armata Ricognitiva usa i dadi-azione rimasti per fare quello che deve tra muoversi, coordinarsi per le Tattiche e attaccare.
Le azioni dei giocatori vanno dal movimento nella bellissima plancia di gioco, tutta da assemblare per uno scenografico diorama 3D. Le aree, contrassegnate da un numero, vanno dai due piani delle Mura dove sono posti i cannoni, il terreno dove sono i civili e i 6 livelli di altezza che rappresentano l’altezza del Gigante. La disposizione dei giocatori è fondamentale per l’utilizzo delle Tattiche, ovvero le potenti azioni a disposizione dell’Armata Ricognitiva capaci di portare grandi vantaggi alla squadre, primo fra tutti l’evitare la sconfitta recuperando le risorse consumate dal Gigante. Colpo dopo colpo, sia con le iconiche spade che con i potenti cannoni, i giocatori danneggeranno il Gigante fino a portarlo nella zona critica e scatenare quindi una delle due Tattiche per eliminarlo. Badate bene però, i Giganti possono rigenerarsi velocemente perciò il tempismo sarà fondamentale!
Il Gigante terrorizzerà i giocatori avanzando verso uno o più dei suoi obiettivi, costringendo gli avversari a intuire cosa sia meglio difendere e in questa serie di sfide mentali prende vita una vera e propria battaglia tra esseri umani e Giganti, il tutto trasportato con grande fascino grazie alle pedine di ottima fattura che richiamano i personaggi della serie. Tra i protagonisti dell’Armata Ricognitiva troviamo, oltre al trio dei protagonisti, Levi, Erwin, Conni, Sasha, Hanji e altri volti noti mentre dal fronte Giganti sarà possibile scegliere uno dei quattro esemplari: Base, Bizzarro, Distruttore e Divoratore. Ogni personaggio, umano o gigante che sia, gode di abilità uniche davvero utili che variano di molto il suo stile di gioco rendendo abbastanza alto il livello di rigiocabilità. Detto questo, le dinamiche usando sempre gli stessi personaggi con gli stessi giocatori tendono ad essere un po’ monotone, lasciando il grosso della differenza ai risultati dei dadi, inoltre è innegabile che giocare senza conoscere le abilità del Gigante rende la partita decisamente più divertente, sebbene il mind game sia meno importante.
GIUDIZIO FINALE
Attack on Titan: The Last Stand ha tutto quello che un ottimo gioco da tavolo basato su una serie dovrebbe avere: una plancia estremamente accattivante, il giusto numero di rimandi e citazioni alla serie originale e, soprattutto, un set di regole che trasporta alla perfezione le atmosfere del prodotto di cui porta il nome. Forte di un sistema originale e facile da imparare, il gioco di Attack on Titan riesce a divertire anche chi non conosce la serie poiché il bello del gioco è dato dalle sue dinamiche e non dal fatto di usare i propri personaggi preferiti, riuscendo di fatto a usare la magia de l’Attacco dei Giganti non come una mera moda da cavalcare, bensì come efficace fonte di ispirazione per un’esperienza unica. Che siate fan o meno della serie di Hajima Isayama, Attack on Titan: The Last Stand è un titolo che non dovrebbe mancare nella collezione di tutti gli appassionati di giochi da tavolo perché non solo non si vedono spesso dei tutti contro uno, ma tra una plancia di gioco davvero evocativa e dinamiche ben studiate, il divertimento è assicurato ad ogni battaglia.
Pro
- Dinamiche di gioco originali e perfettamente in linea con la serie
- Ottimi rimandi alla serie originale
- Facile da imparare e divertente da giocare
- Plancia di gioco 3D tra le più belle mai viste
Contro
- Solo 4 giganti tra cui scegliere, tutti generici
- Giocare con 4 o 5 giocatori è più divertente che non in 2 o 3
Ottimo reportage
Inoltre (ma non c'entra molto con le dinamiche di gioco ) è stato probabilmente progettato agli inizi della prima serie; Annie non c'è, e trovare Berthold e Reiner come personaggi secondari e assolutamente sacrificabili è strano...
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