The Legend of Heroes Trails of Cold Steel III + IV PS5 Remaster - Recensione
I capitoli finali della saga arriva su Playstation 5 in versione Rimasterizzata.
di Revil-Rosa
I motivi dietro questa discrepanza possono essere molteplici, primo tra tutti l'alone di ansia e tensione che permea l'ambiente scolastico-accademico, in netto contrasto con la tranquillità e il divertimento che invece contraddistinguono le sessioni di gioco. Trails of Cold Steel è una serie così immensa, così ricca di eventi e personaggi che viene più facile accostarla ad una sessione di lezioni di storia che non alla trama di un videogioco ed è proprio da questa peculiare ed ambiziosa impostazione che la serie ha definito la sua identità, arrivando ad un inaspettato successo mondiale che ha portato persino il colosso cinese MiHoYo a trarre ispirazione per la storia del loro recente Honkai Star Rails.
I due capitoli conclusivi della serie Trails of Cold Steel arrivano nella loro versione migliore su Playstation 5, tra caricamenti iper-veloci e una risoluzione migliore!
Dopo un primo capitolo che guidava un ignaro giocatore a conoscere il mondo con gli occhi di studenti ad alto potenziale, tra gag adolescenziali, problemi sociali e conflitti spinosi, il primo Trails of Cold Steel portava il giocatore ad affrontare in prima persona i dissapori e il malcontento di regioni e classi sociali. Questi piccoli semi d'odio sarebbero poi scoppiati nel finale, dando il via ad un secondo capitolo che trasportava gli studenti nel bel mezzo di una grande guerra. Forte di una conoscenza base delle problematiche e delle fazioni in gioco, Trails of Cold Steel II portava il giocatore ad affrontare a pieno petto i risultati di quegli stessi attriti di cui era stato testimone, dando un volto ai nomi che prendono parte alla guerra su vasta scala, guerra che dentro e dietro di sé celava molto più di un semplice scontro di ideali. Sedato il macro-conflitto, sono diverse le organizzazioni e le figure di spicco le cui mire proseguono anche in tempo di pace e, proprio come nella Storia con la S maiuscola, il mondo va avanti portandosi dietro risultati e conseguenze di ciò che è stato.
Trails of Cold Steel III e Trails of Cold Steel IV sono i capitoli che, insieme a Reverie, mettono la parola fine agli eventi narrati e non prendono in eredità solamente le 200/300+ ore di contenuto che i primi due/tre capitoli della serie hanno da offrire. Ad approfondire ulteriormente il complesso quadro geo-politico che contraddistingue la storia dei due giochi si aggiungo gli spin-off della città-stato Crossbell (Trails from Zero e Trails to Azure) e i Trails in the Sky ambientati nella regione di Zemuria (Trails in the Sky, Trails in the Sky Second e Trails in the Sky Third), entrambe location che vengono coinvolte negli eventi del terzo e, soprattutto, del quarto Trails of Cold Steel e che per questo, giustamente, vengono annessi nell'insieme. Tenere traccia di tutti gli eventi dei vari capitoli è già di per sé un'impresa, ma è proprio dall'unione di queste storie che prende vita l'epica epopea che ha conquistato il cuore di critica e pubblico. Un'impostazione tanto affascinante quanto pericolosa perché se da un lato vedere la continuità di personaggi e la loro evoluzione all'interno di contesti e situazioni nuove è il sogno di qualsiasi fan, nonché la chiave dietro la costruzione di un mondo e di una storia coerenti e incredibilmente intriganti, dall'altra parte tutto questo finisce per spaventare il neofita, soffocandolo sotto centinaia di ore di contenuti sparsi su più giochi.
La mole di capitoli da recuperare e la loro longevità è già di per sé uno scoglio grosso capace di intimorire più di un appassionato, ma c'è da dire che i quattro Trails of Cold Steel da soli sono sufficienti per comprendere a pieno gli eventi della saga. Questo porta a domandarsi perché proporre una remaster su Playstation 5 dei soli III e IV invece che un pacchetto completo con anche I e II, soprattutto considerando che i capitoli in esame hanno fatto il loro debutto su Playstation 4 in tempi abbastanza recenti (rispettivamente inizio 2019 e metà 2019). Certo, i primi due capitoli sono ormai graficamente datati essendo nati con Playstation Vita come piattaforma di riferimento, ma anche in questa recente versione sull'ultima console Sony non è che la saga brilli particolarmente dal punto di vista tecnico, anzi, alcune problematiche marginali che hanno afflitto la versione Playstation 4 sono rimaste anche su Playstation 5.
A onor del vero, non è da escludere che aggiornamenti futuri correggano quelli che difatto sono problemi noti di una versione giocata in fase di pre-lancio: il doppiaggio inglese talvolta gratta mentre alcune presentazioni hanno l'audio globale basso e in fase di combattimento alcune abilità particolarmente appariscenti causano dei cali di frame rate. Non c'è nulla che comprometta irrimediabilemnte l'esperienza di gioco, ma tali dettagli fanno sorridere considerata la natura di Remaster dei due titoli, soprattutto considerando che recuperare loro e "tutti gli altri Trails importanti" ad oggi è tutto furché complicato. Grazie alle numerose riedizioni che hanno preceduto quella presa in esame, attualmente con una sola Playstation 4 è possibile giocare tutti i titoli di interesse – fatta eccezione giusto per i Trails in the Sky usciti su PSP (dal 2004 al 2007) – e lo stesso è ancora più vero su Pc (sul quale si possono recuperare anche i tre Trials in the Sky) e in parte anche su Nintendo Switch, console su cui però mancano Trails of Cold Steel I e II in aggiunta alla trilogia Sky.
Trails of Cold Steel III e IV offrono dei riassunti scritti dei giochi precedenti, riassunti ben scritti che narrano capitolo per capitolo gli eventi dei giochi precedenti, ma che per forza di cose tralasciano dettagli sulle relazioni tra i personaggi e non riescono a trasmettere l'epicità e la complessità che si cela dietro gli eventi. Un'ottima soluzione per una rinfrescata su certi passaggi di trama prima di lanciarsi sul suo finale, ma inefficaci come sostituti del gioco stesso. A supporto dei riassunti, si possono leggere anche delle informazioni sui vari personaggi e sulle organizzazioni che hanno tirato o tirano le fila degli eventi. Un bel modo per approfondire il ruolo giocato dai protagonisti e antagonisti, ma comunque inefficaci come sostituti dei giochi perché – proprio come i libri di storia – leggere di certi eventi in modo estemporaneo non è come seguirne in "prima persona" gli sviluppi, scoprendone poco a poco il contesto. Questo risulta vero sia dal punto di vista del pathos di certe scene, decisamente più efficaci come cutscene che non come righe di testo, che di memoria perché venendo colpiti poco da certi passaggi è più facile dimenticarseli, soprattutto quando gli eventi sono numerosi.
Come già accennato in precedenza, il più grande pregio della saga Trails of Cold Steel è anche il suo più grande difetto: la forte continuità e interconnessione tra i giochi. Conoscere a fondo il mondo dei Trails permette di cogliere passaggi e citazioni che rendono un normale scambio di battute un evento ricco di pathos. Ogni personaggio si porta dietro una storia tutta sua, storia che lo fa brillare di una luce diversa e che dona agli eventi un colore tutto nuovo, una storia personale che viene trattata con grande rispetto e cura sia nello sviluppo degli eventi che nel taglio narrativo. Il protagonista Rean è un ottimo esempio della magia che contraddistingue la serie: il giocatore lo incontra la prima volta come uno degli studenti dell'accademia militare, lo vede crescere fino a diventare un leader rispettato e affidabile e poi nel terzo capitolo lo trova a ricoprire il nuovo ruolo di insegnante. In qualità di maestro, Rean si scontra con problematiche e situazioni di cui lui stesso ha fatto esperienza e che, proprio per questo, riesce a gestire con maestria.
Dietro le parole di conforto che Rean esprime nei confronti delle fragilità di uno studente, il giocatore non vede una semplice frase di circostanza, ma il risultato del percorso che il protagonista ha affrontato in due/tre giochi. Allo stesso modo, avendo giocato i capitoli su Crossbell risulta molto più facile empatizzare con Juna Crawford – ragazza natia della città-stato che si è vista portare via la casa dalle forze di occupazione – perché si ha avuto modo di vedere l'entità degli eventi in prima persona, così come è più facile inquadrare e capire la personalità di Kurt Vander avendo presente i suoi parenti. Di fatto, Kurt è un ragazzo serio che si impegna per dare il meglio di sé per non infangare il nome di famiglia, uno stereotipo ben noto nelle produzioni giapponesi e non solo, ma avendo avuto modo di entrare in contatto con i Vander la determinazione del ragazzo e il complesso che in un certo senso lo tormenta appare ancora più chiaro ed efficace, facendolo uscire dallo stereotipo e donandogli maggiore spessore. Questo genere di dettagli vanno oltre il semplice auto-citazionismo, il quale comunque non manca, come potrebbe essere il riferimento a Tita Russell che torna dalle sue avventure in Trials in the Sky in veste di studentessa.
Di contro, la cura e il rispetto mostrato per le numerose personalità in gioco rendono lo sviluppo della trama più lento di quanto ci si aspetti, rischiando di annoiare chi non si sente così legato a questo o a quel personaggio e facendo salire facilmente a 3 cifre il numero di ore necessarie al completamente anche se non sempre se ne sente davvero il bisogno. La più grande pecca di questa impostazione risiede soprattutto nel disorientamento che viene causato al giocatore meno esperto della lore, per non parlare dei neofiti, presentando una quantità esorbitante di personalità forti che appesantiscono non poco gli eventi che, tra mille nomi e fazioni, non sono affatto semplici da seguire. Senza un minimo di conoscienza pregressa, perdendosi il grosso dei riferimenti, i capitoli finali di Trails of Cold Steel diventano solo "una delle tante storie fantasy tipiche dei Jrpg". Una banalizzazione inaccettabile dato quello che ha da offrire la serie, una banalizzazione che questa rimasterizzazione orfana della sua genesi porta il giocatore a fare nonostante un gameplay estremamente intrigante, un cast (fin troppo) ricco e una storia corale che non richiederà l'attesa di un anno tra la fine di un capitolo e l'altro. Elemento da non sottovalutare quando si trattano titoli così interconnessi.
GIUDIZIO FINALE
La saga di Trails of Cold Steel è un mondo a sé, un mondo pulsante e ricco di vita che ad ogni nuova iterazione aggiunge non un semplice tassello ad un puzzle, ma una stanza intera di una casa che si fa sempre più maestosa. L'ambizione del progetto e gli splendidi risultati ottenuti non possono che catturare il giocatore, spingendolo ad avvicinarsi alla serie a tutto tondo recuperando anche i vari capitoli di contorno. E' proprio la coesione tra i vari Trails a dare lustro ai capitoli finali di Cold Steel e per quanto quella in esame sia la versione migliore del terzo e quarto capitolo, climax della serie, la collection di per sé risulta poco efficace perché privata dei primi due. Legend of Heroes: Trails of Cold Steel III e IV sono titoli incredibilmente validi sotto tutti i punti di vista e se non li si è ancora giocati questa è la versione migliore, ma solo dopo aver recuperato i precedenti, possibilmente su Playstation 4 così da passare i salvataggi e rendere veramente propri tutti gli sviluppi.
Gioco testato su Playstation 5. La recensione non è in paragone alle precedenti per Playstation 4 (Cold Steel III e Cold Steel IV) e Nintendo Switch (Cold Steel III).