SaGa Emerald Beyond - Recensione
Stufi della solita impostazione nei jrpg? SaGa è qui per voi!
di Revil-Rosa
Romancing SaGa è una serie nata nel periodo d'oro dei Jrpg, una serie nata da una competizione interna di Square e che per questo, come elementi cardine, aveva il voler stupire il pubblico e il volersi differenziare dagli altri brand della casa, creando quindi una propria identità. La vendita del più alto numero di copie era un elemento dato quasi per scontato, non certo irrilevante trattandosi di un'azienda, ma la matrice alla base non era così money-oriented come oggi... forse per una questione di mentalità? Per un peso diverso negli investimenti? Difficile dirlo, ma Romancing SaGa dal 1989 ad oggi ha portato avanti, capitolo dopo capitolo, la propria personale visione dei Jrpg, scomparendo dai radar per molti anni e tornando in tempi recenti con le remaster fino a SaGa Emerald Beyond, primo capitolo inedito dopo l'operazione di riscoperta in occidente della saga di SaGa.
Sei protagonisti, cinque storie, diciasette mondi, un'infinità di decisioni e un mare di finali per un'esperienza di gioco altamente personalizzabile e rigiocabile.
Come da tradizione per la serie, SaGa Emerald Beyond propone diversi protagonisti con storie diverse che, in questo caso, si sviluppano su 17 mondi ben caratterizzati da eventi e sviluppi che variano a seconda di tutta una serie di fattori non sempre facili da notare. Arrivare nel bucolico mondo fantasy con gli abitanti inspiegabilmente congelati non porterà a conclusioni diverse solo perché i protagonisti giunti sul posto non sono gli stessi, la situazione potrebbe evolversi in modi differenti semplicemente perché si è parlato prima con un personaggio piuttosto che un altro, questo anche con gli stessi protagonisti. Tale impostazione può apparire confusionaria e anti-intuitiva per i giocatori odierni, sempre più abituati a leggere una guida ancor prima di provare un gioco, ma rende possibile scoprire nuovi elementi ad ogni run e a ragionare su aspetti che normalmente non si considerano, mettendo in piedi un'esperienza estremamente originale.Come i fan hanno imparato dai vari capitoli usciti negli ultimi anni, SaGa ha un modo tutto suo di presentare e sviluppare le proprie storie, uno stile che non sempre incontra il gusto del giocatore proprio perché diverso da quanto si è normalmente abituati a vedere nei giochi di ruolo e che riesce a spiazzare anche gli stessi fan della serie che, ad ogni capitolo, si potrebbero trovare davanti ad un'esperienza radicalmente diversa dalla precedente. Romancing SaGa 2, con le sue dinastie, è diverso da Romancing SaGa 3 e a loro volta sono distanti da SaGa Frontier che ovviamente è ben distante da SaGa Minstrel Song. SaGa Scarlet Grace era il capitolo più recente e ad un primo sguardo non è poi così diverso da SaGa Emerald Beyond, ma dopo le prime ore si scopre meno dipendente dal precedente di quanto non sembri.
Il protagonista definisce la storia iniziale e i suoi primi compagni così come influenza il set di finali, ma vi è una certa flessibilità nello sviluppo e nel reclutamento dunque non è così importante l'ordine di scelta dei protagonisti. SaGa Emerald Beyond incentiva molto a rigiocare più volte le avventure sia con diversi protagonisti che con gli stessi, il tutto grazie ad un new game+ davvero ben fatto e ad una struttura narrativa particolare, capace di nascondere una profondità non indifferente dietro una struttura apparentemente lineare. Non vi è un protagonista dichiaratamente migliore da cui inziare perciò scegliere in base all'estetica o alle premesse narrative è l'opzione migliore che ci sentiamo di raccomandare, anche perché i mondi che si andranno a visitare potrebbero essere gli stessi.
Dopo una premessa iniziale che aiuta a capire lo stile che avrà la storia, alcune più serie e altre più comiche, ogni protagonista si trova a viaggiare per i diciasette mondi entrando in contatto con problemi e personalità diverse, risolvendo problemi e misteri con le proprie scelte e conoscenze. Molti mondi offrono storie secondarie che i giocatori possono decidere se seguire o ignorare, scoprendo e influenzando gli eventi futuri del proprio personaggio... e forse anche dei successivi. E' difficile capire cosa influenzi il futuro e cosa no, così come è difficile comprendere la reale complessità del sistema di Emerald Beyond solo con la prima run che, per assurdo, potrebbe quasi apparire lineare dato il sistema di scansione che indica al giocatore gli eventi disponibili nella mappa.
L'esplorazione è praticamente la stessa vista in SaGa Scarlet Grace: sulla base di una sorta di world map, il protagonista si muove liberamente verso i punti di interesse che, una volta raggiunti, portano ad un minimale scambio di battute tra personaggi statici. Da notare che a differenza del precedente capitolo, dove il mondo era diviso in zone interconnesse, qui vi è un evocativo hub che permette al protagonista di raggiungere i diversi mondi, girando al suo interno con la classica visuale in terza persona. E' difficile non pensare che la scelta di reiterare lo stile di Scarlet Grace, gioco nato su Playstation Vita, per il movimento all'interno dei mondi sia stata dettata da un budget ridotto più che da una scelta di stile. A rafforzare questo pensiero troviamo gli eventi, questi si sviluppano con dialoghi statici e mai con cutscene, se non quelle all'interno dei combattimenti. I dialoghi sono spesso doppiati, ma si è forzati ad usare la lingua inglese che, a differenza di altri titoli della stessa casa, non sempre centra lo spirito del personaggio. Tsunanori Mido, in particolare, ha una voce che cozza molto con il suo aspetto fisico e l'impossibilità di cambiare la lingua del doppiaggio è una mancanza davvero strana per i tempi che corrono.
Il battle system è l'aspetto migliore del gioco e arricchisce con nuove meccaniche la già funzionale base vista in Scarlet Grace. Ad ogni turno il giocatore sceglie le abilità da fare usare ai propri personaggi, un gruppo formato da un massimo di cinque unità, e ogni mossa consuma i BP (Battle Point). Il numero di BP a disposizione dipende dalla Formazione, elemento tipico della serie, selezionabile prima di scendere in campo e che fornisce bonus e proprietà particolari diversi a seconda dei personaggi posti nelle varie posizioni. Ogni mossa ha costi, proprietà e potenza diverse, ma la scelta va ponderata anche tenendo conto dell'ordine di esecuzione e del raggio di connettività che queste hanno, oltre ovviamente alle peculiarità offerte dalla formazione in uso.
In generale, lo scopo è cercare di collegare gli attacchi dei propri personaggi per aumentare il contatore combo e scatenare l'Overdrive, così da attaccare più volte. Allo stesso tempo, è importante cercare di rompere la connettività degli avversari colpendoli con attacchi che alterano il loro odine, mettendo in mezzo un proprio personaggio oppure eliminando direttamente il nemico che ne lega due. In tutto questo, è anche possibile cercare di fare eseguire un'azione ad un personaggio lasciandogli molto spazio così da attivare lo Showstopper, una modalità in cui il personaggio esegue diverse mosse una dopo l'altra. Le Formazioni sono molto più di banali bonus passivi, queste determinano l'incremento dei BP ad ogni turno e per questo possono portare alla creazione di strategie radicalmente diverse, arrivando a rendere affrontabile una battaglia apparentemente impossibile.
La flessibilità del sistema darà grande soddisfazione ai fan delle strategie, ma il sistema di crescita semi-casuale potrebbe confondere i più metodici o i perfezionisti. Non ci sono livelli ma solo aumenti di statistiche e abilità singole in base al comportamento in battaglia, similmente gli attacchi utilizzabili aumentano di rango con il loro ripetuto utilizzo. Nuove mosse si imparano combattendo, utilizzando più volte la stessa tipologia di arma, e gli stessi equipaggiamenti potrebbero permettere l'utilizzo di abilità uniche per la stessa categoria: un pugnale e uno stocco sono entrambe spade corte e permettono di accedere allo stesso set di abilità base, ma entrambe avranno delle abilità uniche utilizzabile solo con uno o l'altro tipo. Il gioco fornisce ottime informazioni di base, ma è l'esperienza diretta ciò che davvero permette di comprendere l'affascinante sistema di SaGa, un gioco che punta ad emozionare il giocatore con scoperte inaspettate piuttosto che allo studio certosino di un sistema da perfezionare.
GIUDIZIO FINALE
SaGa Emerald Beyond è il sequel che ci si aspetterebbe dopo aver giocato Scarlet Grace, ma proprio per questo stupisce non solo perché arriva dopo otto anni quanto perché nato da una serie che ha spesso proposto titoli molto diversi tra loro. Chi ha apprezzato lo stile unico di SaGa nelle sue varie iterazioni troverà in Emerald Beyond tutta la profondità tipica della serie per un'esperienza che mitiga in modo ottimale le comodità dei giochi moderni e la spartanità tipica dei titoli vecchia scuola, spaziando come sempre per temi e ambientazioni incredibilmente variegati. Chi non conosce la serie, ma ha una buona esperienza di rpg (giapponesi e non) può trovare in questo capitolo un'esperienza quanto mai singolare nonché un ottimo punto di inizio per scoprire gli affascinanti e peculiari mondi di SaGa. Di contro chi non è avvezzo al genere difficilmente riuscirà a passare sopra ai limiti imposti da un budget evidentemente ridotto e, agli occhi di queste persone, la magia del titolo finirebbe per dissolversi sotto il peso dei dettagli.
SaGa Emerald Beyond è un ottimo capitolo della serie nonché un jrpg dalla personalità decisa ed intrigante, a suo modo unico nel panorama odierno, ma nella sua complessità difficilmente riuscirà a fare breccia nel cuore dei giocatori più giovani e ad accendere l'interessa per una saga che ha detto tanto e che potrebbe avere ancora molto da dire.
SaGa Emerald Beyond è un ottimo capitolo della serie nonché un jrpg dalla personalità decisa ed intrigante, a suo modo unico nel panorama odierno, ma nella sua complessità difficilmente riuscirà a fare breccia nel cuore dei giocatori più giovani e ad accendere l'interessa per una saga che ha detto tanto e che potrebbe avere ancora molto da dire.
Gioco testato su Playstation 5.