Lost Sphear - Recensione
Abbiamo recensito il nuovo RPG di Tokyo RPG Factory disponibile per PlayStation 4, Nintendo Switch e PC
di Grifis
Dopo il buon successo di I am Setsuna i ragazzi di Tokyo RPG Factory, uno studio di sviluppo fondato nel 2015 da Square Enix appositamente per creare RPG dal sapore retro, ci riprovano con un altro gioco di ruolo che strizza l’occhio a capisaldi del genere usciti per il glorioso Super Nintendo.
Lost Sphear ha il non facile compito di riportare in voga un genere, il JRPG a turni, che negli ultimi dieci anni ha subito diverse trasformazioni fino ad arrivare alla deriva action di Final Fantasy XV. Se avete qualche anno sulle spalle non potrete fare a meno di notare diversi richiami a titoli del calibro di Secret of Mana, Final Fantasy 6 e soprattutto Chrono Trigger, giochi che hanno ridefinito il concetto stesso di RPG traghettandolo verso la nuova era in tre dimensioni. Ma saranno riusciti gli sviluppatori a ricreare quella sensazione di immedesimazione e quelle trame ricche di colpi di scena tipici di quei titoli?
In Lost Sphear seguiremo le avventure dei tre orfani Kanata, Lumina e Locke che vivono nel tranquillo paese di Elgharte. Un giorno, mentre i tre sono impegnati in una sfida di pesca fuori città, Elgarthe e parte della regione scompaiono misteriosamente insieme a tutti i suoi abitanti lasciando dietro di se una strana nebbia bianca. Successivamente all’incontro con il misterioso Van, Kanata scopre durante un sogno di essere in grado di riportare alla condizione originale la città materializzando i ricordi ad esso collegati. Dopo aver salvato la città i quattro partono alla volta della capitale imperiale alla ricerca di risposte su cosa abbia provocato questa improvvisa sparizione.
Viaggiando per il mondo i nostri eroi scopriranno che anche altre parti della regione dovranno essere salvate dall’oblio mediante la costruzione di artefatti che permetteranno di ottenere degli aiuti da utilizzare durante le varie battaglie, come un indicatore dell’energia residua del nemico oppure vantaggi su attacco, difesa, etc.
A differenza di I am Setsuna, Lost Sphear presenta una trama fin troppo lineare completabile nel giro di una trentina di ore che soltanto verso i titoli di coda presenta un paio di colpi di scena degni di rilievo. Se questo aspetto rappresenta una sorta di “passo indietro” rispetto al predecessore altrettanto non si può dire per i personaggi principali che risultano ben caratterizzati e mai banali: Kanata rappresenta l’eroe senza macchia e pronto ad aiutare chiunque, Locke è lo scavezzacollo che spesso viene deriso dai compagni di viaggio, Lumina è una sorta di “sorella maggiore” che si preoccupa per gli altri mentre Van è il classico tipo minaccioso e misterioso del quale non si sa nulla circa il suo passato. Ognuno di loro possiede un differente tipo di attacco: Kanata e Lumina sono specializzati nei combattimenti ravvicinati mentre Locke e Van in quelli a lunga distanza e, mano a mano che si prosegue nell’avventura sarà indispensabile creare una strategia efficace per abbattere anche i nemici più impegnativi.
Lost Sphear è infatti il classico RPG a turni che prende spunto dai classici degli anni ’90 ma con alcune sostanziali differenze che riescono a svecchiare il titolo dai tanti difetti che hanno generato infinite discussioni tra gli appassionati: ad esempio nella mappa principale, che presenta la classica visuale isometrica, sono stati completamente eliminati gli scontri che si attivavano in maniera casuale mentre nei dungeon i nemici sono visibili e, con un minimo di accortezza, risulta abbastanza facile evitare la battaglia. Durante gli scontri è stata introdotta una sorta di interazione con il singolo personaggio: una volta selezionata l’azione da eseguire sarà possibile collocare il personaggio in un qualunque punto dello schermo. Nel caso in cui due nemici siano molto vicini tra di loro sarà possibile colpirli insieme utilizzando Kanata e Lumina mentre se i mostri si trovano in una linea retta con Van e Locke se ne potranno colpire più di uno contemporaneamente anche restando a debita distanza dal loro raggio d’azione. L’utilizzo tramite la pressione di un tasto del colpo speciale “Momentum” (preso in prestito direttamente da I am Setsuna) e degli incantesimi (qui chiamati Sprintnite) che si potranno equipaggiare insieme alle armi aggiungono un ulteriore grado di sfida per gli appassionati del genere, che potranno scegliere tra una infinità di combinazioni.
La vera novità di questo Lost Sphear è però rappresentata dalle Vulcosuit, dei mech che potranno essere acquisiti visitando una particolare sezione del gioco e che permetteranno al giocatore di affrontare qualsiasi battaglia oppure avanzare in particolari punti dei livelli bloccati da enormi massi. Ognuna di queste azioni prevede l’utilizzo di una apposita barra in comune per il party chiamata VP (Vulcosuit Points) che sarà possibile ricaricare tramite l’utilizzo di alcuni oggetti.
Se avete giocato a Chrono Trigger vi sarà impossibile non notare che l’attacco combinato di Kanata con la sua Vulcosuit si chiama X-Strike esattamente come quello eseguito da Crono e Frog in Chrono Trigger: una delle tante citazioni che faranno felici tutti i fan con qualche anno in più sulle spalle.
Con un certo rammarico non possiamo fare a meno di notare come Lost Sphear, esattamente come gli RPG del Super Nintendo, sia privo di qualsiasi traduzione in italiano. Il poco parlato presente è in giapponese mentre i sottotitoli sono disponibili solo in inglese, francese o tedesco, cosa che sicuramente farà storcere il naso a chi non ha dimestichezza con le lingue straniere.
Lost Sphear ha il non facile compito di riportare in voga un genere, il JRPG a turni, che negli ultimi dieci anni ha subito diverse trasformazioni fino ad arrivare alla deriva action di Final Fantasy XV. Se avete qualche anno sulle spalle non potrete fare a meno di notare diversi richiami a titoli del calibro di Secret of Mana, Final Fantasy 6 e soprattutto Chrono Trigger, giochi che hanno ridefinito il concetto stesso di RPG traghettandolo verso la nuova era in tre dimensioni. Ma saranno riusciti gli sviluppatori a ricreare quella sensazione di immedesimazione e quelle trame ricche di colpi di scena tipici di quei titoli?
In Lost Sphear seguiremo le avventure dei tre orfani Kanata, Lumina e Locke che vivono nel tranquillo paese di Elgharte. Un giorno, mentre i tre sono impegnati in una sfida di pesca fuori città, Elgarthe e parte della regione scompaiono misteriosamente insieme a tutti i suoi abitanti lasciando dietro di se una strana nebbia bianca. Successivamente all’incontro con il misterioso Van, Kanata scopre durante un sogno di essere in grado di riportare alla condizione originale la città materializzando i ricordi ad esso collegati. Dopo aver salvato la città i quattro partono alla volta della capitale imperiale alla ricerca di risposte su cosa abbia provocato questa improvvisa sparizione.
Viaggiando per il mondo i nostri eroi scopriranno che anche altre parti della regione dovranno essere salvate dall’oblio mediante la costruzione di artefatti che permetteranno di ottenere degli aiuti da utilizzare durante le varie battaglie, come un indicatore dell’energia residua del nemico oppure vantaggi su attacco, difesa, etc.
A differenza di I am Setsuna, Lost Sphear presenta una trama fin troppo lineare completabile nel giro di una trentina di ore che soltanto verso i titoli di coda presenta un paio di colpi di scena degni di rilievo. Se questo aspetto rappresenta una sorta di “passo indietro” rispetto al predecessore altrettanto non si può dire per i personaggi principali che risultano ben caratterizzati e mai banali: Kanata rappresenta l’eroe senza macchia e pronto ad aiutare chiunque, Locke è lo scavezzacollo che spesso viene deriso dai compagni di viaggio, Lumina è una sorta di “sorella maggiore” che si preoccupa per gli altri mentre Van è il classico tipo minaccioso e misterioso del quale non si sa nulla circa il suo passato. Ognuno di loro possiede un differente tipo di attacco: Kanata e Lumina sono specializzati nei combattimenti ravvicinati mentre Locke e Van in quelli a lunga distanza e, mano a mano che si prosegue nell’avventura sarà indispensabile creare una strategia efficace per abbattere anche i nemici più impegnativi.
Lost Sphear è infatti il classico RPG a turni che prende spunto dai classici degli anni ’90 ma con alcune sostanziali differenze che riescono a svecchiare il titolo dai tanti difetti che hanno generato infinite discussioni tra gli appassionati: ad esempio nella mappa principale, che presenta la classica visuale isometrica, sono stati completamente eliminati gli scontri che si attivavano in maniera casuale mentre nei dungeon i nemici sono visibili e, con un minimo di accortezza, risulta abbastanza facile evitare la battaglia. Durante gli scontri è stata introdotta una sorta di interazione con il singolo personaggio: una volta selezionata l’azione da eseguire sarà possibile collocare il personaggio in un qualunque punto dello schermo. Nel caso in cui due nemici siano molto vicini tra di loro sarà possibile colpirli insieme utilizzando Kanata e Lumina mentre se i mostri si trovano in una linea retta con Van e Locke se ne potranno colpire più di uno contemporaneamente anche restando a debita distanza dal loro raggio d’azione. L’utilizzo tramite la pressione di un tasto del colpo speciale “Momentum” (preso in prestito direttamente da I am Setsuna) e degli incantesimi (qui chiamati Sprintnite) che si potranno equipaggiare insieme alle armi aggiungono un ulteriore grado di sfida per gli appassionati del genere, che potranno scegliere tra una infinità di combinazioni.
La vera novità di questo Lost Sphear è però rappresentata dalle Vulcosuit, dei mech che potranno essere acquisiti visitando una particolare sezione del gioco e che permetteranno al giocatore di affrontare qualsiasi battaglia oppure avanzare in particolari punti dei livelli bloccati da enormi massi. Ognuna di queste azioni prevede l’utilizzo di una apposita barra in comune per il party chiamata VP (Vulcosuit Points) che sarà possibile ricaricare tramite l’utilizzo di alcuni oggetti.
Se avete giocato a Chrono Trigger vi sarà impossibile non notare che l’attacco combinato di Kanata con la sua Vulcosuit si chiama X-Strike esattamente come quello eseguito da Crono e Frog in Chrono Trigger: una delle tante citazioni che faranno felici tutti i fan con qualche anno in più sulle spalle.
Con un certo rammarico non possiamo fare a meno di notare come Lost Sphear, esattamente come gli RPG del Super Nintendo, sia privo di qualsiasi traduzione in italiano. Il poco parlato presente è in giapponese mentre i sottotitoli sono disponibili solo in inglese, francese o tedesco, cosa che sicuramente farà storcere il naso a chi non ha dimestichezza con le lingue straniere.
Lost Sphear è un omaggio ai JRPG dei mitici anni ’90 e in particolare al capolavoro Chrono Trigger targato Square Enix. Se avete familiarità con questi vecchi videogiochi sarete in grado di rivivere diversi deja-vu di un’epoca mai dimenticata. Il tutto presentato in versione “mignon”, a partire dal numero di ore di gioco (circa trenta per finire l’avventura) e una grafica carina ma piuttosto insoddisfacente per questa generazione di console.
Lost Sphear rappresenta comunque un passo in avanti per Tokyo RPG Factory rispetto a I am Setsuna, sia per i personaggi ben caratterizzati sia per il sistema di combattimento mai banale, ed un ottimo inizio per chi vuole avventurarsi per la prima volta con i giochi di ruolo senza scoraggiarsi di fronte a cento e più ore di gioco, scontri casuali e meccaniche molto più complicate.
Lost Sphear rappresenta comunque un passo in avanti per Tokyo RPG Factory rispetto a I am Setsuna, sia per i personaggi ben caratterizzati sia per il sistema di combattimento mai banale, ed un ottimo inizio per chi vuole avventurarsi per la prima volta con i giochi di ruolo senza scoraggiarsi di fronte a cento e più ore di gioco, scontri casuali e meccaniche molto più complicate.