Agony - Recensione
L'inferno si mostra in una delle sue forme più truci
di Revil-Rosa
Angeli e demoni sono figure ricorrenti nella narrativa di ogni tipo, questo è probabilmente legato al fatto che rappresentano e incarnano in modo concreto e diretto, spesso estremizzato, concetti cardine dell'umanità come il bene e il male. Il significato intrinseco di tali figure, tuttavia, è così forte da far passare spesso in secondo piano le loro origini.
MadMind Studio ha evidentemente colto questo dettaglio e con Agony ha lavorato intorno all'idea di Inferno. Sebbene l'ambientazione di per sè non sia poi così originale, lo studio indipendente è comunque riuscito a catturare l'attenzione di molti e, a riprova di ciò, Agony si è guadagnato il titolo di horror più atteso dell'anno.
Cosa abbiano visto i giocatori nella infernale visione di MadMind Studio appare chiaro dopo la visione di uno qualsiasi dei trailer rilasciati, le domande adesso sono le solite: sarà valsa la pena aspettare? Il prodotto finale riuscirà a reggere sotto tutta l'hype che gli si è creata intorno? Vediamo di dissipare qualche dubbio con la recensione.
Dal fondo dell'Inferno fino alla sua cima, il viaggio di Agony renderà onore al terrore che circonda la figura dei demoni...
La storia di Agony inizia con un esoterico viaggio negli inferi dove il protagonista, privato dei ricordi e di qualsiasi altro suo avere, avanza timoroso e disorientato nell'inquietante terreno carnoso che si presenta davanti a lui. Proseguendo per i contorti e labirintici corridoi infernali, ci si imbatterà in altri peccatori, spesso totalmente sconvolti o addirittura traumatizzati da ciò che hanno subito, quest'ultimi però daranno un'idea delle nefandezze che potrebbero nascondersi più avanti.
Alcuni dannati, probabilmente spinti dal desiderio di condividere le proprie esperienze prima di perdere completamente il senno, hanno lasciato delle note scritte con il sangue nelle quali parlano delle proprie scoperte, dei loro dubbi o delle loro paure, rivelando lentamente, come piccoli tasselli di un puzzle, una macchinazione più grande che coinvolge i demoni maggiori e non solo. Forze oscure e misteriose si nascondono nell'Inferno di Agony e i tremendi demoni sottomessi dalla Regina Rossa, sempre ansiosi di fare a pezzi i dannati, potrebbero non essere il pericolo più grande...
L'impostazione di Agony è estremamente classica rispetto al genere horror, il giocatore sarà infatti chiamato a vagare per le spaventose ambientazioni alla ricerca di indizi sulle vicende passate, il tutto mentre evita le tremende mostruosità che, in modo costantemente inquietante, tenteranno di strappare (letteralmente) in due la sua carne. La trama proposta è sufficientemente intrigante da spingere il giocatore ad esplorare e avanzare per recuperare informazioni, ma più che paura ciò che Agony evoca è una sensazione di disagio e inquietudine: le carnosi pareti insanguinate, le musiche e gli altri peccatori che vagano smarriti per le strade non fanno che ricostruire un vero Inferno intorno al giocatore, il quale dovrà fare appello al proprio ingegno e sangue freddo per riuscire ad avanzare.
L'Inferno realizzato da Madmind Studio è molto distante da quello a cui, soprattutto noi italiani, siamo abituati: dimenticate l'allegorico mondo di Dante dove, guidato dalla legge del contrappasso, i peccatori trovano le loro "giuste" punizioni per le proprie nefandezze commesse in vita. Nel mondo di Agony non ci sono regole o dettami né tanto meno punizioni ad hoc con annesse lezioni morali da imparare per redimersi, l'Inferno che attenderà il giocatore propone al piú una ingiusta gerarchia con la Regina Rossa al suo apice, i suoi demoni emissari sotto, e tutto il resto non può che essere considerata come semplice carne da macello.
Le pene che gli abitanti sono costretti a subire, esageratamente dolorose e crudeli, fungono più da decorazione che non da monito e questo, insieme alle scelte stilistiche e alla trama che pian piano prende forma, non farà che rafforzare la sensazione di tensione che si farà sempre più forte ad ogni piccolo passo compiuto dell'inerme giocatore.
Agony riesce senza dubbio a creare le atmosfere che ci si aspetta da un buon titolo horror, rappresentando in modo fin troppo accurato i tormenti infernali, tuttavia la scelta di punire la morte con il respawn nell'ultimo checkpoint trovato, il quale supporterà un numero limitato di recovery, può portare i giocatori a vivere certe situazioni di pericolo più con uno spirito di rabbia e frustrazione che non di effettiva paura e tensione (ergo, divertimento).
Detto questo, per riprendere il paragone della gerarchia riportato poc'anzi, su Agony sarà possibile effettuare una sorta di scalata sociale, possedendo alcuni dei demoni infernali che più di una volta copriranno le vesti di nostri carnefici. Questa opzione porta ad una più che discreta variazione del gameplay, si passerà infatti da preda a predatore, tuttavia è innegabile che l'esperienza migliore la si provi nei panni dello scheletrico uomo semi-nudo, costretto a trattenere il respiro mentre si nasconde nelle insenature per non farsi trovare dagli spaventosi demoni.
La varietà non si limiterà al personaggio da usare, anche dal lato dei contenuti infatti il titolo di Madmind Studio offrirà qualcosa in più del tipico horror medio. Alla interessante modalità storia (e il suo extra sbloccabile), si aggiungerà infatti la modalità Agony, ovvero una sorta di arcade-survival procedurale che, con i suoi dungeon sempre diversi, saprà tenere impegnati i giocatori più competitivi con sempre nuove sfide da superare.
Come accennato in precedenza, la cura stilistica di Agony è ciò che lo rende davvero efficace perchè, pur apparendo meno in forma rispetto ai primi trailer mostrati per quanto concerne la cura dei modelli poligonali, il titolo offre degli scorci davvero evocativi (arricchiti da figure a dir poco inquietanti) enfatizzati ancora di più grazie ad un sapiente uso del comparto sonoro. Quest'ultimo non solo si avvale solamente di una colonna più che valida (sebbene a tratti poco incisiva), ma è soprattutto attraverso i suoni d'ambiente che si viene a creare un'ambientazione pulsante in cui il giocatore è portato a perdersi, con il timore di poterne diventare vittima da un momento all'altro.
La varietà non si limiterà al personaggio da usare, anche dal lato dei contenuti infatti il titolo di Madmind Studio offrirà qualcosa in più del tipico horror medio. Alla interessante modalità storia (e il suo extra sbloccabile), si aggiungerà infatti la modalità Agony, ovvero una sorta di arcade-survival procedurale che, con i suoi dungeon sempre diversi, saprà tenere impegnati i giocatori più competitivi con sempre nuove sfide da superare.
Come accennato in precedenza, la cura stilistica di Agony è ciò che lo rende davvero efficace perchè, pur apparendo meno in forma rispetto ai primi trailer mostrati per quanto concerne la cura dei modelli poligonali, il titolo offre degli scorci davvero evocativi (arricchiti da figure a dir poco inquietanti) enfatizzati ancora di più grazie ad un sapiente uso del comparto sonoro. Quest'ultimo non solo si avvale solamente di una colonna più che valida (sebbene a tratti poco incisiva), ma è soprattutto attraverso i suoni d'ambiente che si viene a creare un'ambientazione pulsante in cui il giocatore è portato a perdersi, con il timore di poterne diventare vittima da un momento all'altro.
Giudizio Finale
MadMind Studio è riuscita senza dubbio a realizzare ciò che si era proposta, le atmosfere infernali di Agony sono infatti fra le più ispirate che si siano mai viste in un videogioco, per quanto il cattivo gusto necessario per renderle tali possa donare a quest'ultima frase una vena ironica.
In definitiva, i fan degli horror troveranno in Agony pane per i propri denti, nonostante a livello di meccaniche non proponga nulla di particolarmente innovativo, chi invece non è avvezzo al genere, provandolo, potrebbe scoprire perché alcuni ne sono così affascinati...
In definitiva, i fan degli horror troveranno in Agony pane per i propri denti, nonostante a livello di meccaniche non proponga nulla di particolarmente innovativo, chi invece non è avvezzo al genere, provandolo, potrebbe scoprire perché alcuni ne sono così affascinati...
Gioco testato su Playstation 4.