Overcooked 2 - Recensione
Siete pronti a (ri)accendere i fornelli?
di Grifis
Overcooked! 2 è il seguito del fortunato indie uscito un anno fa su tutte le piattaforme e che ha ottenuto particolare successo nella versione per Nintendo Switch grazie alle peculiari caratteristiche di intrattenimento della console ibrida della casa di Kyoto.
La meccanica di gioco è molto semplice e riprende quella presente nel precedente capitolo: nei panni di uno o più cuochi il giocatore dovrà far fronte alle incessanti comande tagliando e cuocendo gli ingredienti necessari per completare le ricette stando attenti a non far aspettare troppo i clienti e a non far bruciare nulla.
La modalità principale vede il sovrano del regno delle cipolle entrare in possesso del Necrognammicon, un potente libro di magia che risveglia un’orda famelica di Pane Malfermo, una specie di zombie a forma di tramezzino. L’unico modo per sconfiggere i mostri è migliorare le proprie abilità e cooperare con altri cuochi per evitare l’apocalisse culinaria. Il primo mondo vi terrà impegnati nel creare perfetti piatti di sushi e sashimi cercando gli ingredienti crudi, tagliandoli e cuocendoli in padella o in pentola.
Tutto molto semplice, peccato che la disposizione degli ingredienti, delle postazioni di taglio e dei fornelli cambiano costantemente e a mano a mano che proseguirete nei livelli diversi tipi di ostacoli vi rallenteranno nell’esecuzione delle diverse fasi delle ricette rendendo la buona riuscita dei piatti ancora più difficile. Ad esempio in alcuni livelli sarete costretti a lanciare gli ingredienti da un luogo all’altro perché la postazione dei coltelli oppure i fornelli sono raggiungibili solo da un cuoco.
All’inizio di ogni capitolo della storia sono proposti i comandi di gioco disponibili sia nel joy-con sia nel pro controllor e vengono presentate le varie fasi in cui si suddivide la ricetta oggetto della sfida. I comandi da utilizzare sono molto semplici e permettono a chiunque di cimentarsi nelle sfide culinarie. Mentre nelle sfide dei primi livelli le ricette da eseguire sono semplici e permettono ai giocatori di comprendere le varie fasi della preparazione dei piatti, in altre parole la fase di taglio degli ingredienti, della cottura ai fornelli e dell’impiattamento, in quelle successive le ricette diventano sempre più elaborate per cui sono necessari una buona intesa e una ottimale suddivisione dei compiti tra i giocatori per rispettare i tempi di uscita dei piatti, per aumentare il numero di comande soddisfatte e di conseguenza migliorare il punteggio finale.
Esattamente come il primo capitolo, Overcooked! 2 eccelle nelle partite in co-op quanto delude nella modalità single player. Giocare da solo significa alternarsi tra un cuoco e l’altro tramite la pressione di un tasto dorsale, cosa che fa perdere tutto il divertimento di arrabbiarsi con i cuochi fannulloni che ci stanno di fianco oppure esaltarsi per il superamento insieme di un livello particolarmente difficile.
Team 17 ha cercato di bypassare questo difetto introducendo la modalità online che permette di affrontare missioni con giocatori provenienti da tutto il mondo in cui non abbiamo riscontrato particolari problemi di stabilità della connessione. Si tratta di un grande passo in avanti che però non riesce a eguagliare il livello di divertimento che si riscontra nel co-op locale. Proprio per aumentare l’interazione tra giocatori online sono state introdotte le emote, delle espressioni che nelle intenzioni facilitano la comunicazioni tra giocatori ma che probabilmente verranno abbandonate dopo un paio di partite.
L’altra grande novità di questo seguito riguarda gli ingredienti che possono essere lanciati verso un altro cuoco anche da crudi. Un cambiamento apparentemente marginale che invece contribuisce a cambiare profondamente l’approccio alle sfide più complicate, tra cui quelle in cui i cuochi sono collocati in luoghi distanti tra loro oppure quelle in cui la corsa contro il tempo non permette di oziare davanti ai fornelli.
Uniche pecche di Overcooked! 2 sono purtroppo la curva di apprendimento molto alta presente nella modalità storia e la presenza un tutorial davvero misero. Questa scelta degli sviluppatori avvantaggia sicuramente chi ha giocato al primo capitolo mentre tutti gli altri giocatori faranno un po’ di fatica a comprendere appieno e in modo rapito le dinamiche di gioco.
La meccanica di gioco è molto semplice e riprende quella presente nel precedente capitolo: nei panni di uno o più cuochi il giocatore dovrà far fronte alle incessanti comande tagliando e cuocendo gli ingredienti necessari per completare le ricette stando attenti a non far aspettare troppo i clienti e a non far bruciare nulla.
La modalità principale vede il sovrano del regno delle cipolle entrare in possesso del Necrognammicon, un potente libro di magia che risveglia un’orda famelica di Pane Malfermo, una specie di zombie a forma di tramezzino. L’unico modo per sconfiggere i mostri è migliorare le proprie abilità e cooperare con altri cuochi per evitare l’apocalisse culinaria. Il primo mondo vi terrà impegnati nel creare perfetti piatti di sushi e sashimi cercando gli ingredienti crudi, tagliandoli e cuocendoli in padella o in pentola.
Tutto molto semplice, peccato che la disposizione degli ingredienti, delle postazioni di taglio e dei fornelli cambiano costantemente e a mano a mano che proseguirete nei livelli diversi tipi di ostacoli vi rallenteranno nell’esecuzione delle diverse fasi delle ricette rendendo la buona riuscita dei piatti ancora più difficile. Ad esempio in alcuni livelli sarete costretti a lanciare gli ingredienti da un luogo all’altro perché la postazione dei coltelli oppure i fornelli sono raggiungibili solo da un cuoco.
All’inizio di ogni capitolo della storia sono proposti i comandi di gioco disponibili sia nel joy-con sia nel pro controllor e vengono presentate le varie fasi in cui si suddivide la ricetta oggetto della sfida. I comandi da utilizzare sono molto semplici e permettono a chiunque di cimentarsi nelle sfide culinarie. Mentre nelle sfide dei primi livelli le ricette da eseguire sono semplici e permettono ai giocatori di comprendere le varie fasi della preparazione dei piatti, in altre parole la fase di taglio degli ingredienti, della cottura ai fornelli e dell’impiattamento, in quelle successive le ricette diventano sempre più elaborate per cui sono necessari una buona intesa e una ottimale suddivisione dei compiti tra i giocatori per rispettare i tempi di uscita dei piatti, per aumentare il numero di comande soddisfatte e di conseguenza migliorare il punteggio finale.
Esattamente come il primo capitolo, Overcooked! 2 eccelle nelle partite in co-op quanto delude nella modalità single player. Giocare da solo significa alternarsi tra un cuoco e l’altro tramite la pressione di un tasto dorsale, cosa che fa perdere tutto il divertimento di arrabbiarsi con i cuochi fannulloni che ci stanno di fianco oppure esaltarsi per il superamento insieme di un livello particolarmente difficile.
Team 17 ha cercato di bypassare questo difetto introducendo la modalità online che permette di affrontare missioni con giocatori provenienti da tutto il mondo in cui non abbiamo riscontrato particolari problemi di stabilità della connessione. Si tratta di un grande passo in avanti che però non riesce a eguagliare il livello di divertimento che si riscontra nel co-op locale. Proprio per aumentare l’interazione tra giocatori online sono state introdotte le emote, delle espressioni che nelle intenzioni facilitano la comunicazioni tra giocatori ma che probabilmente verranno abbandonate dopo un paio di partite.
L’altra grande novità di questo seguito riguarda gli ingredienti che possono essere lanciati verso un altro cuoco anche da crudi. Un cambiamento apparentemente marginale che invece contribuisce a cambiare profondamente l’approccio alle sfide più complicate, tra cui quelle in cui i cuochi sono collocati in luoghi distanti tra loro oppure quelle in cui la corsa contro il tempo non permette di oziare davanti ai fornelli.
Uniche pecche di Overcooked! 2 sono purtroppo la curva di apprendimento molto alta presente nella modalità storia e la presenza un tutorial davvero misero. Questa scelta degli sviluppatori avvantaggia sicuramente chi ha giocato al primo capitolo mentre tutti gli altri giocatori faranno un po’ di fatica a comprendere appieno e in modo rapito le dinamiche di gioco.
Overcooked! 2 è un ottimo seguito del classico indie uscito lo scorso anno. Anche se le aggiunte rispetto all’originale potrebbero sembrare poche sono decisamente rilevanti: la possibilità di lanciare cibo crudo cambia radicalmente il modo di approcciarsi ad una ricetta e la modalità online permette di giocare a Overcooked! anche se non avete amici con cui condividere l’avventura principale.
Il single player rimane una modalità svuotata di tutta la frenetica simpatia di questo titolo che invece ha il suo massimo splendore nella modalità in locale con amici. Sia nel caso in cui sbagliate la ricetta mandando a fuoco la cucina sia in quello in cui completiate con un ottimo risultato una missione non potrete fare a meno di divertirvi (e magari amichevolmente insultarvi).
Il single player rimane una modalità svuotata di tutta la frenetica simpatia di questo titolo che invece ha il suo massimo splendore nella modalità in locale con amici. Sia nel caso in cui sbagliate la ricetta mandando a fuoco la cucina sia in quello in cui completiate con un ottimo risultato una missione non potrete fare a meno di divertirvi (e magari amichevolmente insultarvi).