Generation Zero - Recensione
Una post-apocalisse alquanto noiosa
di Klarth Curtiss
Nel panorama videoludico esistono molti titoli che ci hanno presentato la loro visione dell'apocalisse, dall'America distrutta di Fallout alla Russia contaminata di Metro 2033, con questo titolo gli Avalanche Studios, celebri per la creazione della saga Just Cause, provano a darci la loro visione sul tema, con un risultato alquanto scadente.
La storia di Generation Zero é ambientata nella Svezia del 1980, martoriata da una guerra che ha distrutto la maggior parte delle terre, lasciando solo piccoli sprazzi di civiltà; dopo aver creato il nostro avatar con le poche opzioni che avremo a disposizione, verremo catapultati su un pontile desolato, dove inizieremo la nostra avventura; una misteriosa casa con del sangue sulle pareti, macchine schiantate e documenti che ci indirizzano verso la prossima destinazione, l'impatto iniziale é notevole, peccato che si fermi a quei 5 minuti di tutorial che il gioco ci dedicherà, poco dopo verremo infatti armati di tutto punto con una pistola, una considerevole quantità di proiettili (troppi per un survival) e mandati a cercare indizi su cosa sia accaduto agli abitanti.
La storia viene infatti raccontata solamente tramite fogli lasciati dai locali e sporadiche registrazioni (rigorosamente in svedese), che risulteranno il più delle volte come un pretesto per spedirci da una parte all'altra dell'isola e susciteranno ben poco interesse.
La minaccia principale del gioco sarà costituita da robot che pattugliano queste terre desolate, é purtroppo triste constatare come la loro IA sia completamente sballata, riusciranno infatti a sentirci da chilometri anche con il minimo passo ma basterà nascondersi senza troppi sforzi dietro ad un albero per non farci trovare, in compenso, una volta individuati, la loro precisione nello spararci sarà millimetrica, quasi come se fossero dotati di aimbot, tuttavia, nonostante il gioco suggerisca un approccio stealth, la quantità di munizioni che ci verranno fornite all'inizio del gioco e quelle che potremo recuperare dalle suddette macchine distrutte unite al fatto che per metterle fuori gioco basterà un colpo ben assestato al serbatoio di carburante in bella vista sulla schiena ed in seguito un colpo alla testa ben mirato é più che sufficiente per non farci mai finire a secco, durante la nostra partita troveremo altre armi ma non sarà quasi mai necessario il loro uso, a meno di non aver a che fare con macchine di dimensioni più grandi.
Eliminare i gruppi di automi ci permetterà di salire di livello ed ottenere punti abilità, da spendere in un banalissimo albero con ben poche diramazioni, inoltre, ogni volta che arriveremo in una nuova destinazione, ci verrà indicato quanto materiale ci sia da lootare, se riusciremo a trovarlo tutto otterremo dell'esperienza aggiuntiva.
Sparsi per il mondo di gioco, oltre alle munizioni, troveremo anche kit medici per curarci, tuttavia, ciò si rivelerà abbastanza inutile poiché, per una scelta degli sviluppatori decisamente stupida che non comprendiamo, nello sfortunato caso in cui dovessimo morire, potremo respawnare istantaneamente con 20hp nel punto preciso in cui siamo morti, senza alcuna penalità; questo é un grande punto a sfavore che va a minare la componente survivalistica del gioco.
Altro grande punto negativo é la gestione della mappa di gioco e del ritmo dello stesso, infatti a meno che non si raggiunga una delle case ben segnate sulla mappa, non si farà altro che correre per uno scenario completamente vuoto, senza nemici da eliminare (poiché essi saranno presenti solo vicino ai centri abitati) ed una volta raggiunta un'abitazione la storia sarà sempre la stessa: elimina i robot, cerca di lootare tutto, ripeti.
Una cosa del gioco la si può però salvare, ovvero l'aspetto grafico, abbiamo testato il gioco sia a settaggi massimi che medi ed in entrambi i casi il gioco si é comportato in maniera molto fluida, senza cali di framerate ed un colpo d'occhio notevole anche abbassando i dettagli come le ombre o l'antialiasing, una bella cornice per un quadro tutt'altro che bello però.