Outward - Recensione

Zaino in spalla e provviste ed armi pronte...si parte per un viaggio verso l'orizzonte!

di Revil-Rosa

Le tematiche del viaggio, dell'esplorazione e della scoperta sono senza dubbio fra le più suggestive di sempre; cavalcare fra verdeggianti praterie, solcare i mari verso isole lontane o anche solo perdersi in una rigogliosa foresta sono tutte esperienze magiche a cui i videogiochi ci hanno sempre abituato e, per quanto viverle attraverso uno schermo sia ben lontano dalla realtà, il successo (o quanto meno l'interesse) che titoli come No Man's Sky o The Legend of Zelda: Breath of the Wild hanno suscitato sono una conferma del fatto che questi elementi sono di grande interesse per il pubblico.
 
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D'altro canto, giochi di ruolo per conquistare i fan sono soliti puntare ad una trama di fondo intrigante, a dei protagonisti a cui potersi affezionare, sufficientemente variegati da dare un'idea della varietà di culture, e ad un gameplay profondo che permetta al giocatore di approcciare le difficoltà come più gli si confà, il tutto usando come collante un viaggio che porta il gruppo ad esplorare tutto il mondo. Outward non si limita ad usare l'esplorazione come veicolo, ne fa invece la componente principale stravolgendo pesantemente le dinamiche classiche dei giochi di ruolo...

Premesse interessanti? Se almeno un po' pensate di sì, continuate a leggere!


La tribù a cui appartieni non ragiona ad individui, ma a stirpi e tu sei il nipote della precedente capo-tribù la quale, per superbia, rifiutò gli aiuti esterni durante un periodo difficile e questo avrebbe poi portato alla morte di una dozzina di persone. Le colpe delle madri ricadono sui figli ed è per questo che, fin dalla nascita, un pesante debito di sangue grava sulle tue spalle. Per ottenere l'ingente somma di cui hai bisogno per liberarti, prenderai parte ad una delle spedizioni più ambiziose mai intraprese dalla tribù tuttavia, durante il ritorno, un terribile incidente porta alla perdita di quasi tutto il carico e alla morte di diversi membri dell'equipaggio.
 
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Tornato a casa, dovrai ripartire nuovamente verso l'ignoto, questa volta da solo, poiché non esiste altro modo per dare una svolta decisiva alla tua vita, ma ripagare il debito di sangue non sarà l'unica strada percorribile...
Una premessa interessante accompagnata da una blanda, anche se decisamente intrigante, introduzione del mondo saranno il prologo di una storia più grande che porrà fin da subito, in modo piacevolmente naturale, il viaggio verso l'ignoto come fulcro principale del gioco.

Dopo la prima missione obbligatoria verranno proposte tre trame principali da seguire: andare con la capo-tribù, ciò di più vicino ad una figura materna che il protagonista abbia mai avuto, per risolvere certi problemi spinosi, espiare il debito di sangue e succedergli per guidare i tuoi concittadini; unirsi all'ordine della Santa Missione di Elatt insieme all'amica d'infanzia per combattere la Piaga e rendere così il mondo più sicuro, non solo per i propri cari, ma per tutti gli abitanti oppure fuggire dalle responsabilità e seguire un caro amico verso le lontane ed esotiche terre oltre il deserto. Sarà discrezione del giocatore scegliere quale strada intraprendere, ma giungere nelle destinazioni richieste sarà tutt'altro che semplice poiché in Outward non saranno i livelli a semplificare l'avanzata bensì buon senso e preparazione.
 
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Il viaggio è da considerarsi il fulcro del gioco per la cura con cui è stato reso, il team di Nine Dots ha cercato infatti di creare il giusto compromesso fra complessità e semplificazione per rendere l'esperienza realistica, ma non tediosa, ricreando le numerose difficoltà che potrebbero davvero verificarsi durante l'avventura in un mondo fantasy-rurale. Il risultato è a dir poco ottimo, il sistema di gioco premia il buon senso e la preparazione metodica, andando a formare un livello di difficoltà paragonabile a quello dei Dark Souls, sebbene qui non sarà la conoscenza dei pattern dei nemici a fare la differenza fra la vita e la morte bensì la personale capacità di giudizio e la flessibilità nel saper gestire gli imprevisti.

Orientarsi con indicazioni e punti di riferimento, informarsi e scoprire le condizioni climatiche per vestirsi nel modo giusto, capire quali combattenti si possono affrontare e quali conviene evitare (in base anche alle tempistiche o alle risorse che si hanno), preparare un campo/rifugio adeguato per passare la notte in sicurezza (e al caldo!) così come capire quando è meglio iniziare a cercare una fonte d'acqua o del cibo per evitare malattie o, peggio, la morte...queste sono solo alcune delle problematiche che potrebbero verificarsi e non sono stati nemmeno considerati imprevisti quali briganti o strani esseri.
 
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Dietro ogni angolo si nasconde un mistero o una struttura che portano tante domande sul passato del mondo (per non parlare delle risorse...) e le risposte non si troveranno solo avanzando nelle storie principali, quanto chiedendo agli esperti o agli avventurieri nelle locande, i quali non mancheranno di elargire consigli o insegnamenti, magari dietro un compenso in denaro.

A rendere ancora più intrigante l'avventura troviamo una peculiare gestione della morte, la quale porta all'inizio di un evento generato a seconda del luogo, della causa del "decesso", dell'orario, delle scelte fatte, degli eventi precedentemente affrontati e da un pizzico di casualità. Gli eventi post-mortem portano in genere alla perdita di oggetti e al risveglio in una città o in luogo sicuro nel quale un qualche viaggiatore ci ha gentilmente condotti, magari lasciandoci anche un biglietto che permetterà di avere interazioni diverse con altri personaggi. Altre volte invece il proprio personaggio potrebbe svegliarsi ai piedi di un mostro o in una prigione di banditi, pronti a venderlo come schiavo o chissà che altro...al di là del risultato, l'avventura non finisce mai e ogni situazione si evolve in un'altra portando allo sviluppo del nostro personale viaggio.
 
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A differenza della quasi totalità dei giochi di ruolo, le fasi di combattimento in Outward sono sì frequenti, soprattutto all'interno dei dungeon, ma anche tranquillamente evitabili. Il battle system è semplice ed efficace, esistono infatti solo due tipologie di attacchi fisici, X per i colpi leggeri e quadrato per quelli pesanti, il cui mix può portare a combo diverse a seconda dell'equipaggiamento. Le opzioni difensive vedono un tasto per la parata e uno per la corsa o capriola, se non lo si tiene premuto. A queste semplici azioni si vanno ad aggiungere otto slot speciali da dedicare ad oggetti o abilità come trappole, armi diverse, magie o tecniche speciali legate alle armi, imparate da altri npc, impostabili dal giocatore e che renderanno lo stile del nostro personaggio unico e, sperabilmente, adatto al genere di difficoltà che si troverà ad affrontare in quel momento.

La gestione dello zaino è una feature estremamente peculiare e calzante: il protagonista potrà inserirci gli oggetti più pesanti, ma averlo in spalla significherà non poter eseguire schivate veloci, inoltre ogni colpo subito (capriole incluse) danneggeranno leggermente tutti gli oggetti contenuti al suo interno, non disperate comunque, è possibile riparare gli oggetti durante le ore di riposo. Altro elemento principale, sebbene meno caratteristico, è il crafting: poter creare oggetti su Outward diventerà presto un salvavita non solo perché gli oggetti da costruire hanno un valore decisamente maggiore, ma soprattutto perché rendono più flessibili rispetto alle avversità; poter creare una benda o una pozione contro la malattia che si è appena contratta può davvero fare la differenza fra la vita e la morte. Da notare che il crafting non si limita a strumenti ed equipaggiamenti, ma comprende anche cucina e alchimia.
 
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Dal punto di vista tecnico, Outward ha una grafica più che sufficiente, seppur non eccelsa riesce infatti a regalare panorami mozzafiato e viste a dir poco suggestive, il tutto con un frame rate stabile anche nelle fasi più concitate, a patto di non aprire i menù. Decisamente apprezzabile la scelta di ridurre la resa visiva per salvare il frame rate durante le sessioni cooperative in split-screen, modalità che rende il gioco estremamente più semplice, ma non meno divertente, anzi. Discorso diverso invece per la colonna sonora, non troppo varia, ma innegabilmente ricca di tracce davvero orecchiabili.

GIUDIZIO FINALE

Outward è un gioco piacevolmente atipico che recupera il meglio dei survival e dei giochi di ruolo, amalgamando il tutto con tante piccole buone idee che finiscono per regalare un'esperienza originale ed immersiva.
L'elevata difficoltà e il relativamente alto numero di nozioni con cui si è costretti a prendere confidenza nelle prime ore rendono l'avanzare dell'avventura più lenta della media, tuttavia l'enorme numero di misteri e segreti disseminati dietro ogni angolo compenseranno ampiamente la cosa.

In definitiva, Outward sa essere difficile e appagante al punto giusto, riesce a spingere i giocatori interessati alle sfide a continuare ad avanzare stuzzicando la loro curiosità con misteri e ricche ricompense, i meno pazienti però rischiano di subire una serie di batoste che potrebbero scoraggiarli dal proseguire l'avventura, ma non c'è problema, basterà avanzare con un compagno per risolvere in parte il problema!

Gioco testato su Playstation 4.

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