Cyberpunk 2077 - Recensione
Immergiamoci a Night City per scoprire finalmente l'ultimo lavoro di CD Project Red
di DannyK
Cominciamo col dire che più che di un gioco, si tratta a tutti gli effetti di un viaggio. Un viaggio in una megalopoli di un futuro distopico, ossessionata da tecnologia e sete di potere, un viaggio nella mente di almeno un paio di protagonisti, V e Johnny Silverhand (che ormai tutti sapete essere interpretato dal breathtaking Keanu Reeves) assolutamente ben caratterizzati ed in continua evoluzione. L'immersività, a nostro parere aiutata anche dalla scelta di farne un titolo in soggettiva, è totale. Lo studio polacco - che gode di un credito enorme tra i giocatori che deve provare a non disperdere - è riuscito a ricreare un mondo vivo, pieno zeppo di attività e curiosità, al punto che più di una volta ci siamo fermati ad ascoltare le conversazioni tra due npc, per il solo piacere di farlo e di sentire cosa si stavano raccontando. Si va dallo sfavillante centro, alla baraccopoli più degradata, passando per i quartieri residenziali, fino alle wasteland, la terra di nessuno fuori città; tutto ricreato con una cura dei dettagli enorme. Tra le altre cose sentiremo parlare tantissime lingue diverse, delle quali però leggeremo a schermo la traduzione immediata, grazie ad un innesto automatico di cui tutti dispongono.
Noi siamo V, un personaggio dal background a nostra scelta (potendo optare per tre opzioni che daranno un input diverso alla narrazione, ma anche diverse opzioni di dialogo più avanti), che dopo aver perso tutto trova nel mercenario Jackie Welles un appiglio per ricominciare, con l'obiettivo di diventare qualcuno a Night City svolgendo ogni genere di lavoro al limite della legalità. Non tutto però va come previsto ed un lavoro finito male, molto male, procura al nostro alter ego l'obbligo di accompagnarsi all'ex capo mercenario Silverhand, che diventerà una presenza fissa e costante di tutto il gioco, oltre che causa principale dello sviluppo della trama fino alla sua conclusione. Sin dall'inizio della storia il senso di libertà che abbiamo è spiazzante. Basterà aprire la mappa per riscontrare un numero enorme di attività e nessuna di queste ci sarà realmente preclusa (a patto di tenere in conto la difficoltà percepita delle varie missioni, consultando l'apposito registro), senza considerare che il nostro telefono continuerà a ricevere messaggi e chiamate con sempre più incarichi da svolgere. Tutto per avere un cocktail con il nostro nome al bar dell'Afterlife, o quasi.
Come da tradizione di CD Projekt Red, le missioni secondarie si intrecciano con la trama principale e si dipanano per conto loro, diventando molto di più di banali operazioni di routine per raggranellare soldi ed esperienza, anzi: sarà un piacere vedere in cosa dovremo andarci a cacciare di volta in volta e non saranno poche le volte in cui ci troveremo piuttosto spiazzati. Ci capiterà ad esempio di essere assoldati come sicari, salvo poi ritrovarci a fare da confessori alla vittima designata, aiutandola a cercare il perdono per i peccati di una vita intera. La trama principale segue invece un percorso diviso in tre filoni che si aggrovigliano tra loro - quello dell'affermazione di V, quello del dualismo con Silverhand e quello della lotta alle corporazioni - fino alla conclusione in cui vediamo tutti i fili dipanarsi, per giungere al punto di svolta dell'intero percorso. Come già detto è un viaggio che in molti di voi faranno con il fiato sospeso e più di qualche volta anche con una piacevole espressione sorpresa per quanto avviene davanti ai vostri occhi. Tantissimi personaggi con cui interagiremo lasceranno un segno e diversi di loro (in particolare i nostri choomba Panam e Jackie) entreranno nella nostra memoria come vecchi compagni a cui restiamo legati e, credeteci, potrebbe non bastarvi il tempo che il gioco vi imporrà di passare in loro compagnia. Importantissimo da tenere in debita considerazione, è il fatto che qualsiasi scelta faremo (davvero, anche quelle all'apparenza più insignificanti) avrà delle ripercussioni tanto sul percorso quanto sul finale del gioco, facendo di V un punto cardine fondamentale di Night City e della sua storia. Non mancheranno momenti leggeri, sopra le righe, volgari, crudi, spinti, politicamente scorretti (soprattutto grazie a Johnny), delusioni d'amore, snuff movie vissuti in prima persona e così via, che ci trascineranno in un vortice di emozioni dallo spettro ampissimo. Man mano che il nostro alter ego si creerà un nome, le persone reagiranno ad esso in vari modi, a seconda della fama che ci saremo guadagnati.
Cyberpunk è un gioco di ruolo in tutto e per tutto, nel caso a qualcuno fosse sfuggito e persistesse nel ritenerlo un GTA futuristico. Lo sviluppo del personaggio è vario ed articolato ed all'avanzamento di livello si unisce lo sviluppo delle abilità nello specifico, che vanno dalla furtività, all'uso delle varie armi, alle abilità tecnologiche e così via. Da un certo punto di vista il gioco mutua ed amplia la formula già collaudata con successo dai due giochi di Deus Ex, collocandola però in un universo decisamente più vario e possibilista. In aggiunta alle cinque caratteristiche di base, vi è quindi uno skill tree i cui avanzamenti dipenderanno da quanto ci dedichiamo ad utilizzare le abilità del ramo specifico. Per fare un esempio pratico, se all'interno di una missione ci dedicheremo a passare di soppiatto da un nemico all'altro mettendoli KO silenziosamente, conclusa la stessa avremo una serie di punti esperienza generali ed un aumento della specifica della furtività, con tutti i bonus che ciò comporta. Una volta raccolti punti da spendere, non sarà semplice scegliere quale ramo perfezionare, perché in effetti tutti hanno un'utilità pratica piuttosto evidente: è un gioco che può essere affrontato ugualmente sparando a tutto spiano o rimanendo nascosti, friggendo circuiti con le nostre abilità di netrunner (gli hacker del gioco) e beccando i nemici semplicemente inquadrandoli dalle telecamere di sorveglianza. Quest'ultima meccanica è davvero molto profonda e soddisfacente, regalandoci tantissime possibilità di inabilitare o distruggere i nostri nemici, a patto di avere un Sistema Operativo in grado di fornirci abbastanza RAM (si, siamo delle specie di ibridi con i pc, con tanto di cavo usb personale) per mettere in campo i virus (demoni) da lanciare su oggetti inanimati, macchine ed umani. Probabilmente la sezione che offre maggiormente il fianco è quella del combattimento melee; mentre il gunplay regala un feedback molto verosimile ed un'ottima varietà di scelta (alle numerose armi tradizionali si aggiungono quelle tecnologiche e smart, dotate di effetti molto disparati), gli assalti all'arma bianca non danno la stessa sensazione fisica di un combattimento. Scegliendo la via del samurai l'impressione generale che si ha è quella di menare fendenti molto a caso fino all'esaurimento della stamina, avanzando con un machete o una katana verso nemici che ci sparano contro.
Il comparto RPG viene notevolmente ampliato da altri due fattori: il crafting ed i potenziamenti cibernetici. Il primo in realtà non gode di un ruolo centrale, dal momento che l'inventario sarà costantemente pieno di loot piuttosto interessanti, che saremo costretti a smontare o vendere per ricavarne materiali o eurodollari. In ogni caso volendo (e potenziando il ramo opportuno) saremo in grado di creare armi ed ogni tipo di abbigliamento o accessorio, in qualità sempre più rare, ma soprattutto potremo continuare a potenziare le nostre armi, comprese quelle uniche. Riguardo gli innesti, per i quali ci appoggeremo ai medici noti come bisturi, questi rappresenteranno invece una variabile significativa nell'approccio al gioco. Consisteranno in aumenti di varie statistiche o abilità passive, come ad esempio un boost della salute al di sotto di soglie critiche, oppure potenziamenti veri e propri come lame di mantide, braccia di gorilla o gambe per compiere balzi enormi. Non tutto sarà però immediatamente utilizzabile da subito: al di là dello sbarramento dato dai soldi necessari agli acquisti, alcune armi o potenziamenti richiederanno degli specifici valori di reputazione o di abilità per essere equipaggiate. In alcuni frangenti abbiamo trovato non particolarmente brillante l'IA nemica, senza essere di fronte ad una nota di demerito particolarmente rilevante, dato che, soprattutto alle difficoltà più elevate, il grado di sfida offerto dagli scontri con i nostri avversari sarà comunque più che soddisfacente.
In buona sostanza siamo di fronte ad un titolo la cui varietà di missioni, tipologia di equipaggiamenti, possibilità di affrontarle e png, è così elevata da non concedere mai alcun senso di dejà-vu o di noia, che è la prima pecca di un qualsiasi gdr con una durata che può tranquillamente arrivare a 100 ore. La narrativa, questa in particolare, non cede mai. Sebbene costretto in una situazione di vita o di morte, il nostro V accompagnato dal forzatamente inseparabile Johnny Silverhand imparerà a vivere e destreggiarsi in Night City, muovendosi tra fixer (gli intermediari che procurano i contratti dei mercenari), richieste varie e contratti con la polizia (che chiaramente sono i più standardizzati), in modo da definire precisamente il suo cammino e le persone con cui tessere i rapporti più stretti e, perché no, entrare in scontro. Chiaramente tutto questo ha un prezzo: per funzionare, che sia su console o su PC, Cyberpunk 2077 ha bisogno di risorse hardware all'altezza e di una perfetta ottimizzazione.
Giocandolo su PC con dettagli ad ultra, è semplicemente uno spettacolo per occhi ed orecchie. Il motore grafico RED Engine ci regala un gioco ad oggi irraggiungibile per qualsiasi open world, Red Dead Redemption 2 incluso, con illuminazione dinamica, riflessi, giochi di luce, che donano alla metropoli futuristica degli scorci mozzafiato. La città è popolata e viva, i locali sono nutriti, le abitazioni caratteristiche, mentre le wastelands regalano desertiche distese desolanti e città fantasma arricchite da tramonti davvero suggestivi. Il comparto audio è perfetto e curatissimo; musiche che scandiscono perfettamente le varie fasi di gioco (in alcuni frangenti diventano assolutamente gasanti), ritmi martellanti (si passa dall'elettro punk al metal) dei locali ed i sound effects che ci hanno lasciato di stucco. Giocando con le cuffie si apprezzano i minimi dettagli, come ad esempio il suono che fa la pelle quando ci si siede su interni di auto di lusso, i tanti rumori di fondo della città, voci e discorsi di ogni tipo tra gli abitanti, tutto è davvero curato a fondo, senza dimenticare la menzione d'onore che merita l'ottimo doppiaggio italiano, ricco di voci di primo piano del panorama nazionale.
Ci sarebbe davvero tantissimo da dire ancora; durante il nostro incedere nella narrazione avremo la possibilità di rivivere i ricordi di persone che hanno registrato grazie ad appositi impianti neurali, potendo liberamente esplorare ed indagare al loro interno per cercare indizi utili. Queste braindance hanno in realtà lo scopo di regalare emozioni in vendita e fungono da fonte di guadagno nel mercato nero per chi vuole rivivere situazioni troppo forti. In città, soprattutto nei suoi angoli più oscuri, troveremo inoltre una divisione in gang ben distinte, ognuna con i suoi obiettivi e modalità, seppur accomunate da una impressionante scarsità di scrupoli nel muoversi al di fuori della legge. Si va dai Tiger Claws che da giapponesi danno maggior peso al senso dell'onore, ai ben più truci Maelstrom, con il loro metal ed il loro modus disturbante. L'approccio ai veicoli invece necessita di un po' di fantasia, dato che similmente ai cavalli in Skyrim e The Witcher, non ci presenta una guida esattamente simulativa. Qualche glitch con oggetti volanti o compenetrati è capitato, ma davvero oggettivamente nulla che ci abbia eccessivamente distolto dall'esperienza di gioco, mai un crash o un freeze.
Conclusioni
Dopo quanto è stato già detto su Cyberpunk 2077, non è davvero facile trarre delle somme che siano davvero esenti da condizionamenti. La nostra versione su PC ci ha messo di fronte ad un titolo maestoso, che ci catapulta in un mondo vivo, interattivo, variopinto, pulsante, poliglotta e polimorfo, ma soprattutto realistico. Qualsiasi angolo di Night City trasuda verosimiglianza, pur nella sua eccentrica spregiudicatezza, al punto da spingerci a perdere ore semplicemente nell'ascoltare discorsi tra npc o osservare scorci di inarrivata bellezza in un titolo così open world. Il GDR di CD Projekt Red ridefinisce il genere, portandolo di peso nella next gen, forse così tanto da spingerci a credere che l'unico vero errore sia stato pensare di farlo uscire anche per old gen. Missioni appassionanti e mai banali, compagni di ventura che faremo fatica a dimenticare, un ventaglio di emozioni di ogni genere e forma, storie e sottotrame che ci terranno incollati in questo mondo diviso tra tecnologia evolutissima ed i più infimi valori umani, con in mezzo V, un personaggio che dopo aver perso tutto si ritroverà in una spirale di eventi all'inizio spiazzante, ma poi sempre più coinvolgente ed adrenalinica. Il tutto mostrato su un RED Engine spettacolare e condito da un comparto audio, doppiaggio italiano incluso, semplicemente superlativo. I piccoli glitch durante la nostra prova non hanno minimamente intaccato l'esperienza di gioco, ben distanti dalle giuste e dovute lamentele di chi ha provato a confrontarsi con il titolo su PS4 o Xbox One. In ogni caso, valutando solo quello che abbiamo avuto sotto mano (ben consapevoli del perché abbiamo ricevuto una versione per PC e non per console), non ci sentiamo di scendere sotto il massimo dei voti. Vi lasciamo con il consiglio di giocarci non appena il titolo sarà pienamente fruibile per qualsiasi vostra piattaforma, perché vi garantiamo che non potrete in alcun modo pentirvi di aver passato 100 e più ore tra le strade di Night City in compagnia di Johnny "Keanu" Silverhand.