Turrican Flashback - Recensione
Indossa l'armatura e corri, ma soprattutto... sparaaa!
di Revil-Rosa
Questa frase si sente spesso, c’è chi la dice per darsi un tono e chi lo pensa davvero, magari tale convinzione nasce semplicemente dall’esperienza maturata negli anni, esperienza che si trasforma in bravura e che porta certe ‘normali’ sfide ad essere una passeggiata, indipendentemente dall’intenzione. La difficoltà ridotta può anche essere ricondotta alla crescità dell’industria e della disponibilità degli utenti: non solo le case si trovano a produrre un titolo per una fetta di pubblico più ampia - e che quindi può comprendere potenzialmente anche persone meno capaci – ma soprattutto al giorno d’oggi è facile cambiare gioco!
Perché dannarsi ripetendo fino allo sfinimento un certo livello quanto con pochi click ci si può trasportare in un’altra epica avventura? Difficile rispondere, forse è il senso di appagamento che segue il riuscire in qualcosa di improbabile a spingere il giocatore ad arrivare persino ad imparare a memoria interi livelli pur di completare quel dato obiettivo. Quale che sia la spiegazione, ININ Games ha deciso di pubblicare Turrican Flashback, raccolta che riporta in vita l’omonima serie nata nel 1990… sarete abbastanza determinati per arrivare in fondo?
Welcome to Turrican. Be my guest, another day another cry. And remember... SHOOT OR DIE, HAHA!!!
Turrican nasce dalla mente di Manfred Trenz, programmatore tedesco che praticamente da solo diede vita al primo capitolo per Commodore 64. Il gioco riscosse un successo tale da venire prima riproposto su altre famose piattaforme del tempo (fra cui Amiga, Atari e Gameboy) e poi arrivò a generare un sequel, anzi, una vera e propria serie!La raccolta Turrican Flashback contiene le versioni migliori dell’originale Turrican, il suo sequel diretto Turrican II, l'avveniristico Mega Turrican (ovvero Turrican III nella sua versione per Mega Drive) e infine Super Turrican, remake dei primi due capitoli per NES, per un’esperienza davvero completa di ciò che la serie ha da offrire. All’appello in realtà mancano le riedizioni per Super Nintendo dei primi due capitoli, ma l’offerta è sufficientemente ricca già così e non si sente davvero il bisogno di (ri)giocare Turrican e Turrican 2 in un’altra veste, soprattutto considerando che la versione per NES permette di godersi entrambi i titoli in un’unica run.
Ma chi o cosa è Turrican e perché nel 2021 qualcuno dovrebbe mettersi a giocare un titolo che ha più di 30 anni alle spalle? Turrican è un uomo in armatura che corre e spara, fortemente ispirato alla ben più nota Samus Aran, ma non è in questo che risiede il fascino della serie. Turrican può essere considerato la risposta a chi non crede che i giochi di un tempo fossero estremamente più difficili ma, cosa ancora più importante, è una testimonianza schietta e onesta di un modo ormai desueto di intendere i giochi: semplici e diretti, senza fronzoli o rigiri e tremendamente spartani e lapidari nelle loro meccaniche.
Turrican è un memento dello sci-fi che fu, pregno di un fascino vintage che traspare da… tutto. Sul fronte artistico ogni capitolo porta il giocatore indietro nel tempo con ambientazioni rocciose e aride che sembrano uscite da Starship Troopers e arricchite da macchinari e costruzioni ‘futuristiche’ estremamente meccaniche e pesanti, il tutto accompagnato poi da musiche fortemente caratteristiche e diversificate che esasperano ciò che vogliono trasmettere senza mezzi termini. Menzione d’onore alla surreale theme del primo livello di Turrican II che con la sua anima dance anni ‘90 infonde un senso di allegria e dona a tutta quella sezione di gioco una carica unica e un fascino a dir poco magico.
Se la direzione artistica, fieramente figlia dei suoi tempi, mette subito in chiaro che qui siamo nel “futuro secondo gli anni ‘90” è quando si comincia a sparare che Turrican inizia davvero ad urlare old school power. In tutti i capitoli il nostro omino 2D in armatura può sparare solo davanti a sé, con la possibilità di accucciarsi per abbassare leggermente la linea di fuoco.
Troviamo poi tutta una serie di potenti armi-consumabili sempre a disposizione, a patto di avere le munizioni giuste, che fin da subito risultano essenziali per la propria sopravvivenza e la possibilità di cambiare il normale mitragliatore con alcune varianti decisamente più utili: raggi laser, shotgun, missili e altro ancora, tutti potenziamenti da tenere ben stretti e che non mancheranno (quasi) mai essendo i livelli ricchi di scatole nascoste con munizioni e potenziamenti vari. Fondamentale è anche l’abilità di trasformarsi in pallina per muoversi molto più velocemente ed entrare in aree segrete, un vero peccato che nel primo Turrican ci si possa trasformare solo 3 volte per vita. Non è poi un così grosso problema in realtà, si muore decisamente spesso.
A fronte di un sistema di gioco relativamente semplice, seppur la gestione di tutti i consumabili non lo sia affatto, è il level design a stupire: ogni cosa su Turrican – tutti i 4 capitoli – fa del proprio meglio per uccidere il giocatore… persino le scatole dei potenziamenti! I nemici sono posizionati strategicamente per risultare i più letali possibile, nascosti poco oltre la linea di visibilità del giocatore, così come pedane e precipizi non saranno così scontati da distinguere rispetto a zone segrete o, più semplicemente, alla strada giusta.
Anche la gestione della vita è a dir poco atipica: i nemici su Turrican non si limitano a dare un colpo e infliggere danno, no così sarebbe decisamente troppo semplice. Su Turrican ogni frame passato con un corpo estraneo sul personaggio infligge un danno più o meno intenso, con il risultato che il più insignificante dei robottini potrebbe dimezzare la vostra vita se malauguratamente seguite il suo stesso pattern di movimento, e i boss sono capaci di eliminarvi in un sol colpo se non sarete sufficientemente veloci da scansarvi… e con scansarvi intendo trasformarsi in pallina.
Le spartane dinamiche di Turrican, inizialmente così punitive da sembrare ingiuste, una volta capite porteranno il giocatore a non abbassare mai la guardia, impegnandolo al 100% sia mentalmente che fisicamente, per un’esperienza tanto stressante quanto appagante capace di catturare per ore e ore senza lasciare più, facendo sviluppare una sorta di sesto senso per ciò che è fuori schermo.
Non temete comunque, Turrican Flahsback offre due modalità di gioco per ogni capitolo: la standard e la trophy run. Nella modalità standard non si sbloccano trofei, ma è possibile tornare indietro nel tempo e salvare il gioco quando si vuole, così da ricaricare e ripartire da quel particolare punto senza perdere le vite raccolte o i vari potenziamenti. E’ anche possibile usare trucchi come vite infinite o il recupero della vita.
La trophy run è il gioco nella sua forma originale, profondamente e spietatamente arcade. Come suggerisce il nome, in questa modalità si possono sbloccare i trofei ma tutte le facilitazioni utilizzabili nella modalità standard sono bloccate, sebbene i Continue restino comunque infiniti.
GIUDIZIO FINALE
Turrican non è un capolavoro imprescindibile, non ha rivoluzionato gli sparatutto 2D e non è attuale anche dopo 30 anni, ma resta comunque una lucente perla del passato che è giusto passare alle generazioni successive. Turrican è una serie figlia del suo tempo, un vero e proprio Flashback del passato capace di trasportare in pieni anni ‘90, con tutti i pro e contro della cosa. I quattro capitoli presenti nella raccolta sono un ottimo tributo agli sparatutto 2D arcade di una volta e il loro essere così asciutti, abbandonando il giocatore al suo triste destino, senza spiegare nulla sono un’esperienza davvero interessante, uno sprono ad imparare da soli osservando i dintorni e provando i propri strumenti con mano piuttosto che scorrere fiumi di istruzioni a schermo o vagonate di tutorial. Benvenuti su Turrican.
Gioco testato su Playstation 4.