Ubisoft revisiona i suoi piani per l'anno fiscale 2021-2022
"Meno tripla A, più free-to-play"
di Klarth Curtiss
Nell'ambito del gaming non è un segreto che Ubisoft sia una delle software house più redditizie, soprattutto per la sua tendenza a sfornare parecchi titoli ogni anno, ebbene a quanto pare questa politica sta per cambiare
In una recente intervista a Yves Guillemot, CEO di Ubisoft, è emerso come il ritmo attuale di rilascio dei titoli non stia più giovando particolarmente alla compagnia, che negli ultimi due anni ha notato un calo delle vendite sui brand più famosi, tra i quali anche Assassin's Creed, tuttavia hanno avuto anche un buon riscontro sulle nuove IP, vedasi il successo di vendite di Immortals Fenyx Rising, Ubisoft ha quindi interpretato questo come un chiaro segno del fatto che i giocatori "siano stufi della stessa minestra", portando la compagnia alla decisione definitiva di non rilasciare più 3/4 titoli l'anno, ma invece concentrarsi su massimo 1/2 titoli e porre inoltre molto focus sui "free-to-play high quality", ossia titoli gratis con una qualità in grado di rivaleggiare con quelli a pagamento.
La scelta di Ubisoft si è già fatta sentire in vari ambiti, per esempio l'ennesimo rimando di Skulls & Bones, che è ora previsto a cavallo tra la fine del 2022 e l'inizio del 2023, destino incerto anche per Far Cry 6 che rimane tutt'ora sprovvisto di una data di rilascio; per quanto riguarda il mercato free-to-play, la software house si è già messa in moto annunciando il suo The Division: Heartland, un titolo che dovrebbe riproporre la formula del titolo cooperativo ma più accessibile a tutti i giocatori.
Cosa ne pensate della scelta della compagnia? La reputate giusta o temete la troppa enfasi sul modello free to play?
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